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Autore problema libanese
xander77

Reg.: 12 Ott 2002
Messaggi: 2521
Da: re (RE)
Inviato: 19-02-2005 20:20  
quote:
In data 2005-02-19 17:28, greenday2 scrive:
Xander, capisco che per te, quando si oltre l'insulto da osteria, la situazione inizi a diventare complicata, e ti difendi dietro ai soliti berci, ma il mio pensiero si deduce facilmente dalle righe.

E' ora che il Libano torni indipendente!!!


Veramente è la prima volta che lo dici.
Sai, ogni volta che qualcuno prova a leggere fra le tue righe, di solito si vede replicare con un "non ho mai affermato questo".
Volevo andare sul sicuro.
Il Libano deve essere liberato, ok.
Quindi? Tutto qui?
_________________
"Quando sarò grande non leggerò i giornali e non voterò. Così potrò lagnarmi che il governo non mi rappresenta. Poi quando tutto andrà a scatafascio, potrò dire che il sistema non funziona e giustificare la mia antica mancanza di partecipazione"

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Chenowith

Reg.: 20 Lug 2004
Messaggi: 115
Da: Milano (MI)
Inviato: 19-02-2005 20:50  
Parlando da libanese mezzosangue, ho perso assolutamente ogni speranza

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greenday2

Reg.: 02 Lug 2004
Messaggi: 1074
Da: reggio emilia (RE)
Inviato: 19-02-2005 21:20  
quote:
In data 2005-02-19 20:50, Chenowith scrive:
Parlando da libanese mezzosangue, ho perso assolutamente ogni speranza




Alt ndò scappi!
Son molto curioso di sapere cosa ne pensi in merito, e credo che tu possa dirci molto su quella situazione!

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Chenowith

Reg.: 20 Lug 2004
Messaggi: 115
Da: Milano (MI)
Inviato: 20-02-2005 12:23  
quote:
In data 2005-02-19 21:20, greenday2 scrive:
quote:
In data 2005-02-19 20:50, Chenowith scrive:
Parlando da libanese mezzosangue, ho perso assolutamente ogni speranza




Alt ndò scappi!
Son molto curioso di sapere cosa ne pensi in merito, e credo che tu possa dirci molto su quella situazione!



Ok!
Anche se è una storia un po' lunga!
Mi chiamo Ismael e sono nato a Milano quasi 21 anni fa, da madre milanese-ungherese e padre libanese; ormai mi reputo un milanese "doc" (purtroppo ho anche l'accento milanese... ).
Cmq mio padre è arrivato qui a Milano con la sua famiglia verso la fine degli anni '70 ('79 mi pare), ha frequentato l'università qui in Italia e ha conosciuto mia madre: si sono poi sposati (in comune) ed è arrivato mio fratello (nell'84 sono arrivato anch'io e poi mia sorella).
La famiglia di mio padre è teoricamente musulmana, e molto teoricamente dovrei esserlo pure io.
Mia nonna è molto credente (ma non porta il velo), mentre mio nonno diciamo è molto + menefreghista: mio padre ha preso da lui, è molto secolarizzato, ogni tanto va in moschea, cerca (anche se talvolta fallisce) di rispettare il Ramadan, ma ogni tanto sbevazza pure lui
Io sono ateo/agnostico (da piccolo ho fatto un pò di Ramadan per compiacere la nonna, ma ho smesso da + di 10 anni), i miei genitori hanno deciso di farmi crescere in un ambiente sostanzialmente ateo (mia madre non è credente), con l'eventualità poi di scegliere personalmente la mia strada!
Cmq tornando al discorso riguardante il Libano: la famiglia di mio padre (poi sono arrivati anche cugini e parenti di ogni tipo), è arrivata qualche anno dopo l'inizio della guerra civile tra arabi e cristiano maroniti.
Ogni tanto mio padre e i miei nonni me ne parlano, mi sembra con molta tristezza. Il Libano negli anni '60 era noto come la Svizzera del Medio Oriente, era un paese ricco e felice, Beirut era una città splendida e assolutamente multiculturale. La guerra civile purtroppo ha scosso tutti gli equilibri...

