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FilmUP Forum Index > interAction > Sondaggi > la festa di San Fermìn:   
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la festa di San Fermìn:
un raduno di cretini: 0 0%
una festa popolare: 2 13.3%
una festa tradizionale: 2 13.3%
la sagra dei coglioni: 4 26.7%
una festa divertente: 0 0%
la stupidità fatta festa: 2 13.3%
la festa dei pazzi: 1 6.7%
il colore della Spagna: 0 0%
una prova di coraggio: 1 6.7%
il cervello non c'él'hai? 3 20%
Totale 15 100%

Autore la festa di San Fermìn:
AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 29-08-2005 01:05  
quote:
In data 2005-08-29 01:02, Deeproad scrive:
quote:
In data 2005-08-29 00:53, AlZayd scrive:
Sicuro che fossero di toro? No, perchè a volte ci rimane secco il torero...



ahahah, oddio... ora mi viene il dubbio. Ma spero di si. Il sapore non era neppure malaccio, più che altro non mi piaceva molto la consistenza della carne, troppo tenera e densa. Nel caso in cui mi capitasse di andare comunque te lo farò sapere. Thanks!





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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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joelcoen

Reg.: 28 Ott 2002
Messaggi: 958
Da: Napoli (NA)
Inviato: 29-08-2005 01:07  
quote:
In data 2005-08-29 01:03, AlZayd scrive:
quote:
In data 2005-08-29 00:58, joelcoen scrive:
quote:
In data 2005-08-29 00:33, Tenenbaum scrive:
quote:
In data 2005-08-29 00:11, AlZayd scrive:

Ah.., ecco allora dimostrato che se l'uomo è carnivoro può uccidere per ragioni alimentari ed anche artistiche. Non facciamo due pesi e due misure.


l'uomo è un animale
questo presupposto è fondamentale

per tale motivo come tutti gli essere viventi ha bisogno di altri animali per il proprio sostentamento

le modalità di uccisione sono secondarie

il leone sbarana la gazella nella savana

l'uomo spara in testa la vacca nel mattatoio


ma nessun animale uccide per hobby
solo l'uomo



quote:
In data 2005-08-29 00:11, AlZayd scrive:

Per me l'uomo non avrebbe dovuto sottomettere gli animali a suo uso e consumo, manco per trovare la compagnia del cagnolino con cappottino (che orrore, contronatura), ma purtroppo così non è. Invero tu (per dire noi...) mangi aragosta buttata viva nell'acqua bollente. Sai come è stato fatto "crescere" il pollo d'alevamento, come vengono mmazzati le bestie al mattatoio. E allora.., con in vantagi che ha la corrida, perchè sfoderare tutto questo buonismo animalista? Detesto l'animalismo peloso. Hitler fu il primo in assoluto a promulgare leggi contro la vivisezione e i maltrattamenti agli animali; però faceva vivisezionare gli ebrei.


l'animalismo non centra niente




Straquoto.Non c'entra l'animalismo.I tori vengono uccisi e le persone ne rimangono estasiate.E' uno show, sarebbe la stessa cosa se fosse un uomo ad essere torturato(e nel passato ci sono stati "show" del genere).La corrida è un insulto alla civiltà in quanto il suo fulcro d'interesse sta nella sofferenza di un altro essere vivente.E' una cosa logica, la coglierebbe chiunque.La catena alimentare è un altro discorso.Noi mangiamo animali seguendo la nostra natura di carnivori, come il leone mangia la gazzella eccetera eccetera eccetera.Poi che ci siano delle inciviltà nel mondo, degli abusi durante i processi di macellazione è una cosa tremenda, ma nessuno, essendone a conoscenza, la approverebbe.La corrida è un fenomeno riconosciuto, attestato, approvato, seguito.Milioni di persone si esaltano nel vedere come un altro essere vivente viene trucidato.Questo è il fatto.Unico.Solo.Non si tratta di incompetenza, nè di salvaguardia dei tori ed altre cazzate del genere, si tratta di godere della morte altrui(uomo o bestia che sia).E chiudo il discorso.




