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Autore Campionati stranieri 2007/2008
sloberi

Reg.: 05 Feb 2003
Messaggi: 15093
Da: San Polo d'Enza (RE)
Inviato: 04-12-2007 23:58  
quote:
In data 2007-12-04 15:23, Moreschi scrive:
c'è anche da dire che negli ultimi anni, per quanto sia calato,non fa più la prima punta.



in realtà a me pare abbia ben avanzato il suo raggio d'azione; ai tempi d'oro era una mezza punta, a volte lo ricordo addirittura partire da centrocampo

ora gioca in pianta stabile davanti, talvolta addirittura si ritrova ad essere la prima punta con Van Nistelrooy che appoggia il centrocampo per copre la palla e far poi lanciare Raul stesso
_________________
E' ok per me!

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pierzizou5

Reg.: 23 Feb 2007
Messaggi: 1637
Da: napoli (NA)
Inviato: 05-12-2007 00:09  
io raul l'ho sempre definito un inzaghi con i piedi sopraffini.....attaccanti come lui secondo me non ce ne sono molti secondo me....
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Volete dire allora che per esempio,non so se mi spiego,che il mondo,no?,il mondo intero proprio,dico col mare,col cielo,con la pioggia,le nuvole...è la metafora di qualcosa?

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sloberi

Reg.: 05 Feb 2003
Messaggi: 15093
Da: San Polo d'Enza (RE)
Inviato: 05-12-2007 00:12  
quote:
In data 2007-12-05 00:09, pierzizou5 scrive:
attaccanti come lui secondo me non ce ne sono molti secondo me....




non ho capito... secondo chi?
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E' ok per me!

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 05-12-2007 07:42  
quote:
In data 2007-12-04 23:58, sloberi scrive:
quote:
In data 2007-12-04 15:23, Moreschi scrive:
c'è anche da dire che negli ultimi anni, per quanto sia calato,non fa più la prima punta.



in realtà a me pare abbia ben avanzato il suo raggio d'azione; ai tempi d'oro era una mezza punta, a volte lo ricordo addirittura partire da centrocampo



infatti è così. Stesso percorso di Totti.
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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Moreschi


Reg.: 14 Gen 2006
Messaggi: 2038
Da: Milano (MI)
Inviato: 07-12-2007 13:29  
17 marzo 2006
Raul
Raul, il campione più amato del Real sempre oscurato dall’arrivo dei “galacticos” Raul è il campione che ha litigato col destino. Troppo precoce, troppo bravo, troppo serio, troppo educato, troppo materassaio prima e troppo meringa poi. L’ha capito tardi. Adesso: ha sentito la gamba tirare, il ginocchio cedere, il muscolo rotuleo abbandonarlo. Ha sentito uno strappo, il legamento che si stende, si lacera, si sfila. E’ caduto: ha chiuso gli occhi e dentro ha visto il traguardo vicino e così lontano. Lui a cercarlo e quello a portata di mano, ma irraggiungibile


Raul è Gonzalez Blanco di cognome, ma è anche il Del Piero di Spagna e un po’ pure il Roberto Baggio. E’ il campione, il simbolo, il feticcio. E’ un vincente sfortunato. Quello che un paese intero adora, ma poi discute sempre. E’ un capro espiatorio quando si perde e non sempre il trionfatore quando si vince. E’ anche uno dei migliori del pianeta, ma mai il migliore. Neanche nel Real Madrid. Qui sta la lite, perché lo scherzo che gli tira il destino è brutto assai. Raul deve inseguire se stesso e insieme rincorrere gli altri. Raul è il Real, ma non ne è mai stato la stella più galattica, è l’inamovibile, l’unico spagnolo serio di una multinazionale, l’unico che non si può vendere. Però mai una volta nella carriera il Real è stato suo. Non ha fatto in tempo. All’inizio era troppo giovane. Dopo è arrivato di corsa il futuro: Roberto Carlos, poi Figo, poi Ronaldo, poi Zidane, poi Beckham. Uno ogni anno: un astro sempre più ingombrante, sempre più fastidioso per lui, sempre più costoso. Raul è la stella che brilla, ma viene sempre eclissata e allora la luce si irradia dai bordi. A 28 anni questo è un giovane vecchio che ha più ricordi che prospettive.