CONTINUA (devo andare a mangiare)!

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Chenowith

Reg.: 20 Lug 2004
Messaggi: 115
Da: Milano (MI)
Inviato: 26-02-2005 19:00  
Eccomi, ho avuto un pò di problemi!

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Chenowith

Reg.: 20 Lug 2004
Messaggi: 115
Da: Milano (MI)
Inviato: 26-02-2005 19:06  
Cmq appena scoppiata la guerra civile i miei nonni si sono momentaneamente trasferiti (con tutta la famiglia) in Francia, poi sono tornati di nuovo in Libano e poi, a Milano!

Devo cmq sottolineare che questa guerra non è stata voluta da nessun membro della mia famiglia, da parte di padre dovrei avere qualche lontano discendente cristiano maronita, inoltre i miei famigliari hanno avuto sempre buoni rapporti con le altre minoranze etniche/religiose presenti all'interno del Libano; diciamo che la guerra che è scoppiata nel '75 li ha sorpresi e spiazzati notevolmente.

Personalmente non vedo l'ora che il Libano torni ad essere uno stato completamente indipendente, e NON uno stato fantoccio, sia nei confronti della Siria, sia nei confronti di Israele e della sua politica estera (e ci tengo a sottolinearlo, NON sono assolutamente antisemita e provo grande rispetto e ammirazione per la cultura ebraica).
Ma più ci penso e più mi convinco che forse una soluzione non si troverà mai, e che molto probabilmente non ci sarà mai pace in quell'area. Sarò fatalista, ma vedo ben poche speranze!

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xander77

Reg.: 12 Ott 2002
Messaggi: 2521
Da: re (RE)
Inviato: 26-02-2005 19:49  
Io sto ancora aspettando che Greenday, che ha aperto questo post, e che è fissato con l'"articolare" e l'"argomentare", ci illumini con il suo articolato e argomentato punto di vista sulla situazione.
Per ora siamo fermi, più o meno, alla conclusione che il Libano dovrebbe essere liberato.
Aspettiamo...
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"Quando sarò grande non leggerò i giornali e non voterò. Così potrò lagnarmi che il governo non mi rappresenta. Poi quando tutto andrà a scatafascio, potrò dire che il sistema non funziona e giustificare la mia antica mancanza di partecipazione"

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 26-02-2005 20:00  
Si,aspetta pure...il solito copia incolla!

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greenday2

Reg.: 02 Lug 2004
Messaggi: 1074
Da: reggio emilia (RE)
Inviato: 26-02-2005 21:09  
Uhm cosa vuoi che ti spieghi? Che ti racconti la storia del Libano?

Sei triste Xander...molto triste come persona....

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Chenowith

Reg.: 20 Lug 2004
Messaggi: 115
Da: Milano (MI)
Inviato: 27-02-2005 00:03  
Che ne so, se hai qualche curiosità, chiedimi pure

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greenday2

Reg.: 02 Lug 2004
Messaggi: 1074
Da: reggio emilia (RE)
Inviato: 27-02-2005 03:07  
quote:
In data 2005-02-27 00:03, Chenowith scrive:
Che ne so, se hai qualche curiosità, chiedimi pure



Io ho sempre sperato, in un Libano come primo paese dell'area "calda" (credo tutti sappiano qual'è no?) in cui si potesse realmente costruire una stato arabo democratico (molto prima della questione Iraq).

E' davvero cosi impossibile questa possibilità?
E' un peccato che questi fanatici hezbollah, abbiano per 20 anni e piu, frenato il possibile sviluppo "del porto" mediorientale!


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Hamish

Reg.: 21 Mag 2004
Messaggi: 8354
Da: Marigliano (NA)
Inviato: 27-02-2005 13:10  
quote:
In data 2005-02-18 16:16, honecker scrive:
Libano: un attentato come casus belli

venerdì, 18 febbraio 2005

L'immagine di Hariri diffusa dai "mezzi d'informazione" pare funzionale agli obiettivi di chi l'ha assassinato...


