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Autore ALLUVIONE A CARRARA
Monkey

Reg.: 02 Feb 2003
Messaggi: 686
Da: carrara (MS)
Inviato: 25-09-2003 12:17  
CARRARA — Un centro da day after. Strade trasformate in litorali, il fiume che per la prima volta ha mostrato un volto finora ignoto ai carraresi. Paura, sgomento, panico, disperazione. Tanta la solidarietà degli abitanti, ma tanta anche la rabbia. Se appena finito il nubifragio tutti sono scesi sulla strada per aiutare a spalare fango, a ripulire scantinati, a salvare il salvabile, unanime è stato il coro della protesta. «Qua non si vede nessuno»: in testa a tutti Enrica Battani, già attiva nel Comitato Sos Carrara che da sempre si batte per la difesa della via Carriona. «Sono stata tutta la notte sveglia. Ero impotente alla finestra a vedere la marea di detriti che si portava via le nostre auto. Sentivo le urla dei vicini, di chi non ha avuto tempo di raggiungere un tetto. Di chi si vedeva la moglie portare via dalla forza devastatrice delle acque. E' stato terribile. Per tutta la notte e la mattina successiva ho spalato fango. La sensazione che abbiamo tutti è quella della solitudine. Dove sono le forze dell'ordine, gli addetti ai lavori?».
140 millimetri di acqua che hanno messo in ginocchio l'intero territorio comunale e trasformato la via Carriona in uno spettacolo di fantascienza. Appena terminata la furia dell'accqua, da lontano intorno all'1 di notte echeggiavano le sirene del 118 che facevano la spola per portare all'ospedale i 70 feriti. La strada in un silenzio spettrale si leccava le ferite: i primi bilanci fra le lacrime di chi aveva perso la moglie, di chi cercava di raggiungere i propri cari, di chi ancora non riusciva a rendersi conto dell'accaduto. Così Andrea Cargiolli che urlava contro la furia delle acque che gli avevano strappato dalle mani la cara Idina. Una cinquantina di auto accatastate al centro della strada trascinate dalla furia di un torrente che da cinquant'anni non faceva parlare di sé hanno formato una specie di diga che ha impedito alle acque di defluire. Il resto lo hanno fatto i grossi tronchi e blocchi di marmo che dal monte sono stati trascinati a valle devastando e portando rovina ovunque.
Tutti gli addetti ai lavori hanno trascorso l'intera nottata impegnati nei soccorsi. Evidentemente si tratta della classica coperta troppo corta. Le forze erano quelle e le richieste del tutto superiori. Una città che ha dimostrarto di avere nervi d'acciaio anche di fronte all'inadeguatezza delle forze. Sicuramente impreparati a una calamità di tal genere, istituzioni e forze dell'ordine ce l'hanno messa tutta per far fronte alla miriade di richieste. E dove non è arrivato nessuno si è messa in moto la macchina della solidarietà.
«La colpa è tutta della marmettola — accusa Roberto Cordiviola abitante di via Carriona —. La pioggia porta nel fiume detriti che se nessuno rimuove stagnano fino all'esondazione».
Dopo il momento critico, durato circa due ore, il bilancio.
Venticinque gli evacuati trasferiti dal Comune alla Turimar, ma il numero di coloro che hanno lasciato la propria abitazione temendo frane e pericolo per lesioni è molto più alto. Abbandonati gli appartamenti di via Don Minzoni dove ilmonte incombe sulle case.
Se in via Carriona si sentono abbandonati, non da meno a Carrara est, dove i negozianti sono stati per l'intera nottata ad asciugare locali e fondi. Danni incalcolabili alle strutture e alle riserve dei magazzini. Così Anna Cagnoni, del Pic Nic di via Verdi: «Il negozio è stato letteralmente coperto di fango. Entrava acqua da tutte le porte. Non sapevo più come arginarla. La paura mi ha dato la forza di non arrendermi. Inutili le chiamate a chi era già impegnato in altri soccorsi. Mi domando quale sia il livello del sistema fognario. Alle 21 il negozio era già completamente allagato. In quarant'anni di questa attività non era mai successa una cosa simile».


Solidarietà...
Questo è quanto...

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"Mi chiamo Guybrush Treepwood e sono un temibile pirata!"

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