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Tutto ciò che ha un inizio..ha una fine |
Ondina ex "Plumett"
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 24 Apr 2003 Messaggi: 2205 Da: Padova (PD)
| Inviato: 10-01-2004 14:29 |
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Propongo un incipit,chi vuole può svilupparlo.. spero di non essere l'unica che lo farà!
Un uomo si aggira di notte per le strade,portando con sè un retino per farfalle.
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seanma
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 07 Nov 2001 Messaggi: 8105 Da: jjjjjjjj (MI)
| Inviato: 10-01-2004 14:33 |
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quote: In data 2004-01-10 14:29, Ondina scrive:
Propongo un incipit,chi vuole può svilupparlo.. spero di non essere l'unica che lo farà!
Un uomo si aggira di notte per le strade,portando con sè un retino per farfalle.
| vado a vedermi Nicholson o parto io? aspetta he ci penso....
_________________ sono un bugiardo e un ipocrita |
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Ondina ex "Plumett"
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 24 Apr 2003 Messaggi: 2205 Da: Padova (PD)
| Inviato: 10-01-2004 14:35 |
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spero che non ti guardi Shining! a me fa una paura...
ps,missione compiuta,capo
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seanma
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 07 Nov 2001 Messaggi: 8105 Da: jjjjjjjj (MI)
| Inviato: 10-01-2004 14:37 |
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quote: In data 2004-01-10 14:35, Ondina scrive:
spero che non ti guardi Shining! a me fa una paura...
ps,missione compiuta,capo
| no era "Qualcosa è cambiato"che oltretutto è sorprendentemente malinconico..
Dai,vado io...
PS:Io gliel'ho buttata giù un po' grezza...in stile scaricatore incazzoso....
_________________ sono un bugiardo e un ipocrita |
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Ondina ex "Plumett"
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 24 Apr 2003 Messaggi: 2205 Da: Padova (PD)
| Inviato: 10-01-2004 14:41 |
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quote: In data 2004-01-10 14:37, seanma scrive:
quote: In data 2004-01-10 14:35, Ondina scrive:
spero che non ti guardi Shining! a me fa una paura...
ps,missione compiuta,capo
| no era "Qualcosa è cambiato"che oltretutto è sorprendentemente malinconico..
Dai,vado io...
PS:Io gliel'ho buttata giù un po' grezza...in stile scaricatore incazzoso....
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ah allora sì!splendido film tra l'altro...ti consiglio di registralo!
eh invece io preferisco le maniere gentili,ma incisive...
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seanma
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 07 Nov 2001 Messaggi: 8105 Da: jjjjjjjj (MI)
| Inviato: 10-01-2004 15:15 |
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quote: In data 2004-01-10 14:29, Ondina scrive:
Propongo un incipit,chi vuole può svilupparlo.. spero di non essere l'unica che lo farà!
Un uomo si aggira di notte per le strade,portando con sè un retino per farfalle.
| Nessuno ci faceva più caso,ormai.Tutte le sere,alla stessa ora, quello stesso aggeggio,due grosse e nerborute gambe erano viste muoversi sorrette da un busto ancor più imponente,mentre due braccia ancor più sproporzionate si allungavano in due mani simili a due grossi sassi.Era un uomo,anche se dalla postura e dalla stazza poteva essere scambiato per un Titano;compensava,se così si può dire,l'eccessiva materia corporea,con l'assoluta incapacità di proferir parola.Non aveva modo di comunicare con i suoi simili,nessuno:semplicemente era un essere umano a cui un Dio in giornata particolarmente storta,aveva negato la possibilità di esprimersi a parole.Ma se non parlava,si faceva però egualmente notare,grazie alla particolare andatura caracollante e ancor di più a quella eccentrica consuetudine post-prandiale...
