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Autore I più sopravvalutati del cinema mondiale
Onirigeno

Reg.: 06 Mag 2005
Messaggi: 192
Da: Napoli (NA)
Inviato: 10-05-2005 14:29  
[ Truffaut ]

Forse il maggior rappresentante, teorico e cinematografico della nouvelle vague.


[ La Nouvelle Vague è all'inizio un'espressione giornalistica non legata in modo particolare al cinema. Françoise Giroud nel 1957 aveva pubblicato sul settimanale l'Express, di cui era caporedattrice, una serie di articoli sui mutamenti di costume nelle nuove generazioni che aveva l'obiettivo di presentare un'inchiesta sociologica. Il suo tema principale riguardava l'avvicendamento generazionale che, nel cinema, era diventato di cruciale importanza.
I risultati dell'inchiesta saranno pubblicati alla fine del '57 con lo slogan "La Nouvelle Vague arrive!".
In seguito sarà ancora l'Express a riprendere l'espressione "Nouvelle Vague" per attribuirla ai primi due lungometraggi di Chabrol, Le beau Serge e Les cousins, realizzati nel 1958 ma distribuiti soltanto nel febbraio e nel marzo del 1959.
Due mesi più tardi, nel maggio, Les quatre-cents coups, il primo lungometraggio di Truffaut, selezionato inaspettatamente a rappresentare la Francia al Festival di Cannes insieme con un film di scrittura tradizionale come L'Orfeo negro di M. Camus, e Hiroshima mon amour di Resnais, s'imporranno all'attenzione della critica e del pubblico, in Francia e all'estero.
Si trattava di due film esteticamente molto diversi tra loro che avevano però in comune il rifiuto di quello che Truffaut aveva definito il "Cinéma de papa" e cioè il cinema francese classico di genere, dai grandi budget, dalla divisione dei ruoli ben netta (regista, sceneggiatore, attori-divi). Un cinema girato in studio secondo modelli elaborati negli anni Trenta (dal realismo psicologico al 'realismo poetico'). Autant-Lara, Clouzot e Clément ne erano i rappresentanti più autorevoli.
I film di Truffaut e di Resnais saranno distribuiti nel giugno dello stesso anno e il loro successo supererà ogni aspettativa. Il punto più alto di popolarità sarà tuttavia raggiunto l'anno successivo, nel marzo del 1960, con l'uscita trionfale a Parigi di A bout de souffle, il primo lungometraggio di Godard.
È difficile proporre una data 'certa' che segni la fine della Nouvelle Vague. La vita del movimento viene generalmente limitata a un periodo di 4-5 anni, dagli inizi del 1959 a quelli del 1963. E non è per caso che nel 1963 Chabrol accetterà per la prima volta di dirigere un film 'commerciale', Landru, sceneggiato da Françoise Sagan, con Michèle Morgan.
Numerosi gli ispiratori dei cineasti-critici della Nouvelle Vague e tra questi Bresson e Cocteau, il grande patrocinatore del movimento, ma anche Hawks, Hitchcock e Welles, per la loro capacità di affermare il loro stile anche all'interno delle costrizioni imposte dal sistema produttivo dell'industria cinematografica.
Sono però Renoir e Rossellini i veri 'padri' riconosciuti dai 'figli-critici' dei Cahiers du Cinéma. Truffaut fu assistente di Rossellini per due anni, nel 1955 e nel 1956, e con lui aveva preparato diversi progetti che non furono realizzati.
Del regista italiano erano amati in particolare i racconti filmici costruiti sulla figura della Bergman, Europa 51, Viaggio in Italia, e Stromboli.
Rossellini continuava l'opera di Renoir e la radicalizzava con la sua "estetica del diretto" e il suo rapporto con l'attualità e il reale.

