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Autore U.S.A. 2008
Hamish

Reg.: 21 Mag 2004
Messaggi: 8354
Da: Marigliano (NA)
Inviato: 28-10-2008 11:12  
La elezioni americane si avvicinano ed è inutile nascondercelo che, per quanto ce ne possa fregare, la vittoria di uno o dell'altro dei due candidati avrà ripercussioni anche sulla nostra vita. Basti pensare agli 8 anni di presidenza Bush che hanno prodotto 2 guerre, il petrolio arrivato fino a 150 dollari a barile e la recessione mondiale causata dagli sconquassi di Wall Street.

Personalmente se dovessi votare voterei senza ombra di dubbio Obama per mille motivi. Spero che anche gli americani siano dello stesso avviso e francamente temo un testa a testa serrato al di là dei sondaggi che assegnano la vittoria al candidato democratico. Tutto ciò perchè il sistema americano è molto particolare e si basa sul cosidetto "winner takes all" secondo cui basta prendere anche un solo voto in più in un singolo stato per avere tutti i delegati che quello stato assegna. Non è infrequente che un candidato perda pur prendendo più voti complessivi, come accaduto per esempio nelle contestatissime elezioni Bush vs. Gore. Ovvio che quindi la partita si giocherà in Stati come Florida, Ohio, California che assegnano un altro numero di delegati.

Credo che mai come in questo periodo storico ci sia bisogno di una svolta, di un segnale di cambiamento. Anche a livello psicologico bisogna sentire che si è voltato pagina. La figura di Obama rappresenta tutto questo, mentre McCain è il simbolo della continuità della politica di questi ultimi anni: ultrasettantenne, conservatore, ex militare reduce del Vietnam, insomma il tipico candidato Repubblicano... Per non parlare poi di quella pazza invasata della Palin.

Poi sicuramente c'è ed è valido il discorso sulle lobby che appoggiano entrambi e su tutti i difetti della politica e del sistema americano che abbiamo più volte citato. Però io rimango dell'idea che saranno meglio 4 anni di Obama che non di McCain.

Incrociamo le dita.
_________________
IO DIFENDO LA COSTITUZIONE. FIRMATE.

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TheSpirit

Reg.: 21 Set 2008
Messaggi: 3605
Da: Napoli (NA)
Inviato: 28-10-2008 11:27  
Hai già detto tutto tu.
Che dire... Sembra che gli americani vogliano voltare pagina, speriamo che non si spaventino all'ultimo minuto (anche se forse c'è più motivo di aver paura col candidato di maggiore continuità).

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dan880

Reg.: 02 Ott 2006
Messaggi: 2948
Da: napoli (NA)
Inviato: 28-10-2008 13:09  
sostanzialmente differenze non ce ne sono, a livello politico, tra democratici e repubblicani americani.

la differenza la possono fare eventualmente le specifiche persone che si candidano.

ed è infatti da questo punto di vista che mi auguro vinca barack obama: mi pare una persona moderata che vuole cercare di svincolare gli Usa da tutti i disastri combinati dall'amministrazione bush (impresa non facile, tuttavia. soprattutto considerando la, al momento, irreversibile crisi economica e la conseguente recessione, giunta ormai a un livello mondiale quasi).

e sicuramente è il simbolo di un certo ricambio generazionale.

penso che obama abbia la vittoria quasi sicura. cmq fino all'uscita dei primi risultati certi non bisogna mai dare niente per scontato.

proprio il nostro Paese lo insegna: visto che, al momento degli exit poll, molti italiani dicevano di aver votato per il centro-sinistra solo perchè non avevano il coraggio di dire che avevano scelto il centro-destra.

naturalmente in America i motivi sarebbero ben altri: pregiudizi e "sgambetti" dell'ultima ora dei sostenitori dell'ex candidata hillary clinton.

se sarà eletto, obama dovrà affrontare di certo una presidenza non facile.

sa di avere una enorme responsabilità.

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Marxetto

Reg.: 21 Ott 2002
Messaggi: 3954
Da: Milano (MI)
Inviato: 29-10-2008 18:44  
Se interessa, ne ho parlato abbastanza approfonditamente qui.
_________________

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TheSpirit

Reg.: 21 Set 2008
Messaggi: 3605
Da: Napoli (NA)
Inviato: 29-10-2008 20:11  
Grazie Marx, post interessante, anche se io sono un po' più ottimista... credo che a livello programmatico delle differenze ci siano, e poi ritengo che comunque bisogni giudicare alla prova dei fatti.
Certo non si può ignorare la spropositata quantità di finanziamenti ricevuta da Obama, che si è potuto permettere di rinunciare al rimborso delle spese elettorali, pur di aver diritto a superare il tetto massimo di spesa.
Tutto questo denaro non può essere venuto soltanto da privati cittadini... Ci sono certo dei grossi interessi, che dopo l'eventuale, e sperata, elezione, si faranno sentire.
Sarà molto importante, in questo senso, capire se Obama potrà contare su un Parlamento disposto a sostenerlo, il che potrebbe attenuare le mediazioni e i compromessi necessari per governare.



