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Autore Libero mercato: dottrina e realtà
Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 25-04-2005 19:33  
Terzo punto.
quote:
In data 2005-04-25 19:15, Tenenbaum scrive:


una cosa è regolamentare in mercato
ed il fine sarebbe quello di ridurre le ingiustizie o le interferenze da parte del potere economico




Lo Stato non regolamenta il mercato per ridurre le igiustizie.
Anche questo è del tutto falso.
Quando ,per usare le parole del Presidente del Consiglio, sostiene le imprese lo fa perchè queste siano competitive con il mercato della concorrenza.

Lo scopo è unicamente di natura economica e non certo per i diritti dei cittadini e tantomeno dell'ambiente.

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Tenenbaum

Reg.: 29 Dic 2003
Messaggi: 10848
Da: cagliari (CA)
Inviato: 25-04-2005 19:37  
quote:
In data 2005-04-25 19:25, Quilty scrive:
Quindi essere vincenti sul mercato comprende questo aspetto fondamentale che non può essere ignorato, ovvero
l'assistenzialismo statale


a volte ma non sempre
anzi forse nel minor numero dei casi

più che altro sono le banche quelle ci rimettono o guadagnano
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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 25-04-2005 19:38  
E infine l'ultimo punto.

quote:
In data 2005-04-25 19:15, Tenenbaum scrive:
ma perchè dai un'accezione negativa alla questione ?





Perchè se lo Stato si riduce esclusivamente a difendere le politiche di Confindustria e non quelle dei cittadini, il sistema che ne risulta è un socialismo di stato per ricchi,dove da una parte ci sono le grandi imprese protette dal mercato libero e sovvenzionate dai cittadini , e dall'altra ci sono i cittadini stessi che si vedono tagliare lo stato sociale.

Questo è chiamato neoliberismo, la strategia di difesa degli esclusivi interessi privati di una lobby di industriali a discapito della popolazione e a sopstegno unicamente di un numero limitato di grandi imprese.

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Tenenbaum

Reg.: 29 Dic 2003
Messaggi: 10848
Da: cagliari (CA)
Inviato: 25-04-2005 19:40  
quote:
In data 2005-04-25 19:33, Quilty scrive:
Terzo punto.
quote:
In data 2005-04-25 19:15, Tenenbaum scrive:


una cosa è regolamentare in mercato
ed il fine sarebbe quello di ridurre le ingiustizie o le interferenze da parte del potere economico




Lo Stato non regolamenta il mercato per ridurre le igiustizie.
Anche questo è del tutto falso.
Quando ,per usare le parole del Presidente del Consiglio, sostiene le imprese lo fa perchè queste siano competitive con il mercato della concorrenza.

Lo scopo è unicamente di natura economica e non certo per i diritti dei cittadini e tantomeno dell'ambiente.


forse mi sono espresso male

volevo dire che la legge dovrebbe permettere di concorrere senza che le regole siano stabilite da uno dei concorrenti
ma appunto questo è un limite derivante dalla comistione fra potere politico e quello economico
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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 25-04-2005 19:51  
quote:
In data 2005-04-25 19:40, Tenenbaum scrive:

forse mi sono espresso male

volevo dire che la legge dovrebbe permettere di concorrere senza che le regole siano stabilite da uno dei concorrenti
ma appunto questo è un limite derivante dalla comistione fra potere politico e quello economico




ullallà, Tenenbaum, guarda guarda.
La commistione tra potere politico e economico?
Ma pensa...
E dire che un utente come Gatsby ha asserito che questi due poteri sono perfettamente scissi e che la democrazia si esercita per delega tramite i nostri rappresentanti eletti ,ovvero i politici, che non hanno le mani in pasta con l'elite economica.

A quanto pare non è così, e la domanda seguente è: ma se c'è questo inciucio è più probabile che la politica sia lo specchio dei desideri di confindustria o dei cittadini elettori della democrazia?

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 25-04-2005 19:59  
quote:
In data 2005-04-25 19:37, Tenenbaum scrive:

a volte ma non sempre
anzi forse nel minor numero dei casi

più che altro sono le banche quelle ci rimettono o guadagnano




Nel minor numero dei casi?
Ma pensa...
E allora la notizia del Corsera di oggi che riporta che l'UE sta varando la possibilità di misure contro l'industria tessile cinese (e quindi contro il libero mercato della concorrenza)che cosa rappresenta?

Altro non è che un pesantissimo intervento statale a favore delle nostre imprese, senza il quale non riuscirebbero a sopportare la concorrenza della Cina sul tessile e a sopravvivere.

Ancora una volta l'assistenzialismo di stato è del tutto DETERMINANTE.
Il contrario di quello che dici.