La schiera dei precursori, dei 'fratelli maggiori', annoverava autori come Astruc che aveva teorizzato la "camera-stylo" nel suo famoso saggio-manifesto del 1948 (la macchina da presa può essere usata come uno scrittore usa la stilografica; il cinema non è un codice ma un linguaggio: tutti possono fare cinema…); c'erano poi Melville, Franju, Becker, Vadim e Rondi e, tra i cineasti europei, Bergman per il suo percorso autoriale molto personale. Monica e il desiderio del 1953 aveva impressionato molto i giovani critici dei Cahiers, soprattutto Truffaut e Godard, per la libertà e la bellezza con cui era rappresentato il rapporto amoroso di due adolescenti svedesi. Già all'epoca si contrapponeva a una "rive gauche" (Resnais, Varda, Marker) più sensibile alle problematiche socio-politiche di quegli anni e più consapevole della necessità di un engajement diretto soprattutto nei confronti delle drammatiche vicende della guerra d'Algeria una "rive droite", rappresentata dagli autori-critici dei Cahiers du Cinéma, rivista fondata da Bazin nel 1951 (Rivette, Truffaut, Chabrol, Rohmer, Doniol-Valcroze, Kast e Godard) più 'artistica' e, almeno apparentemente, meno impegnata. I giovani autori-critici dei Cahiers sono tutti degli appassionati cinefili, frequentano assiduamente la Cinémathèque di Langlois, conoscono a fondo la storia del cinema e hanno in comune scelte estetiche, gusti, opzioni precise e violenti rifiuti. Le loro posizioni vengono esternate sui Cahiers, su Arts, su altre riviste, in dibattiti pubblici e in interviste alla radio. Tra la pratica critico-teorica e il fare cinema per gli autori-critici dei Cahiers c'è una sostanziale continuità.
Le posizioni dei Cahiers e i primi film della Nouvelle Vague furono attaccati volutamente dalla critica ufficiale, dominata dall'estrema sinistra "surrealistizzante" (la rivista Positif) e marxista, nelle sue varie componenti. La "politica degli autori" (Truffaut e, in seguito, Godard, Rohmer, Rivette) viene esposta con grande vis polemica per la prima volta da Truffaut nel 1954 sui Cahiers in una recensione per Ali Babà di Becker.
Secondo Truffaut esiste un solo autore del film: il "metteur en scène", il regista; lo sguardo dell'autore è la sola cosa importante (viene così negato il carattere collettivo della creazione cinematografica); lo sceneggiatore deve limitarsi a fornire dei materiali; si possono fare film eccellenti con budget ridotti; ciò che è essenziale è il coraggio e la capacità di assumersi rischi, come ha dimostrato Rossellini.
Il rifiuto del grande budget diventa uno dei punti fondamentali su cui viene costruita l'estetica della Nouvelle Vague, all'inizio comune alle due 'rive'. Questo rifiuto viene considerato essenziale perché tutela la libertà creativa dell'autore. Nuove pratiche tecniche, più sciolte, dall'ideazione del film fino al missaggio, s'impongono e nasce una nuova generazione di tecnici creativi.
Si afferma la necessità di una troupe ridotta come ulteriore garanzia di libertà creativa. L'autore è generalmente anche lo sceneggiatore del film e nella recitazione degli attori, spesso non professionisti, ampio spazio viene lasciato all'improvvisazione. E l'influenza delle riflessioni teoriche baziniane si fa sentire nell'ostilità per le riprese in studio, per il montaggio e nel ridimensionamento del ruolo espressivo dell'illuminazione.