[ Questo messaggio è stato modificato da: TheSpirit il 29-10-2008 alle 20:15 ]

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quentin84

Reg.: 20 Lug 2006
Messaggi: 3011
Da: agliana (PT)
Inviato: 30-10-2008 10:11  
quote:
In data 2008-10-29 20:11, TheSpirit scrive:
Grazie Marx, post interessante, anche se io sono un po' più ottimista...

Per una volta lo sono anch'io.
Spero anch'io che con Obama avremo una politica estera americana meno aggressiva e più rispettosa delle Nazioni Unite (ma non è che i Democratici in passato siano stati meno "interventisti" dei Repubblicani, vedi Kossovo), ma è sul piano interno che credo ci saranno veri cambiamenti positivi: Obama ha già annunciato di voler sostenere fortemente la scuola pubblica e anche la sanità verrà migliorata cioè resa più accessibile.
Insomma, al di là della sue dichiarazioni di ammirazione (per me incomprensibile) per Reagan, Obama, nella migliore tradizione dei Democratici, mostra sicuramente più sensibilità ai problemi sociali rispetto ai Repubblicani la cui ricetta tradizionale è "niente tasse ai ricchi e che i poveri si arrangino".

Sicuramente Obama non potrà fare e non farà una rivoluzione socialista, per il semplice fatto che negli USA "socialismo" è una sorta di parolaccia. Quando gli dici "socialismo" l'americano medio non pensa al Welfare State, pensa che lo Stato vuole fregargli i soldi a forza di tasse.
Per l'americano medio, parlare di "redistribuzione della ricchezza" non vuol dire aiutare i meno abbienti, ma dare soldi ai fannulloni..purtroppo è una mentalità molto diffusa sulla quale, ovviamente, i Repubblicani stanno facendo leva in maniera forte.
Stando ai sondaggi, comunque, Obama dovrebbe farcela.
Speriamo bene.

[ Questo messaggio è stato modificato da: quentin84 il 30-10-2008 alle 10:29 ]

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 02-11-2008 10:22  
Ma quentin tu vivi negli Usa?
No perchè a proposito di Welfare State il governo ha appena stanziato qualcosa come 800 miliardi di dollari (cioè TASSE dei contribuenti) per sostenere alcuni cittadini PRIVATI possessori di imprese in crisi.
Anche questo è socialismo lo sai?
E sia i repubblicani sia Obama si sono dichiarati favorevolissimi all'assistenzialismo statale ai privati (ricchi e potenti) e Obama , che fa tanto chic unicamente perchè ha la pelle nera, non ha alcuna intenzione nè possibilità di cambiare lo status quo.
Sulla politica estera è stato ambiguo.
Non mi risulta di aver sentito dire a Obama: invece di spendere i soldi per finanziare le guerre (socialismo di stato che assicura le quote di mercato alle imprese private) e invece di nazionalizzare le agenzie di mutui (roba che nemmeno Fidel Castro), realizziamo un pò di socialismo anche per i più poveri garantendo la sanità pubblica.
Non mi risulta proprio.
Non ci sarà nessun cambiamento, solo chiacchiere.
Gli Usa continueranno a essere quello che sono sempre stati: la versione sovietica di un'economia che gestisce la prosperità e il sostegno a una ristrettissima elite dominante che non si chiama Partito ma corporation, in un'economia dirigistica e pianificata e protezionista come non mai.
_________________
E' una storia che è successa ieri, ma io so che è domani.

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quentin84

Reg.: 20 Lug 2006
Messaggi: 3011
Da: agliana (PT)
Inviato: 02-11-2008 10:58  
No, non vivo negli USA, ma leggo i giornali (oltretutto a forza di guardare film e telefilm made in USA e leggere scrittori statunitensi, penso di essermi fatto un'idea, sicuramente incompleta, di quel Paese e di chi ci vive) e quando parlavo di Welfare mi riferivo solo a scuola e sanità pubblica (non al sostegno pubblico alle grandi aziende che, comunque, continuerà a esserci, credo tu abbia ragione su questo) e a me risulta da quanto leggo su l'Unità che su questi argomenti abbia detto cose importanti..poi rimane da vedere se le farà davvero o sono solo chiacchere...mi pare che già ci provò Clinton a riformare il sistema sanitario, ma il Congresso lo bloccò.

