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Autore LA DIVISA E IL NEMICO PUBBLICO
Julian

Reg.: 27 Gen 2003
Messaggi: 6177
Da: Erbusco (BS)
Inviato: 10-05-2006 09:25  
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In data 2006-05-09 20:57, RICHMOND scrive:
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In data 2006-05-09 20:14, Julian scrive:
Richmond il problema non sta nel "perchè" quei militari fossero andati in guerra. E' quasi scontato che le motivazioni economiche fossero prevalenti (tu ci vai a rischiare la vita se non ti pagano bene?? Io non ci vado manco se mi pagano, figurati te...).
Il problema sta nel perchè quei militari sono in Iraq, in Afghanistan etc.. e di questo non si parla mai. Cioè, le azioni di una singola persona sono determinate da dettami di carattere economico e quelle di intere nazioni e di apparati statali no??
Ma stiamo scherzando??
Ecco, iniziamo con il rispondere a questa domanda: perchè mandano i nostri miliari in guerra? In Tv e sui giornali non se ne parla mai (e te credo, chi possiede i giornali è anche chi ha in qualche modo interessi in queste missioni di "pace"). Secondo te Richmond, perchè??




ma infatti...è proprio li il punto. Tutti sappiamo che chi va in guerra giustamente vuole anche esere pagato.ma perchè? Nell'ottocento non era così. nemmeno ai tempi dell'antica Roma. Perchè all'epoca si andava in guerra per amore dell patria o per sentimenti comuni e collettivi di libertà e ideali politici e tici. ma oggi no.
Bene....allora c'è da chiedersi: è colpa dei carabinieri se oggi questi sentimeni sparicono e lasciano lo spazio solo ai soldi?
Ovviamente NO. come tu dici...il tutto parte dalle stesse istituzioni statali: ci sono dietro interessi econmici. interessi economici internazionali che, purtroppo (come ho detto nel primo post) avvantaggiano tutti noi e quindi non ci sentiamo (un po' ipocritamente) di condannare in pieno.
Lo sviluppo moniale passa anche attraverso queste guerre, questi rigiri economici.
I carabinieri non sono più "infami" di ognuno di noi che tra giovamento dal petrolio che ci arriva proprio da quelle guerre.
Penso che su questo siamo daccordo tutti.
Resta solo il disappunto per il gesto compiuto allo tadio. Sempre più privo di significato, da amara ignoranza acida premeditazione. Un preludio al pregiudizio più totale in un mondo ormai privo i ideali.
lo ripeto: mi ferisc moltissimo dover criticare persone che vedo tutte le domeniche e che pr me spesso sono amici. Ma certe cose non le mando giu e suscitano in me amarezza.
Amarezza cui questo topic, coi suoi mille "perchè" che attorno gli gravitano, è tristemente dedicato.




Scusa Rich, probabilmente sono io che non riesco a spiegarmi, ma la tua risposta non c' azzecca molto con il mio post. Io respingo fortemente queste visioni "romantiche" e "passatiste". Anzi, dico che oggi in occidente viviamo di gran lunga la fase più brillante della storia umana, per quanto non si viva certo nell'oro e nella pace.
All'epoca romana l'economia si basava sullo schiavismo e sulla conquista di nuovi territori per costruire eserciti mercenari, quale amore per la "patria" (ammettendo che la patria esista..)? Nel Medioevo l'economia si basava sulla servitù delle Gleba e sullo sfruttamente contadino..è ovvio che quante più terre e contadini possedevi, tanto più eri forte e stabile. Le guerre le facevano per gli interessi della nobiltà, e finchè non c'è stata la rivoluzione francese è sempre stato così. Certo, poi ce la raccontano in modo edulcorato e romantico, ma la realtà dei fatti è molto diversa: la brutalità di quei periodi, il fatto di essere carne da macello etc.. sono dati obiettivi.
Da quando si è sviluppato il capitalismo la situazione soi è modificata: la necessità non è più quella di trovare schiavi e terre, ma di aprire nuovi mercati alle imprese del proprio paese. La necessità è quella di trovare nuove sfere di influenza per sottrarle ai propri concorrenti. Ecco perchè il capitalismo necessita di stati nazionali forti, uniti e sempre più grandi (l'UE??).
Nel corso dell'800' l'Europa era (per ovvi motivi) la massima potenza mondiale, Francia Spagna e soprattutto Inghilterra si spartivano il globo ed erano in possesso di vastissime aree d'influenza. Nel 900'sono emerse nuove potenze: il Giappone, gli USA e la Germania. L'emergere della Germania ha prodotto conseguenze catastrofiche (due guerre mondiali) ed ha "costretto" le potenze rivali europee a stringere accordi che hanno dato vita all'Unione Europea. Il 2000 incombe con nuove sfide, già d qualche anno sotto gli occhi di tutti: la Cina in primis, e poi l'India ed il Brasile. Un celebre economista americano ha scritto "Gli ultimi giorni dell' impero", parlando della fine "imminente" della supremazia Usa sul mondo. Il tempo sta dalla parte della Cina e dell'India, gli Usa possono solo cercare di "rallentarlo". E le guerra in Iraq ed Afghanistan sono un modo per fermare il tempo: gli Usa (e ovviamente l'Ue) mettono le mani sulle principali risorse energetiche del pianeta e costringono così i cinesi a fare i conti con loro.
Il terrorismo è l'arma che i petrolieri arabi (badate bene, da Bin Laden ai leader Palestinesi sono TUTTI soci o proprietari ultra-corrotti delle risorse petrolifere delle zone di propria competenza) usano per farsi valere in questa contesa internazionale. Non possono metterla su altri piani..non nè hanno la forza politica, economica, militare. Solo lo sfruttamento della credulità e della miseria delle popolazioni arabe consente loro di farsi sentire.
Ecco, in guerra ci si va per questi motivi.
Queste informazioni non sono il frutto di miei seghe mentali o di qualche rivelazione divina. Semplicemente io leggo l'Economist, il Financial Times, ho parlato con diverse persone che frequentano ambienti importanti.
Nessuno mette in discussione questo fatto: la guerra ed il terrorismo sono due faccie della stessa medaglia, sono un modo di combattere per mantenere il potere su certe fonti di profitto. Io quindi considero tanto gli Iraqeni uccisi quanto i nostri militari vittime di queste persone.
Il discorso che hai fatto tu, senza offesa, non c'entra proprio un cazzo.
_________________
Se nulla capivo, qui tu finalmente
nulla lasciavi germogliare sulla brulla,
paradossale, tra noi terra infondata,
dove sono i leoni, ammattiti e marroni
lasciando immaginare
la sposa occidentale.