Per fare le sue guerre e convincere la sua opinione pubblica a pagarle, l’establishment Usa ha bisogno di creare un casus belli. Di solito, si tratta di un auto-attentato (da Pearl Harbour all’11 settembre) che mette la superpotenza nella parte dell’agnello aggredito dal nemico che vuole aggredire.
L’attentato a Rafik Hariri in Libano corrisponde al preliminare necessario per colpire la Siria, adombra Robert Fisk, l’inviato arabista più esperto dell’Independent (1). Anzitutto, Israele (che ha occupato parte del Libano per 24 anni) ha oggi bisogno più che mai di un Libano demilitarizzato e ventre molle, anche come spazio economico (e forse come pattumiera storica in cui gettare quel che resterà dei palestinesi). E’ molto sospetto che, subito dopo l’attentato (altamente sofisticato, al punto che gli attentatori hanno “bucato” le contromisure elettroniche che difendevano Hariri) Sharon abbia non solo accusato Damasco, ma intimato alla Siria un ultimatum impossibile: “porre termine all’occupazione siriana del Libano”; “chiudere le centrali del terrore a Damasco” e – soprattutto – “espellere le guardie rivoluzionarie iraniane”. Tale gruppo, dice Fisk, ha lasciato il Libano da 15 anni. Come nella favola di Fedro, superior stabat lupus, che accusò l’agnello a valle di intorbidargli l’acqua.
Va notato che l’attentato appare ben coniugato con le condizioni, preparate in anticipo sul piano internazionale, per mettere sotto accusa la Siria. Dal momento in cui Bush, con l’inconsueto appoggio di Chirac, si è procurato la risoluzione Onu 1559 del Consiglio di Sicurezza (che ingiunge alla Siria di ritirarsi dal Libano) il giovane e malfermo Assad di Damasco si è trovato nella posizione che fu di Saddam nel 2003: obbedisci all’Onu, altrimenti…
E subito sono cominciate le manovre, già sperimentate in Georgia e Ucraina, per “portare la democrazia” nel Paese dei cedri. Grazie alle imminenti elezioni in Libano, in cui candidati anti-siriani accusano i pro-siriani di preparare brogli, si sono buttate le basi per “spontanee manifestazioni” di piazza pro-democracy. Ma evidentemente non bastava. Occorreva il sacrificio di una figura vastamente rispettata come Hariri. Amico di Chirac, “amico dell’Occidente” e antisiriano, come viene dipinto. In realtà, un assai influente uomo di mediazione, del tipo che gli anglo-americani hanno interesse a far fuori proprio perché possono porsi su posizioni “terze”. A complicare la questione c’è il fatto, segnalato da Fisk, che Iyad Allawi, l’ex agente Cia messo dagli americani a governare l’Irak, è mezzo libanese per parte di madre (dell’autorevole famiglia sciita degli Osseiran) ed Hariri lo conosceva bene. Per queste vie parentali e tribali possono saldarsi alleanze non controllabili dagli Usa, e magari poco filo-americane.

Si ponga attenzione ad un’altra circostanza. Ammesso che la Siria avesse interesse a liquidare Hariri, aveva tutto l’interesse a farlo il più silenziosamente possibile. Invece il mega-attentato ha attratto su Damasco le deplorazioni del mondo: spettacolare e opportuno come un 11 settembre. Occasione perfetta per avviare “l’umiliazione della Siria e la demilitarizzazione libanese” che è nel “supremo interesse di Israele”, dice Fisk.
Ma è dubbio che “gli Usa possano agitare la spada contemporaneamente contro Iran e Siria allo stesso tempo, e ancor meno che possano scatenare un conflitto su due fronti dall’Irak, mentre si levano nel panorama mondiale rischi sottovalutati come la Corea del Nord”: questa è la valutazione finale, giudiziosa, dei servizi segreti elvetici (2). Invece di un Libano “democratico” e disarmato amico di Israele, rischiano di trovarsi un Libano caotico, campo di scontri tra le infinite milizie degli anni ’70 e percorso da provocazioni indecifrabili; prospettiva per scongiurare la quale la Siria può perfino “consolidare la sua presenza in Libano”, anziché ritirarsene. Da cui il razionale consiglio al Dipartimento di Stato di “andarci piano con le pressioni su Damasco, per non dover scoprire che il Libano, sede di tante prese di ostaggi nei decenni passati, è esso stesso un ostaggio”. Ma negli Usa al Dipartimento di Stato c’è Condoleezza Rice, e al Pentagono comandano i neocon. Il contrario della razionalità.








