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Autore la verità sulla strage di via D'Amelio
dan880

Reg.: 02 Ott 2006
Messaggi: 2948
Da: napoli (NA)
Inviato: 21-12-2008 13:39  
23 maggio-19 luglio '92: sono 57 i giorni che passano dalla strage di capaci (nella quale morirono il giudice giovanni falcone, la moglie e tre agenti della sua scorta)a quella di via mariano d'amelio (nella quale morirono il giudice paolo borsellino e 5 agenti della sua scorta).

perchè tutta questa fretta da parte di cosa nostra? perchè attuare a neanche 2 mesi esatti dall'uccisione di falcone già quella di borsellino?

già dopo la morte di falcone, il trauma e la rabbia che quell'attentato avevano suscitato in tutto il Paese reclamano voglia di giustizia. una reazione immediata da parte dello Stato.

figurarsi dopo quella di borsellino: in seguito alal quale infatti lo Stato reagisce.

trasferimento nelle carceri di massima sicurezza e attuazione ufficilale del 41-bis (il carcere duro) per tutti i boss mafiosi e i loro gregari più importanti e più pericolosi; intensificazione degli arresti (il primo a finire in manette sarà proprio il boss dei boss, totò riina); attraverso gli arresti, colpire e destrutturare gli oragni di vertice della mafia corleonese.

era prevedibile tutto questo. eppure la mafia uccide rapidamente borsellino. dimostrando di non aver pazienza per aspettare.

perchè?.

per più di 10 anni sono state fatte varie ipotesi, che non hanno mai trovato riscontro ufficiale.

forse la risposta definitiva su questo pezzo di verità può arrivare adesso, a distanza di quasi 17 anni.

a consegnarla ai magistrati di caltanissetta (che indagano sulla strage di via d'amelio e sui suoi mandanti occulti eccellenti) potrebbe essere il figlio più giovane dell'ex sindaco di palermo vito ciancimino: il sindaco degli anni del sacco di palermo. quando i corleonesi, gli amministratori siciliani locali e i politici divorarono la città con l'edilizia e il cemento. investendo e raddoppiando quantità enormi di denaro ricavate dal traffico della droga.

il figlio di ciancimino pare conoscere molti segreti degli ultimi anni di vita di suo padre (è stato lui stesso in carcere tempo fa, con l'accusa di aver nascosto il "tesoro finanziario" dell'ex sindaco siciliano).

ha raccontato che borsellino fu ucciso con tempestività perchè aveva scoperto molte cose sugli accordi e le trattative segrete che i corleonesi e apparati dello Stato stavano tessendo in quel periodo del '92.

la mafia aveva molta paura, in quel momento: aveva perso referenti politici, la cassazione avevano confermato la sentenza di primo grado del maxiprocesso di palermo e i provvedimenti antimafia studiati o approvati grazie al lavoro di giudici come falcone e borsellino stavano per trovare completa attuazione (come difatti succederà di lì a poco).

e allora': e allora totò riina pensa ad una tregua con lo Stato.

ma una tregua studiata allae sue condizioni: una serie di richieste da lui scritte su una serie di documenti, chiamati "il papello". documenti addirittura si dice firmati dallo stesso riina, con il suo nome. uno per uno.

il papello conteneva: il ritiro di tutte le leggi anti-mafia approvate sino ad allora; la cancellazione del 41-bis; l'annullamento della sentenza della cassazione sul maxiprocesso di palermo.

riina, attraverso il suo braccio destro bernardo provenzano, fa arrivare il papello a vito ciancimino: provenzano incontrò spesso a roma ciancimino, camuffandosi dietro l'identità di un fantomatico "ingegner lo verde".

e ciancimino, a sua volta, lo deve far pervenire a una serie di personaggi importanti: persone delle forze dell'ordine e delle istituzioni dello Stato.

riina ha posto anche un ultimatum, nel suo papello: o saranno accettate a breve le sue condizioni, oppure potrebbero partire una serie di stragi atte a gettare, in stile di vero e prorio terrorismo, terrore e paura.

e si fermerà solo quando sarà accontentato.

è tutto questo che aveva scoperto il giudice borsellino?: probabilmente sì.

e probabilmente sapeva anche del piano stragista di cosa nostra (attuato infatti nel '93 in varie città italiane) e sapeva degli ambienti dello Stato coinvolti in tutto ciò. e fu ucciso perchè era di "ostacolo" (borsellino portava negli ultimi tempi sempre un'agenda rossa con se. successe anche quando si recò in via d'amelio: ma questa agenda non viene ritrovata dopo lastrage. ed è indagato un funzionario di polizia per quella che si pensa sia stata una vera e propria sottrazione dolosa, cioè un furto).

perchè una cosa è certa: le richieste di riina non trovano accordo nel '93 e le stragi hanno inizio, proprio nel '93.

così come è certo che riina, dalla sua, aveva di sicuro una certa collaborazione oscura da parte di ambienti dei servizi segreti.

le stragi del '93 furono infatti portate avanti seguendo una operatività di tipo terrorista (come ai tempi delle stragi di estrema destra degli anni '70 e '80).

e la collinetta davanti palermo sulla quale si appostarono i sicari mafiosi che premettero il pulsante del radiocomando che azionò la bomba per borsellino, era una collinetta situata vicino ad un edificio che risultò appartenere ai servizi segreti.

dunque: le stragi di via d'amelio e del '93 furono attuate da cosa nostra attraverso la collaborazione tecnico-logistica dei nostri servizi segreti.

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alla fine resta però un'altra domanda: il giudice borsellino fu ucciso perchè aveva scoperto solo questo? o c'era anche, e ancora, dell'altro dietro la strage che lo massacrò?

quel che è certo è che le stragi del '93 avevano un doppio significato di minaccia: il primo è quello che abbiamo fin'ora ricostruito.

il secondo era quello di spingere qualcuno a farsi avanti politicamente e a diventare un nuovo referente per l'organizzazione mafiosa (cosa nostra era rimasta politicamente isolata in quel periodo).

forse borsellino aveva scoperto anche questo retroscena, pur non sapendo o non immaginando chi poteva essere il nuovo referente politico di cosa nostra.

o forse non lo sapeva, però conosceva questo piano segreto di cosa nostra come abbiamo visto. e dunque l'ostacolo che lui rappresentava riguardava anche l'attuazione di questo secondo termine degli accordi tra Stato e mafia.

quindi una cosa è certa: la morte di borsellino ha cmq procurato vantaggio anche ai nuovi referenti politici di cosa nostra.

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