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RICHMOND

Reg.: 03 Mag 2003
Messaggi: 13089
Da: genova (GE)
Inviato: 10-05-2006 10:57  
quote:
In data 2006-05-10 09:25, Julian scrive:



Scusa Rich, probabilmente sono io che non riesco a spiegarmi, ma la tua risposta non c' azzecca molto con il mio post. Io respingo fortemente queste visioni "romantiche" e "passatiste". Anzi, dico che oggi in occidente viviamo di gran lunga la fase più brillante della storia umana, per quanto non si viva certo nell'oro e nella pace.
All'epoca romana l'economia si basava sullo schiavismo e sulla conquista di nuovi territori per costruire eserciti mercenari, quale amore per la "patria" (ammettendo che la patria esista..)? Nel Medioevo l'economia si basava sulla servitù delle Gleba e sullo sfruttamente contadino..è ovvio che quante più terre e contadini possedevi, tanto più eri forte e stabile. Le guerre le facevano per gli interessi della nobiltà, e finchè non c'è stata la rivoluzione francese è sempre stato così. Certo, poi ce la raccontano in modo edulcorato e romantico, ma la realtà dei fatti è molto diversa: la brutalità di quei periodi, il fatto di essere carne da macello etc.. sono dati obiettivi.
Da quando si è sviluppato il capitalismo la situazione soi è modificata: la necessità non è più quella di trovare schiavi e terre, ma di aprire nuovi mercati alle imprese del proprio paese. La necessità è quella di trovare nuove sfere di influenza per sottrarle ai propri concorrenti. Ecco perchè il capitalismo necessita di stati nazionali forti, uniti e sempre più grandi (l'UE??).
Nel corso dell'800' l'Europa era (per ovvi motivi) la massima potenza mondiale, Francia Spagna e soprattutto Inghilterra si spartivano il globo ed erano in possesso di vastissime aree d'influenza. Nel 900'sono emerse nuove potenze: il Giappone, gli USA e la Germania. L'emergere della Germania ha prodotto conseguenze catastrofiche (due guerre mondiali) ed ha "costretto" le potenze rivali europee a stringere accordi che hanno dato vita all'Unione Europea. Il 2000 incombe con nuove sfide, già d qualche anno sotto gli occhi di tutti: la Cina in primis, e poi l'India ed il Brasile. Un celebre economista americano ha scritto "Gli ultimi giorni dell' impero", parlando della fine "imminente" della supremazia Usa sul mondo. Il tempo sta dalla parte della Cina e dell'India, gli Usa possono solo cercare di "rallentarlo". E le guerra in Iraq ed Afghanistan sono un modo per fermare il tempo: gli Usa (e ovviamente l'Ue) mettono le mani sulle principali risorse energetiche del pianeta e costringono così i cinesi a fare i conti con loro.
Il terrorismo è l'arma che i petrolieri arabi (badate bene, da Bin Laden ai leader Palestinesi sono TUTTI soci o proprietari ultra-corrotti delle risorse petrolifere delle zone di propria competenza) usano per farsi valere in questa contesa internazionale. Non possono metterla su altri piani..non nè hanno la forza politica, economica, militare. Solo lo sfruttamento della credulità e della miseria delle popolazioni arabe consente loro di farsi sentire.
Ecco, in guerra ci si va per questi motivi.
Queste informazioni non sono il frutto di miei seghe mentali o di qualche rivelazione divina. Semplicemente io leggo l'Economist, il Financial Times, ho parlato con diverse persone che frequentano ambienti importanti.
Nessuno mette in discussione questo fatto: la guerra ed il terrorismo sono due faccie della stessa medaglia, sono un modo di combattere per mantenere il potere su certe fonti di profitto. Io quindi considero tanto gli Iraqeni uccisi quanto i nostri militari vittime di queste persone.
Il discorso che hai fatto tu, senza offesa, non c'entra proprio un cazzo.







