> > Arte e letteratura - Borges, Averroè, Aristotele e Berlusconi. Racconto morale in 8 puntate. |
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Borges, Averroè, Aristotele e Berlusconi. Racconto morale in 8 puntate. |
OneDas
Reg.: 24 Ott 2001 Messaggi: 4394 Da: Roma (RM)
| Inviato: 23-05-2002 09:51 |
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Borges, Averroè, Aristotele e Berlusconi.
Racconto morale in 8 puntate.
1)
“La ricerca di Averroè” è il titolo di un racconto contenuto nella raccolta “L’Aleph” di Jorge Luis Borges.
Averroè era un filosofo e medico arabo vissuto a Cordoba, nell’Andalusia, nel secolo XII.
“Interpretare i suoi libri [ i libri di Aristotele, “questo greco, fonte di tutta la filosofia,” che “ era stato dato agli uomini affinché insegnasse loro tutto ciò che si può conoscere” ] era l’arduo proposito di Averroè” .
Borges ne traccia un profilo romantico e compassionevole.
Il filosofo non conosce il greco e non conosce il siriano. Ha letto Aristotele da una traduzione di una traduzione. Qualche giorno prima ha trovato nel libro dedicato alla Rettorica, due parole a lui sconosciute: “tragedia” e “commedia”. Queste parole, magiche come tutte le parole di cui non conosciamo il senso ma di cui percepiamo un’essenza che ci conquista, si rincorrono nella sua mente, rimbombano gentilmente, ma costantemente, in essa, come l’acqua che zampilla dalle leggere fontane giù nel patio.
(continua)
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OneDas
Reg.: 24 Ott 2001 Messaggi: 4394 Da: Roma (RM)
| Inviato: 23-05-2002 12:26 |
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2)
Immaginiamo il filosofo, durante la preghiera del mattino, inginocchiato nella grande moschea di Cordoba, la Mesquita, dalle mille colonne, nello sforzo di concentrarsi alle frasi del muezzin, ma i pensieri sul significato di quelle due parole sono più forti dei suoi doveri di fedele. Si alza irritato. Esce dal magnifico edificio, passeggia nell’aranceto attiguo, gravido di frutti. Si siede su un muretto in pietra e medita. Osserva il volo degli uccelli che da nord si dirigono verso le calde coste dell’Africa. E’ autunno e il vento che proviene dalle sierre non gli consente di rimanere troppo a lungo fermo, seduto su quel muretto. Il freddo pungente lo riporta al deserto delle sue origini, riaffiorano le carovane dei suoi avi che solcano mari di sabbia. Quelle due parole, “tragedia” e “commedia” non fanno parte del bagaglio di quella gente, non ricorda nulla del genere tra le frasi cantilenanti dei suoi vecchi quando da bambino gli raccontavano storie mirabolanti di ladri scaltri e bellissime principesse. Che cosa avveniva in Atene quattordici secoli prima, quali attività umane così rilevanti si realizzavano tanto da spingere il più grande sapiente della storia a dedicargli i suoi studi e le sue attenzioni.
(continua)
_________________ tu che lo vendi, cosa ti compri di migliore ? |
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OneDas
Reg.: 24 Ott 2001 Messaggi: 4394 Da: Roma (RM)
| Inviato: 23-05-2002 14:12 |
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3)
Averroè si alza, si sfrega le braccia intorpidite, ed esce nella strada. Si avvia con passo veloce verso le bianche stradine della città. Mentre le attraversa non nota il mercante che gli porge un cestino di datteri, il venditore di spezie gli passa accanto ma i suoi sensi non percepiscono gli odori delle sue merci. E’ assorto, cammina a braccia conserte. Svolta in quel gomitolo di vie come un automa. E’ perplesso. Si sta probabilmente ponendo un’altra domanda: cos’è che lo cruccia realmente ? E’ il disappunto per non riuscire a colmare questa lacuna della sua sete di sapere ? O è il dispiacere di non aver mai potuto, assistere, prendere parte, ascoltare a queste sconosciute manifestazioni dell’attività umana ? O, subdolamente forse si insinua anche questo pensiero, è la consapevolezza di una mancanza della cultura della sua razza che pure è stata capace di esportare nel mediterraneo conquistato arti e scienza, tecniche e poesia…
“O palma ! tu pure sei
In questo suolo straniera…”
(continua)
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OneDas
Reg.: 24 Ott 2001 Messaggi: 4394 Da: Roma (RM)
| Inviato: 23-05-2002 15:17 |
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4)
Ricorda Averroè questi versi “che Abdurrahmàn rivolse nei giardini di Ruzafa a una palma africana”. “Singolare beneficio della poesia: le parole scritte da un re che anelava all’oriente servirono a me, esiliato in Africa, per esprimere la mia nostalgia della Spagna”.
