Autore |
Prendimi l'anima |
Pier78
Reg.: 05 Feb 2004 Messaggi: 296 Da: Vigevano (PV)
| Inviato: 21-02-2004 10:07 |
|
Anche se stasera sarà il derby a riscuotere i maggiori spettatori...
SKY CINEMA 1 -ORE 21:00
Regia di Roberto Faenza.
Con Emilia Fox, Iain Glen, Craig Ferguson, Caroline Ducey.
Drammatico, colore, 100 min.
Zurigo, 1904. Sabina Spielrein, giovane ebrea di origine russa, viene ricoverata dalla famiglia in una clinica psichiatrica. La ragazza peggiora di giorno in giorno finché non interviene il giovane psichiatra Carl Gustav Jung, pupillo di Freud e deciso a utilizzare le metodologie del maestro viennese. La cura ha pieno e inaspettato successo. Ma tra paziente e ammalata nasce un rapporto che ben presto diventerà amoroso, tanto da mettere a rischio la sanità - non solo mentale -di entrambi. Molti anni dopo toccherà a Marie, studentessa infatuata del personaggio di Sabina, recarsi in Russia per scoprire la verità sulla vicenda e sulla tragica fine della sua eroina.
Roberto Faenza è un cineasta capace di progetti coraggiosi, ma - con rare eccezioni - scolastico e meramente illustrativo. Prendimi l’anima purtroppo non fa altro che confermarne i limiti, non tanto tecnici quanto soprattutto narrativi. E così il bello spunto iniziale si perde tra brutali semplificazioni storiche e dialoghi qua e là francamente imbarazzanti. Né basta la buona resa dei due protagonisti a risollevare le sorti della pellicola.
Italia, 2003
_________________ Visitate www.invigevano.it |
|
philipcat
Reg.: 08 Feb 2004 Messaggi: 1372 Da: Roma (RM)
| Inviato: 21-02-2004 15:00 |
|
Film tosto, colto,godibile, a tratti pesante, in controtendenza con il mainstream cinematografico odierno.
E' la storia di una grande passione fra due spiriti eletti, in un periodo storico dove le ideologie alimentavano una forte tensione morale.
Consigliato ai non omologati. |
|
mallory
Reg.: 18 Feb 2002 Messaggi: 6334 Da: Genova (GE)
| Inviato: 21-02-2004 21:10 |
|
Magnifico soggetto a servizio di una regia impersonale e ordinaria.
Ma si sa, Faenza è sempre molto schematico nel trattare la regia, la sua prassi cela malamente un timore, che è quello di cadere nella retorica teatrale ormai tipica del cinema italiano contemporaneo. Purtroppo questo timore, che da un lato ci evita l'ampollosità della rappresentazione, ci impedisce totalmente di cogliere l'essenza del materiale trattato, concedendo al suo spettatore solo una piccola grande storia.
[ Questo messaggio è stato modificato da: mallory il 21-02-2004 alle 21:12 ] |
|
|