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American Dreamz su effettoNotte.... |
gatsby
Reg.: 21 Nov 2002 Messaggi: 15032 Da: Roma (RM)
| Inviato: 02-07-2006 17:13 |
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Che ne dite di questa recensione:
http://www.effettonotteonline.com/enol/index.html
American Dreamz": no, non si tratta di un grossolano errore di scrittura, ma del nome della trasmissione televisiva più seguita d'America, che dà il titolo al film, costituendone anche il baricentro narrativo attorno al quale ruotano i destini dei protagonisti della pellicola diretta da Paul Weitz, già regista di In Good Company, About a boy e co-regista di American Pie. "American Dreamz" è un reality show che, calcando le orme della popolarissima "American Idol" statunitense (il cui equivalente italiano potrebbe essere "Amici" di Maria De Filippi), incolla al piccolo schermo milioni di telespettatori, creando prima che delle pseudo-star, minimamente talentuose nel canto e nel ballo, delle storie strappalacrime e "alza-ascolti".
Grande burattinaio della trasmissione è Martin Tweed/Hugh Grant, il cinico e arrivista conduttore senza scrupoli che, insieme ai suoi collaboratori, ricerca personaggi "mostruosi" per aumentare lo già stratosferico share. Personaggi attorno ai quali costruire una storia, una narrazione che soddisfi la morbosità, l'insoddisfazione e la noia della comunità teledipendente a stelle e strisce, e non solo. La scelta, alla fine, cade su due concorrenti che tra i 50 "sognatori" iniziali dovranno trascinare le sorti del programma: la prima è Sally Kendoo (la pop star-attrice Mandy Moore), la cantante di karaoke proveniente dalla provincia americana, bionda e attraente, di cui Martin s'invaghisce perché in lei intravede un alter-ego al femminile. Per lei, fidanzatina d'America con una personalità da "Dottor Jekyll-Mr Hyde" - dolce sulla ribalta del palcoscenico, spietata nel retroscena della vita privata -, è in arrivo una proposta mediatica di matrimonio dall'eterno fidanzato William (Chris Klein), reduce dall'Iraq, dove è stato ferito non appena arrivato al fronte. L'antagonista di Sally per la vittoria del programma sarà Omer, un immigrato iracheno giunto in America per trasferirsi a casa dei ricchi parenti, ormai integrati nel privilegiato paradiso di Orange County. Omer, che è cresciuto al fianco di una madre amante dei musical di Broadway e delle canzoni di Frank Sinatra, non fatica ad ambientarsi nella società dello spettacolo americana, lontano dal campo di addestramento per futuri terroristi in cui era stato istruito per vendicare la madre morta in un attacco aereo statunitense. Cooptato da una cellula dormiente, Omer sarà però costretto a raggiungere la finale di "American Dreamz" a tutti i costi, perché giudice speciale dell'ultima puntata sarà niente meno che il Presidente degli Stati Uniti appena rieletto, Joe Staton/Dennis Quaid, in crisi d'identità e bisognoso, secondo il zelante e totalitario segretario di stato (un irriconoscibile e straordinario Willem Dafoe), di una partecipazione pubblica che rassicuri gli americani sullo stato di salute mentale della loro guida, da settimane rifugiato a letto. In realtà, il Presidente Staton, dipinto semplicemente come uno scemo, manovrato dal suo staff che gli filtra le informazioni e gli suggerisce cosa dire attraverso un apparecchio acustico, troverà il suo riscatto proprio in occasione della finale del reality show, quando Omer dovrà decidere se portare a termine il compito affidatogli dai suoi fratelli e farsi, quindi, esplodere come kamikaze per uccidere il Presidente in diretta mondiale. Niente andrà come previsto durante la conclusione del programma, ma lo scioglimento dei destini di tutti i protagonisti non porterà comunque alla chiusura del reality. Perché, si sa, "The show must go on".
