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Contro la barbarie del delitto d'onore e del patriarcato |
quentin84
 Reg.: 20 Lug 2006 Messaggi: 3011 Da: agliana (PT)
| Inviato: 19-09-2009 11:20 |
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Dopo la tragica vicenda di Hina Saleem, un altro crimine ispirato dalla cultura patriarcale, reazionaria e maschilista di cui le religioni monoteiste sono attualmente la massima espressione.
Da la Repubblica:
Marocchina 18enne uccisa dal padre
Viveva col fidanzato. "Vietato dalla tradizione"
Marocchina 18enne uccisa dal padre Viveva col fidanzato. "Vietato dalla tradizione"
Sanaa Dafani, uccisa dal padre
PORDENONE - Ha ucciso la figlia di 18 anni, sorpresa in auto con il fidanzato. L'ha inseguita per strada e l'ha finita con una coltellata alla gola. Non sopportava che frequentasse quell'uomo di 13 anni più grande di lei. In Marocco, dove Sanaa Dafani era nata, la tradizione non permette di convivere con un uomo senza sposarsi. E invece la sua "bambina", da tre mesi, era andata a vivere a Montereale Valcellina con Massimo, "il suo grande amore", come ripeteva alle amiche.
Il padre della ragazza, El Ketawi Dafani, 45 anni, è stato fermato, imputato di omicidio. In ospedale è finito il fidanzato, Massimo De Biasio, 31 anni, uno dei quattro soci del ristorante Spia a Montereale dove la ragazza marocchina lavorara come cameriera. "E' un secondo caso Hina", ha commentato il sindaco di Azzano Decimo, dove abitava la famiglia immigrata, ricordando il caso della ragazza pakistana uccisa dal padre perchè "troppo occidentale".
I due giovani di Pordenone andavano in auto al ristorante. Lungo la strada, erano quasi le sette di sera, hanno incrociato il padre della ragazza. Massimo ha fermato l'auto, un'Audi quattro, ed è nata una discussione violenta. Il padre si è scagliato su Saana gridando tutta la sua rabbia per quella relazione che non aveva mai approvato. E poi ha tirato fuori il coltello.
La ragazza è scappata verso un boschetto che costeggia la strada mentre il suo fidanzato cercava di raggiungere l'uomo. Nulla da fare: nella collutazione il fidanzato è rimasto ferito, ma non è riuscito a fermare l'uomo che ha raggiunto Sanaa e con un colpo alla gola, l'ha uccisa.
El Ketawi Dafani è stato fermato dai Carabinieri della Compagnia di Sacile (Pordenone) poco dopo, nella sua abitazione di Piezzo di Azzano Decimo (Pordenone). Si era cambiato e - hanno riferito gli investigatori - stava tentando di cancellare le tracce del delitto. E' indiziato di omicidio e tentativo di omicidio pluriaggravato.
A delineare lo scenario nel quale è maturato il delitto sono stati gli amici della coppia. La relazione fra i due era nata cinque-sei mesi fa, fra i tavoli del ristorante "Spia", a pochi chilometri da Montereale Valcellina, dove abita il giovane e dove la ragazza si era trasferita da alcune settimane per andare a vivere con lui.
Quella relazione, però, al padre della giovane, che lavora come aiuto cuoco in un ristorante di Pordenone, non era mai andata giù e non ne aveva fatto mistero. Più volte - hanno raccontato gli amici della coppia - aveva minacciato sia la figlia, sia il fidanzato.
Le minacce erano diventate via via più pesanti e - sempre stando al racconto degli amici - non avevano fatto mistero dei motivi: la differenza di età, giudicata eccessiva dall'uomo, ma anche la diversa religione di appartenenza, lei musulmana, lui cattolico. Nelle ultime settimane, dopo la decisione della ragazza di andare a vivere con l'uomo - hanno riferito gli amici - la situazione era diventata molto più tesa.
(15 settembre 2009)
E dal sito de Il Manifesto pubblico anche il parere di Giuliana Sgrena che condivido interamente:
Basta! Sanaa come Hina, uccisa dal padre
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Era troppo «occidentale». Sanaa Dafani, 18 anni, di origine marocchina, è stata uccisa dal padre ieri, 15 settembre 2009, perché voleva vivere come molte altre ragazze italiane. L’ha trovata in macchina con il fidanzato, con il quale conviveva da tre mesi, lei è scappata, l’ha inseguita, colpita con un coltello alla gola. E’ successo a Montereale Valcellina, vicino a Pordenone. Come era successo a Hina, a Sarezzo, vicino a Brescia, tre anni fa.
Non siamo in un paese musulmano dove il crimine d’«onore» è all’ordine del girno, ma in un paese occidentale dove ogni giorno o quasi un fidanzato uccide l’ex fidanzata perché ha deciso di lasciarlo, o un marito uccide la moglie perché vuole divorziare, etc.
Perché non ci uniamo (donne italiane e non) per combattere questo potere patriarcale che pensa di poter controllare la vita delle donne fino a ucciderle in nome (anche se non dichiarato) dell’«onore»?
Perché noi donne occidentali invece di invocare tolleranza in difesa di tradizioni «altre» (che erano anche nostre) non ci battiamo per l’uguaglianza di diritti e doveri di tutte le donne e uomini che vivono nel nostro paese? Perché non facciamo sentire a queste donne che vengono a vivere da noi, che crescono con noi, la nostra solidarietà?