Il mio amico Vicente Garcia Gozales, che ho in linea.., mi ha incaricato di dirti: no me ropas los cojones, capullo!




Di rispondere attenendoti al topic no?Vabbè, non mi esprimo di nuovo su di te, l'ho già fatto.Se ti va quota e fai la persona seria.Altrimenti, au revoir.Tanto mi sembra che la comunità sia cosciente del valore di quelle barbarie.
_________________
Breve invito a rinviare il suicidio.

Per la prima volta in vita mia provo un senso di vergogna.Forte, fortissimo.Brrrrrr.

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 29-08-2005 01:09  
quote:
In data 2005-08-29 00:58, joelcoen scrive:
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In data 2005-08-29 00:33, Tenenbaum scrive:
quote:
In data 2005-08-29 00:11, AlZayd scrive:

Ah.., ecco allora dimostrato che se l'uomo è carnivoro può uccidere per ragioni alimentari ed anche artistiche. Non facciamo due pesi e due misure.


l'uomo è un animale
questo presupposto è fondamentale

per tale motivo come tutti gli essere viventi ha bisogno di altri animali per il proprio sostentamento

le modalità di uccisione sono secondarie

il leone sbarana la gazella nella savana

l'uomo spara in testa la vacca nel mattatoio


ma nessun animale uccide per hobby
solo l'uomo



quote:
In data 2005-08-29 00:11, AlZayd scrive:

Per me l'uomo non avrebbe dovuto sottomettere gli animali a suo uso e consumo, manco per trovare la compagnia del cagnolino con cappottino (che orrore, contronatura), ma purtroppo così non è. Invero tu (per dire noi...) mangi aragosta buttata viva nell'acqua bollente. Sai come è stato fatto "crescere" il pollo d'alevamento, come vengono mmazzati le bestie al mattatoio. E allora.., con in vantagi che ha la corrida, perchè sfoderare tutto questo buonismo animalista? Detesto l'animalismo peloso. Hitler fu il primo in assoluto a promulgare leggi contro la vivisezione e i maltrattamenti agli animali; però faceva vivisezionare gli ebrei.


l'animalismo non centra niente




Questo è il fatto.Unico.Solo.



Ti nutri di troppe certezze, sei partito col piede sbagliato, ravvediti finchè sei in tempo. La perdizione è dietro la porta della tua stanzetta delle bambole... Dai retta ai consigli dei vecchietti.
_________________
"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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oldboy83

Reg.: 06 Gen 2005
Messaggi: 4398
Da: Mogliano (MC)
Inviato: 29-08-2005 01:10  
anche io ne so poco e non ho mai assistito dal vivo... ma per quel poco che so, a livello antropologico e culturale la tauromachia è paragonabile ad un rito ancestrale secolarizzato, riproposto ai nostri giorni.
Incivile forse è la speculazione turistica che porta, come diceva Alzayd, ad assistere a corride che tradiscono la tradizioni, messe in atto solo per turisti male informati.

quote:
In data 2005-08-29 00:33, Tenenbaum scrive:

l'uomo è un animale
questo presupposto è fondamentale
(...)
ma nessun animale uccide per hobby
solo l'uomo




qui invece non sono per niente d'accordo...
l'uomo è uomo in quanto non animale, o meglio animale incompleto. Non avendo armi proprie per la sopravvivenza ha trasformato il mondo in simbolico, creando una propria cultura.
L'uomo non ha mai ucciso per hobby e, nel caso delle tradizioni culturali, continua a non farlo.
_________________
Una sola cosa è certa: da questa vita non ne usciremo vivi.