E quella sera non fece eccezione.Infatti,ancora una volta,come tutti i giorni,i sempliciotti del paese interruppero per qualche secondo le loro più disparate attività,per veder la strada solcata da quello strano "essere"(così molti lo chiamavano).In un paese come quello della nostra modesta storia,non c'era veramente mai molto da fare:le donne filavano,gli uomini aravanoi bambini giocavano.Una vita scandita dagli orari della giornata.Una vita tuttosommato miserabile,che però ogni sera,presentava una svolta,uno scarto,anch'esso ultimamente immotato,ma che pur sempre era un modo per svagarsi."Lo spettacolo della sera":così era ormai passato alla storia,nei sottili e rosicati annali di quello sperduto paese.In fondo,come non comprenderli?Chi,reduce dalla strenua e angosciosa lotta quotidiana con la vita,non avrebbe goduto di un piccolo,miserrimo momento di divertimento?Gli occhi lussuriosi e ingordi degli astanti alle finestre si protendevano al di là delle stesse,per quanto fosse consentito all'organo umano,per seguire,ognuno dal proprio personale cinematografo,l'incedere insicuro e quasi a balzelli del nostro uomo,che con animo baldanzoso,percorreva la strada maestra fino alla secolare e inviolabile quercia,con in mano il suo fedele retino per farfalle.Arrivato là con fatica,mentre gli spettatori riempivano di sommesse risate la loro propria "sala all'aperto",e posizionatosi accanto alla secolare quercia,cominciava.Cominciava il vero spettacolo.In piedi sul prato deserto e ben coltivato,agitava con forza inimaginabile il retino,lo agitava nel vuoto,non volendolo utilizzare per il suo primario e precipuo scopo,ma soltanto facendolo svolazzare.Agitava,agitava e intanto gemeva.Gemeva perchè non poteva parlare.Non poteva dire.E allora gemeva,mentre il retino roteava impazzito in aria come fosse una trottola, e il pubblico,soddisfatto ma anche un po' seccato dalla ineluttabile ripetitività della situazione,spegneva i propri personali schermi,chiudendo le imposte e tornava,come momeantaneamente rigenerato,alla vita di sempre.
E intanto,in lontananza,si udivano senza interruzione gli strazianti lamenti di quel grande cuore nero dal corpo di bisonte.
_________________ sono un bugiardo e un ipocrita |
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seanma
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 07 Nov 2001 Messaggi: 8105 Da: jjjjjjjj (MI)
| Inviato: 10-01-2004 15:16 |
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quote: In data 2004-01-10 14:41, Ondina scrive:
quote: In data 2004-01-10 14:37, seanma scrive:
quote: In data 2004-01-10 14:35, Ondina scrive:
spero che non ti guardi Shining! a me fa una paura...
ps,missione compiuta,capo
| no era "Qualcosa è cambiato"che oltretutto è sorprendentemente malinconico..
Dai,vado io...
PS:Io gliel'ho buttata giù un po' grezza...in stile scaricatore incazzoso....
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ah allora sì!splendido film tra l'altro...ti consiglio di registralo!
eh invece io preferisco le maniere gentili,ma incisive...
| ma infatti è su cassetta...quindi....
_________________ sono un bugiardo e un ipocrita |
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Ondina ex "Plumett"
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 24 Apr 2003 Messaggi: 2205 Da: Padova (PD)
| Inviato: 10-01-2004 15:30 |
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fischia che velocità...questo sì che è flusso creativo...
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Ondina ex "Plumett"
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 24 Apr 2003 Messaggi: 2205 Da: Padova (PD)
| Inviato: 10-01-2004 15:55 |
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Il cacciatore di universi
Un uomo si aggirava di notte per le strade, portando con sé un retino per farfalle.
Non era un uomo tanto alto. Aveva un principio di calvizie, e vagamente se ne rammaricava. Questo sottile dispiacere gli ritornò in mente appena vide un negozio di cappelli, e l’idea di acquistarne uno lo spinse ad entrare. Quando ebbe il suo bel cappello nero tra le mani, ridacchiò bonariamente. “Mi può tornar utile anche in un altro modo” pensò, riprendendo il cammino e guardandosi intorno con la coda dell’occhio, per vedere l’effetto del nuovo copricapo sui passanti.
