13Abyss
Reg.: 20 Lug 2003 Messaggi: 7565 Da: Magliano in T. (GR)
| Inviato: 03-12-2003 17:27 |
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- A Scanner Darkly -
- Philip K. Dick -
E' passato tanto tempo dall'ultima volta che ho scritto qualcosa su un libro letto di recente.
Torno alla tastiera grazie ad un'opera che fortemente toccato il mio immaginario, un perfetto connubio di fantasia e riflessione, di principi causa-effetto, un esagerato e stupendo ritratto dell'animo umano, di una persona e del suo Io, di Phil K. Dick.
Un romanzo che è un profondo insinuarsi nei labirinti della dipendenza dalle droghe, autobiografico e frastornante, così come è autentico e sincero.
L'autore era stato un membro appartenente alla cultura degli anni' 60, quella alternativa, che nel periodo post-Kennediano, in America, aveva aperto le porte alla generazione dello sballo come ribellione. Un'esperienza intensa come poche altre, costituita da traumi e perdite e da un'inevitabile consequenzialità che Dick trasporterà fino agli estremi risultati nel libro stesso.
La storia si svolge, infatti, nella prima metà degli anni'90 ed è stata scritta nella seconda metà dei Settanta, portando a dirette ed estremistiche conseguenze lo spirito dell'America di Nixon. La cosa più sconvolgente è veder crescere sotto i nostri occhi una società che non si discosta poi molto da quella reale in cui ci troviamo a vivere.
Uno scrittore profetico, quindi, così come lo era stato in altri capolavori come Ubik e Blade Runner, ma in questo libro si punta l'occhio soprattutto al legame intimistico che si cela tra romanzo e autore: lui stesso, nella post-fazione, affermerà "Io non sono uno dei personaggi di queto romanzo, io sono il romanzo."
E con questi intenti si svolgerà la storia, una storia ciclica che trova nel suo inizio la propria fine, con uno sguardo indubbiamente pessimistico.
LA TRAMA
Bob Arctor è un agente della sezione Narcotici di Los Angeles nel 1994. Si è trasformato in un infiltrato tra i tossici della città per scoprire la natura di una nuova e potentissima droga sintetica, la "sostanza Morte" (Substance Death o SD in inglese, notare il legame con Lsd...). Non si conosce l'origine, la composizione o l'organizzazione che diffonde tale droga e la squadra Narcotici (che non corrisponde ad una vera e propria polizia, quanto più ad una società autoritaria e con potere di controllo sui cittadini) brancola nel buio, almeno apparentemente.
Arctor riuscirà in conclusione a scoprire tutta la verità, ma oramai sarà già una vittima della dipendenza e davanti a lui si addenseranno soltanto le Tenebre e non potrà fare altro che scrutare ciò che lo circonda, oscuratamente...
La storia è una vera e propria discesa negli inferi del protagonista, che abbandona definitivamente i canoni della Science Fiction (solamente due saranno gli elementi strettamente futuristici, la tuta disindividuante che rende chi la indossa un signor Qualcuno e il sistema di monitoraggio dell'appartamento) per divenire un autentica riflessione su ciò che è stato e ciò che potrebbe diventare. Il tutto senza un accento di retorica o una delineata morale. Solo osservazione, scrutare segretamente l'animo del protagonista, come dice il titolo.
La società viene distinta in due classi: i tossici, emarginati nelle periferie della città, disprezzati e lasciati al loro destino, e i "perbene", rinchiusi in gabbie di cemento e difesi dal disfacimento della società, ma allo stesso tempo rincoglioniti e resi inutili dalla società stessa.
Strani personaggi popolano la trama. Uno dei più singolari è sicuramente Donna Hawthorne, figura misteriosa che devasterà le percezioni di vero e falso del protagonista, pur divenendo il suo unico e vero amore. Poi ci sono i compagni di casa di Arctor, tossici paranoici e lavativi, presi da una morsa di autodistruzione e passività, sintomo del loro eccessivo uso di stupefacenti; modellati su vere amicizie di Dick e, forse, tristemente riportati alle stesse conclusioni.
Dice l'autore, nella già citata Post-Fazione:
"L'abuso di droga non è una malattia, è una decisione, come quella di sbucare davanti a un'auto in corsa... Per un ceto laso di tempo noi tutti siamo stati davvero felici, seduti quà e là senza faticare, semplicemente cazzeggiando e giocando. Ma questo lasso di tempo è stato terribilmente breve e la punizione che ne è seguita è stata aldilà di ogni immaginazione...Se queste persone hanno commesso un peccato è stato quello di voler continuare a divertirsi per sempre e sono state punite per questo; ma se è stata davvero una punizione sento che è stata eccessiva..."
Un romanzo assolutamente da consigliare, qualunque sia il genere di libri a cui siete soliti dedicarvi.
Ah, ci sarebbero così tante altre cose da dire...
_________________ Rubare in Sardegna è il Male. |
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