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Chenoa

Reg.: 16 Mag 2004
Messaggi: 11104
Da: Vittorio Veneto (TV)
Inviato: 29-08-2005 01:11  
quote:
In data 2005-08-29 00:50, AlZayd scrive:
Un toro nell'arena - un trovo bravo incazzato come un toro... - ha la possibilità di scaricare tanta di quella adrenalina anestetizzante da non avvertire il dolore, o di sentirlo meno, e muore senza quasi rendersene conto.

Mi verrebbe da dire "Sei davvero così sicuro che il toro quasi non provi dolore in quei momenti?",ma non vorrei essere tacciata di essere un'animalista pelosa...

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joelcoen

Reg.: 28 Ott 2002
Messaggi: 958
Da: Napoli (NA)
Inviato: 29-08-2005 01:13  
quote:
In data 2005-08-29 01:09, AlZayd scrive:
quote:
In data 2005-08-29 00:58, joelcoen scrive:
quote:
In data 2005-08-29 00:33, Tenenbaum scrive:
quote:
In data 2005-08-29 00:11, AlZayd scrive:

Ah.., ecco allora dimostrato che se l'uomo è carnivoro può uccidere per ragioni alimentari ed anche artistiche. Non facciamo due pesi e due misure.


l'uomo è un animale
questo presupposto è fondamentale

per tale motivo come tutti gli essere viventi ha bisogno di altri animali per il proprio sostentamento

le modalità di uccisione sono secondarie

il leone sbarana la gazella nella savana

l'uomo spara in testa la vacca nel mattatoio


ma nessun animale uccide per hobby
solo l'uomo



quote:
In data 2005-08-29 00:11, AlZayd scrive:

Per me l'uomo non avrebbe dovuto sottomettere gli animali a suo uso e consumo, manco per trovare la compagnia del cagnolino con cappottino (che orrore, contronatura), ma purtroppo così non è. Invero tu (per dire noi...) mangi aragosta buttata viva nell'acqua bollente. Sai come è stato fatto "crescere" il pollo d'alevamento, come vengono mmazzati le bestie al mattatoio. E allora.., con in vantagi che ha la corrida, perchè sfoderare tutto questo buonismo animalista? Detesto l'animalismo peloso. Hitler fu il primo in assoluto a promulgare leggi contro la vivisezione e i maltrattamenti agli animali; però faceva vivisezionare gli ebrei.


l'animalismo non centra niente




Questo è il fatto.Unico.Solo.



Ti nutri di troppe certezze, sei partito col piede sbagliato, ravvediti finchè sei in tempo. La perdizione è dietro la porta della tua stanzetta delle bambole... Dai retta ai consigli dei vecchietti.




E bla bla bla.Intanto non rispondi al mio post sulla Corrida.Pazienza.Tu invece sei arrivato col piede sbagliato, non puoi manco più cambiarlo.
_________________
Breve invito a rinviare il suicidio.

Per la prima volta in vita mia provo un senso di vergogna.Forte, fortissimo.Brrrrrr.

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joelcoen

Reg.: 28 Ott 2002
Messaggi: 958
Da: Napoli (NA)
Inviato: 29-08-2005 01:15  
quote:
In data 2005-08-29 01:11, Chenoa scrive:
quote:
In data 2005-08-29 00:50, AlZayd scrive:
Un toro nell'arena - un trovo bravo incazzato come un toro... - ha la possibilità di scaricare tanta di quella adrenalina anestetizzante da non avvertire il dolore, o di sentirlo meno, e muore senza quasi rendersene conto.

Mi verrebbe da dire "Sei davvero così sicuro che il toro quasi non provi dolore in quei momenti?",ma non vorrei essere tacciata di essere un'animalista pelosa...




Noi che riteniamo vergognosa la violenza gratuita verso un animale(o essere umano) siamo tutti degli animalisti pelosi.
Così come quelli che disconoscono il valore di una libertà esportata con le bombe sono tutti comunisti di merda.Non fa una grinza.
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Breve invito a rinviare il suicidio.