La sua storia comincia da un barrio della periferia madrilena, da San Cristòbal de Los Angeles, da una casetta di una colonia, da un elettricista di nome Pedro e da una domestica a ore di nome Maria Luisa. Devi capire che cos’era Madrid alla fine degli anni Settanta. Che non era quella di oggi: era ferma, era ancora franchista e pentita. Era poco. C’era il calcio e quello non è mai mancato, muchas gracias dios. C’erano il Rayo Vallecano, il Real Madrid e l’Atletico. Pedro faceva il tifo per questo. L’Atletico è la luna nera, da sempre: è l’anima perdente di Madrid, perché il Rayo a vincere non può nemmeno pensarci, mentre l’Atletico sì, allora spende, compra, vende, compra, compra, compra. E perde. “Colchoneros” significa materassai. E’ il soprannome della squadra e dei suoi tifosi, che appartengono tutti alla massa proletaria madrilena, rivale storica dei signori benestanti che tengono al Real e che sono i “merengues”, le meringhe. Non è una rivalità qualsiasi, è qualcosa che si può paragonare a un Roma-Lazio, ma è di più perché qui non c’è violenza, ma un disprezzo reciproco strisciante. Si nasce da una o dall’altra parte e si prega tutta la vita di vedere la propria squadra battere l’altra. E’ vero, in Spagna il Real è nemico di tutti, soprattutto del Barcellona, ma con l’Atletico è diverso, è qualcosa di imponderabile e di illogico, perché la differenza è enorme, perché una è la squadra più importante del pianeta, l’altra è una cosa normale.



Il bello è questo: l’odio non si snobba e se pure l’Atletico finisse in serie B per sempre la rivalità resterebbe nell’aria e nelle facce, resterebbe nei taxi madrileni che sono quasi tutti colchoneros e che spesso, quando c’è una partita importante, si rifiutano di accompagnare gente merengue al Santiago Bernabeu per fare un dispetto. Non c’è niente da fare, la riconoscono subito, appena monta in macchina: “Mi dispiace, ma io oggi a Chamartin non vi ci vado”. Raul l’ha sempre saputo. Con un padre materassaio, con l’abbonamento al Vincente Calderon sai tutto. Sei già stato indottrinato. Ci sono cose che nascono con te specie se sei del 1977 e quello è l’anno di uno scudetto dell’Atletico Madrid. E poi Don Pedro aveva anche un amico tra i custodi dello stadio. Allora il figlio poteva andare sul campo qualche ora prima della partita, poteva vedere da lì le tribune sempre più piene. Poi tornava sugli spalti accanto al padre. La prima lite col destino l’ha avuta a 15 anni. Era una stellina dell’Atletico, la sua squadra. C’era entrato qualche anno prima, dopo aver giocato nel San Cristòbal. C’era entrato perché l’avevano visto in campo e sembrava bravo. Lo misero a centrocampo, a sinistra. Fece 65 gol in una stagione, 65 sui 308 totali della squadra. Raul in metropolitana fino a Chamartin, un viaggio di quaranta minuti. Raul in campo con una divisa tutta bianca perché Jorge Valdano l’aveva visto qualche volta e per averlo aveva mentito: “Nel giro di due anni giocherai in prima squadra, era una bugia pietosa”. Era il 1993. Raul ci andò. Tre mesi per esordire con i grandi, un anno per arrivare nel Real vero, quello dei campioni. Oggi Raul e il Real sono un’assonanza affascinante. Sono l’uno imprescindibile dall’altro. Anche questo in fondo è un

