> > Tecniche cinematografiche - Violazione dello spazio |
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Violazione dello spazio |
FabryDivx ex "ometto"
 Reg.: 27 Apr 2003 Messaggi: 1788 Da: Palermo (PA)
| Inviato: 19-03-2005 01:22 |
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Mi sono sempre chiesto se lo spazio dello spettcolo teatrale fosse equo o proporzionale a quello cinematografico , e sempre più spesso accostavo alle mie analisi disegli tecnici della scena cinematografica riproponendola su uno spazio ben delimitato , trovando coem unica soluzione per me definita "violazione dello spazio" , prendendo un esempio la finestra sul cortile tutta la sequenza si struttura lumgo un campo di più o meno 200 metri , ma cmq il personaggi J. Stewart ne delimita le distanze con il binocolo , tutto questo potrebbe ricondure al teatro , ma elementi discordanti , intendo dimensionali , portano oltre la quintà punti di focalizzazioen , forse li si lega la violazione di quello spazio creato dal regista per "allevare la storia " (uso il termibne alleavre per indicare la amturazioen di mille idee).
Certo non voglio impostare una teoria , ma cmq la discordanza tra spazio teatrale e spazio filmico non varia di molto , più che altro si lega la variabile della violazione delllo spazio , che forse l'unico elemento che distique l'architettura di una messa in scena teatrale ad un fil,.
_________________ ""Solo chi teme di non essere mai citato evita di citare" S. M. Ejzenstejn" |
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Poisonidea
 Reg.: 27 Ago 2003 Messaggi: 134 Da: Torino (TO)
| Inviato: 19-03-2005 02:01 |
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Stai parlando di scavalcamento di campo oppure ho semplificato troppo?
_________________ La verità dentro le persone è cosa tanto fragile da cambiare totalmente nel solo modo di riceverla.
once you SurpOp you can't stop |
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FabryDivx ex "ometto"
 Reg.: 27 Apr 2003 Messaggi: 1788 Da: Palermo (PA)
| Inviato: 20-03-2005 00:31 |
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non intendevo lo scavallamento in se, intendevo la violazione dello spazio teatrale , cioè il magnifico ruolo del montatore del creare lo spazio , forse la legge primaria , ed è qui che lega tutta la mia teoria ossia il voler a tutti i costi esternare lo spettatore e prolungare il suo sguardo all'esterno della scena , oltre al classico campo focale , forse sono solo baggianate , ma è un piccolo dilemamma che sto cercando di approfondire.
_________________ ""Solo chi teme di non essere mai citato evita di citare" S. M. Ejzenstejn" |
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gatsby
 Reg.: 21 Nov 2002 Messaggi: 15032 Da: Roma (RM)
| Inviato: 21-03-2005 01:54 |
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Mmm, leggo che anche te sei un pò confuso(io lo sono ora dopo averti letto).
La tua considerazione è ottima, effettivamente il montatore è una figura che bene o male nel teatro non c'è, o meglio, è insito nella sceneggiatura e nell'utlizzo delle luci. Allo stesso tempo però effettivamente la finestra sul cortile richiama molto il teatro, per ciò che concerne la delimitazione del luogo...
Così a prima vista direi, che in questo caso specifico,sia fondamentale capire come seppur l'aerea dell'azione sia limitata, l'utilizzo del binocolo nonchè di inqudrature statiche (o piani sequenza) su ciò che avviene al di fuori riesca a creare quella tensione legata alla "mobosa curiosità" che tiene in piedi l'intera pellicola. La finestra sul cortile è forse uno dei film più cinematografici mai fatti. Riprodurre il testo in teatro credo sia impossibile. L'attenzione del fotografo infatti parte da una base generale (lui osserva tutti)ad una sempre più specifica(lui segue solo l'assassino). Questa convergenza in uno spazio finiti non è rappresentabile altrove e necessita un certo tipo di montaggio.
Boh, forse anche io sto solo delirando.