Queste parole pronuncia Averroè la sera di quel giorno tormentato: si trova a casa dall’alcoranista Farach, a cena. Con lui c’è anche il mercante Abulcasim Al-Asharì, appena tornato dal Marocco.
Abulcasim, colto mercante arabo, sa che quella sera sarà al centro dell’attenzione. Gli ospiti di Farach vorranno ascoltare le sue storie sui paesi meravigliosi e sconosciuti dove le sue carovane lo hanno condotto. Lui lo sa, e dopo aver cenato si accomoda al centro della compagnia, ed inizia a parlare. Gli piace farsi ascoltare: narra della città di Sin Kalàn [Canton] “dove il fiume dell’Acqua della Vita sbocca nel mare”.
Una sera – continua il pomposo mercante – fu condotto in una casa “di legno dipinto” dove molte persone vi erano radunate. Era una casa strana, di una fattezza tale che il mercante, pur nei suoi numerosi peregrinare, non aveva mai visto. La casa si componeva di un’unica grande sala con file “di gabbie o di balconi”. Di fronte a queste stava una terrazza sulla quale altre persone “ suonavano il tamburo e il liuto” altre non suonavano e con il volto coperto da una maschera rossa “pregavano, cantavano, e dialogavano”.
(Continua)
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OneDas
Reg.: 24 Ott 2001 Messaggi: 4394 Da: Roma (RM)
| Inviato: 23-05-2002 16:22 |
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5)
Abulcasim si arresta per un attimo. Coglie nelle espressioni dei suoi ascoltatori un palpito di impaziente interesse per ciò che sta narrando. Indugia, si riassesta sulla panca, come un consumato attore mantiene sospesa l’attenzione della sua platea, poi, con un rapido sguardo agli ascoltatori, finalmente riprende il racconto. Quelle persone poste sulla terrazza che dominava la sala “erano prigionieri, e non si vedeva la prigione; cavalcavano, ma non si vedeva il cavallo; combattevano, ma le spade erano di canna; morivano, e poi si rialzavano”. A queste parole l’uditorio rimane disorientato. Non comprendono quanto il mercante ha raccontato. Farach, il padrone di casa, accusa di follia quegli uomini che vivono in quel paese così lontano. “Gli atti dei pazzi” sentenzia “ eccedono le previsioni del savio.”
(Continua)
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aguirre
Reg.: 07 Ott 2001 Messaggi: 8325 Da: Reggio Calabria (RC)
| Inviato: 23-05-2002 16:48 |
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se nn riesci a mandare le prossime puntate entro stasera, me le manderesti x sms?
(io stasera o domani mattina stacco il pc)
giro giro tondo quanto è bello il mondo.........
_________________ "Se io non ci fossi
mi mancherei un casino"
Aguy
http://ondedinchiostro.splinder.com/ |
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OneDas
Reg.: 24 Ott 2001 Messaggi: 4394 Da: Roma (RM)
| Inviato: 23-05-2002 16:59 |
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x Agui: mi affretto !
6)
Abulcasim è confuso ma anche deluso. Sperava che i suoi racconti suscitassero ben altro effetto ai suoi ascoltatori. Invece quello che vede sono sguardi incerti se non addirittura di disapprovazione. Cerca allora di riacquistare l’attenzione maldestramente perduta. Fornisce spiegazioni e dice “Immaginiamo che qualcuno mostri una storia, invece di raccontarla”. Vedremo delle persone che mostrano azioni e vicende accadute ad altre persone.
Ma l’alcoranista lo interrompe domandandogli “Parlavano queste persone ?”
“- Certo che parlavano, “ dice Albucasim “convertito in apologista di uno spettacolo che ricordava appena e che lo aveva abbastanza annoiato. – Parlavano, cantavano e peroravano !”
“In tal caso “ dice Farach “non occorrevano tante persone. Un solo narratore può riferire qualsiasi cosa, per complessa che sia”.
L’ultima frase dell’alcoranista ha il peso di una sentenza definitiva. Nessuno osa più contraddire il padrone di casa, “ tutti approvarono il giudizio” e mossero i propri pensieri verso altri lidi meno pericolosi e più conosciuti. Si parlò di poesia, si lodarono i poeti arabi di Cordoba e Damasco ed Averroè, fino ad allora in silenzio, espose il suo pensiero che scorreva piano e lineare nel solco della tradizione.