Adesso mi dirai che l'Unità è un giornalaccio pieno di balle come tutti i giornali statalmente assistiti e che la verità è solo sul web...

[ Questo messaggio è stato modificato da: quentin84 il 02-11-2008 alle 12:56 ]

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 02-11-2008 13:30  
quote:
In data 2008-11-02 10:58, quentin84 scrive:
quando parlavo di Welfare mi riferivo solo a scuola e sanità pubblica



Ma l'errore è proprio questo.
Bisogna cominciare a parlare del vero welfare, quello che viene speso ogni anno e che fa prosperare l' 1% della popolazione alle spalle di tutti gli altri.

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TheSpirit

Reg.: 21 Set 2008
Messaggi: 3605
Da: Napoli (NA)
Inviato: 02-11-2008 13:37  
Eppure Quilty, autorevoli economisti spesso duramente critici con le politiche di destra e neoliberiste, come Jean-Paul Fitoussi, hanno giudicato positivamente il piano Usa, affermando che questo tipo di intervento abbia salvato l'economia, evitando una crisi come quella del'29.
Ora tu mi obietterai che Fitoussi sta nel consiglio di amministrazione di Telecom Italia... Fatto sta che è un economista auterevole, che non è mai stato tenero con le politiche che producono diseguaglianze...


[ Questo messaggio è stato modificato da: TheSpirit il 02-11-2008 alle 13:38 ]

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 02-11-2008 14:58  
quote:
In data 2008-11-02 13:37, TheSpirit scrive:
Eppure Quilty, autorevoli economisti spesso duramente critici con le politiche di destra e neoliberiste, come Jean-Paul Fitoussi, hanno giudicato positivamente il piano Usa, affermando che questo tipo di intervento abbia salvato l'economia, evitando una crisi come quella del'29.







Probabilmente infatti ha ragione. Io non sto sostenendo che gli interventi assistenziali (che non hanno nulla di liberista) siano sbagliati: sostengo che la maggior parte delle persone quando parla di Welfare non include questo fenomeno ,che pure è mastodontico Welfare ed è estremamente ingiusto perchè o vale la regola del libero mercato e se vai male fallisci oppure se ,come giustamente, tutti dobbiamo pagare fior di tasse per far girare questi giganti economici, allora vogliamo mettere becco anche sui piani direttivi di tali aziende statalmente assistite, sulla produzione e sulla redistribuzione del reddito secondo il sacrosanto principio che chi contribuisce economicamente deve essere partecipe di tutta l'attività produttiva.

[ Questo messaggio è stato modificato da: Quilty il 02-11-2008 alle 15:04 ]

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 04-11-2008 19:35  
Obama fenomeno di marketing.
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/02/23/chomsky-barack-parla-bene-ma-la-sua.html


http://www.rifondazionepescara.org/modules.php?name=News&file=article&sid=2618

[ Questo messaggio è stato modificato da: Quilty il 04-11-2008 alle 19:37 ]

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Tenenbaum

Reg.: 29 Dic 2003
Messaggi: 10848
Da: cagliari (CA)
Inviato: 04-11-2008 20:08  
l'analisi di Chomski oltre che scontata è abbastanza banale

è chiaro che tutta la campagna elettorale è un'enorme fenomeno di marketing
e non potrebbe essere altrimenti



quindi non capisco come si possa sottovalutare che:

1 - si possono leggere in giro differenze notevoli sui due programmi (poi che questi programmi abbiano concreta realizzazione è da vedere)

quindi non è affatto vero che votare l'uno o l'altro non determini importanti differenze nella vita dello Stato

2 - la differenza di età , enorme
è un aspetto importantissimo
due generazioni completamente diverse

un aspetto che per quanto mi riguarda sarebbe più che sufficiente per fare una scelta

ma come si fa ad affidare lo Stato ad una persona di 72 anni ?

basta anziani

3 - Obama è negro

inutile sminuire questo aspetto
è un fottuto negro
che sia, ricco , politico, amico dei ricconi, e tutto quello che si vuole non cancella le sue origini

la sua elezione è un evento storico, punto


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TheSpirit

Reg.: 21 Set 2008
Messaggi: 3605
Da: Napoli (NA)
Inviato: 04-11-2008 20:10  
Se ti interessa, Quilty, il manifesto ha pubblicato una interessante intervista a uno dei detrattori di Obama da sinistra, il giornalista di "The Nation" Alexander Cockburn.
La riporto qui per augurare il benevenuto al probabile presidente americano , riprende molti degli argomenti che abbiamo toccato nel topic.

