> > Attori, Attrici e Registi - I più sopravvalutati del cinema mondiale |
Autore |
I più sopravvalutati del cinema mondiale |
MaratSafin
 Reg.: 17 Ott 2004 Messaggi: 831 Da: trafalmadore (CO)
| Inviato: 26-11-2004 20:14 |
|
quote: In data 2004-11-26 19:42, hootie scrive:
Puntualizziamo:
Il cinema moderno, come ha detto qualcuno di voi, non nasce con la Nouvelle Vague. Ti stai dimenticando un movimento di una certa importanza che è venuto prima: Il Neorealismo Italiano. Se proprio vogliamo essere puntigliosi, il film moderno, in quanto tale per tecniche di ripresa (profondità di campo e pianosequenza teorizzati da Bazin) e Argomenti nasce con due film : La regola del gioco e Quarto potere. Dove vanno annullandosi i principi del cinema classico, come la dialettica compositiva e soprattutto la concatenazione degli avvenimenti basata sul rapporto di causa effetto.
|
Io vedo invece preminente il ruolo della Nouvelle vague: intanto perchè portano a maturazione un discorso di linguaggio (e tutto ciò che noti, soprattutto su Renoir è condivisibilissimo) che prima restava solo linguaggio, stabilendo coerentemente un paradigma produttivo ed espressivo che segnerà indelebilmente la successiva concezione del cinema anche statunitense. E soprattutto a un livello critico, portando in primo piano il ruolo del regista che è tuttora il piano di analisi privilegiato nel parlare di un film.
Sul linguaggio in sè e per sè sono invece d'accordo con voi. Ma non dimentichiamo che per esempio tutto ciò che succede negli stati uniti negli anni 70 non è certamente figlio di Welles, il quale fu licenziato dalla Mgm dopo il fallimento dell'Orgoglio degli Anderson. Insomma new york e la libertà lasciata ai registi con riduzione del budget ha più a che fare con Godard che con il buon Orson. Vedi per esempio il Laureato che Paolo ha da poco recensito. Non dimentichiamo che il contratto di Welles era infatti spropositato per l'epoca, soprattutto a livello di budget. Il che fu, infine, una trappola.
Su piano sequenza e composizione in profondità e ingresso della quarta parete (con La regola del gioco), invece avete perfettamente ragione. Anche se tante altre cose invece nascono lì, in Francia nel 59, soprattutto a livello di montaggio e iscrizione autoriale nelle dinamiche produttive e realizzative.
X Paolo: se hai veramente 14 anni questo costituisce un merito, non prendertela è che raramente si trovano ragazzi della tua età così preparati.
[ Questo messaggio è stato modificato da: MaratSafin il 26-11-2004 alle 20:23 ] |
|
MaratSafin
 Reg.: 17 Ott 2004 Messaggi: 831 Da: trafalmadore (CO)
| Inviato: 26-11-2004 20:16 |
|
Opinione strettamente personale: al neorealismo invece non attribuisco tutta questa importanza.
_________________ (..)Ha creato un profilo solo per scrivere 3 puttanate...(powered by Stilgar) |
|
Petrus
 Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 26-11-2004 22:40 |
|
|
paolo14
 Reg.: 16 Giu 2004 Messaggi: 778 Da: Ferrara (FE)
| Inviato: 26-11-2004 22:59 |
|
quote: In data 2004-11-26 20:14, MaratSafin scrive:
quote: In data 2004-11-26 19:42, hootie scrive:
Puntualizziamo:
Il cinema moderno, come ha detto qualcuno di voi, non nasce con la Nouvelle Vague. Ti stai dimenticando un movimento di una certa importanza che è venuto prima: Il Neorealismo Italiano. Se proprio vogliamo essere puntigliosi, il film moderno, in quanto tale per tecniche di ripresa (profondità di campo e pianosequenza teorizzati da Bazin) e Argomenti nasce con due film : La regola del gioco e Quarto potere. Dove vanno annullandosi i principi del cinema classico, come la dialettica compositiva e soprattutto la concatenazione degli avvenimenti basata sul rapporto di causa effetto.
|
Io vedo invece preminente il ruolo della Nouvelle vague: intanto perchè portano a maturazione un discorso di linguaggio (e tutto ciò che noti, soprattutto su Renoir è condivisibilissimo) che prima restava solo linguaggio, stabilendo coerentemente un paradigma produttivo ed espressivo che segnerà indelebilmente la successiva concezione del cinema anche statunitense. E soprattutto a un livello critico, portando in primo piano il ruolo del regista che è tuttora il piano di analisi privilegiato nel parlare di un film.