Per la prima volta in vita mia provo un senso di vergogna.Forte, fortissimo.Brrrrrr.

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 29-08-2005 01:24  
quote:
In data 2005-08-29 01:11, Chenoa scrive:
quote:
In data 2005-08-29 00:50, AlZayd scrive:
Un toro nell'arena - un trovo bravo incazzato come un toro... - ha la possibilità di scaricare tanta di quella adrenalina anestetizzante da non avvertire il dolore, o di sentirlo meno, e muore senza quasi rendersene conto.

Mi verrebbe da dire "Sei davvero così sicuro che il toro quasi non provi dolore in quei momenti?",ma non vorrei essere tacciata di essere un'animalista pelosa...




No, non sono sicuro, ma se ti capitasse di assistere ad una corrida seria (che non sia speculazione turistica, ed è su queste deviazioni che speculano alla grande i siti animalisti) ti renderesti conto da sola che un un buon toro bravo ("negro toro de pena", 600 kg di peso medio, un paio di corna che coprono un'ampia e pericolosissima semicirconferenza, che un torero affronta solo con la sua abilità ed intelligenza, gettando costantemente il suo cuore a pochi centimetri dalle suddette corna nel "paso de pecho" e in altri momenti, anche nel momento di uccidere, perchè per conficcargli la spada nella cervice si deve letteralmente gettare sulle corna dell'animale), non perde la sua baldanza e pericolosità. I più grandi torei, è storia, sono stati incornati quando il toro sembrava orami stremato. In ogni caso gli esperti mi hanno assicurato che l'adrenalina funge da anestetizzante. Con questo non voglio dire che l'animale sia felice, che non soffra.
_________________
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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 29-08-2005 01:30  
Provate ad ascoltare il doppio di un'altra campana, leggete questo scritto che trovo slendido e assi equilibrato, a prescindere... Utile per saprene qualcosa di più sulla lidia, mettendoper un attimo da parte i pregiudizi.

TRAGEDIA SPAGNOLA di Pedro Domenguin (dal Magazine del Sole 24 Ore, 3 maggio 2003)


