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Autore La Metà Oscura-Stephen King
Matenks

Reg.: 25 Gen 2003
Messaggi: 686
Da: Acqui Terme (AL)
Inviato: 03-02-2003 19:55  
Thad Beaumont è un ragazzino di dieci anni, timido, il classico intelligentone con gli occhiali, che ha appena scritto un racconto che è piaciuto molto ai giudici di un concorso letterario. La madre è una donna gentile e protettiva nei suoi confronti, il padre è uno stupido burino menefreghista. Un giorno Thad viene trovato con le convulsioni e la bava alla bocca vicino a casa, e viene chiamato un dottore. Dice che non è epilessia, che è questione di nervi, probabilmente. Thad racconta di sentire degli uccellini, sempre, prima di sentirsi male. Passeri, probabilmente che cinguettano tutti insieme e poi spiccano tutti contemporaneamente un grosso balzo per librarsi in volo. Centinaia, migliaia di passeri. Il dottor Pritchard afferma che potrebbe essere un tumore benigno , ancora piccolo e facilmente operabile. Il dottore e altri 3-4 colleghi fra amici e infermiere avevano visto, sul lettino per le operazioni, una cosa che non avrebbero mai dimenticato.....
Thad viene operato e il "tumore" viene rimosso come nulla. Si sente subito bene e non avverte più i passeri. Decide di diventare scrittore, e così fa. Scrive un libro che riscuore un discreto successo, si sposa e fa due gemelli. Incomincia a scrivere un romanzo, ma inventa uno pseudonimo: George Stark. I romanzi di George, a differenza di Thad, sono violenti, pieno di sangue e comportamenti schizofrenici, il protagonista è un assassino....durante questi momenti Thad non scrive a macchina ma impugna le Berol, matite che tempera sempre e custodisce nel portapenne della scrivania. GEORGE ha successo e continua a scrivere per tredici anni, finchè Thad decide che ne ha avuto abbastanza. Lo "uccide", nel senso che smette di scrivere con lo pseudonimo. I giornali ne fanno scoop, viene anche preparata una finta lapide , la cui foto finisce sui giornali. Veramente, nessuno aveva mai sospettato che Thad fosse Stark: i due tipi di scrittura erano troppo diversi......ma Stark NON VUOLE MORIRE.....


La metà oscura è staro scritto da King nel 1989. E' un racconto che sta molto a cuore a Stephen, perchè chi meglio di lui conosce il legame che si instaura nel proprio subconscio fra se stessi e il proprio pseudonimo? Egli ha scritto ben cinque romanzi sotto il falso nome di Richard Bachman, e quando un commesso di una libreria, grande fan di King, ha rivelato a tutto il mondo la verità sulle due persone, King non ha potuto fare a meno che far uscire di scena il suo doppio col cosiddetto "cancro dello scrittore". Ma poi gli è venuto un dubbio, un dubbio da cui nacque questo romanzo: "E se il mio pseudonimo non volesse uscire di scena? Cosa farebbe per impedirmelo?"
La Metà Oscura tratta questo argomento con un ritmo serrato, dove due persone esattamente identiche tranne che nel carattere si fronteggiano duramente per riemergere alla realtà: Thad combatte per rimanerci, Stark per entrarci. Eppure le due mentalità sono strettamente collegate, come viene sottilmente sottolineato per tutta la durata del racconto; infatti in una scena Stark non riesce nonostante i ripetuti sforzi a scrivere, e ce la fa solo stando con il suo "fratello". Scrivendo sotto il nome di Stark, egli si rigenera, mentre Beaumont perde vitalità e salute, ciò che succedeva anche prima di questa raccapricciante avventura.
Stephen King narra con la sua solita superba maestria, con una precisione cronometrica, che affronta uno per uno i diversi punti di vista di ogni personaggio, e li riempe di realisticità e magico spessore, tutto questo grazie alla sua profonda passione per lo scrivere e raccontare. Il finale è assolutamente terrificante e consono al suo grado di maestro del brivido, ma questa volta evita il finale aperto, infatti nell'epilogo sembra davvero tutto finito. Uno dei migliori libri di King, assolutamente geniale, anche perchè è basato su un fatto "vero".
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«Proprio non penso a quel che succederà quando sarò morto, o se mi ricorderanno. Proprio non ci penso affatto... Riguarda loro. Quando sarò morto, a chi importerà? A me, no di certo...».
FREDDIE MERCURY

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