> > Spoiler - Pi Greco-Il teorema del delirio |
Autore |
Pi Greco-Il teorema del delirio |
Chenoa
 Reg.: 16 Mag 2004 Messaggi: 11104 Da: Vittorio Veneto (TV)
| Inviato: 06-04-2005 23:21 |
|
Dunque...di questo film non ho capito alcune cose:
-Che cosa aveva in testa Coen e perchè gli provocava quelle crisi?
-I tipi e la donna che lo inseguivano chi erano?A fine film l'amico rabbino parla di uomini di Wall Street. Perchè mai a loro interessavano i 216 numeri?
-E l'uomo in metropolitana,quello a cui sanguinavano le mani?Cosa rappresenta?
-Alla fine del film,Coen è riuscito a vedere Dio?
Secondo me si,ma non vorrei aver cannato di brutto.
In effetti osservando i miei dubbi direi che non ho capito praticamento mezzo film,ma poco importa,ho comunque intenzione di rivederlo per comprenderlo meglio.
Intanto,ditemi le vostre interpretazioni vi prego... |
|
13Abyss
 Reg.: 20 Lug 2003 Messaggi: 7565 Da: Magliano in T. (GR)
| Inviato: 07-04-2005 00:47 |
|
quote: In data 2005-04-06 23:21, Chenoa scrive:
1 -Che cosa aveva in testa Coen e perchè gli provocava quelle crisi?
2 -I tipi e la donna che lo inseguivano chi erano?A fine film l'amico rabbino parla di uomini di Wall Street. Perchè mai a loro interessavano i 216 numeri?
3 -E l'uomo in metropolitana,quello a cui sanguinavano le mani?Cosa rappresenta?
4 -Alla fine del film,Coen è riuscito a vedere Dio?
|
Premetto che ho visto il film una sola volta e un bel pò di tempo fa, quindi parte delle spiegazioni potrebbe essere sbagliata. Se qualcun'altro partecipasse ne potrebbe nascere una bella disquisizione...
1 - I mal di testa che gli causavano quelle grosse emicranie li aveva sin da bambino. La causa non viene spiegata in dettaglio, ma è forse riconducibile all'episodio (sempre durante l'infanzia) in cui il protagonista è rimasta per troppo tempo a fissare il sole, oppure è semplicemente un tratto caratteristico del suo genio, come ad indicare che la troppa dinamicità dei suoi neuroni causasse collassi nelle sue sinapsi di tanto in tanto.
2 - I tipi e la donna sono magnati della finanza: erano venuti a conoscenza che tramite le teorie di Coen si potesse giungere alle previsioni delle quotazioni di borsa. Cosa in cui Coen riesce alla fine del film.
P.S.: ma se non hai capito questo, mi sorge il dubbio che non hai seguito molto bene il film...
3 - Non è spiegato e si può giungere soltanto ad oggettive conclusioni che non ti sto ad esplicare in quanto riguardano ambiti di supposizione metafisica, ovvero pure speculazioni...
4 - Anche questo punto è lasciato volutamente senza risposta dal regista. Si può credere che ci sia riuscito e per questo si sia trapanato il cervello, oppure il contrario, e si sia bucato l'encefalo unicamente per smetterla di ricercare l'infinito. Le sequenze finali non aiutano, essendo particolarmente confuse e visionarie (vedi la scena in bianco in cui si sentono pronunciate le cifre). In teoria, secondo la mia visione, il numero cercato spasmodicamente dal protagonista viene infine trovato, ma la serie numerica che distingue le cifre dello stesso (non so se ne capisci di matematica, dimmi te) no, per la frustrazione Coen si trapana in modo da raggiungere una parziale demenza che possa provocare sollievo alla sua mente contorta. La contraddizione, però, sta proprio nelle sue previsioni azzeccate sull'andamento della borsa. Quindi, in conclusione, si potrebbe tergiversare per ore sul finale, ma non otterremmo nessuna certezza. Senza alcun dubbio.
[ Questo messaggio è stato modificato da: 13Abyss il 07-04-2005 alle 00:55 ] |
|
Chenoa
 Reg.: 16 Mag 2004 Messaggi: 11104 Da: Vittorio Veneto (TV)
| Inviato: 07-04-2005 11:59 |
|
Innanzitutto ti ringrazio Abyss,ora il quadro del film mi è un po' meno nebuloso...
Per quanto riguarda il fatto che Coen riuscisse a indovinare le quotazioni in borsa,l'avevo capito,solo che inizialmente non comprendevo perchè all'inizio la donna lo cercasse in continuazione in quel modo per dargli alla fine il silicio.
Ma se già sapevano le teorie a cui stava arrivando il matematico si spiega tutto.
Per il resto mi sa che al film va data un'interpretazione soggettiva,come penso volesse anche il regista.