Sul linguaggio in sè e per sè sono invece d'accordo con voi. Ma non dimentichiamo che per esempio tutto ciò che succede negli stati uniti negli anni 70 non è certamente figlio di Welles, il quale fu licenziato dalla Mgm dopo il fallimento dell'Orgoglio degli Anderson. Insomma new york e la libertà lasciata ai registi con riduzione del budget ha più a che fare con Godard che con il buon Orson. Vedi per esempio il Laureato che Paolo ha da poco recensito. Non dimentichiamo che il contratto di Welles era infatti spropositato per l'epoca, soprattutto a livello di budget. Il che fu, infine, una trappola.
Su piano sequenza e composizione in profondità e ingresso della quarta parete (con La regola del gioco), invece avete perfettamente ragione. Anche se tante altre cose invece nascono lì, in Francia nel 59, soprattutto a livello di montaggio e iscrizione autoriale nelle dinamiche produttive e realizzative.
X Paolo: se hai veramente 14 anni questo costituisce un merito, non prendertela è che raramente si trovano ragazzi della tua età così preparati.
[ Questo messaggio è stato modificato da: MaratSafin il 26-11-2004 alle 20:23 ]
|
Il ruolo della Nouvelle Vauge, da un punto di vista del valore storico-cinematografico delle opere di tali cineasti, è indubbiamente basilare e importante, e anzi da me ribadito (peraltro, Truffaut è uno dei registi che maggiormente stimo).
Tale movimento, poi, ha realizzato opere di altissima levatura artistica, e la loro rivoluzione radicale nella messinscena registica fu qualcosa di importantissimo anche da un punto di vista del coraggio nel realizzare opere simili (all'epoca della rivoluzione, forse, il cinema necessitava di rivoluzione)
Ma volevo solo far notare, e tale notazione è stata per fortuna accolta, che il primo rivoluzionario della tecnica registica cinematografica fu Orson Welles. Si pensi a "Quarto Potere", al pianosequenza da lui sperimentato in molte conversazioni, alla gerarchia fra i personaggi e al suo barocchismo grafico: penso che senza la sua esistenza la Nouvelle Vauge non sarebbe mai potuta nascere, perlomeno non all'epoca e con tale importanza e carica rivoluzionaria.
Sucessivamente, come hai detto giustamente tu, MaratSafin, ciò che accadde al cinema degli '70 nulla a che fare con Orson Welles: e ciò per il semplice motivo che, successivamente alla Nouvelle Vauge, il cinema non si può più definire "moderno" nel significato "orwelliano" della parola, ma "moderno" nel significato di produzioni signole e limitate e di registi che, autonomamente, inseguono la propria strada e la propria tecnica registica.
Ti ringrazio degli encomi e degli elogi, sinceramente.
E li ribadisco nei tuoi confronti.
_________________
"Ma voi che siete uomini
sotto il vento e le vele
non regalate terre promesse
a chi non le mantiene"
[ Questo messaggio è stato modificato da: paolo14 il 26-11-2004 alle 23:02 ] |
|
MaratSafin
 Reg.: 17 Ott 2004 Messaggi: 831 Da: trafalmadore (CO)
| Inviato: 26-11-2004 23:18 |
|
Su Orson Welles: se ti capita leggi qualcosa su Gregg Toland, lavorava con lui e tante cose gliele suggerì proprio lui.
Non tanto i piani sequenza, quanto piuttosto alcune scelte veramente innovative come le riprese dal basso che includevano i soffitti (prima mai mostrati al cinema) o l'idea di sovrapporre due immagini per tenere tutto a fuoco (cfr. la famosissima scena di Quarto potere con il bicchiere in primo piano).
Una figura poco celebrata (come spesso capita ai cosidetti tecnici) ma quanto mai importante.
_________________ (..)Ha creato un profilo solo per scrivere 3 puttanate...(powered by Stilgar) |
|
MaratSafin
 Reg.: 17 Ott 2004 Messaggi: 831 Da: trafalmadore (CO)
| Inviato: 26-11-2004 23:25 |
|
quote: In data 2004-11-26 22:40, Petrus scrive:
sparo a raffica?
Burton(tranne l'ultimissimo)
|
Se l'ultimissimo è Big Fish devo dissentire: un mix fra Burton e Fellini, purtroppo riprendendo da quest'ultimo solo manierismi compositivi e romanticismo senz'anima.