[ Questo messaggio è stato modificato da: honecker il 18-02-2005 alle 18:17 ]

[ Questo messaggio è stato modificato da: honecker il 18-02-2005 alle 18:22 ]

Come si fanno a prendere sul serio queste vaccate?!E poi dicono di non essere anti americani..
_________________
IO DIFENDO LA COSTITUZIONE. FIRMATE.

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 27-02-2005 13:35  
Guarda che Robert Fisk ,che in questo articolo viene citato, è un giornalista dell'independent veramente ottimo.
Quello che la propaganda sta cercando di fare adesso è cercare un altro pretesto per poter attaccare anche la Siria.
Attentato in Libano? E' stata la Siria.
kamikaze in una discoteca a isralele? E' stata la Siria.
Come sottolineato giustamente nell'articolo, la Siria ,che è sotto il mirino dell'amministrazione Bush e indicata da qualche anno come "stato canaglia" , ha tutti i motivi per mantenere assolutamente un profilo basso.
Non ha nessun deterrente nucleare per poter scongiurare un attacco.
Anche un bambino lo capirebbe.
Se sei preso di mira,non ti metti a fare il matto attentando i tuoi vicini e fornendo il pretesto per poterti venire a distruggere.
E' invece scopo della propaganda costruire un casus belli,come face con l'Iraq ,e ci riuscì perfettamente. La gente credeva alla propaganda ,con le conseguenze che tutti abbiamo sotto gli occhi ora.

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 27-02-2005 13:51  
Creare un casus belli è uno stratagemma vecchio come il mondo.
L'ottimo articolo di Umberto Eco (qui) meriterebbe qualche riflessione.

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honecker

Reg.: 31 Gen 2005
Messaggi: 626
Da: Pankow (es)
Inviato: 27-02-2005 15:03  
quote:
In data 2005-02-27 13:10, Hamish scrive:
quote:
In data 2005-02-18 16:16, honecker scrive:
Libano: un attentato come casus belli

venerdì, 18 febbraio 2005

L'immagine di Hariri diffusa dai "mezzi d'informazione" pare funzionale agli obiettivi di chi l'ha assassinato...