L'«Obomania» e la sinistra critica
di Marco D'Eramo

«Contro Obama» s'intitola la rubrica di Alexander Cockburn pubblicata il 22 ottobre da The Nation, il più importante settimanale della sinistra americana. Di questa sinistra Alexander è un esponente atipico. Intanto è inglese e non americano, anche se non è flemmatico affatto, anzi polemista assai irruento, giornalista «cattivo». Suo fratello Patrick è un giornalista affermato. Suo padre Claude, giornalista anch'egli, era stato denunciato come comunista da George Orwell (l'autore di 1984, La fattoria degli animali). Non vive in una grande città, ma in una sperduta contea della California settentrionale. Alexander ha scritto insieme a Susanna Hecht un bel libro sull'Amazzonia (The Fate of the Forest: Developers, Destroyers and Defenders of the Amazon, Verso 1989). Insieme a Jeffrey Sy. Clair produce Counterpunch, la più graffiante newsletter politica degli Usa (proprio in questi giorni Counterpunch ha lanciato una sottoscrizione per poter sopravvivere: ricorda nulla?).
Nella sua rubrica, Cockburn sfotte l'«Obamania»: chiunque vuole criticare Obama, deve andare nei parchi e sussurrare, altrimenti viene preso a male parole nella propria famiglia. Non solo, ma Cockburn non trova nessuna ragione positiva per votare per Obama, ma solo ragioni per votare contro McCain-Palin. Allora cosa c'è da sperare? gli chiedo. «Da quello che si è visto finora, pochissimo. Le sue posizioni nei quattro anni al senato sono state tutte di centrodestra, e assai opportuniste. Il suo istinto fondamentale è il moderatismo, il bipartisanismo, il centrismo. La prima volta che io ne ho sentito parlare, fu nel 2006 quando andò in Connecticut ad appoggiare nelle primarie democratiche quel bieco figuro che è Joe Lieberman (l'ex candidato democratico alla vice presidenza con Al Gore nel 2000, ora divenuto sostenitore di John McCain, esponente di spicco della lobby ebraica) contro il candidato pacifista.
Tutte le posizioni progressiste che aveva preso nelle primarie per conquistare la base di sinistra, le ha poi rinnegate. Per limitare la corruzione elettorale, si era impegnato a limitare le spese al finanziamento pubblico. McCain ha mantenuto la promessa, ma Obama appena ha visto che stata raccogliendo il triplo dei fondi di McCain ha detto che non avrebbe usufruito del finanziamento pubblico per poter avere mani libere. A febbraio si era dichiarato contro le intercettazioni non autorizzate da un giudice, ma poi a giugno ha votato a favore sostenendo che «la capacità di monitorare e rintracciare persone che vogliono attaccare gli Stati uniti è uno strumento vitale dell'anti-terrorismo». Si era leggermente sbilanciato a favore dei palestinesi, ma poi a giugno è corso a parlare alla comunità ebraica per dichiarare il suo indefettibile sostegno a qualunque politica israeliana. Aveva promesso un ritiro immediato dall'Iraq, ora si dice pronto a un ritiro responsabile, cioè diluito nel tempo e non totale. Soprattutto, si è impegnato ad aumentare di 90.000 unità le forze armate e ad accrescere ancora di più il bilancio della difesa. Tieni conto che, con 635 miliardi di dollari, il bilancio dell'anno scorso è stato in termini reali il più alto di tutta la storia americana e che gli Stati uniti già ora spendono per il Pentagono più soldi di quanto tutto il resto del mondo spende in militare. E Obama promette di bombardare una nazione sovrana come il Pakistan e il suo vice Biden già ci dice che le relazioni con la Russia saranno il primo test importante della nuova amministrazione». Ma qualche riforma la dovrà pur fare, vista la crisi economica. «Se continua come adesso, farà piccole riformine. E soprattutto, si mangerà in spese militari i soldi che dovrebbe destinare alle riforme. Se continua così, finirà come la Grande Società e la Guerra alla Povertà di Lyndon Johnson che furono ingoiate e stritolate dalla guerra in Vietnam. Sarà preso nella tenaglia tra le riforme e invece rafforzare l'impero. E poi quella follia della guerra in Afghanistan! Se non prende posizioni radicali, finisce male, e in due anni perde le elezioni di mezzo termine. Ma i suoi principali consiglieri sono della scuola monetarista, sono Chicago boys. E il suo ministro del tesoro verrà sicuramente da un gigante di Wall street, se non sarà Robert Rubin (ex ministro del tesoro di Clinton, sarà una altro di Goldman Sachs (il cui nomignolo è Government Sachs vista la quantità di ministri che provengono da quella banca).