Insomma l'ho trovato un film senza ispirazione una somma di stati d'animo senza una regia coerente a collegarli, emozioni sì, ma estemporanee. Come il peggior Burton e il peggior Fellini, insomma.
_________________
La vita è fatta a scale c'è chi scende e c'è chi sale (Spinoza)
(..)Ha creato un profilo solo per scrivere 3 puttanate...(powered by Stilgar)
[ Questo messaggio è stato modificato da: MaratSafin il 27-11-2004 alle 20:47 ] |
|
fuzzi5
 Reg.: 30 Set 2004 Messaggi: 314 Da: Recco (GE)
| Inviato: 27-11-2004 00:00 |
|
quote: In data 2004-11-22 10:15, Michi81 scrive:
John Carpenter.
|
ehy, ehy, ehy... nn scherziamo!
_________________ non accettate le provocazioni dei perbenismi |
|
paolo14
 Reg.: 16 Giu 2004 Messaggi: 778 Da: Ferrara (FE)
| Inviato: 27-11-2004 15:34 |
|
quote: In data 2004-11-26 23:18, MaratSafin scrive:
Su Orson Welles: se ti capita leggi qualcosa su Gregg Toland, lavorava con lui e tante cose gliele suggerì proprio lui.
Non tanto i piani sequenza, quanto piuttosto alcune scelte veramente innovative come le riprese dal basso che includevano i soffitti (prima mai mostrati al cinema) o l'idea di sovrapporre due immagini per tenere tutto a fuoco (cfr. la famosissima scena di Quarto potere con il bicchiere in primo piano).
Una figura poco celebrata (come spesso capita ai cosidetti tecnici) ma quanto mai importante.
|
Provvederò a informarmi su Gregg Toland tra pochi istanti, presumendo che un tassello del valore del genio "orwelliano" potesse essere stato costruito e/o suggerito proprio da lui. (E naturalmente ti ringrazio dell'informazione)
Vorrei anch'io ricordare una scena di un'opera di Orson Welles quale "Rapporto confidenziale", sottolineando che il film non è stato da me visto, ma del quale ho letto e studiato pagine assai interessanti.
Sempre in realazione alla ripresa dal basso e dei soffitti, nelle riprese più ravvicinate e nello scontro fra i due personaggi si nota l'eccezionale contrapposizione grafica delle due inquadrature (le cui verticali si scontrano geometricamente e perfettamente, potendoci permettere di parlare di vero e proprio "barocchismo orwelliano")
E da qui vorrei intavolare un altra discussione, se mi è permesso.
Oltre alle differenze tecnico-stilistico-registiche importantissime e fondamentali tra cinema classico e Nouvelle Vauge, vorrei far notare un'altra differenza (di carattere più ideologico, moralistico, quasi soggettistico) tra i due "movimenti" cinematografici: se nelle opere di John Ford e Micheal Curtiz ciò che prevale nella trama è il rapporto causa/effetto tra i personaggi e gli avvenimenti, nella Nouvelle Vauge ciò che viene risaltato è invece un rapporto simbiotico di incontro/scontro tra i personaggi (e questo vale anche per le opere letterarie)
Un chiaro e limpido esemio di ciò che ho sopra detto è "Ultimo tango a Parigi" (film che mi sono permesso di guardare in barba alla legge e alle proibizioni), ove il rapporto tra i due protagonisti costituisce un vero e proprio incontro-scontro tra due epoche, due ideologie, due sessi e due società (che poi va a sfociare nel significato politico, ideologico e sociale dell'opera)
Idem dicasi per "Teorema" di Pier Paolo Pasolini (del quale sto leggendo il libro del medesimo autore)
E' un fattore e una differenza a mio parere anch'essa sovente e cospicua.
_________________ L'ozio è il padre delle virtù.
Tinto Brass
http://arteonline.blog.excite.it/ |
|
MaratSafin
 Reg.: 17 Ott 2004 Messaggi: 831 Da: trafalmadore (CO)
| Inviato: 27-11-2004 15:41 |
|
Ma infatti c'è una problematizzazione della struttura diegetica, il che porta i personaggi ad uscire dalla monodimensionalità della loro funzione narrativa. Insomma rispetto al cinema classico si affermano strategie di ridefinizione e arricchimento, il che porta a nuove dimensioni (anche simboliche, come dici tu) di personaggi, trama e ambiente.
