dan880
 Reg.: 02 Ott 2006 Messaggi: 2948 Da: napoli (NA)
| Inviato: 16-04-2007 21:30 |
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la mattina del 10 luglio 1991, intorno alle 8:45, la contessa romana Alberica Filo Della Torre, 42 anni, viene uccisa nella sua camera da letto.
è stata strangolata(sul collo i segni e i lividi lasciati dalle dita dell'aggressore-assassino) e poi ripetutamente colpita sulla faccia con qualcosa di pesante(inizialmente si pensa ad uno zoccolo). l'assassino ha nascosto la faccia deturpata dai colpi in un lenzuolo, ha preso qualche gioiello della contessa, è fuggito dalla finestra, non prima di aver chiuso a chiave dall'interno la stanza dell'omicidio.
il corpo viene trovato verso le 11:00, e la scena del crimine presenta segni di un'aggressione feroce culminata in un omicidio efferato: sangue sulla moquette e sulle pareti.
il delitto è avvenuto in una sontuosa villa all'Olgiata: un quartiere residenziale a nord di roma.
gli investigatori fanno una prima ipotesi: una rapina finita in tragedia.
no, è impossibile: mancano alcuni gioielli della contessa, ma quelli veramente di valore sono rimasti intatti nella camera. anzi, gli inquirenti proveranno che l'assassino non li ha nemmeno cercati.
a questo punto formulano una seconda ipotesi: una lite finita in tragedia tra la vittima ed un suo amante, fatto entrare in stanza dalla contessa.
difficile: non emerge nessuna prova su una relazione ufficiale tra la contessa e un'altra persona al di fuori del marito.
oltre alle difficoltà sul movente, gli investigatori non riescono a sciogliere un dubbio: come ha fatto l'assassino ad entrare in camera e a uccidere la contessa senza farsi vedere, all'andata e al ritorno?
questo perchè quella mattina la villa non era deserta:
c'erano in corso, sin da quelle ore, i preparativi per una festa serale, quella del decimo anniversario di nozze tra la contessa e il marito.
il marito, il costruttore pietro mattei, era a lavoro.
ma in villa c'erano le due figlie della vittima, una cameriera, due domestici e quattro operai.
è semplice: qualcuno che conosceva bene la villa.
si appuntano i sospetti su due individui: un filippino licenziato alcuni mesi prima dalla vittima(lavorava in villa come cameriere) e il figlio dell'insegnante di inglese delle figlie della contessa.
ma entrambi vengono scagionati con certezza alle prove del DNA.
il caso sembra chiuso e pietro mattei stanzia una taglia di 500 milioni per convincere chi sa del delitto a parlare con gli inquirenti che se ne occupano.
emerge però anche un'altra pista, molto interessante:
tra le prime persone ad accorrere sul luogo del delitto, ancor prima degli investigatori, c'è una persona che ricopre un ruolo istituzionale tutt'altro che trascurabile in quel momento.
è il dirigente del SISDE, il servizio segreto civile italiano.
si chiama finocchi ed è molto amico di pietro mattei, il marito della contessa, ed è stato sempre un assiduo frequentatore della villa all'olgiata.
finocchi, però, in quel momento, era nell'occhio del ciclone: è sospettato di aver sottratto ingenti somme miliardarie alle casse del sisde, e di averle depositata su un conto corrente occulto, all'estero.
è la famosa indagine sui fondi neri del sisde, che coinvolge anche il quirinale, riguarda molti dirigenti delle istituzioni dello Stato ed è una delle vicende di cronaca più importanti degli anni '90 sui retroscena del mondo dei servizi segreti italiani.
cosa c'entra, però, tutto questo con il delitto dell'olgiata?
la contessa e il marito sono molto ricchi, ma indagando su alcuni loro conti correnti in banche svizzere gli inquirenti scoprono depositi finanziari per cifre miliardarie incredibili. cifre di sicuro superiori ai loro introiti personali.
vuoi vedere allora che tutti i miliardi del sisde sottratti da finocchi venivano da lui stesso indirizzati sui conti correnti in svizzera della contessa e del marito, visto che finocchi li conosceva bene, si fidava di loro ed era loro amico?
gli investigatori pensano quindi che l'omicidio sia da collegare ai fondi neri spariti, a quei conti correnti e ritiene finocchi potenziale autore dell'omicidio per motivi legati a questa pista.
ma nel giro di pochi anni tutto il nuovo filone dell'inchiesta si svuota.
l'indagine viene archiviata e riaperta più volte; l'ultima alcuni mesi fa.
la figlia di ornella muti, naike rivelli, dichiarò di avere alcune informazioni da dare agli investigatori sul caso.
in realtà niente di nuovo: cose che già si sapevano.
a far riaprire per l'ennesima volta l'indagine è stato il tentativo di utilizzare le nuove tecniche scientifiche sul DNA per ristudiare le tracce ematiche sul posto dell'omicidio e ricavarne nuovi indizi utili e definitivi. |
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