Hamish
Reg.: 21 Mag 2004 Messaggi: 8354 Da: Marigliano (NA)
| Inviato: 01-04-2010 02:17 |
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Premetto che più ripenso al film, più lo trovo bello. In ogni caso a me il finale pare abbastanza chiaro: lui è effettivamente Leddis ed ha veramente ucciso sua moglie. A parte i tantissimi indizi seminati qua e là che poi vengono rivalutati col senno di poi, è la stessa spiegazione che il dottore e lo psicologo danno a lui a chiarire questo aspetto.
Se non fosse stato così e avessero voluto semplicemente "incastrarlo" che bisogno c'era di una spiegazione tanto articolata? Perchè tentare di convincerlo che era pazzo? Mica era lui che avrebbero dovuto convincere e il perchè di ciò glielo dice la finta dottoressa nella grotta: una volta che vieni dichiarato pazzo, ogni tentativo, ogni cosa che fai o dici per dimostrare il contrario non fa che confermare la tua pazzia. Avrebbero potuto dichiararlo pazzo e basta, o lobotomizzarlo forzatamente, tutta la scena nel faro non avrebbe senso se lui fosse sano.
Così come a me pare chiaro che lui alla fine effettivamente guarisca, solo che non potendo accettare la realtà preferisce "morire da uomo" piuttosto che "vivere da mostro".
Sulla scena iniziale concordo con Alo e Vietcong: è lì che inizia "il gioco", il viaggio è l'inizio della terapia che forse in realtà inizia anche prima se ci pensate. Di fatti lui ha già parlato col prigioniero del braccio C in carcere sulla terra ferma, ora lo ritrova di nuovo sull'isola, forse dopo che è stato riportato lì quando la sua utilità lì ai fini della terapia era finita, ma questa è solo una supposizione.
In ogni caso, anche a prescindere da questa considerazione, ci sono diverse cose che mi fanno pensare che il viaggio non sia un'allucinazione, ad esempio il mancato stacco netto tra allucinazione e realtà che nel resto del film c'è più o meno sempre, anzi la mancanza di uno stacco qualsiasi. Poi, il nervosismo delle guardie al suo arrivo che lui nota e fa presente al capo delle guardie, il fatto che si fanno consegnare le pistole e la sottolineatura della non praticità dello psicologo con pistole e fondine.
Un pezzo del puzzle evidenziato e lasciato lì per poi essere recuperato al termine del film. |
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