La cosa più curiosa che si notava in lui era come camminava. Non tanto per l’andatura, quanto per la scia di polvere dorata che si lasciava dietro, ad ogni passo, e una certa tendenza ad alzare lo sguardo verso il cielo. Il retino sempre ben stretto fra le mani, egli percorreva ogni giorno le strade del mondo, da città a città, da nazione a nazione, e non si fermava mai per riposare o mangiare. Le uniche soste che faceva erano appunto nei negozi di abbigliamento, quando il suo cappotto diventava troppo logoro (ci teneva a fare una buona impressione su chi lo guardava passare) oppure quando in porto aspettava pazientemente l’arrivo di una nave, che l’avrebbe trasportato dall’Europa all’America, e successivamente dall’America all’Asia. Camminava senza fretta, con una sorta di etereo distacco, e sembrava instancabile. Certo destava un po’ di stupore, con quel suo retino di legno un po’ antiquato, soprattutto a bordo dei transatlantici; ma erano tutti impegnati coi propri pensieri, e non era mai stata notata troppo la sua continua maratona intorno al globo.
Egli era l’Uomo-Stella.
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seanma
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 07 Nov 2001 Messaggi: 8105 Da: jjjjjjjj (MI)
| Inviato: 10-01-2004 15:59 |
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quote: In data 2004-01-10 15:55, Ondina scrive:
Il cacciatore di universi
Un uomo si aggirava di notte per le strade, portando con sé un retino per farfalle.
Non era un uomo tanto alto. Aveva un principio di calvizie, e vagamente se ne rammaricava. Questo sottile dispiacere gli ritornò in mente appena vide un negozio di cappelli, e l’idea di acquistarne uno lo spinse ad entrare. Quando ebbe il suo bel cappello nero tra le mani, ridacchiò bonariamente. “Mi può tornar utile anche in un altro modo” pensò, riprendendo il cammino e guardandosi intorno con la coda dell’occhio, per vedere l’effetto del nuovo copricapo sui passanti.
La cosa più curiosa che si notava in lui era come camminava. Non tanto per l’andatura, quanto per la scia di polvere dorata che si lasciava dietro, ad ogni passo, e una certa tendenza ad alzare lo sguardo verso il cielo. Il retino sempre ben stretto fra le mani, egli percorreva ogni giorno le strade del mondo, da città a città, da nazione a nazione, e non si fermava mai per riposare o mangiare. Le uniche soste che faceva erano appunto nei negozi di abbigliamento, quando il suo cappotto diventava troppo logoro (ci teneva a fare una buona impressione su chi lo guardava passare) oppure quando in porto aspettava pazientemente l’arrivo di una nave, che l’avrebbe trasportato dall’Europa all’America, e successivamente dall’America all’Asia. Camminava senza fretta, con una sorta di etereo distacco, e sembrava instancabile. Certo destava un po’ di stupore, con quel suo retino di legno un po’ antiquato, soprattutto a bordo dei transatlantici; ma erano tutti impegnati coi propri pensieri, e non era mai stata notata troppo la sua continua maratona intorno al globo.
Egli era l’Uomo-Stella.
| che contrasto la tua sinfonia lucente cl mio "urlo leopardiano"!.Bene!
_________________ sono un bugiardo e un ipocrita |
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Ondina ex "Plumett"
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 24 Apr 2003 Messaggi: 2205 Da: Padova (PD)
| Inviato: 10-01-2004 17:21 |
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infatti quanto lucente lo vedrai adesso...
Egli era l’Uomo-Stella.
Nel cuore della notte, mentre l’ostile nero del cielo piombava inesorabile sui piccoli uomini, egli arrestava il suo cammino, si assicurava che nei dintorni non ci fosse nessuno e col retino pescava le stelle dalla silenziosa distesa del firmamento. Ne prendeva con attenzione una e la esaminava, poi, scuotendo la testa, la ributtava tra le altre con un colpetto deciso. Ne sceglieva un’altra, che subiva immancabilmente la stessa sorte, e via di questo passo, finché il cielo non cominciava a farsi azzurro, e lui tranquillamente riprendeva a camminare per la sua strada. La sua attività notturna dipendeva dalle condizioni ambientali, naturalmente. Non sempre aveva la possibilità di esaminare le stelle come desiderava, vuoi per le nubi, vuoi per la pioggia, vuoi per le luci troppo forti dei lampioni e degli edifici cittadini. In quel caso si limitava a spostarsi in un’area più produttiva, sempre se faceva in tempo.
