13Abyss
 Reg.: 20 Lug 2003 Messaggi: 7565 Da: Magliano in T. (GR)
| Inviato: 10-06-2004 20:25 |
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“Occazzo!!!”
Queste sono le parole che mi sono uscite di bocca quando ho finito di ascoltare Contraband.
Era obbligatorio rimanere prevenuti nei confronti di quello che poteva essere l’ennesimo blitz commerciale dello stanco rock odierno: gli Audioslave non sono malaccio, ma certo mi aspettavo di più e le ultime eclatanti reunion non è che mi stuzzicassero particolarmente.
Beh….
Potete prendere e buttare tutti i cd usciti negli ultimi 5 anni.
Prendeteli e fiondateli nel cestino che tenete sotto il tinello, se c’entrano tutti, altrimenti grande sacco nero della spazzatura e via. Aria nuova e sporca. Come il buon rock che sa ricrearsi dalle sue fresche ceneri. Come questi Velvet Revolver.
Non riesco a ricordare da quanto tempo un album non mi colpiva in questo modo così feroce, aggressivo, potente, con un suono che spacca letteralemente le orecchie.
Possono essere più dei Guns, più degli Stone, di certo sono totalmente differenti, ma ben consci dell’esperienza maturata. E cosa ne scappa fuori? Qualcosa che “rocckeggia abbrutto”, musica che sa essere violenta o semplicemente toccante. Musica con l’anima.
E intanto sono qui che agito la testa avanti e indietro, tenendo il ritmo, come un’idiota, con il rischio di fracassarmi il cranio sul monitor, all’ennesimo ascolto del cd…
Provare per credere.
SUCKER TRAIN BLUES: già si respira aria di nuovo. Ritmica potente e musica prepotente. Cattiva ma melodica. “Somebody raped my tapeworm abortion, come on motherfuckers and deliver the cow.”
DO IT FOR THE KIDS: parte che sembra una canzone dei Nine Inch Nails. Ha un ritornello “spaziale” (roba che non troveresti in nemmeno mezza canzone dei Guns) e coinvolge al primo impatto. “Went too fast I'm out of luck and I don't even give a fuck.”
BIG MACHINE: una delle mie preferite. Il meglio comparirà nella seconda parte del disco, ma il riff di questa song, con il basso di Duff che da l’input (ricordando vagamente una “certa” canzone di 13 Candles degli Stone…) esplode nel ritornello, con il (finalmente) redivivo Weiland cazzuto come non mai. Ottima. “All that first-class jet set brings me down, down, down, all that first-class drug shit brings me down, down, down.”
ILLEGAL I SONG: è uno degli episodi meno riusciti dell’album. Weiland ricorda vagamente Perry Farrell nelle strofe, ma è comunque un buon ascolto.
SPECTACLE: grande song. Spettacolare, verrebbe da dire. Se Kushner ci mette l’ “ignoranza”, ecco che finalmente Slash caccia fuori i coglioni. Energia trasudante.
FALL TO PIECES: e le grandi canzoni iniziano a susseguirsi irrefrenabilmente. Si toglie per un attimo il piede dall’acceleratore con una canzone che parte in vecchio stile ballata, con l’arpeggione del buon vecchio Slash, ma è solo un impressione. L’anima c’è tutta, l’intensità pure e, soprattutto, ci siamo oramai resi conto che qui non si cerca di scimmiottare né i Guns né gli Stone. Questi sono i Velvet R., hanno un loro preciso stile (anche se ancora andrebbe “sgrezzato” in certi punti) e sono convincenti come nessuno avrebbe predetto.
HEADSPACE: un riff che ricorda la recente “Cochise” degli Audioslave e Kushner ricorda (molto) Morello. Perfetta la chimica del gruppo, sembra che suonino insieme da secoli.
SUPERHUMAN: ecco una canzone che ha assimilato un po’ il sound delle vecchie esperienze. Incipit alla Sweet Child O’ Mine, liriche e cantato alla Core. Nostalgica. “Cocaine, Alchool, Lady-Lay, Withdrawal.”
SET ME FREE: grandi Slash & Duff in questa bomba di song.
YOU GOT NO RIGHT: partenza in acustica. Atmosfera rilassata che si trasforma in un canto liberatorio, con a seguire una delle “solite assolate alla slash”, che riempiono le orecchie. Tutta da scoprire.
SLITHER: il singolo pre-album. Non ha bisogno di presentazioni.
DIRTY LITTLE THING: energia allo stato puro. Robba che fracassa i timpani. …e continuo a stare qui a sbattere la testa contro il monitor….
LOVING THE ALIEN: il finale inaspettato è la canzone migliore dell’album. Ballata sognante, vicina a capolavori assoluti come Space Oddity di Bowie, che non viene ricordato soltanto dal capello sparato di Weiland, ma anche da una struggente estasi sonora. Una canzone pop, verrebbe da dire. Già… se ne sentisse di pop così….
BODIES (extra track): una traccia bonus che conferma lo spirito vitale e rocckazzato dell’album. Quale migliore conclusione di una cover live di Bodies dei Sex Pistols? Tra le altre cose, una stupenda cover…
E adesso?
Siete quasi convinti? Avete desiderio di rintracciare quest’album anche soltanto per negarmi tutta la gioia che mi ha fornito il suo ascolto? Volete infamarmelo?
Ottimo. Rintracciate e fatemi sapere… il dj Abysso passa la palla.
_________________ Rubare in Sardegna è il Male. |
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