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Autore Robert Bresson
Moreschi


Reg.: 14 Gen 2006
Messaggi: 2038
Da: Milano (MI)
Inviato: 17-12-2009 23:43  
A dieci anni dalla scomparsa, così, solo per rinnovargli un ringraziamente per essere vissuto.

Les affaires publiques (cortometraggio, 1934)
La conversa di Belfort (Les Anges du péché) (1943)
Perfidia (Les dames du Bois de Boulogne) (1944)
Il diario di un curato di campagna (Journal d'un curé de campagne) (1951)
Un condannato a morte è fuggito (Un condamné à mort s'est échappé conosciuto anche come Le vent souffle où il veut) (1956)
Diario di un ladro (Pickpocket) (1959)
Processo di Giovanna d'Arco (Procès de Jeanne d'Arc) (1962)
Au hasard Balthazar (Au hasard Balthazar) (1966)
Mouchette - Tutta la vita in una notte (Mouchette) (1967)
Così bella, così dolce (Une femme douce) (1969)
Quattro notti di un sognatore (Quatre nuits d'un rêveur) (1971)
Lancillotto e Ginevra (Lancelot du Lac) (1974)
Il diavolo probabilmente (Le diable probablement) (1977)
L'argent (L'argent) (1983)

_________________
“Tutti i miei film possono essere pensati in bianco e nero, eccetto Sussurri e grida ... ho sempre immaginato il rosso come l'interno dell'anima” (I. Bergman).

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HaroldKid

Reg.: 11 Gen 2009
Messaggi: 4589
Da: milano (MI)
Inviato: 18-12-2009 11:33  
io ho visto solo Balthazar, e lo ricordo come uno dei film più brutti del mondo.

Su FB ti ho perso nella sborraggine dei commenti, ti dispiacerebbe scrivere un post in cui riassumi i motivi della tua venerazione?

Voglio che tu mi convinca a conoscerlo, e siccome vediamo la vita quasi allo stesso modo...
_________________
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Richmondo

Reg.: 04 Feb 2008
Messaggi: 2533
Da: Genova (GE)
Inviato: 18-12-2009 21:47  
Perché è a suo modo uno che ti costringe a buttare poesia in un cinema che è senza lirismo ed epica.
Una specie di neorealista francese, con la tecnica di un documentarista, lo spirito di un narratore e la materia (trattata) di uno psicologo.
_________________
E' meglio essere belli che essere buoni. Ma è meglio essere buoni che essere brutti.

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badlands

Reg.: 01 Mag 2002
Messaggi: 14498
Da: urbania (PS)
Inviato: 18-12-2009 23:06  
io vidi anni fa il curato e il condannato.è passato tanto tempo,ma ricordo che mi piacquero moltissimo entrambi
ciao!

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Moreschi


Reg.: 14 Gen 2006
Messaggi: 2038
Da: Milano (MI)
Inviato: 19-12-2009 01:15  
Quando ho visto per la prima volta un film di Bresson, nonostante la durata certamente non lunga, mi ci volle parecchio per rimanere attivo e lucido. Sconfinavo nella noia. il film era diario di un ladro.
Non ne compresi l' importanza e la forza immediatamente, rimasi quasi deluso dalla visione. Poi ho provato con au hasard balthazar. Era passato del tempo, io ero cambiato, era cambiato il mio rapporto con il cinema. Di questo sono rimasto affascinato. Di una cosa mi sono accorto : i film di Bresson non mi rendono abbagliato ed entusiasta DURANTE la visione, ma penetrano in me e nel mio modo di pensare sempre DOPO, a piccole dosi, quasi come fossero il "sapore" della sigaretta un paio di minuti dopo averla fumata, o il gusto del tartufo che continua a ritornare "su" per tutta la giornata.
Poi ho visto 'diario di un curato di campagna', 'processo a giovanna d' arco', 'l' argent', 'un condannato a morte è fuggito'.
Di Bresson trovo unica la sua semplicità nel mostrarci come qualunque esistenza, anche confinata ai margini della società, possa trascendere, possa mantenere una propria integrità, rimanere indissolubile e coerente.
Mentre Tarkovsky ad esempio mi sembra ricorra ad elementi e tecniche assai più suggestive e artificiose, Bresson fa paradossalmente emergere la parte più spirituale dell' essere umano proprio facendo film che si confanno ad uno stile realistico , quasi documentaristico.
Aggiungo inoltre che anche grazie a lui riesco a percepire l' importanza della spiritualizzazione nell' uomo senza ricorrere alla religione.
Non è una cosa da poco, visto che gli atei vengono trattati spesso a livello intellettualistico come dei pezzenti attaccati alla materia ed incapaci di trascendere la propria natura.
Nel cinema di Bresson ritrovo anche parte del mio assoluto pessimismo : il dominio del caso sulla volontà, degli enti e degli eventi 'esterni', dell' infimità e della balordaggine della razza umana.