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 25-04-2005 20:04  
Possibili restrizioni della Ue alla Cina Nove le categorie di prodotti tessili sotto esame.
Potrebbe scattare una procedure per ridurre i quantitativi esportati in Europa


BRUXELLES - Il commissario europeo Peter Mandelson non ha escluso il ricorso ad una procedura accelerata per imporre alla Cina restrizioni quantitative (o «misure di salvaguardia») alle sue esportazioni di prodotti tessili e di abbigliamento verso l’Europa. Sarà una task-force di esperti a condurre l'inchiesta.
NOVE CATEGORIE SOTTO ESAME - T-Shirt, pantaloni, ma anche camice, calze e calzini: sono queste alcune delle nove categorie di prodotti su cui Bruxelles intende avviare un'inchiesta per valutare la necessità di prendere misure dopo l'aumento delle importazioni dalla Cina seguite alla fine delle quote il primo gennaio scorso. La Commissione ha recepito la richiesta di Euratex per quanto riguarda sette prodotti su dodici inizialmente proposti. Si tratta di pullover (per i quali le importazioni cinesi hanno superato del 202% la soglia di allarme, pantaloni da uomo (275%), camicette (168%), calze e calzini (111%), cappotti da donna (103%), reggiseni (106%) e tessuto di lino (415%). A questi sette prodotti l’Esecutivo comunitario ha deciso di aggiungere altri due prodotti per i quali i dati mostrano un aumento delle importazioni cinesi allarmanti a partire dallo scorso 1 gennaio che sono t-shirt (157% oltre il livello d’allarme) e filo di lino (124%).

24 aprile 2005

Corriere della Sera

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Hamish

Reg.: 21 Mag 2004
Messaggi: 8354
Da: Marigliano (NA)
Inviato: 25-04-2005 20:14  
quote:
In data 2005-04-25 18:37, Quilty scrive:
quote:
In data 2005-04-25 17:13, Hamish scrive:
Si,ma queste dottrine si considerano superate da almeno 65 anni...




Superate da chi o da che cosa?

Le teorie neoclassiche ispirate ai principi di Smith sono state "sostituite" dopo la crisi del 1929 da una nuova teoria ispirata dall'economista Keynes che prevede un ruolo attivo dello Stato che ha ispirato del resto anche il new deal di Roosvelt.Ora non ho molto tempo per scendere nei dettagli,ma lo farò nei prossimi giorni...
_________________
IO DIFENDO LA COSTITUZIONE. FIRMATE.

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greenday2

Reg.: 02 Lug 2004
Messaggi: 1074
Da: reggio emilia (RE)
Inviato: 25-04-2005 20:56  
quote:
In data 2005-04-25 18:36, Quilty scrive:
Non lo dice affatto invece.
Parla proprio della mano invisibile perchè nessuno deve intervenire.L'unico intervento legittimo da parte dello Stato è quello di prelevare imposte dai guadagni privati degli individui in modo da poter garantire quei servizi pubblici che ridondano poi a beneficio di tutti e di ciascuno.


E' solo a queste condizioni che il mercato è giusto e equo.



[ Questo messaggio è stato modificato da: Quilty il 25-04-2005 alle 18:54 ]




A quanto pare o non l'hai letto oppure lo conosci per sentito dire. Smith dice A CHIARE LETTERE che lo stato non deve essere "Un lassiez faire" totale.

Mah.....

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 25-04-2005 21:31  
A CHIARE LETTERE?

Bene, allora attendo le testuali parole di Adam Smith.
Fammi sapere,eh!

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 25-04-2005 21:39  
quote:
In data 2005-04-25 20:14, Hamish scrive:
Le teorie neoclassiche ispirate ai principi di Smith sono state "sostituite" dopo la crisi del 1929 da una nuova teoria ispirata dall'economista Keynes che prevede un ruolo attivo dello Stato che ha ispirato del resto anche il new deal di Roosvelt.Ora non ho molto tempo per scendere nei dettagli,ma lo farò nei prossimi giorni...



Esattamente.
Ma dovrai però riconoscere la demagogia dei politici quando si appellano proprio al libero mercato, quando non c'è concetto più remoto di questo nell'attuale panorama economico.
Notizia di oggi è che i fondi della UE (soldi dei cittadini ovviamente) serviranno a ripianare il debito di Alitalia

http://www.repubblica.it/2005/d/sezioni/economia/alibozza/alibozza/alibozza.html

E' un altro esempio di un pesante intervento statale e consiste nel socializzare le perdite dei privati.

Devi inoltre ammettere che Silvio Berlusconi ha fatto dell'assistenzialismo statale una battaglia da forsennato, dicendo peste e corna contro l'ìntervento dello Stato nell'economia.
La realtà è che il Sistema si regge proprio su questo assistenzialismo, senza il quale le grandi concentrazioni economiche verrebbero spazzate via in un solo colpo.

Inoltre dovresti valutare gli effetti di questo sistema:altro non è che un socialismo di stato per ricchi, e considerare anche la dottrina attualmente vigente, il neoliberismo, che consiste nelle privatizzazioni.