"La Plaza de Toros di Ronda è un bel posto per dare un appuntamento.
Arrampicata su uno strapiombo di 130 metri, a picco sulle montagne aspre e cupe della Sierra andalusa, la “plaza” sarà felice di accogliervi nel suo abbraccio circolare; ma irriducibile a essere altro che se stessa. Non ve ne accorgerete subito.
Prima, se sarete così fortunati da dover aspettare un po’, avrete altro da fare.
Potrete sbucare dall’arcata principale, passeggiare lentamente per l’arena gialla, sentire la sabbia stridere sotto le suole, raggiungere la prima fila, la “barrera” dipinta di rosso e di giallo, i colori della bandiera e dell’anima spagnole; potrete ripararvi dietro un “burladero”, come se un toro fosse arrivato a caricarvi. Poi potrete guadagnare una delle gradinate scandite dalle colonne di marmo, sedervi in uno dei tremila posti numerati, leggere le notizie che le guide non mancano di riportare. Che la “plaza” venne inaugurata l’11 maggio 1784; che vanta la circonferenza più ampia del mondo, con un diametro di 66 metri; che è l’unica ad avere il parapetto in pietra; che con le sue 176 colonne è anche la sola completamente coperta.
Il tempo che passa non vi peserà; anzi, sarà un vero piacere vederlo trascolorate, finchè il sole del pomeriggio non avrà spaccato in due il disco di sabbia, con la parte in luce sempre più accesa e la parte in ombra sempre più buia, entrambe sempre più accecanti.
Mentre aspettate, potreste accorgervi che di attendere non v’importa granchè. E magari avrete una piccola rivelazione. Questa culla della moderna tauromachia, dove alla fine del Diciottesimo secolo Pedro Romero fondò la “scuola rondegna”, da allora sinonimo di purezza e di sobrietà, vi sembrerà l’immagine stessa della corrida: anch’essa è un cerchio magico, chiuso gelosamente nella difesa della sua tradizione, perché i misteri sono sempre chiusi in sé; ma assediato da un declino che arriva da lontano, dall’ansia di profitto e dalla dittatura del politically correct. Pure la corrida è a strapiombo su un tempo che non vuole, e forse non può più capirne l’essenza.
La corrida, il rito più antimoderno sopravvissuto in Occidente, deve difendersi dall’ignoranza, ma soprattutto da una fama ingombrante, circondata da un formidabile alone di kitsch.
Eppure la vera corrida non assomiglia a nulla. E’ allergica a ogni metafora, essendo essa stesa metafora della morte; di quella morte che la modernità ha deciso di esorcizzare, assieme al dolore, alla paura e, in fondo, a ogni passione che non sia passata nella lavanderia della ragionevolezza. Inoltre, fatto non meno sorprendente nell’era della virtualità, la corrida è del tutto priva di simulacri e di eufemismi: il combattimento è combattimento, il sangue è sangue, l’onore è onore. Comprendere la corrida come reperto di un passato ancestrale, tenuto in vita dal tradizionalismo e dal cattolicesimo spagnoli, non aver fretta di disprezzarla o di amarla, di venerarla o di deriderla, ma tentare solo di capirla: ecco la cosa veramente difficile.
Se la fama è l’anticamera dell’ignoranza, bisogna praticare una sospensione della memoria. Prima di tutto dimenticate il folclore, i manifesti, i souvenir, le comitive di turisti con la videocamera spianata in “plazas” dove non si trova uno spagnolo a pagarlo oro. Poi dimenticate le decine di migliaia di tori che ogni stagione trovano la morte nell’arena, i pochi toreri che ricevono gravi ferite, il business da cento milioni di biglietti venduti, le 250mila persone che vivono dell’industria della tauromachia. Infine, dimenticate Goya, Picasso, Bergamin, Orson Welles, Garcia Lorca, Montherlant, Leiris. E anche l’inevitabile Hemingway, che proprio in Morte nel pomeriggio finse di dimenticare se stesso pur sapendo che quel miscuglio di sport, danza e rito chiamato corrida si presta magnificamente a essere romanzato. Ma i romanzi, per essere buoni romanzi, dovrebbero appunto venire dopo la conoscenza della realtà, non prima.
Quando avrete fatto tabula rasa, e vi troverete come davanti a un’arena deserta, dovrete continuare a non avere fretta. La tauromachia è un universo complesso; volerlo penetrare subito è il modo migliore per non penetrarlo mai, e per averne un’idea corretta occorre isolarne gli elementi originari. La “plaza”, vero ombelico di ogni città spagnola, da quella monumentale di Las Ventas, a Madrid (36mila posti), a quelle minuscole e portatili che nei giorni di festa vengono montate nei più sperduti villaggi. Il toro Bravo, la razza arcaica ancora oggi allevata, in diversi rami e secondo regole rigidissime – almeno in teoria – solo in Spagna. Il torero o matador, altra razza esclusivamente spagnola, fatta di follia, controllo, grazia, misura, onore.
Sempre artista, qualche volta ricco, raramente genio; destinato a educare il suo talento – teso tra la cappa del ginnasta, la muleta del ballerino e la spada del guerriero – in un lungo cursus honorum. La feria, ossia la festa, momento di trasfigurazione e di ebbrezza del popolo spagnolo, la cui successione nelle principali città iberiche, dall’inizio della primavera alle soglie dell’autunno, compone una liturgia laica in cui si concentrano le grandi corride. L’aficionado, parola che significa qualcosa a metà tra l’intenditore e l’innamorato; innamorato di tori, di toreri e di “ferias”. E’ solo quella degli “aficionados” la folla trepida, volubile ed esigentissima che riempie la “plaza” in ogni corrida che si rispetti. Infine, il sole: il calore e la violenza del sole iberico, che accende prima d’illuminare. Il rosso delle cappe, i fili d’oro dei costumi da combattimento, le pozze di sangue rappreso sulla sabbia [gialla]. “Il Sole è il miglior torero”, dice un proverbio spagnolo; e probabilmente è anche il miglior aficionado.