_________________ Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è |
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FabryDivx ex "ometto"
 Reg.: 27 Apr 2003 Messaggi: 1788 Da: Palermo (PA)
| Inviato: 29-03-2005 23:54 |
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Si concordo con Gastby , ma il film di Hitchcock è solo un puro esempio, quello che forse non riesco a spiegare è l'incredibile azione della macchiana da presa di violare gli spazi scenici , senza che lo spettatore possa esserne turbato , daltronde è qui dove si basa la tecnica del cinema sulla violazione , quello che lo spettatore percepisce come contiguo al campo ma che non è presente , ecco dove il teatro non può arrivare
_________________ ""Solo chi teme di non essere mai citato evita di citare" S. M. Ejzenstejn" |
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TINTOBRASS
 Reg.: 25 Giu 2002 Messaggi: 5081 Da: Roma (RM)
| Inviato: 30-03-2005 02:26 |
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quote: In data 2005-03-29 23:54, FabryDivx scrive:
Si concordo con Gastby , ma il film di Hitchcock è solo un puro esempio, quello che forse non riesco a spiegare è l'incredibile azione della macchiana da presa di violare gli spazi scenici , senza che lo spettatore possa esserne turbato , daltronde è qui dove si basa la tecnica del cinema sulla violazione , quello che lo spettatore percepisce come contiguo al campo ma che non è presente , ecco dove il teatro non può arrivare
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Se il teatro, almeno fino in piena età elisabettiana, ha rispettato le unità drammatiche dettate da Aristotele all'interno della sua "Poetica", il cinema non si è mai visto costretto in simili restrizioni.
Addirittura, le rappresentazioni sacre (Alto Medioevo) successive ai semplici "quem quaeritis?", contemplavano la cosiddetta "scena multipla": su un unico spazio scenico venivano rappresentate, da un capo all'altro, diverse zone del Mondo. E' ovvio che un personaggio, nell'atto di raggiungere il lato opposto del proscenio, avrebbe impiegato pochi secondi. Ma la magia dello spettacolo rendeva la rappresentazione stessa tutt'altro che ridicola.
Il teatro ha sempre posseduto ritmi propri, per nulla applicabili ad altre forme di rappresentazione scenica. Il dicorso "cinema", quindi, non ha nulla di assimilabile al discorso "teatro". La differenza lampante è questa: se lo spettatore cinematografico non si accorge quasi mai di talune "violazioni di spazio", quello teatrale se le trova proprio di fronte agli occhi.
[ Questo messaggio è stato modificato da: TINTOBRASS il 30-03-2005 alle 02:29 ] |
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oronzocana
 Reg.: 30 Mag 2004 Messaggi: 6056 Da: camerino (MC)
| Inviato: 30-03-2005 11:45 |
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Una domanda:
Si può dire che nel teatro il punto di vista dello spettatore è sempre oggettivo, mentre nel caso particolare de "La Finestra sul Cortile" che pur mantendo un impostazione quasi teatrale(?) il puno di vista è praticamente sempre(quasi) soggettivo?
_________________ Partecipare ad un'asta, se si ha il Parkinson, può essere una questione molto costosa.
Michael J. Fox
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Skualo
 Reg.: 01 Mag 2005 Messaggi: 758 Da: Venezia (VE)
| Inviato: 01-05-2005 22:20 |
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quote: In data 2005-03-29 23:54, FabryDivx scrive:
quello che forse non riesco a spiegare è l'incredibile azione della macchiana da presa di violare gli spazi scenici , senza che lo spettatore possa esserne turbato
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Veramente prima di far digerire al pubblico cinematografico particolari attacchi in fase di montaggio, ce ne è voluto di tempo! Il pubblico odierno li percepisce senza turbamento, ma attorno ai primi anni del '900 (quando vennero sviluppati) non era affatto così. Dei semplici cambiamenti di campo (dal CM al PP per es) erano visti come qualcosa di disturbante. Proprio perchè il punto di riferimento era il teatro. |
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gatsby
 Reg.: 21 Nov 2002 Messaggi: 15032 Da: Roma (RM)
| Inviato: 06-05-2005 12:38 |
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