tiro mancino del destino. Perché alla fine dei giochi Raul Gonzalez Blanco sarà il più madridista di tutti, più di Puskas e Di Stefano, di Gento e di Santillana. La meringa più importante nata dall’altra parte. No, con la logica non ci si arriva. Non ce la fai: per raccapezzarsi nei bivi della vita di questo calciatore devi usare l’immaginazione. Tanta. Perché Raul era un flaquito, un ragazzino magro che correva per il campo come un assatanato e oggi è diventato un uomo che si è retto sulle spalle una città esigente e di una nazione ingombrante. Questa non è la storia di Maratona e di una classe unica. Questo è un ragazzo normale diventato una statua vivente, una specie di monumento prima cittadino e poi nazionale, uno da esporre come il massimo prodotto della rinascita spagnola. Olè. La corona di Juan Carlos e poi lui. Il presidente del Real può comprarsi anche Ronaldinho e farlo giocare con tutti gli altri galattici, ma un posto per Raul deve trovarlo. Altrimenti c’è la rivoluzione. Perché è un ragazzo che i tifosi sentono loro, è come se fosse il figlio di ogni madrileno merengue quando gioca nel Real, e di ogni spagnolo e basta quando gioca in Nazionale.

Lo chiamano Lider e lo adorano, perché lui è orgoglioso d’essere spagnolo e madrileno, è fiero, è un esempio. Allora lui sta lì da undici anni titolare della squadra più importante del pianeta.



Valdano lo vede come suo nipote, ne parla come se fosse un’opera d’arte: “Gioca come un angelo dei quartieri popolari, corre dietro tutto ciò che si muove, si smarca persino da se stesso, fa la faccia cattiva e si riposa solo quando vede realizzato il suo obiettivo: vincere la partita”. Raul è un campione diverso. Ha le movenze di uno normale, ma i tocchi da fenomeno; non ha il talento di Maradona, non la potenza di Ronaldo o Adriano, non la tecnica di Ronaldinho, non l’armonia e la genialità di Zidane. Raul è quello intelligente, uno che vede il campo e lo trasforma in un videogame del quale conosce i trucchi perfettamente. Per novanta minuti lui pensa soltanto a come può mettere in difficoltà l’avversario, come vedere la porta e fregare il portiere.



Aveva 17 anni e si giocava a Saragozza. Valdano aveva deciso di mandarlo in campo dall’inizio. Gli ultimi dubbi se li tolse nel pullman che portava la squadra dall’albergo allo stadio: l’allenatore si alzò dalla prima fila per andare dal giovanotto a chiedergli se si sentiva pronto. Quando arrivò al posto di Raul, lui stava dormendo. Allora Valdano fu certo. Ma nello spogliatoio glielo chiese lo stesso: “Ragazzo, te la senti?”. E lui tranquillo: “Mister, se vuole vincere, mi faccia giocare”. Il Real perse 3-2. Il destino, come sempre. Come il primo gol con la camiseta blanca delle meringhe. Lo fece la settimana dopo, in casa, al Santiago Bernabeu: contro l’Atletico. Forse non poteva andare diversamente, doveva cominciare proprio da lì, dal passato, dal padre e dal fratello, da Jesus Gil y Gil. Da allora non s’è più fermato. Le righe rosse che aveva sulla pelle sono sbiadite sempre più. Poi sono sparite. Raul è diventato l’anima del Real e quindi bianco.

C’ha provato anche il presidente Fiorentino Perez, nel 2004, poi ha capito che la rielezione alla presidenza del club sarebbe stata un miraggio e ha mollato l’idea. Non è possibile immaginare un Real senza Raul, così come lo era con il Real di Di Stefano e poi di Butragueno. I tifosi non l’accetterebbero mai. Nel 2002, mentre Ronaldo esibiva al Santiago Bernabeu il Pallone d’oro appena vinto, loro cantavano “Raul-Raul-Raul”. Non l’accetterebbe lo scrittore Javier Marìas, che è una meringa fino al midollo: “Nel calcio c’è qualcosa di più forte degli infiniti tradimenti a cui oggi si è sottoposti. Qualcosa di più forte e sentimentale dei dirigenti volenterosi e degli allenatori egocentrici. Non so se questo qualcosa durerà molto di più. Ma almeno ancora sopravvive in questa generazione di calciatori. Nel Madrid si chiama Raul”.