Per fare le sue guerre e convincere la sua opinione pubblica a pagarle, l’establishment Usa ha bisogno di creare un casus belli. Di solito, si tratta di un auto-attentato (da Pearl Harbour all’11 settembre) che mette la superpotenza nella parte dell’agnello aggredito dal nemico che vuole aggredire.
L’attentato a Rafik Hariri in Libano corrisponde al preliminare necessario per colpire la Siria, adombra Robert Fisk, l’inviato arabista più esperto dell’Independent (1). Anzitutto, Israele (che ha occupato parte del Libano per 24 anni) ha oggi bisogno più che mai di un Libano demilitarizzato e ventre molle, anche come spazio economico (e forse come pattumiera storica in cui gettare quel che resterà dei palestinesi). E’ molto sospetto che, subito dopo l’attentato (altamente sofisticato, al punto che gli attentatori hanno “bucato” le contromisure elettroniche che difendevano Hariri) Sharon abbia non solo accusato Damasco, ma intimato alla Siria un ultimatum impossibile: “porre termine all’occupazione siriana del Libano”; “chiudere le centrali del terrore a Damasco” e – soprattutto – “espellere le guardie rivoluzionarie iraniane”. Tale gruppo, dice Fisk, ha lasciato il Libano da 15 anni. Come nella favola di Fedro, superior stabat lupus, che accusò l’agnello a valle di intorbidargli l’acqua.
Va notato che l’attentato appare ben coniugato con le condizioni, preparate in anticipo sul piano internazionale, per mettere sotto accusa la Siria. Dal momento in cui Bush, con l’inconsueto appoggio di Chirac, si è procurato la risoluzione Onu 1559 del Consiglio di Sicurezza (che ingiunge alla Siria di ritirarsi dal Libano) il giovane e malfermo Assad di Damasco si è trovato nella posizione che fu di Saddam nel 2003: obbedisci all’Onu, altrimenti…
E subito sono cominciate le manovre, già sperimentate in Georgia e Ucraina, per “portare la democrazia” nel Paese dei cedri. Grazie alle imminenti elezioni in Libano, in cui candidati anti-siriani accusano i pro-siriani di preparare brogli, si sono buttate le basi per “spontanee manifestazioni” di piazza pro-democracy. Ma evidentemente non bastava. Occorreva il sacrificio di una figura vastamente rispettata come Hariri. Amico di Chirac, “amico dell’Occidente” e antisiriano, come viene dipinto. In realtà, un assai influente uomo di mediazione, del tipo che gli anglo-americani hanno interesse a far fuori proprio perché possono porsi su posizioni “terze”. A complicare la questione c’è il fatto, segnalato da Fisk, che Iyad Allawi, l’ex agente Cia messo dagli americani a governare l’Irak, è mezzo libanese per parte di madre (dell’autorevole famiglia sciita degli Osseiran) ed Hariri lo conosceva bene. Per queste vie parentali e tribali possono saldarsi alleanze non controllabili dagli Usa, e magari poco filo-americane.

Si ponga attenzione ad un’altra circostanza. Ammesso che la Siria avesse interesse a liquidare Hariri, aveva tutto l’interesse a farlo il più silenziosamente possibile. Invece il mega-attentato ha attratto su Damasco le deplorazioni del mondo: spettacolare e opportuno come un 11 settembre. Occasione perfetta per avviare “l’umiliazione della Siria e la demilitarizzazione libanese” che è nel “supremo interesse di Israele”, dice Fisk.
Ma è dubbio che “gli Usa possano agitare la spada contemporaneamente contro Iran e Siria allo stesso tempo, e ancor meno che possano scatenare un conflitto su due fronti dall’Irak, mentre si levano nel panorama mondiale rischi sottovalutati come la Corea del Nord”: questa è la valutazione finale, giudiziosa, dei servizi segreti elvetici (2). Invece di un Libano “democratico” e disarmato amico di Israele, rischiano di trovarsi un Libano caotico, campo di scontri tra le infinite milizie degli anni ’70 e percorso da provocazioni indecifrabili; prospettiva per scongiurare la quale la Siria può perfino “consolidare la sua presenza in Libano”, anziché ritirarsene. Da cui il razionale consiglio al Dipartimento di Stato di “andarci piano con le pressioni su Damasco, per non dover scoprire che il Libano, sede di tante prese di ostaggi nei decenni passati, è esso stesso un ostaggio”. Ma negli Usa al Dipartimento di Stato c’è Condoleezza Rice, e al Pentagono comandano i neocon. Il contrario della razionalità.








[ Questo messaggio è stato modificato da: honecker il 18-02-2005 alle 18:17 ]

[ Questo messaggio è stato modificato da: honecker il 18-02-2005 alle 18:22 ]

Come si fanno a prendere sul serio queste vaccate?!E poi dicono di non essere anti americani..



L'articolo(opportunamente potato di alcune frase che non coincidevano con il mio pensiero) è stato scritto da Maurizio Blondet, giornalista dell'Avvenire, un clerico-fascista reazionario, che però a differenza di altri della sua "specie" sa dimostrare, almeno in questo caso, un minimo di spina dorsale.

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