Ad esempio,per concordare con il tuo ultimo punto,mi sono venute in mente anche le due scene in cui il protagonista ha a che fare con il cervello,che probabilmente simboleggiano il gesto di distruggere la causa della sua frustrazione,lo stesso gesto che attuerà trapanandosi poi.
|
|
londoner
 Reg.: 22 Gen 2005 Messaggi: 690 Da: london (es)
| Inviato: 09-04-2005 15:01 |
|
Durante una breve vacanza in Italia lo vidi in versione doppiata, mi piaque subito moltissimo, ma rivedendolo in originale devo dire che la versione in italiano fa perdere al film buona parte della sua bellezza. Le grida, le voci dell’America multietnica trattegiata da Aronowsky sono troppo importanti per la resa finale di questa pellicola.
Come già avvenuto per “The Dreamers” devo ancora una volta dare ragione ad Abyss, che si conferma un ottimo interprete per quanto riguarda le pellicole più “difficili” da comprendere.
Mi permetto tuttavia di aggiungere che Aronowsky qui tenta una spiegazione filosofica della vita e tutto il film è incentrato su di essa. In particolare si scaglia contro due elementi : i fanatismi rappresentati dall’economia e dalla religione. Il protagonista in questo senso rappresenta l’essere umano dinanzi alla vita e i suoi mal di testa le conseguenze delle sue esperienze.
La sua intelligenza è notevole, ma sostanzialmente inutile e mal utilizzata perché interamente basata sull’astrazione.
Dinanzi alla vita ha due scelte. Cedere alle lusinghe dell’economia e della religione o vivere una vita normale, in cui il numero ha un’importanza marginale, comunque relativa rispetto agli affetti. Ecco allora che tutto il lavoro viene impostato in questo senso e grande importanza viene assegnata alla figura di due femmine, la vicina di casa che lo corteggia e la bambina asiatica che ride e scherza con lui.
Il suo mal di testa più potente verrà registrato quando ascolterà la propria vicina gemere di piacere durante un rapporto sessuale con un altro maschio. Questa situazione è stata determinata proprio da lui, il quale ha per l’ennesima volta respinto la donna per rinchiudersi in casa e studiare questo numero. Lo stesso rapporto con la bambina asiatica dimostra che il divertimento di quest’ultima nel ricevere la risposta precisa circa il numero è lo stesso divertimento provato dalla mancata risposta per ignoranza. Lei ha la calcoltarice in mano, si diverte ugualmente quando lui non risponde. Ma lui, smettendo di rispondere seriamente si avvicina alla mente della bambina e comprende che nella vita due sono le cose più importanti: l’amore per una femmina e quello per i propri figli.
L’economia e la religione invece sono ciò che fanno perdere il contatto con il vero senso della vita e devono pertanto essere rifiutate o comunque vissute con molto più distacco.
Concordo con chi afferma che sia la fotografia l’aspetto più alto del film. Ma aggiungo di prestare attenzione alle musiche, davvero ben fatte. Film ottimo. Probabilmente Aronowsky è il miglior regista americano contemporaneo.
|
|
Massy73
 Reg.: 02 Feb 2004 Messaggi: 3 Da: Spoleto (PG)
| Inviato: 17-08-2006 23:55 |
|
Secondo me nella testa ha un chip (che probabilmente gli è stato installato proprio da 'quelli di Wall Street') ed è quel chip che gli permette di essere 'un genio' e che nel contempo gli procura i 'mal di testa' (che veri e propri mal di testa non sono...)
Alla fine trapana non l'encefalo (sarebbe morto) ma il chip! (e non diventa demente, diventa soltanto 'normale') |
|
Katina
 Reg.: 13 Set 2006 Messaggi: 25 Da: napoli (NA)
| Inviato: 15-09-2006 18:15 |
|
-All'uomo in metropolitana mi pare che non é che sanguinassero le mani, non aveva preso in mano quel cervello che poi si vede? In ogni caso il senso rimane oscuro, ma in generale come tutti i sogni non credo che debba essere spiegato, conta piú quello che evoca.
-Come la macchina, anche il protagonista arriva a trovare i numeri e poi implode, collassa, si auto-lobotomizza. Secondo me piú che un invito a rigettare economia e religione (ma in questo scordi la scienza, ancor piú importante) il film rappresenta quella che é l'impossibilitá dell'uomo di sostenere la conoscenza assoluta. Come diceva il filosofo: scava nell'abisso e l'abisso scaverá in te. Certe veritá sono troppo estese per essere racchiuse da un cervello umano e il prezzo per raggiungerle é la follia.
C'é anche una visione negativa dell'economia e della religione, ma non nella loro versione "pura" e disinteressata (quella del protagonista), quanto in quella avida (gli agenti di borsa) e istituzionalizzata (il rabbino) |
|
|
|
 |
0.004410 seconds.
|