E’ il capitano del Real Madrid, l’erede di una discendenza che parte da Zamora e arriva a Butragueno, sa che senza di lui quella discendenza non esisterebbe più. Allora si può accontentare di se stesso, ma deve ammettere che c’è stato un errore, che qualcuno ha disegnato un vestito scomodo. Perché quello che è accaduto a lui è semplice e vigliacco: ogni volta è stato superato da qualcun altro più mediatico, più personaggio, più globetrotter. Il primo è stato Figo, che il Real prese dai rivali del Barcellona. Un caso mondiale, un biscotto troppo buono per non essere inzuppato nella melassa dello showbusiness. Poi a rotazione tutti gli altri galacticos: Ronaldo con la telenovela dell’Inter, Zidane con quella della Juventus, Beckham e sua moglie innamorata dei lustrini madrileni, Owen il ragazzino miracoloso, Robinho il ballerino di samba. Tutti pieni di flash e telecamere, tutti alla fine inferiori a lui, meno decisivi, meno concreti, meno amati. Adesso anche Antonio Cassano, che arriva a Madrid perché il fato ha lasciato Raul per terra con il ginocchio stirato e gonfio, l’ha messo in castigo un’altra volta. Nel frattempo c’è stata un’altra folata di vento bastardo.



Ci sono Ronaldo e Beckham. E se anche arrivasse Ronaldinho, un posto per il Líder ci dev’essere.





BEPPE DI CORRADO









l' ho trovato su internet.
stupendo



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“Tutti i miei film possono essere pensati in bianco e nero, eccetto Sussurri e grida ... ho sempre immaginato il rosso come l'interno dell'anima” (I. Bergman).

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Julian

Reg.: 27 Gen 2003
Messaggi: 6177
Da: Erbusco (BS)
Inviato: 08-12-2007 09:37  
Senza nulla togliere a Raul, che è comunque fra i grandissimi della storia del Real, considerarlo superiore in assoluto a Ronaldo e Zidane mi sembra un tantino eccessivo eh.


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badlands

Reg.: 01 Mag 2002
Messaggi: 14498
Da: urbania (PS)
Inviato: 09-12-2007 22:57  
cavolo,bruttissima botta per il chelsea,pare drogba si sia spezzato i legamenti e potrebbe star fuori 11 mesi.non so se sia vero,se così fosse significa quasi carriera finita.

intanto il mio atletico è rimasto l'unico a inseguire quelle duetristezze di real e barca.sarà pure il campionato più tecnico,ma ste due squadre mi deludono sempre parecchio,mille volte meglio la premier.
ciao!

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sloberi

Reg.: 05 Feb 2003
Messaggi: 15093
Da: San Polo d'Enza (RE)
Inviato: 09-12-2007 23:53  
ma sta cosa degli 11 mesi dove l'hai letta?

perché c'è un mistero intorno alle condizioni di drogba pazzesco; io non ho ben capito cosa ci sia tanto da nascondere

real e barca in effetti non stanno giocando un grandissimo calcio; l'atletico è più spettacolare, ma quelle due hanno alcuni talenti talmente straordinari da colmare qualunque lacuna

da una parte robinho segna e fa segnare quando vuole; dall'altra messi sappiamo tutti quello che è capace di fare ed inoltre c'è un certo iniesta che è impressionante

questo ragazzo non è ancora famosissimo a livello internazionale (o meglio non lo è per quello che vale) ma attualmente è il vero valore aggiunto del centrocampo del barca

certo è che attualmente le più belle in Europa rimangono manchester e arsenal... il campionato inglese è davvero uno spettacolo
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E' ok per me!

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pensolo

Reg.: 11 Gen 2004
Messaggi: 14685
Da: Genova (GE)
Inviato: 09-12-2007 23:55  
Se davvero fosse così voglio il Chelsea agli ottavi. Si può o ha vinto il girone?