Plaza, toros, matador, ferias, aficionados e sole sono dunque gli elementi originari di un rito che è, prima di ogni altra cosa, una tragedia; la sola vera tragedia giunta fino alla nostra levigata, ragionevole, ipersensibile postmodernità. Una tragedia in abito di luci – “traje de luzes” si chiama, letteralmente, il costume del torero – dove, si legge in Morte nel pomeriggio, “la morte del toro è recitata, più o meno bene, dal torero e dall’uomo insieme; e in cui c’è pericolo per l’uomo, ma morte sicura per l’animale”.
Una convinzione assai diffusa è che in questa tragedia si fronteggino, da una parte, l’intelligenza, ma anche la sleale scaltrezza dell’uomo; dall’altra, la forza bruta dell’animale. Ma nel profondo della cultura spagnola il dualismo tra l’uomo e l’animale nasce piuttosto dall’amore, dalla venerazione che si respira ovunque per il toro. Il toro non è il nemico, è piuttosto l’altro, il doppio, l’antagonista; il suo dialogare con l’uomo simboleggia il duello tra la vita e la morte; o, meglio ancora, il duello tra l’amore e la morte. Vero sempre, ciò appare lampante nell’ultimo “tercio” della corrida; quando il matador, accompagnato dai “paso doble” dell’orchestra taurina, chiama a sé e affronta in solitudine l’animale ormai consapevole del proprio destino. E allora, giocando di mano e di polso con il drappo di flanella rossa, lo invita a passaggi sempre più ravvicinati e sempre più rischiosi: veri e propri passi di danza dove l’amore e la morte non sono separabili più di due ballerini stretti nel tango.
Ma tutta la corrida, dal primo squillo di trombe con cui si annuncia l’irruzione del toro vigoroso e trionfante, fino alla stoccata finale, che in un silenzio sacrale attende l’animale esausto ma non vinto – anzi, proprio allora fattosi più pericoloso – tutta la corrida è una progressione verso il disvelamento dell’essenza tragica della vita. Di qualsiasi vita. E’ una sintesi perfetta della vita, riassunta in venti minuti. Tanti ne ha a disposizione il matador per concludere il proprio lavoro, suddiviso nei tre distinti “tercios” che vedranno il toro perdere la sua onnipotente baldanza attraverso l’intervento successivo delle cappe, delle picche, delle banderillas, della muleta.
Fino al momento della verità: quando la lunga spada in lama di Toledo, scintillante nella calura sfinita del tramonto, gli affonderà tra le scapole, e gli reciderà l’aorta.
Queste sono solo informazioni sparse, alla buona. Utili come viatico, ma in nessun modo sostitutive del viaggio. Se volete veramente capire la corrida, non avete altra strada che assistervi. E se volete assistervi, il momento migliore va da maggio ad agosto. Maggio, in particolare, è il mese fatale della corrida (molti grandi toreri sono caduti combattendo in questo mese).
Prima di assistere a una corrida, c’è ancora una cosa utile da sapere. Che vedere una vera corrida non è affatto facile; e assistere a una buona corrida resta comunque un evento rarissimo. Tutti gli elementi di cui abbiamo parlato dovranno interagire in una formula che ha qualcosa di magico. I tori dovranno essere nelle migliori condizioni, di carattere fiero e senza difetti. I matador nella vena giusta, senza problemi di fegato e nemmeno di cuore. L’intesa tra la tecnica dell’uomo e la forza dell’animale dovrà essere immediata e perfetta, come un colpo di fulmine. L’arena dovrà essere stracolma di una folla entusiasta e inflessibile, fatta di cappelli a tesa larga, sigari avana, mantiglie, ventagli, fazzoletti da sventolare in segno di approvazione, borracce piene di vino tinto gelato che prima o poi qualcuno vi offrirà. La canicola del tramonto dovrà essere feroce eppure struggente; e il vento della Sierra dovrà soffiare fresco ma dolce, per non disturbare il lavoro delle cappe.
Se tutto questo dovesse accadere davanti ai vostri occhi, allora la corrida non vi sembrerà sola la corrida; ci saranno dentro anche l’Alhambra e l’Escorial, El Greco, Velàzquez e Picasso, e i bianchi profili dei villaggi andalusi con le case calcinate dal sole, e gli orizzonti sinuosi e tremolanti della Castiglia, quando il giorno d’estate sembra un cancello spalancato sul nulla e sull’infinito, così che l’ossessione e l’amore per la morte si confondono tra loro, proprio come nel culto del toro. In quel momento, forse, anche voi ringrazierete il venerato Cristo dei toreri, perché avrete la sensazione che la corrida e la Spagna non si possano capire separatamente.
Ma se nonostante tutto non vi è venuta alcuna voglia di vedere una corrida con i vostri occhi, ed è comprensibile, andate lo stesso a vedere la Plaza de Toros di Ronda, una volta o l’altra, che resta uno straordinario reperto storico e artistico. E nella Plaza de Toros di Ronda, date magari appuntamento a qualcuno. Mentre aspettate, non abbiate fretta; camminate sulla rena gialla, accarezzate il legno della barrera, visitate l’infermeria, le scuderie, le celle dei tori; poi tornate all’aperto e indugiate tra i sedili mentre il sole si abbassa e l’ombra scende sulla sabbia come una ghigliottina. Non abbiate fretta. E voglia il Cristo dei toreri che quel qualcuno che aspettate non arrivi troppo presto."