Wall street ha dato un sacco di soldi a Obama che ha raccolto una cifra record. Se questa stessa somma l'avessero tirata su i repubblicani, ora tutti i liberal d'America starebbero a recriminare sul gran capitale che vuole far eleggere il suo comitato d'affari. Se viene sostenuto anche uno di destra come Colin Powell e dalla voce del capitale mondiale, cioè il Financial Time, qualcosa vorrà pur dire»
Ma le riforme non vennero dall'alto, il New Deal non se lo inventò Franklin D. Roosevelt, ma ci fu un potentissimo movimento sociale, un'ondata mai vista di scioperi. Anche Johnson lanciò la «guerra contro la povertà» spinto dalle rivolte nere e dai movimenti per i diritti civili. Ora non si vede niente di simile all'orizzonte. «Potenzialmente c'è un potentissimo movimento populista, anche se per ora è informe. La gente è incazzata nera con il salvataggio delle banche. Vogliono vedere i banchieri di Wall Street impiccati e appesi dai ponti. Mi piace il senatore del Montana, John Tester, quando dice che la gente «vuole vedere i banchieri che hanno schiantato Wall Street in divisa da carcerati a raccogliere lattine lungo le autostrade» (spesso negli Usa la manutenzione stradale è assolta da detenuti). Se la Palin fosse meno scema, avrebbe il potenziale per organizzare questo movimento e spingerlo in direzione poujadista e qualunquista. Ma potrebbe essere un movimento di sinistra, se qualcuno sapesse organizzarlo, qualcosa potrebbe succedere. Se Obama avrà la maggioranza parlamentare che gli serve per governare, la prima cosa che dovrebbe fare è una commissione d'inchiesta per incriminare i banchieri d Wall Street. Ma il fatto è che Obama ha dato per scontato l'appoggio della sinistra e si spinto sempre più a destra. E la sinistra non ha fatto nulla per mettergli pressione. Non ci ha nemmeno provato. Guarda uno come Michael Moore che nel 2000 aveva appoggiato Nader: ora non ha espresso nemmeno la più piccola critica verso Obama. Anche tra i nostri lettori che nel 2000 erano per Nader, ora sono pochi quelli che voteranno la candidata verde Cinthya McCKinney o Nader. Il fatto è che i ragazzi di oggi sono analfabeti politicamente. I figli del mio codirettore Jeffrey St. Clair vanno matti per Obama, ma nessuno di loro si è registrato per andare a votare. Dovrebbero imparare l'Abc del conflitto, magari rileggersi un po' di Capitale di Marx».
Anche l'Europa carica Obama di un'immensa aspettativa. «C'è una tremenda inflazione delle aspettative e un'attesa esagerata per quel che un presidente può fare. In economia il presidente può poco senza il Congresso. Mi fanno imbestialire quelli che dicono che Obama restaurerà l'autorevolezza americana, il buon nome dell'America. Siamo tutti contenti perché Obama restaurerà l'impero americano! Perché sarà un imperatore buono, perché sarà un Tito Flavio. Ma siamo matti? Nessuno sa più cosa è l'internazionalismo. Se vivevi nel IV secolo dopo Cristo, che cosa ti auguravi? un imperatore buono o che i barbari si riversassero a dissolvere l'impero? La sinistra non sa più dove è finito l'anti-imperialismo. Se non è scemo, Obama chiuderà Guantanamo e metterà fuori legge le torture, ma solo quelle più estreme, non tutte. E così sarà un imperatore buono e rafforzerà l'impero e potrà bombardare l'Afghanistan, strangolare per fame i palestinesi, rovesciare Chavez, riprendere il controllo dell'America latina. Da questo punto di vista, Bush è stato un ottimo presidente, ha fatto più lui per minare l'impero di qualunque anti-imperialista al mondo. Non dobbiamo augurarci dei Tito Flavio, ma dei Nerone. Viva Domiziano!»

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Tenenbaum

Reg.: 29 Dic 2003
Messaggi: 10848
Da: cagliari (CA)
Inviato: 04-11-2008 20:14  
grazie dell'articolo

ulteriore motivo, importantissimo, per votare Obama

vedere chi è il loro vice

Mc Cain ha perso scegliendo quella demente della Palin

se McCain muore la Palin diventa Presidente
una scelta quanto meno scellerata
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