Ma ripensandoci meglio di no..non vorrei che sheva vedendo nerazzurro si risvegliasse.
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Bart,voglio condividere con te le tre massime indispensabili per andare avanti nella vita.N°1:"Mi raccomando coprimi" N°2: "Miticooo!Ottima idea capo" N°3:"Era già così quando sono arrivato io"

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badlands

Reg.: 01 Mag 2002
Messaggi: 14498
Da: urbania (PS)
Inviato: 10-12-2007 12:15  
tra l'altro giusto sabato sheva è tornato a segnare.

su drogba,io sapevo si operasse,fermo un mese e poi a fare la coppa d'africa,ma ieri sera(mi vergogno a dirlo...)a diretta stadio,han dato questa notizia come certa o quasi8gli stessi che han fatto edizioni straordinarie per annunciare prima sheva poi trezeguet ufficilamente al milan questa estate,per dire).vedremo,di certo c'è che non trova l'accordo con la società per risolvere sto problema

e si,iniesta è pazzesco,si è visto anche ieri sera,così come si vede che il dentone non è decisamente più lui,da parecchio
ciao!

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sloberi

Reg.: 05 Feb 2003
Messaggi: 15093
Da: San Polo d'Enza (RE)
Inviato: 17-12-2007 12:21  
Non male la giornatina di ieri in Premier, specialmente perché hanno vinto le mie due preferite. Non che siano state due grandi partite per la verità: intensità pazzesca ma davvero poco spettacolo.

Il Chelsea comunque conferma che senza Drogba sarà davvero dura.
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Moreschi


Reg.: 14 Gen 2006
Messaggi: 2038
Da: Milano (MI)
Inviato: 17-12-2007 13:12  
Il Real ha battuto l' osasuna
e il Barcellona il valencia.

restano a distanza di 4 punti prima dell' atteso scontro diretto
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badlands

Reg.: 01 Mag 2002
Messaggi: 14498
Da: urbania (PS)
Inviato: 17-12-2007 13:44  
boh,a me sto real continua abbastanza a fare schifo,proprio non riesce a piacermi,ne lui ne robinho,che fa due numeri ma poi scompare per mezz'ora dalla partita.a sto punto molto meglio il barca,che ha ritrovato eto'o ma ha perso messi,con henry e dinho sempre più in un angolo.
ciao!

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sloberi

Reg.: 05 Feb 2003
Messaggi: 15093
Da: San Polo d'Enza (RE)
Inviato: 17-12-2007 20:25  
però al momento la continuità del real il barca se la sogna; in trasferta vince giusto contro un valencia che in casa ormai le prenderebbe pure dal cagliari

dietro, checcè se ne dica, cannavaro continua a mantenersi su livelli eccelsi; la differenza difensiva del real con e senza lui è davvero enorme. e pepe fa veramente pietà...

su robinho invece bad credo ti stia sbagliando di brutto; è un altro di quei giocatori che non sopportavo ma quest'anno è diventato concreto e decisivo. buona parte delle vittorie del real portano la sua firma; se ti inventa 1 gol o 2 a partita pazienza se poi ogni tanto si estrania dal gioco...

fra l'altro è diventato pure abbastanza tignoso a difendere
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badlands

Reg.: 01 Mag 2002
Messaggi: 14498
Da: urbania (PS)
Inviato: 17-12-2007 20:56  
boh,sarà che l'ho visto poche volte,ma ancora non mi convince.mi fa piacere invece che non son l'unico a vedere pepe come una bella cagata(con quel che è costato poi).meglio il tedesco allora.domenica vedremo come andrà a finire,il barca fuori ha problemi di certo,ma pure il real spesso a stentato,se entrambe arrivano al massimo credo non ci sia gara.impressionante davvero il valencia,ha segnato 1 gol nelle ultime 12 partite,è allucinante,che lo avranno cacciato a fare florez per un koeman qualsiasi
ciao!

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