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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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joelcoen

Reg.: 28 Ott 2002
Messaggi: 958
Da: Napoli (NA)
Inviato: 29-08-2005 01:31  
quote:
In data 2005-08-29 01:24, AlZayd scrive:
quote:
In data 2005-08-29 01:11, Chenoa scrive:
quote:
In data 2005-08-29 00:50, AlZayd scrive:
Un toro nell'arena - un trovo bravo incazzato come un toro... - ha la possibilità di scaricare tanta di quella adrenalina anestetizzante da non avvertire il dolore, o di sentirlo meno, e muore senza quasi rendersene conto.

Mi verrebbe da dire "Sei davvero così sicuro che il toro quasi non provi dolore in quei momenti?",ma non vorrei essere tacciata di essere un'animalista pelosa...




No, non sono sicuro, ma se ti capitasse di assistere ad una corrida seria (che non sia speculazione turistica, ed è su queste deviazioni che speculano alla grande i siti animalisti) ti renderesti conto da sola che un un buon toro bravo ("negro toro de pena", 600 kg di peso medio, un paio di corna che coprono un'ampia e pericolosissima semicirconferenza, che un torero affronta solo con la sua abilità ed intelligenza, gettando costantemente il suo cuore a pochi centimetri dalle suddette corna nel "paso de pecho" e in altri momenti, anche nel momento di uccidere, perchè per conficcargli la spada nella cervice si deve letteralmente gettare sulle corna dell'animale), non perde la sua baldanza e pericolosità. I più grandi torei, è storia, sono stati incornati quando il toro sembrava orami stremato. In ogni caso gli esperti mi hanno assicurato che l'adrenalina funge da anestetizzante. Con questo non voglio dire che l'animale sia felice, che non soffra.




Hai parlato con gli esperti?Confuta il mio post.Su.Sei sicuro di ciò che dici, quotami e argomenta.