Come si sarà capito, non era un uomo come tutti gli altri. Non era neanche un uomo, per la verità, anche se la sua forma corporea era incontestabilmente umana. Non sapeva quando era nato, quando si era formato, cioè. Aveva l’indistinto ricordo iniziale di un fruscio di foglie secche e di una dolce brezza autunnale, poi si era ritrovato in piedi, su un sentierino di montagna, e da allora aveva sempre saputo che la sua origine, la sua ragione di essere stava in ogni singolo atomo che lo componeva, e che quegli stessi atomi avevano generato lo spazio celeste al di sopra della Terra. Era una conoscenza istintiva, e, per questo, inspiegabile per lui. Ma sapeva che al di là del vasto azzurro c’erano altre stelle, sue genitrici, in un certo senso. Intuiva l’esistenza di un universo senza fine.
Poteva scorgere le sue amate lucciole ammiccanti quando la prepotente stella più grande andava a dormire lasciando il posto alla sua dolce sorella bianca. Si era messo dunque a cercare la sua stella-madre, una sorta di appiglio in quel mondo di sconosciuti diversi da lui.
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seanma
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 07 Nov 2001 Messaggi: 8105 Da: jjjjjjjj (MI)
| Inviato: 10-01-2004 17:28 |
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quote: In data 2004-01-10 17:21, Ondina scrive:
infatti quanto lucente lo vedrai adesso...
Egli era l’Uomo-Stella.
Nel cuore della notte, mentre l’ostile nero del cielo piombava inesorabile sui piccoli uomini, egli arrestava il suo cammino, si assicurava che nei dintorni non ci fosse nessuno e col retino pescava le stelle dalla silenziosa distesa del firmamento. Ne prendeva con attenzione una e la esaminava, poi, scuotendo la testa, la ributtava tra le altre con un colpetto deciso. Ne sceglieva un’altra, che subiva immancabilmente la stessa sorte, e via di questo passo, finché il cielo non cominciava a farsi azzurro, e lui tranquillamente riprendeva a camminare per la sua strada. La sua attività notturna dipendeva dalle condizioni ambientali, naturalmente. Non sempre aveva la possibilità di esaminare le stelle come desiderava, vuoi per le nubi, vuoi per la pioggia, vuoi per le luci troppo forti dei lampioni e degli edifici cittadini. In quel caso si limitava a spostarsi in un’area più produttiva, sempre se faceva in tempo.
Come si sarà capito, non era un uomo come tutti gli altri. Non era neanche un uomo, per la verità, anche se la sua forma corporea era incontestabilmente umana. Non sapeva quando era nato, quando si era formato, cioè. Aveva l’indistinto ricordo iniziale di un fruscio di foglie secche e di una dolce brezza autunnale, poi si era ritrovato in piedi, su un sentierino di montagna, e da allora aveva sempre saputo che la sua origine, la sua ragione di essere stava in ogni singolo atomo che lo componeva, e che quegli stessi atomi avevano generato lo spazio celeste al di sopra della Terra. Era una conoscenza istintiva, e, per questo, inspiegabile per lui. Ma sapeva che al di là del vasto azzurro c’erano altre stelle, sue genitrici, in un certo senso. Intuiva l’esistenza di un universo senza fine.
Poteva scorgere le sue amate lucciole ammiccanti quando la prepotente stella più grande andava a dormire lasciando il posto alla sua dolce sorella bianca. Si era messo dunque a cercare la sua stella-madre, una sorta di appiglio in quel mondo di sconosciuti diversi da lui.
| il vecchio Lucrezio colpisce ancora....hai citato Lucrezio,lo sai,no?
_________________ sono un bugiardo e un ipocrita |
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Ondina ex "Plumett"
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 24 Apr 2003 Messaggi: 2205 Da: Padova (PD)
| Inviato: 10-01-2004 19:01 |
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ehm...no...è da secoli che non apro il libro di lett.latina...anche perchè l'ho perso spieghimi,signor seanma...cmq non è ancora finito!anzi adesso viene il bello!