Avverto insomma una purezza , sia formale che contenutistica, che a mio avviso nessun altro ha.


Non ritengo che alcuni film o alcuni registi possano essere amanti secondo consiglio di qualche nostro amico o conoscente. Quello che posso proporti è , però, di avere il coraggio di andare oltre "il sensibile", magari non lasciandoti impressionare negativamente dalla noia che il film che hai visto ti ha suscitato. Due minuti dipo aver finito il primo film visto di lui, Non avevo alcun interesse per Bresson. Oggi è uno dei miei preferiti.
_________________
“Tutti i miei film possono essere pensati in bianco e nero, eccetto Sussurri e grida ... ho sempre immaginato il rosso come l'interno dell'anima” (I. Bergman).

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Richmondo

Reg.: 04 Feb 2008
Messaggi: 2533
Da: Genova (GE)
Inviato: 19-12-2009 21:50  
quote:
In data 2009-12-19 01:15, Moreschi scrive:
Quando ho visto per la prima volta un film di Bresson, nonostante la durata certamente non lunga, mi ci volle parecchio per rimanere attivo e lucido. Sconfinavo nella noia. il film era diario di un ladro.
Non ne compresi l' importanza e la forza immediatamente, rimasi quasi deluso dalla visione. Poi ho provato con au hasard balthazar. Era passato del tempo, io ero cambiato, era cambiato il mio rapporto con il cinema. Di questo sono rimasto affascinato. Di una cosa mi sono accorto : i film di Bresson non mi rendono abbagliato ed entusiasta DURANTE la visione, ma penetrano in me e nel mio modo di pensare sempre DOPO, a piccole dosi, quasi come fossero il "sapore" della sigaretta un paio di minuti dopo averla fumata, o il gusto del tartufo che continua a ritornare "su" per tutta la giornata.
Poi ho visto 'diario di un curato di campagna', 'processo a giovanna d' arco', 'l' argent', 'un condannato a morte è fuggito'.
Di Bresson trovo unica la sua semplicità nel mostrarci come qualunque esistenza, anche confinata ai margini della società, possa trascendere, possa mantenere una propria integrità, rimanere indissolubile e coerente.
Mentre Tarkovsky ad esempio mi sembra ricorra ad elementi e tecniche assai più suggestive e artificiose, Bresson fa paradossalmente emergere la parte più spirituale dell' essere umano proprio facendo film che si confanno ad uno stile realistico , quasi documentaristico.
Aggiungo inoltre che anche grazie a lui riesco a percepire l' importanza della spiritualizzazione nell' uomo senza ricorrere alla religione.
Non è una cosa da poco, visto che gli atei vengono trattati spesso a livello intellettualistico come dei pezzenti attaccati alla materia ed incapaci di trascendere la propria natura.
Nel cinema di Bresson ritrovo anche parte del mio assoluto pessimismo : il dominio del caso sulla volontà, degli enti e degli eventi 'esterni', dell' infimità e della balordaggine della razza umana.

Avverto insomma una purezza , sia formale che contenutistica, che a mio avviso nessun altro ha.


Non ritengo che alcuni film o alcuni registi possano essere amanti secondo consiglio di qualche nostro amico o conoscente. Quello che posso proporti è , però, di avere il coraggio di andare oltre "il sensibile", magari non lasciandoti impressionare negativamente dalla noia che il film che hai visto ti ha suscitato. Due minuti dipo aver finito il primo film visto di lui, Non avevo alcun interesse per Bresson. Oggi è uno dei miei preferiti.




I suoi sono anche film paurosamente vuoti, nel senso proprio estetico dl termine, in cui ogni spazio morto è amplificato e dilatato ed in cui le distanze simboliche si creano dalla magrezza degli ambienti. Questo a suo modo fa della semplicità di Bresson un espediente artificioso, tipicamente cinematografico. Come Tarkovskij.
_________________
E' meglio essere belli che essere buoni. Ma è meglio essere buoni che essere brutti.

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