E anche del lavoro della macchina da presa, del montaggio, ecc.ecc. |
|
Daniel

 Reg.: 14 Feb 2003 Messaggi: 4301 Da: Nuoro (NU)
| Inviato: 27-11-2004 17:16 |
|
quote: In data 2004-11-26 18:51, Marienbad scrive:
Ho l'impressione che stiate parlando di due cose diverse...
|
ho l'impressione che si stiano dicendo anche un mucchio di cazzate ... tra l'altro che in definitiva non distruggerebbero nemmeno un po' l'assetto post rivoluzionario della Nouvelle Vague ... che si sa riporta in auge solo ciò che era visibil agli occhi di tutti ... quei tutti che allora erano incapaci di vedere ...
Ma Bertolucci eh no ... non te lo passo ...
_________________ ::M:: cineForum |
|
Daniel

 Reg.: 14 Feb 2003 Messaggi: 4301 Da: Nuoro (NU)
| Inviato: 27-11-2004 17:18 |
|
quote: In data 2004-11-24 15:29, paolo14 scrive:
Alt. Ragionamento storico-cinemtografico.
La Nouvelle Vauge e i suoi principali cineasti (si vedano, per esempio, Truffaut e Bertolucci) rivoluzionarono completamente lo stile e la tecnica registica ...
|
ehmmm
_________________ ::M:: cineForum |
|
paolo14
 Reg.: 16 Giu 2004 Messaggi: 778 Da: Ferrara (FE)
| Inviato: 27-11-2004 18:58 |
|
quote: In data 2004-11-27 17:16, Daniel scrive:
quote: In data 2004-11-26 18:51, Marienbad scrive:
Ho l'impressione che stiate parlando di due cose diverse...
|
ho l'impressione che si stiano dicendo anche un mucchio di cazzate ... tra l'altro che in definitiva non distruggerebbero nemmeno un po' l'assetto post rivoluzionario della Nouvelle Vague ... che si sa riporta in auge solo ciò che era visibil agli occhi di tutti ... quei tutti che allora erano incapaci di vedere ...
Ma Bertolucci eh no ... non te lo passo ...
|
Pardon, potresti palesarti meglio?
_________________ L'ozio è il padre delle virtù.
Tinto Brass
http://arteonline.blog.excite.it/ |
|
paolo14
 Reg.: 16 Giu 2004 Messaggi: 778 Da: Ferrara (FE)
| Inviato: 27-11-2004 19:03 |
|
quote: In data 2004-11-27 15:41, MaratSafin scrive:
Ma infatti c'è una problematizzazione della struttura diegetica, il che porta i personaggi ad uscire dalla monodimensionalità della loro funzione narrativa. Insomma rispetto al cinema classico si affermano strategie di ridefinizione e arricchimento, il che porta a nuove dimensioni (anche simboliche, come dici tu) di personaggi, trama e ambiente.
E anche del lavoro della macchina da presa, del montaggio, ecc.ecc.
|
Proprio così. La Nouvelle Vauge, in sintesi, utilizza la metafora, il simbolismo e la metafisica come strumento principale di esplicitazione delle sue opere.
I personaggi, è sottinteso, non hanno più il solo valore di personaggi, bensì di veri e propri simboli e metafore, i quali escono "dalla monodimensionalità della loro funzione narrativa" (complimenti per la chiarezza di tale definizione) per andare a simboliggiare una valenza "altra" (politico, sociale e/o ideologica)
_________________ L'ozio è il padre delle virtù.
Tinto Brass
http://arteonline.blog.excite.it/ |
|
Marienbad
 Reg.: 17 Set 2004 Messaggi: 15905 Da: Genova (GE)
| Inviato: 27-11-2004 19:29 |
|
quote: In data 2004-11-27 17:18, Daniel scrive:
quote: In data 2004-11-24 15:29, paolo14 scrive:
Alt. Ragionamento storico-cinemtografico.
La Nouvelle Vauge e i suoi principali cineasti (si vedano, per esempio, Truffaut e Bertolucci) rivoluzionarono completamente lo stile e la tecnica registica ...
|
ehmmm
|
Eheeeee???
_________________ Inland Empire non l'ho visto e non mi piace |
|
Hawke84
 Reg.: 08 Giu 2004 Messaggi: 5586 Da: Cavarzere (VE)
| Inviato: 27-11-2004 20:21 |
|
quote: In data 2004-11-22 10:16, Michi81 scrive:
Dark Star escluso, beninteso.
|
vuoi dire che "il seme della follia" ti ha deluso?
_________________ perchè l'italiano è sempre quello che va piano quando vede la macchina della polizia e appena passata corre oltre il limite.
[anthares] |
|
|
0.013464 seconds.
|