Con gli anni le posizioni estetiche dei vari cineasti si delineano con più chiarezza: Rohmer, Rivette, Rozier, Godard (per alcuni film) e in seguito Eustache e Garrel, considerati gli eredi legittimi della Nouvelle Vague, tenderanno a eliminare la frontiera tra finzione e documentario Rozier in particolare, un grande isolato come Rondi, porterà a un punto di rottura il rapporto che lega il cinema autoriale con l'industria e il pubblico: un 'patto' produttivo e narrativo che Truffaut e Chabrol invece rispettano sempre.
La dominante narrativa rimarrà più evidente non solo in Chabrol e Truffaut ma anche in Demy, nella Varda, in Kast e Doniol-Valcroze. Il cinema di questi autori è senz'altro più classico, con dialoghi già decisi in partenza e generalmente rifiuta il suono in presa diretta.
Resnais, poi, si allontanerà ancora di più dall'estetica "nouvelle vague" espressa in maniera compiuta nel film di Rozier Adieu Philippine, con il suo costante ricorso a scrittori-sceneggiatori (Robbe-Grillet, Marguerite Duras, Jorge Semprun) le sue riprese in studio e la colonna audio basate sulla post-sincronizzazione.

Gli altri due grandi isolati, Demy con il suo raffinato cinema cantato e Malle, per esperienze personali molto diverse da quelle dei cineasti-critici dei Cahiers, procederanno in ordine sparso. Malle, allievo dell'IDHEC, non era stato critico, prima di diventare assistente di Bresson per Un condannato a morte è fuggito e il suo itinerario verso il lungometraggio d'autore era stato dunque di tipo tradizionale.
L'originalità e la vitalità della Nouvelle Vague furono appunto quelle di saper riunire in un unico movimento individualità molto diverse per obiettivi comuni.
La scoperta della Nouvelle Vague, della qualità delle sue opere, dell'autorevolezza del suo retroterra teorico-critico, provocarono delle reazioni molto forti nelle scuole cinematografiche di Stato dell'Est, soprattutto in Polonia, in Cecoslovacchia e in Ungheria. Analoghi movimenti che contrastavano il cinema sclerotizzato dei 'padri', per un rinnovamento stilistico, narrativo e produttivo, si formarono in Brasile, Canada, URSS, Stati Uniti, Svizzera Iugoslavia, Giappone e in Italia (soprattutto con Bertolucci, Bellocchio e il primo Pasolini).
A metà degli anni Sessanta, finita ufficialmente in Francia, la Nouvelle Vague era diventata un movimento sovranazionale. ]


Credo che AMERICO SBARDELLA abbia detto tutto
Comunque dire che Truffaut è sopravvalutato è come dire che i Fratelli Marx erano degli imbecilli!

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[ E' buffo come i colori del vero mondo divengano veramente veri soltanto quando uno li vede sullo schermo. {Malcolm McDowell (Alexander DeLarge) in "Arancia meccanica"} ]

[ Questo messaggio è stato modificato da: Onirigeno il 10-05-2005 alle 14:35 ]

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Kieslowski

Reg.: 09 Mag 2005
Messaggi: 1754
Da: Reykjavik (es)
Inviato: 10-05-2005 15:42  
Quentin tarantino.

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tigro7

Reg.: 09 Feb 2004
Messaggi: 1171
Da: Lanciano (CH)
Inviato: 10-05-2005 22:23  
Di sicuro spielberg... ma anche dario argento!
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Dietro la fatica c'e la magia di combattere una battaglia.La magia di rischiare tutto per un sogno che nessuno vede tranne te.
<<Non ho nessuno tranne te Frankie>>
<<Io ci sono almeno>>
<<Mi lascerai?>>
<<Mai...>>
Million Dollar Baby

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millio

Reg.: 06 Gen 2005
Messaggi: 2394
Da: cagliari (CA)
Inviato: 10-05-2005 23:06  
Ridley Scott

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HarryLime

Reg.: 05 Feb 2006
Messaggi: 119
Da: Roma (RM)
Inviato: 01-12-2006 01:44  
mario monicelli e parte della commedia all'italiana
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In Italy for thirty years under the Borgias they had warfare,terror,murder,bloodshed but they produced Michelangelo, Leonardo da Vinci and the Renaissance.In Switzerland they had brotherly love, five hundred years of democracy and what did that produce?