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Tenenbaum

Reg.: 29 Dic 2003
Messaggi: 10848
Da: cagliari (CA)
Inviato: 25-04-2005 21:48  
quote:
In data 2005-04-25 19:59, Quilty scrive:
quote:
In data 2005-04-25 19:37, Tenenbaum scrive:

a volte ma non sempre
anzi forse nel minor numero dei casi

più che altro sono le banche quelle ci rimettono o guadagnano




Nel minor numero dei casi?
Ma pensa...
E allora la notizia del Corsera di oggi che riporta che l'UE sta varando la possibilità di misure contro l'industria tessile cinese (e quindi contro il libero mercato della concorrenza)che cosa rappresenta?

Altro non è che un pesantissimo intervento statale a favore delle nostre imprese, senza il quale non riuscirebbero a sopportare la concorrenza della Cina sul tessile e a sopravvivere.

Ancora una volta l'assistenzialismo di stato è del tutto DETERMINANTE.
Il contrario di quello che dici.



è un argomento interessante
a Striscia la notizia hanno fatto vedere Beppe Grillo (unico programma che trasmette gli spettacoli e le dichirazioni dello stesso) in cui praticamente dava la risposta al quesito

praticamente non si devono porre dei dazi piuttosto che altri vincoli ma si devono esportare dall'europa i diritti (dei lavoratori)

non è corretto che tu parli di libera concorrenza fra due mercati che non sono paragonabili per condizioni di produzione
questa non si può considerare libera concorrenza

l'ho già scritto varie volte
lo sfruttamento dei lavoratori non può continuare all'infinito
le condizioni contrattuali dei lavoratori diverranno pian piano uguali a quelle dei paesi occidentali
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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 25-04-2005 22:01  

Ma quello che dici è fuori da ogni corrispondenza con la realtà!

Primo perchè l'UE vuole imporre dei dazi.
L'abbiamo letto.
Secondo perchè la libera concorrenza è libera solamente se non c' un sistema di protezionismo, come la Ue vuole invece installare.

E in ultimo luogo non so cosa intendi per condizioni di produzione, ma se ti riferisci allo sfruttamento cinese del lavoro, ti ricordo che le nostre multinazionali operano allo stesso modo.
L'abbiamo già detto che la scorsa settimana la Nike ha ammesso di avere 120 e rotti stabilimenti proprio in Cina.

Le condizioni dei lavoratori si avvicinano a quelle della Cina,perchè la manodopera si sposta da quelle parti e lo fanno tutti.
Ma questa ancora una volta è la conseguenza della liberalizzazione del capitale nonchè dottrina neoliberista.

[ Questo messaggio è stato modificato da: Quilty il 25-04-2005 alle 22:02 ]

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 25-04-2005 22:11  
quote:
In data 2005-04-25 19:51, Quilty scrive:
quote:
In data 2005-04-25 19:40, Tenenbaum scrive:

forse mi sono espresso male

volevo dire che la legge dovrebbe permettere di concorrere senza che le regole siano stabilite da uno dei concorrenti
ma appunto questo è un limite derivante dalla comistione fra potere politico e quello economico




ullallà, Tenenbaum, guarda guarda.
La commistione tra potere politico e economico?
Ma pensa...
E dire che un utente come Gatsby ha asserito che questi due poteri sono perfettamente scissi e che la democrazia si esercita per delega tramite i nostri rappresentanti eletti ,ovvero i politici, che non hanno le mani in pasta con l'elite economica.



Mi ricordo la questione , non dissi così, ti prego di ricontrollare il topic dal quale hai tratto questa intepretazione (non mi ricordo quale fosse sennò lo farei io).
_________________
Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 25-04-2005 22:56  
Io ti ho fatto questa domanda:

Sei pregato gentilmente di giustificare la tua affermazione secondo la quale il potere economico non coincide con il potere delegato.
E' una frase che non capisco.
Qualcuno deve comandare . Comandano i cittadini o un'élite economica?


--------------------------------------------------------------------------------
E tu hai risposto così:

Giustificare?Ma che siamo a scuola? .

Comunque sia era una sintesi per far capire che sia che si pensi che il potere reale sulle grandi questioni ce l'abbia chi detiene quello economico, che non lo si pensi, le due figure non coincidono.
I grandi "detentori di ricchezza" sempre che vogliano influire sulla politica devono affidarsi a politici veri e propri,ovvero ad altra che ha cercato e trovato il potere. Anche se poi sono semplici marionette.
-----------------------------------
Hai detto che le figure non coincidono.
Se lo intendevi nel senso che i politici non sono gli imprenditori hai perfettamente ragione (escludendo Berlusconi ovviamente, che è sia l'uno che l'altro! e qualche altro caso raro).
Se lo intendevi come il fatto che il potere politico e quello economico non convergano ti stai sbagliando ,e basta osservare le politiche economiche che sono volte a proteggere le imprese più grandi dal libero mercato della libera concorrenza.
In questo topic ho portato come esempi i dazi della Ue e i suoi finanziamenti per salvare Alitalia, fatti recentissimi.
E' la fusione tra Stato e impresa che rende inscindibile questo legame.

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