(continua)
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OneDas
Reg.: 24 Ott 2001 Messaggi: 4394 Da: Roma (RM)
| Inviato: 23-05-2002 17:21 |
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7)
Alle prime luci dell’alba il filosofo fece ritorno alla sua biblioteca. L’ansia del giorno precedente per quelle due parole a lui oscure aveva lasciato il posto ad una tenue consapevolezza che il racconto del mercante gli aveva reso. Si sedette al suo scranno di studioso, ringraziò Allah, grande e misericordioso, e vergò sul manoscritto: “Aristù (Aristotele) chiama tragedia i panegirici e commedia le satire e gli anatemi. Mirabili tragedie e commedie abbondano nelle pagine del Corano e nelle iscrizioni del santuario”.
* * *
Dopo avere letto questo racconto, era il 1989, confesso di aver provato un impeto di commozione. Ammiravo questo piccolo grande uomo, teso nello sforzo interpretativo, con ingenuità ragionare su argomenti sui quali la sua cultura, la sua religione, il suo passato, non potevano che condurlo a conclusioni errate. Eppure la sua sete di sapere e l’esigenza di diffusione dello stesso non poteva concedergli il lusso di esimersi dal parlarne.
(continua)
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aguirre
Reg.: 07 Ott 2001 Messaggi: 8325 Da: Reggio Calabria (RC)
| Inviato: 23-05-2002 17:24 |
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grazie
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mi mancherei un casino"
Aguy
http://ondedinchiostro.splinder.com/ |
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OneDas
Reg.: 24 Ott 2001 Messaggi: 4394 Da: Roma (RM)
| Inviato: 23-05-2002 17:57 |
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Come dirà Borges: “Poche cose registrerà la storia più belle e più patetiche di questo consacrarsi di un medico arabo ai pensieri di un uomo dal quale lo separavano quattordici secoli”.
Circa dieci secoli dopo, il 26 settembre del 2001, il quotidiano italiano “La Repubblica “riportava la seguente dichiarazione dell’allora Presidente del Consiglio On. Silvio Berlusconi:
“C’è «una singolare coincidenza» tra le azioni terroristiche e il movimento antiglobalizzazione che cerca «di colpevolizzare l’Occidente come se fosse colpa sua, della sua economia e dei sui mercati, la povertà di cui soffre tanta parte del mondo. Io invece credo dobbiamo essere consapevoli della superiorità della nostra civiltà. Un sistema di valori e principi che ha dato luogo ad un benessere che garantisce i diritti umani e il rispetto dei diritti religiosi che certo non c’è nei paesi islamici»
(Fine)
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aguirre
Reg.: 07 Ott 2001 Messaggi: 8325 Da: Reggio Calabria (RC)
| Inviato: 23-05-2002 18:57 |
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grandissimo das
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Aguy
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Tristam ex "mattia"
Reg.: 15 Apr 2002 Messaggi: 10671 Da: genova (GE)
| Inviato: 23-05-2002 19:13 |
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che dire Onedas....
quella stessa persona che ha detto quella frase fantastica è il nostro primo ministro... ma tanto non l'ha detta... anche lì chissà dov'è finita la verità...
Borges...i suoi racconti, le sue poesie...
abbinare un racconto...ad un fatto,,, non è male...mi venisse qualcosa in mente anche a me....
stupendo post Onedas...
_________________ "C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"
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Darlene
Reg.: 30 Nov 2001 Messaggi: 1184 Da: Parma (PR)
| Inviato: 23-05-2002 19:21 |
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molto bello questo post
_________________ -Il sonno della ragione produce mostri- |
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Quilty
Reg.: 10 Ott 2001 Messaggi: 7637 Da: milano (MI)
| Inviato: 24-05-2002 10:58 |
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Molto bello....un uomo che cerca di conoscere e uno che vuole nascondere tutto...
...avete visto Berlusca ieri da Vespa??
Non poteva presentarsi come tutti gli altri ..ma si è portato dietro la sua scrivania piazzandola al centro dello studio!!!!!
Ma il massimo è stato quando ha parlato dei medicinali:
alla domanda di quel coglione di Castagnetti sul perchè fossero stati reintegrati molti ticket...la risposta è che bisogna essere più parsimoniosi...poichè lo sanno tutti che teniamo dei medicinali in casa che non utilizziamo...dentro al nostro armadietto del bagno! una comica... |
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Tristam ex "mattia"
Reg.: 15 Apr 2002 Messaggi: 10671 Da: genova (GE)
| Inviato: 24-05-2002 13:09 |
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berlusconi e vespa...
che coppia...
bleah
_________________ "C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"
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