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Autore TERRORISTI: non esistono, non hanno soldi, sono disorganizzati, ma adesso producono anche DVD
Tenenbaum

Reg.: 29 Dic 2003
Messaggi: 10848
Da: cagliari (CA)
Inviato: 26-05-2004 10:07  
Il sangue degli italiani nei video venduti al suq
L’assedio di Nassiriya nel dvd del gruppo di Al Sadr. La razzia dei ribelli: munizioni, jeep e lanciamissili
DAL NOSTRO INVIATO
NASSIRIYA - Il film del sangue italiano si vende in dvd. Sulle bancarelle del suq di Nassiriya costa due dollari. È l’assedio al palazzo della Cpa, il governo provvisorio della provincia, visto dall’altra parte, quella dei miliziani dell’esercito del Mahdi. Sullo schermo compaiono le date della battaglia, 14, 15 e 16 maggio. Si vedono centinaia di guerriglieri fedeli a Moqtada Al Sadr percorrere le strade deserte della città.

Il Dvd di Nassiriya clicca su una foto

Ballano, cantano inni ad Alì e a Hussein, i primi martiri sciiti. Poi girano l’angolo e sparano. Bersagli sono i soldati italiani. Un miliziano si inginocchia e lancia un razzo Rpg. La fiammata lo sbilancia, ma la risposta arriva quando si è già riparato dietro l’angolo. Un altro, appostato su un balcone, si sporge per scaricare le raffiche di una mitragliatrice a nastro. Altri due guerriglieri, in una stradina stretta tra muri alti, montano un mortaio e lanciano sei granate una dietro l’altra. Senza neppure aggiustare il tiro. Un bambino con il Kalashnikov tra le braccia intona con gli adulti che gli stanno attorno: «Siamo il popolo iracheno. Siamo il popolo del Mahdi, il popolo di Al Sadr». Non avrà più di 9 anni.

Il filmato si vende in coppia con l’ultimo discorso del leader locale del movimento di Al Sadr, lo sceicco rapato e dalla barbetta nera Aws Al Kafaji. Propaganda per reclutare altri combattenti. Minacce per impressionare i simpatizzanti dei partiti rivali. Nel dvd un miliziano urla contro un civile che si sporge tra le piante del giardino: «Nasconditi, codardo. Se anche un solo colpo partirà contro di noi, ti raderemo al suolo la casa».

«Lo scopo di questi filmati - dice il nuovo portavoce del contingente italiano, capitano Ettore Sarli - è di enfatizzare davanti alla loro opinione pubblica capacità militari ben superiori di quelle che effettivamente hanno». Il video dei combattimenti raggiunge il suo scopo. Con una zoomata tremolante, mostra sul tetto della Base Libeccio una sagoma con l’elmetto. La luce è quella fosca del mattino. L’ombra quella di un soldato italiano di guardia. A credere alla scritta che scorre sulle immagini è l’alba di domenica 16 maggio. Il giorno che si chiuderà con la morte di Matteo Vanzan, il lagunare ucciso da una granata di mortaio per difendere proprio quella postazione.

Lo sceicco Aws Al Kafaji ha mantenuto la promessa fatta venerdì scorso ai suoi seguaci. Durante una preghiera di piazza a Nassiriya che l’intelligence italiana nega sia mai avvenuta. «Abbiamo filmato la battaglia - si sente Al Kafaji declamare -: tutti potranno vedere gli italiani scappare come donnicciole urlanti. Un qualunque ragazzino di Nassiriya è più coraggioso di loro. Noi stiamo combattendo pronti a sacrificare noi stessi. Essi combattono solo per rimanere vivi». Probabilmente ha ragione. E non c’è nulla di cui vergognarsi.

Il film mostra quello che non vorremmo vedere. Ci possono essere interpolazioni. Il montaggio potrebbe non essere sempre fedele. Ma il sangue di Matteo Vanzan è sul pavimento della Base Libeccio, dov’è stato a lungo dopo la sua morte. Il film mostra la macchia calpestata dai miliziani festanti per la conquista della palazzina. Nel cortile della Libeccio sull’Eufrate ci sono ancora intatti due gipponi italiani (Vm Torpedo). È notte. La telecamera gira con l’intensificatore di luce. I guerriglieri setacciano l’edificio, raccolgono i cilindri dei moderni missili Milan (si spera vuoti) e cassette ancora sigillate piene di proiettili per mitragliatrice pesante lasciati nella fretta dell’evacuazione. Quindi danno fuoco alle jeep. È il culmine della festa per l’esercito del Mahdi. I Vm sembrano integri, ma si vede l’alloggiamento della radio spoglio. E, secondo le procedure, dovrebbero essere state rese inutilizzabili. L’effetto è comunque spettacolare ed esaltante per i ribelli. Sono le ultime sequenze. Il filmato venduto su dvd si chiude così, con il rogo delle jeep.

Di lì a poco sarebbe arrivato un aereo britannico Ac130 Spectre, una cannoniera volante, guidato da un elicottero (sempre britannico) per l’individuazione dei bersagli. E avrebbe risolto la battaglia a nostro favore. I bombardamenti e le vittime tra i guerriglieri non sono ovviamente mostrate.

«Gli informatori che abbiamo tra gli italiani - si vanta nel secondo dvd lo sceicco Aws Al Kafaji - ci riferiscono di 20 loro morti». Al Kafaji deraglia nella mistificazione: «Hanno dato fuoco ai loro feriti e hanno chiesto ai loro interpreti di avvertirli quando saremmo arrivati. In modo da poter scappare in tempo. Il combattimento non è tra uguali - ammette lo sceicco -. Ma abbiamo dimostrato di saper mettere in fuga anche un grande Paese come l’Italia. Sappiamo che sono in corso trattative segrete per il loro ritiro dall’Iraq. Che facciano in fretta. La prossima battaglia li schiacceremo». Lo sceicco mescola ad arte verità ed esagerazioni. Non aveva bisogno di informatori. Bastava essere sull’autostrada diretta in Kuwait il 10 maggio: in viaggio c’erano decine di tir carichi di cingolati italiani. «Ci sarà una manifestazione contro il nuovo capo della polizia - annuncia lo sceicco -. Qualche iracheno la vorrà pacifica. Ma noi dimostreremo che ormai le armi sono molto più efficaci delle parole». È l’appuntamento per la prossima battaglia.

Andrea Nicastro

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