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Aspetta....è vero quello che dici: al fatto che le guere siano mosse da interessi economici (la necessità di aprire gli orizzonti del mercato globale, ognuno attuando una spietata tattica di concorrenza politico economica che avvantggi la propria nazione sulle altre) c'ero arrivato anch'io.
E' vero anche quelo che dici riguardo al fatto che una volta si combattesse pr la nobiltà.
Però non dirmi che si combatteva solo per la nobiltà.
Le Crociate? Non dirmi che non erano mosse da certi ideali religiosi.
esattamente come i Kamikaze di oggi (non dico Bin Laden, sul quale sono d'accordo con te essere un simbolo del capitalismo e della corrruzione....dico se mai i kamikaze quelli veri, che si fanno saltare in aria).
Beh.....il discorso sulle guerre d'oggi è comunque quello.
E' ovvio che interesi economici comndati dall'alto i sono sempre stati.
La guerra è un modo estremo di cercare con la forza di realizzare interessi propri laddove è ovvio che non si può arrivare con un accordo.
Se un tempo era per accaparrarsi certi territori o, come dici tu, materia prima per lo schiavismo, oggi è per il petrolio e per altri sottoli fini politici.
Bene; ma i mezzi d'informazione sofisticati di adesso non ono certo quelli dell'epoca: adesso nessuno potrebbe farsi "abbindolare" dai paroloni di Bsh o Berlusconi. La parola "progetto di pace", presa isolatamente e non accompagnata da tnti bei bigliettoni, non indurrà mai nessun soldatpo sempice, o recluta, o ufficiale a fare domanda per scendere in guerra o in "missione di pace in Iraq". Le cose sono, oggi, sotto gli occchi di tutti, è difficile plagiare la gente.
Ma all'epoca accadeva. Cos'nbaccadeva che la nobiltà faceva nascere conflitti la cui risoluzione srebbe andata a proprio vantaggio, plagiando gli eserciti e facendo credere loro ch dietro ci fossero "nobili ideali". E all'epoca, dove gli interessi economici che derivavano dalle guerre avantaggiavano SOLO la nobiltà (e non come oggi, dove se scoppia una guerra per il petrolio e si risolve a favore del nostro Stato...alla fine, per quanto ingiusto, abbiamo TUTTI da guadagnarci...), la fede religiosa o politica o di semplici ideali rea raicata nei soldati, che scendevano in guerra convinti di andarci per combattere in virtù di certi ideali.
Non so se è chiaro questo discorso.
Non penso die ssere andato off topic. Semplicemente il discorso è molo complesso si dirama in migliaia di altri. E' difficile giungere a capo di una conclusione.
Ma sei daccoro con questo ragionamento?

_________________
PREZIOSI: SON TRE ANNI CHE SEI QUI E GIOCHIAMO IN SERIE C

[ Questo messaggio è stato modificato da: RICHMOND il 10-05-2006 alle 10:58 ]