Forse non basterebbe, e ora per Sanaa è troppo tardi, ma almeno manifestiamo tutto il nostro sdegno e non guardiamo dall’altra parte. Altri padri sono in agguato e sono pronti a colpire le figlie che sempre più vogliono decidere del loro futuro.
giuliana
Per quanto mi riguarda io credo nel multiculturalismo, la convivenza tra etnie e culture diverse è il nostro presente e il nostro futuro, ma solo se significa contaminazione reciproca tra culture diverse e non conservazione reazionaria di tradizioni patriarcali in opposizione alla modernità.
C'è anche da dire che le idee leghiste sugli immigrati non fanno che favorire l'isolamento e anche l'autoisolamento di queste persone che , in certi casi, si aggrappano alle loro tradizioni e convinzioni comprese quelle più indifendibili.
Ecco, in questo senso, credo che leghisti e integralisti religiosi condividano un medesimo obiettivo: separare gli esseri umani gli uni dagli altri, fare in modo che ci arrocchiamo sulle nostre tradizioni per contrastare quelle degli altri.
Questa è una barbarie che porta altra barbarie.
[ Questo messaggio è stato modificato da: quentin84 il 10-10-2009 alle 10:52 ] |
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quentin84
 Reg.: 20 Lug 2006 Messaggi: 3011 Da: agliana (PT)
| Inviato: 12-10-2009 19:43 |
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A dimostrazione che la violenza patriarcale non ha confini culturali:
Dal Corriere:
È accaduto ad Osimo in provincia di Ancona
Padre accoltella la figlia perché
ama un albanese: arrestato
La ragazza, 23 anni, colpita con il punteruolo dal padre, è ricoverata in ospedale ma non è in pericolo di vita
OSIMO (ANCONA) - Non gradiva la relazione della figlia con un albanese e l'ha colpita alla gola con un punteruolo la scorsa notte: ora Mario Matarazzo, 44 anni, di Osimo (Ancona), è rinchiuso in carcere con l'accusa di tentato omicidio aggravato. La ragazza, 23 anni, è invece ricoverata nell'ospedale regionale di Ancona: non è in pericolo di vita e dovrebbe guarire in una ventina di giorni. Il fatto è avvenuto ieri sera in via Guazzatore, nel centro abitato di Osimo, sulla porta della casa di famiglia, dove fino a poco tempo fa Matarazzo viveva con la moglie, i due figli, un maschio e una femmina, e la nipotina di sei anni, frutto di una precedente relazione della giovane donna.
LA RICOSTRUZIONE - Matarazzo si era allontanato di casa da alcuni giorni, proprio per i contrasti sul nuovo legame della figlia, ma ieri sera è tornato e l'ha affrontata. Nella colluttazione è rimasta coinvolta anche la madre della ragazza. Dopo averla colpita con il punteruolo che portava in tasca, l'aggressore si è allontanato, ma è stato rintracciato dai carabinieri poco lontano. Aveva i vestiti sporchi di sangue, anche perché aveva tentato di ferirsi con lo stesso punteruolo, che è stato poi trovato in un cassonetto.
12 ottobre 2009
[ Questo messaggio è stato modificato da: quentin84 il 12-10-2009 alle 19:43 ] |
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eltonjohn
 Reg.: 15 Dic 2006 Messaggi: 9472 Da: novafeltria (PS)
| Inviato: 13-10-2009 14:30 |
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quote: In data 2009-10-12 19:43, quentin84 scrive:
OSIMO (ANCONA) - Non gradiva la relazione della figlia con un albanese e l'ha colpita alla gola con un punteruolo la scorsa notte: ora Mario Matarazzo, 44 anni, di Osimo (Ancona), è rinchiuso in carcere con l'accusa di tentato omicidio aggravato. La ragazza, 23 anni, è invece ricoverata nell'ospedale regionale di Ancona: non è in pericolo di vita e dovrebbe guarire in una ventina di giorni. Il fatto è avvenuto ieri sera in via Guazzatore, nel centro abitato di Osimo, sulla porta della casa di famiglia, dove fino a poco tempo fa Matarazzo viveva con la moglie, i due figli, un maschio e una femmina, e la nipotina di sei anni, frutto di una precedente relazione della giovane donna.
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Vabbè...è successo nelle Marche, che vuoi pretendere (e pensare che quelle sò sveglie...)
_________________ Riminesi a tutti gli effetti...a'l'imi fata! |
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liliangish
 Reg.: 23 Giu 2002 Messaggi: 10879 Da: Matera (MT)
| Inviato: 14-10-2009 14:21 |
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la violenza di genere non ha colore.
mi sono sempre incaxxata per questo mettere l'accento sulle origini culturali e religiose delle vittime di violenza.
il caso marchigiano è la prova del fatto che non è un problema di religione, è un problema di sopraffazione di genere.
_________________ ...You could be the next. |
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TheSpirit
 Reg.: 21 Set 2008 Messaggi: 3605 Da: Napoli (NA)
| Inviato: 14-10-2009 15:48 |
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La cosa più bella è che in rete c'è gente che dice che il padre ha fatto bene, che ci sono tanti bravi ragazzi italiani e non c'è motivo di andarsi a prendere un albanese.
E magari è la stessa gente che si scandalizzava per le azioni di certi padri musulmani.
L'Italia sta veramente andando a carte quarantotto... |
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