McFly85
 Reg.: 05 Set 2005 Messaggi: 46 Da: napoli (NA)
| Inviato: 25-09-2005 11:57 |
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I responsabili del portale Yahoo! hanno serenamente dichiarato di avere fornito al governo cinese le informazioni che hanno contribuito ad identificare, far arrestare e condannare a dieci anni di carcere Shi Tao.
Shi Tao è un giornalista cinese che ha diffuso la circolare riservata con cui il governo di Pechino ogni anno invita (obbliga) i mezzi di informazione locali a evitare qualsiasi riferimento alla rivolta e alla strage di Tien An Men del 1989.
Si tratta di un evento gravissimo che rischia di diventare un precedente pernicioso per Yahoo! stesso e per i soggetti analoghi che ambiscono a conquistare mercati lucrosi come quello cinese, e che per perseguire tali obiettivi non esitano a genuflettersi di fronte a regimi dittatoriali che calpestano i più elementari diritti umani.
A tale proposito ricordo che Microsoft ha recentemente realizzato in Cina il servizio MsnSpaces, che consente di creare blog ma solo se privi di parole chiave come "libertà", "democrazia", "Tienanmen", "diritti umani", "Dalai Lama".
La reazione(da repubblica.it):
i gruppi di difesa dei diritti umani si dividono sul da farsi. La condanna è unanime, è chiaro. Ma la reazione sembra più flebile che in passato.
Al che qualcuno, come Reporters sans frontières, denuncia un doppio standard: "Si tende a credere che le compagnie della new economy siano più "simpatiche" ed etiche delle altre, ma non è così". Un'accusa che sia Amnesty International che Human Rights Watch smentiscono: "Il caso del cronista Shi Tao ha per noi una priorità assoluta. Forse dobbiamo solo cominciare a pubblicizzare meglio la nostra attività".
L'opinione pubblica più arrabbiata sembra essere quella italiana, con i membri di Magistratura Democratica che daranno l'esempio non servendosi più delle mailing list di Yahoo! mentre l'associazione Peacelink chiede ai dipendenti italiani del provider di dissociarsi e offre una casella di posta elettronica gratuita in sostituzione di quella della compagnia californiana.
Nel resto del mondo lo sdegno resta, per lo più, teorico. "Le associazioni tradizionali - ammette da Parigi Julien Pain, responsabile internet di Rsf -, abituate a compagnie ree di sfruttamento di bambini o di danno ambientale tendono a non attivarsi quando si tratta di dot. com, con la loro aura di giovanilismo e pulizia". Anche se il loro scopo è identico alle altre: fare soldi. Un obiettivo che, nella Cina in turbo-crescita con solo l'8% della popolazione online ma dove entro il 2009 è atteso il sorpasso sugli internauti statunitensi, sul web è particolarmente realistico. Rsf ha scelto quindi di usare proprio la leva economica: spingere sugli azionisti, i grossi fondi di investimento, perché "insegnino" a Yahoo! una maggior sensibilità.
_________________ Ehi tu, porco, levale le mani di dosso! |
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