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Ondina ex "Plumett"
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 24 Apr 2003 Messaggi: 2205 Da: Padova (PD)
| Inviato: 10-01-2004 20:20 |
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Il giorno in cui si comprò il cappello l’Uomo-Stella si inoltrò nella campagna presso la piccola cittadina. Il cielo era terso, l’aria tiepida. La vegetazione in quella zona era particolarmente rigogliosa e profumata; era davvero un piacere passeggiare tra il verde pensoso che lo avvolgeva morbido e amichevole. Si perse nelle sue sognanti fantasticherie, che stranamente questa volta non riguardavano la sua aspirazione a “tornare a casa”. Aveva infatti pensieri alla cui base c’era il piacere di starsene in quel luogo solitario e così in sintonia con la sua indole. Camminando, sorrideva affettuosamente agli uccellini, agli insetti che agitavano le loro minute zampette sulle foglie verdi.
Un rumore si insinuò tra i suoi pensieri, come quando la luce del sole all’alba illumina poco a poco una collina. Dopo poco realizzò che il rumore era il pianto di un bambino, per cui si fermò e cercò di capire dove si trovasse il piccolo, o la piccola.
Lei, perché era una bambina, stava seduta sotto un cespuglio, dove la macchia era più fitta, e piangeva desolatamente. Era completamente sola. L’Uomo-Stella le si accucciò davanti, incuriosito e desideroso di aiutarla. La guardò in viso, comprensivo, e la bimba, senza distogliere lo sguardo da lui, smise di piangere e prese a succhiarsi il dito, guardandolo con la curiosità fissa dei bambini.
Era evidente che qualcuno l’aveva lasciata lì, e molto probabilmente non sarebbe tornato a prenderla. La piccola sembrava essere lì da tanto tempo. Cominciò a meditare sul da farsi, ma la soluzione era una sola. Avvallata anche dal suo desiderio di avere compagnia.
Le accarezzò piano i capelli, per rassicurarla del tutto, e tenendola in braccio, tanto lui non sentiva alcuna fatica, la portò via con sé. La bimba dopo poco si addormentò.
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Ondina ex "Plumett"
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 24 Apr 2003 Messaggi: 2205 Da: Padova (PD)
| Inviato: 10-01-2004 22:13 |
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Ciò che regnava nella mente dell’Uomo-Stella era la confusione. Scopriva di provare dei sentimenti di affetto per una creatura umana, che a rigor di logica doveva essere anche lei estranea alla sua vita, al suo scopo. Egli non sapeva cosa lo attendeva una volta ritrovata la sua vera essenza, e questo ancora di più gli faceva nutrire dei dubbi sul suo estenuante bisogno di viaggiare. Cominciava a chiedersi se per anni non si fosse incaponito su un’utopia, quello di trovare finalmente la stabilità dell’essere; inoltre non si era mai sognato di sentire affinità col diverso, cioè gli esseri umani. Forse anche lui, sotto sotto, aveva un’anima...forse. Era più che mai frustrato dalle sue riflessioni.
Andava avanti guardandosi intorno, e vedeva gli scenari di sempre. Ma con occhi nuovi. Le stelle sembravano aver perso importanza, rispetto alla piccola vita che ora gli palpitava fiduciosa tra le braccia. Così reale, e ineluttabile. Qual era lo scopo di quella vita? Trovarsi dei genitori, una famiglia, degli amici a cui voler bene. Ma ormai anche lei sembrava essersi persa nel dubbio, nel circolo vizioso da cui non sembrava esserci uscita. Era forse molto diversa dalla sua vita?
Perso in un mondo che non era il suo, lasciato solo fra le tenebre, egli non poteva che alzare lo sguardo superando l’oscurità, e con i piccoli occhi luccicanti, chiedere alla volta stellata "perché?"
Passarono i giorni, le settimane. L’Uomo-Stella era il più dolce e gentile possibile con la sua piccola. Faceva naturalmente molte soste per nutrirla e lavarla; al tramonto si fermava in un posto tranquillo e la lasciava correre e strillare di felicità, mentre lui con aria paterna si guardava intorno e se c’erano osservava le altre persone presenti. Di notte la stringeva a sé e col suo infallibile retino guardava le stelle, senza più tante speranze, ormai. Se pescava una stella particolarmente sfavillante la prendeva in mano e la faceva vedere alla bimba. La luce si rifletteva nei dolci occhioni di lei.