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Breve invito a rinviare il suicidio.

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oldboy83

Reg.: 06 Gen 2005
Messaggi: 4398
Da: Mogliano (MC)
Inviato: 29-08-2005 01:38  
quote:
In data 2005-08-29 01:30, AlZayd scrive:
Provate ad ascoltare il doppio di un'altra campana, leggete questo scritto che trovo slendido e assi equilibrato, a prescindere... Utile per saprene qualcosa di più sulla lidia, mettendoper un attimo da parte i pregiudizi.

TRAGEDIA SPAGNOLA di Pedro Domenguin (dal Magazine del Sole 24 Ore, 3 maggio 2003)


"La Plaza de Toros di Ronda è un bel posto per dare un appuntamento.
(...)
E voglia il Cristo dei toreri che quel qualcuno che aspettate non arrivi troppo presto."




splendido articolo
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Una sola cosa è certa: da questa vita non ne usciremo vivi.

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
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Da: roma (RM)
Inviato: 29-08-2005 01:44  
quote:
In data 2005-08-29 01:38, oldboy83 scrive:
quote:
In data 2005-08-29 01:30, AlZayd scrive:
Provate ad ascoltare il doppio di un'altra campana, leggete questo scritto che trovo slendido e assi equilibrato, a prescindere... Utile per saprene qualcosa di più sulla lidia, mettendoper un attimo da parte i pregiudizi.

TRAGEDIA SPAGNOLA di Pedro Domenguin (dal Magazine del Sole 24 Ore, 3 maggio 2003)


"La Plaza de Toros di Ronda è un bel posto per dare un appuntamento.
(...)
E voglia il Cristo dei toreri che quel qualcuno che aspettate non arrivi troppo presto."




splendido articolo




Vero, ci sono momenti di alta poesia.
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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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sloberi

Reg.: 05 Feb 2003
Messaggi: 15093
Da: San Polo d'Enza (RE)
Inviato: 29-08-2005 02:30  
Della corrida mi frega poco o nulla. Amo la Spagna e ne rispetto le tradizioni.

Detto questo rispondo (penso) per primo dopo 4 pagine all'argomento del topic dicendo che la fiera di San Firmino è una festa meravigliosa, un divertimento unico.
Che certamente non viene rovinata da quei 4 americani ubriachi che si fanno incornare dai tori.
Però preferisco "Las Fallas" di Valencia.
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E' ok per me!

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 29-08-2005 02:56  
quote:
In data 2005-08-29 02:30, sloberi scrive:
Della corrida mi frega poco o nulla. Amo la Spagna e ne rispetto le tradizioni.

Detto questo rispondo (penso) per primo dopo 4 pagine all'argomento del topic dicendo che la fiera di San Firmino è una festa meravigliosa, un divertimento unico.
Che certamente non viene rovinata da quei 4 americani ubriachi che si fanno incornare dai tori.
Però preferisco "Las Fallas" di Valencia.




Giusto tornare all'argomento principale.

Esaltante esperienza "el encierro de San Fermin", non solo per la corsa con i tori, ma per la grande allegria che rende magica, vera, la festa in sè, popolarissima, spontanea, come tutte le fiestas spagnole che sono della gente. Niente a che vedere con i distratti e tristi "recuperi" di cose morte, da ente provinciale del turismo.

De più ne dovrebbero incornare i tori di americani 'mriachi... La fiesta di La Fallas mi manca.
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sloberi

Reg.: 05 Feb 2003
Messaggi: 15093
Da: San Polo d'Enza (RE)
Inviato: 29-08-2005 03:01  
Ti consiglio di recuperare perchè Las Fallas è una settimana di "locura" pazzesca.
L'incredibile partecipazione popolare e il calore che contraddistinguono queste feste spagnole sono qualcosa di assolutamente inconcepibile per la maggior parte di noi italiani.
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