alex82
Reg.: 19 Giu 2004 Messaggi: 1068 Da: Volpago del Montello (TV)
| Inviato: 08-12-2004 17:21 |
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Mi stupisco che nessuno ne abbia parlato prima..
Iniziatore e nume tutelare della "beat generation", Jack Kerouac (1922-1969) scrisse numerosi romanzi, tra i quali certamente il più noto e il migliore fu "On The Road", col quale inaugurò la cosiddetta prosa spontanea (fu scritto in qualcosa come venti giorni, sotto effetto di benzedrina, in un unico rotolo di carta per non perdere la continuità d'ispirazione...). Non dico nulla riguardo all'opera in sè, in quanto penso se ne sia parlato a volontà in oltre 50 anni (l'importanza fu enorme, a livello letterario, e ancor più a livello socio-culturale in genere, indubbiamente maggiore di quella che Kerouac stesso ammetteva riconoscere), a parte che lo scrittore, dopo la stesura (1950 circa), iniziò ad imboccare una strada fatta di
inquietudini, tormenti, depressioni e alcolismo, che lentamente, nonostante il successo della pubblicazione del romanzo stesso ('57) e di altre opere, lo portarono alla morte prematura nel 1969.
Personalmente considero "On The Road" il tipico libro senza età che se letto da un ragazzo all'indomani della maggiore età, può scatenargli desideri e sogni altrimenti latenti. Per me fu così. Come non lasciarsi conquistare da un personaggio pazzo e misterioso come Dean Moriarty (Neal Cassady nella reltà di Kerouac), come non voler prendere una macchina e partire subito per qualche parte, qualunque parte, solo per il gusto di andare?
Personaggi come i protagonisti di questo ed altri libri di Kerouac, pazzi vagabondi, poeti e strafatti, crearono molto facilmente numerosissimi epigoni, più in campo cinematografico che letterario: basti pensare a film come Easy Rider, Fandango, Sugarland Express, Thelma & Louise, Cuore Selvaggio e molti altri ancora...
Purtroppo occorre anche dire che l'atmosfera magica e perfetta, il senso vitale ed energico di una trama-non trama come quella di "On The Road" non si ritroverà più in nessuna opera dell'autore, anzi le digressioni mistiche zen conferiranno successivamente un'atmosfera alquanto differente ai romanzi seguenti (es. "I Vagabondi del Dharma"); anzi quella progressiva e inesorabile spirale autodistruttiva che attanaglierà lo scrittore, specialmente negli anni '60, si percepisce tutta nel suo secondo (forse) più famoso romanzo, "Big Sur", ambientato quasi interamente in una baracca sulla zona costiera tra L.A. e Frisco, Big Sur appunto.
ciao
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Dulli: "I'm stoned. I'm fucking stoned. I'm really sto... I'm fucking stoned, man. I'm really..."
George: "Stoned?"
Dulli: "Yeah ha ha."
George: "Yeah."
[ Questo messaggio è stato modificato da: alex82 il 08-12-2004 alle 17:23 ] |
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