Spesso si chiedeva come la bambina vedesse le tante cose che la circondavano, e che mutavano ogni giorno. Non poteva entrare nella sua mente, e questo gli dispiaceva.
In verità cominciava a dispiacersi di essere così isolato dalla vita umana. Lui, col suo unico punto di vista di osservatore esterno, non godeva delle gioie dei sentimenti, del reciproco affetto. Aveva la bambina, ma era ancora piccola e molto probabilmente, pensava con pessimismo, appena diventata grandicella sarebbe fuggita da lui e avrebbe cominciato una vita normale con tutti gli altri.
Il suo universo era lei: il baricentro si era spostato dal cielo alla terra. Se ne rese conto dopo mesi di viaggi compiuti insieme, mesi in cui aveva osservato, studiato, meditato sul genere umano. Di sicuro le persone provavano miriadi di emozioni ogni giorno, e dentro di loro doveva esserci un perpetuo avvicendarsi di pensieri e sentimenti. Bastava osservare il loro comportamento.
Con la meditazione nacque in lui anche una certa sensibilità. Secondo lui ogni persona si portava dietro una storia, che si incontrava con un'altra, e si incrociava con un’altra ancora. "Il mondo", pensò una sera, "non è altro che un incrociarsi di storie, di personali ricerche, ed è nella ricerca che c’è la vita" Riflettè sulla propria storia, e su quella degli altri. "L’Uomo è potenzialmente un grande storico" concluse.
Intanto la piccola cresceva e diventava sempre più graziosa. L’Uomo-Stella la contemplava con l’orgoglio di un padre. Quanto era felice di vivere, quanta fiducia aveva nel prossimo! Era una ragazzina piena di gentilezza, anche se il suo umore cambiava spesso, come quando in un giorno di primavera il sole si nasconde scherzosamente dietro le bianche nuvole mutevoli, per poi riapparire un momento dopo.
Una notte, in cui si sentiva particolarmente malinconico, l’Uomo-Stella si sdraiò su un prato rudagioso e si concentrò sulle tante faville del cielo, causa della sua tristezza. Gli sembrò che tutti quei puntini fissi lo circondassero completamente...e quindi non gli sembrò strano scorgere con la coda nell’occhio un piccolo bagliore luminoso alla sua destra, tremolante nell’aria della notte. Ad un tratto però distinse una figura umana e si raddrizzò di colpo. Che stupido era stato, pensò con sollievo. Era solo la sua bambina che seduta quieta vicino a lui giocava con la bambola che le aveva comprato. Ma guardò meglio dalla sua parte e...non aveva dubbi, la piccola stellina che aveva visto c’era ancora, e risplendeva proprio nel petto di lei.
All’improvviso miliardi di sensazioni lo attraversarono in tutto il corpo. La certezza, mista a sorpresa, spavento e consapevolezza mischiati assieme, gli balenava nel cervello fino a stordirlo. Lei era la sua stella-madre. L’aveva capito e ora non c’era più niente che poteva staccarlo da lei.
Si sentì ricomporre e dissolvere nello stesso tempo, mentre vedeva le ombre infittirsi sempre più intorno a lui, e sentiva qualcosa nel suo essere agitarsi, chiedendo di uscire. Arrivò ad uno stato di parossismo totale, finché tutto si placò e non senti più nulla, a parte il fruscìo delle foglie e il respiro del cielo, che finalmente lo chiamava a lui. Prima che i sui atomi, disciolti nel vento, si riunissero all’universo, dove le lacrime brillavano negli occhi delle stelle, come una brezza accarezzò il viso della bambina, per dargli un ultimo bacio.
Poi, si dissolse, e di lui non rimase più traccia.
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"L'opera è un cadavere che ha ancora qualche reazione nervosa" Maria Callas
Manthàno mèn oia dran méllw kakà,
thumòs dè kreisswn aìtios twn emwn bouleumàtwn,
òsper megìstwn aìtios kakwn brotois.
Medea, Euripide
[ Questo messaggio è stato modificato da: Ondina il 10-01-2004 alle 22:15 ] |
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