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Julian

Reg.: 27 Gen 2003
Messaggi: 6177
Da: Erbusco (BS)
Inviato: 10-05-2006 12:16  
Forse son stato io a fraintenderti. Sono abbastanza d'accordo, tranne che su una cosa: oggi non c'è la consapevolezza del fatto che la guerra si faccia per gli interessi di una stretta minoranza della popolazione italiana.
Oggi si crede di andare in missione di pace perchè è giusto, perchè si porta la democrazia.
La popolazione è ancora molto "malleabile": in fin dei conti nessuno ti dice che si va in Iraq perchè si vuole avere un arma commerciale da usare contro le nuove potenze. Ti raccontano che ci sono i terroristi (gli stessi che l'occidente appoggiava 20 anni fa contro l'URSS, fra le altre cose) e che bisogna sconfiggerli. Certo, anche io sono contrario al terrorismo e penso che vada fermato. Ma penso anche che sia necessario comprendere perchè esiste il terrorismo.
Nessuno ci dice che in IRaq, in Palestina, in Afghanistan esistono i lavoratori dipendenti (che fanno la fame) e proprietari che dispongono di risorse enormi. Nessuno ti dice che le nostre imprese (le famose sette sorelle ma non solo) stringono accordi con questi terroristi tutt'ora (e poi li combattono su altri fronti). Si parla indistintamente di iraqeni, di Afghani, di palestinesi ed israeliani...come se fossero tutti uguali.
Vedi, non è interesse mio nè tuo combattere gli Iraqueni: è interesse della nostra "classe dominante" (so che è un termine antiquato, ma secondo me rende l'idea) combattere al fine di poter ottenere maggiori profitti dal petrolio in senso lato (anche nei rapporti con la Cina). Certo, anche noi abbiamo da guadagnarci in modo indiretto e quindi finchè non ci sarà questa consapevolezza ci schiereremo (parlo di "noi" riferendomi agli italiani) a fianco dei nostri "capi" contro i Cinesi, gli americani, i palestinesi.
I "padroni" di quei paesi hanno sempre dipinto l'occidente come il nemico invasore e sfruttano la miseria e la credulità della popolazione per farsi esplodere e quindi per i propri interessi; certo che i Kamikaze si fanno esplodere anche per il proprio sentimento religioso, ma non è questo sentimento che muove eserciti (servono miliardi di dollari -e di euro-per organizzare una guerra) e che crea conflitti.
Un cattolico ed un musulamano possono benissimo coesistere (lo hanno fatto per secoli)...il problema nasce quanto le opposte fazioni sul mercato mondiale ti presentano il cattolico o il musulmano come un nemico da combattere fomentando odio razziale e religioso.
_________________
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RICHMOND

Reg.: 03 Mag 2003
Messaggi: 13089
Da: genova (GE)
Inviato: 11-05-2006 12:33  
quote:
In data 2006-05-10 12:16, Julian scrive:
Forse son stato io a fraintenderti. Sono abbastanza d'accordo, tranne che su una cosa: oggi non c'è la consapevolezza del fatto che la guerra si faccia per gli interessi di una stretta minoranza della popolazione italiana.
Oggi si crede di andare in missione di pace perchè è giusto, perchè si porta la democrazia.
La popolazione è ancora molto "malleabile": in fin dei conti nessuno ti dice che si va in Iraq perchè si vuole avere un arma commerciale da usare contro le nuove potenze. Ti raccontano che ci sono i terroristi (gli stessi che l'occidente appoggiava 20 anni fa contro l'URSS, fra le altre cose) e che bisogna sconfiggerli. Certo, anche io sono contrario al terrorismo e penso che vada fermato. Ma penso anche che sia necessario comprendere perchè esiste il terrorismo.
Nessuno ci dice che in IRaq, in Palestina, in Afghanistan esistono i lavoratori dipendenti (che fanno la fame) e proprietari che dispongono di risorse enormi. Nessuno ti dice che le nostre imprese (le famose sette sorelle ma non solo) stringono accordi con questi terroristi tutt'ora (e poi li combattono su altri fronti). Si parla indistintamente di iraqeni, di Afghani, di palestinesi ed israeliani...come se fossero tutti uguali.
Vedi, non è interesse mio nè tuo combattere gli Iraqueni: è interesse della nostra "classe dominante" (so che è un termine antiquato, ma secondo me rende l'idea) combattere al fine di poter ottenere maggiori profitti dal petrolio in senso lato (anche nei rapporti con la Cina). Certo, anche noi abbiamo da guadagnarci in modo indiretto e quindi finchè non ci sarà questa consapevolezza ci schiereremo (parlo di "noi" riferendomi agli italiani) a fianco dei nostri "capi" contro i Cinesi, gli americani, i palestinesi.
I "padroni" di quei paesi hanno sempre dipinto l'occidente come il nemico invasore e sfruttano la miseria e la credulità della popolazione per farsi esplodere e quindi per i propri interessi; certo che i Kamikaze si fanno esplodere anche per il proprio sentimento religioso, ma non è questo sentimento che muove eserciti (servono miliardi di dollari -e di euro-per organizzare una guerra) e che crea conflitti.
Un cattolico ed un musulamano possono benissimo coesistere (lo hanno fatto per secoli)...il problema nasce quanto le opposte fazioni sul mercato mondiale ti presentano il cattolico o il musulmano come un nemico da combattere fomentando odio razziale e religioso.




bene....direi che abbiamo unito i due punti di vista. sono d'accordo su tutto.

_________________
L'amico Fritz diceva che un film che ha bisogno di essere commentato, non è un buon film . Forse, nella sua somma chiaroveggenza, gli erano apparsi in sogno i miei post.

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