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Solitude


Reg.: 30 Set 2005
Messaggi: 246
Da: Cagliari (CA)
Inviato: 01-12-2006 14:44  
Marco Tullio Giordana e il sua fluviale e indigeribile "La meglio gioventù". Dove diversi critici hanno ravvisato il capolavoro, io ho visto solo un pastrocchio velleitario e arruffato, una sorta di "Beautiful" di sinistra (nota bene, non ho pregiudizi di genere politico, prova ne sia la mia venerazione per Dario Fo)per giunta recitato male e realizzato peggio. A chi, tra i cineasti sopravvalutati cita Spielberg o Tarantino rispondo, forse sì, avete ragione. Ma non si può non ammettere che sanno farci divertire, spaventare e perfino riflettere con stile. Giordana è solo noioso.

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skylight

Reg.: 07 Dic 2002
Messaggi: 705
Da: san gillio (TO)
Inviato: 01-12-2006 22:26  
direi Dario Argento..tti ce lo invidiano ma credo sia stato spravvalutato...
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conosci i tuoi nemici e conoscerai te stesso

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Velvetone

Reg.: 20 Nov 2006
Messaggi: 604
Da: milano (MI)
Inviato: 01-12-2006 22:52  
Michael Mann per i vivi, Federico Fellini per i morti.

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DiTraverso

Reg.: 02 Gen 2006
Messaggi: 409
Da: Bruino (TO)
Inviato: 03-12-2006 22:11  
Quoto Fellini
_________________
Papa', tu sei come Babbo Natale e Topolino messi insieme: cosi' incantevole e cosi' finto...". (da "Big fish")

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HarryLime

Reg.: 05 Feb 2006
Messaggi: 119
Da: Roma (RM)
Inviato: 04-12-2006 00:51  
quote:
In data 2006-12-03 22:11, DiTraverso scrive:
Quoto Fellini




vi mando entrambi a vendere il pesce al mercato rionale: indegni
_________________
In Italy for thirty years under the Borgias they had warfare,terror,murder,bloodshed but they produced Michelangelo, Leonardo da Vinci and the Renaissance.In Switzerland they had brotherly love, five hundred years of democracy and what did that produce?

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Marcos

Reg.: 10 Lug 2003
Messaggi: 3463
Da: Tarquinia (VT)
Inviato: 04-12-2006 12:20  
I film di 007 interpretati da Pierce Brosnan: noiosi, infantili, iper-gadgettari e per nulla al livello dei film Connery e di Moore."BASIC INSTICT" con la Stone e Douglas (a parte la scena dell'interrogatorio, è un filmetto senza arte né parte). Tom Cruise, piccolo, tronfio divastro hollywoodiano, che non fa altro che parlare di sé. I nuovi episodi di
"STAR WARS", che mostrano come ormai Gerorge Lucas come regista sia superato e noioso.

Marcos
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Salve, sono Marcos.

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JimDean


Reg.: 27 Nov 2006
Messaggi: 56
Da: biella (BI)
Inviato: 05-12-2006 10:54  
Ecco i miei 2 nomi sono: Leonardo Dicaprio che credono che sia solo il Belloccio!!!Keanu Reeves
_________________
" Anche il Più piccolo granello di Sabbia ha in se, il potere di distruggere..."

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Janet13
ex "vinegar"


Reg.: 23 Ott 2005
Messaggi: 15804
Da: Cagliari (CA)
Inviato: 05-12-2006 12:10  
e ti metti l'avatar di keanu reeves nonostante non ti sconfifferi?
_________________
"Mi scusi ma... non m'ha già visto in qualche posto?"
"Ricordo il nome ma non la faccia"

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MrDurden

Reg.: 29 Mag 2004
Messaggi: 257
Da: Lanciano (CH)
Inviato: 05-12-2006 19:35  
Ma Sodenbergh(Il regista dei vari Ocean's) dove me lo mettete?
_________________

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badlands

Reg.: 01 Mag 2002
Messaggi: 14498
Da: urbania (PS)
Inviato: 05-12-2006 23:24  
la solita triade,tornatorevontrierbesson.
ciao!

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