Ormai i sogni di gloria e di successo non sono più "dreams", ma "dreamz", con quella "z" che rende bene la plastificazione, la finzione e l'aberrazione raggiunte dal Sogno Americano, filtrato com'è oggi dal meccanismo della celebrità a tutti i costi che la televisione consente ed estende fino a farla penetrare in tutti gli strati della società civile. Il film di Paul Weitz è una commedia satirica che, pur lavorando in superficie sulla parodia di schemi e figure consolidate, riproduce con lucidità, e un pizzico di volgarità, le logiche dei reality show e l'aridità della cultura mass-mediatica americana, pronta a sacrificare qualsiasi valore o sentimento sull'altare dell'audience e degli introiti pubblicitari. Ma a uscire malconcia dalla pellicola di Weitz è anche la stessa politica statunitense, e l'attuale establishment presidenziale in particolare, che ha fatto della comunicazione mediatica uno degli strumenti fondamentali di costruzione e raggiungimento del consenso. Non stupisce, insomma, che American Dreamz sia stato stroncato in America dalla critica, e poco amato anche dal pubblico: i continui rimandi e le allusioni alla realtà che le figurativizzazioni del Presidente e del suo consigliere producono, non devono essere stati facilmente digeriti dal pubblico d'oltreoceano.
La commedia si dimostra ancora una volta come il genere filmico più adatto a scandagliare le mostruosità e il malessere della società e del costume attuale, descrivendo il presente attraverso toni grotteschi (che debordano a tratti nel macchiettismo), e allestendo una galleria di personaggi anonimi, ma tipizzati (la starlette senza scrupoli, la madre ambiziosa, il fidanzato stupido, ecc), e per questo ancor più simbolici ed emblematici. La società del malessere è diventata un grande spettacolo per "mostri", rifiuti e scarti umani. E Paul Weitz, che già nel precedente In Good Company aveva proposto alcune contraddizioni dell'american way of life, prosegue la sua carriera con un'altra commedia pop leggera, ma tremendamente pungente, che nelle pieghe della finzione narrativa conduce lo spettatore, attraverso il personaggio di Omer, a farsi domande importanti e urgenti come il chiedersi, ad esempio, fino a che punto gli americani siano colpevoli per le azioni del loro governo, e quanto sia giusto vendicarsi dei torti e del dolore subiti, infierendo con altro sangue e altro dolore.
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Il mio parere:
Anche se Internet non pone problema di spazi, la peculiarità della recensione online, seppur dipenda dal target del sito, non può dilungaris così tanto, soprattutto se si tratta di trama. Più che di recensione trattasi in questo caso di riassunto. L'autrice coglie poi solo le metafore più immediate, non aggiungendo nulla a chi ha visto il film, nè lasciando attirando chi non l'ha visto. Insomma, davvero una recensione mediocre, che purtroppo si è in più passi ispirata alla mia di Filmup (Lo so faccio la vittima, ma vi roderebbe anche a voi legegre continuamente casi inequivocabili in cui venite derubati delle vostre considerazioni, se non addirittura di parole e virgole. Questo è un pò più celato, però che palle). Fatto sta che il fatto che abbia scopiazzato, e che lo abbia fatto da me, non è che un'ulteriore prova del basso livello della recensione (peccato perchè il resto della rivista è più che buono)
_________________ Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è |
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Petrus
Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 02-07-2006 17:32 |
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gatsby
Reg.: 21 Nov 2002 Messaggi: 15032 Da: Roma (RM)
| Inviato: 02-07-2006 17:44 |
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Beh Petrus non questo, ma negli altri casi c'è poco da essere mitomani, sono casi oggettivi Se dici così è perchè (ed escludo questo perchè è molto più celato) non hai letto i casi dell'altro topic. Oltre al fatto oggettivo ( e grave) sentire pure te che ironizzi poi un poco mi rode.
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L'uomo invisibile è bellissimo, solo che nessuno lo sa..
Ammazza la vecchia!!!
[ Questo messaggio è stato modificato da: gatsby il 02-07-2006 alle 17:45 ] |
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Petrus
Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 02-07-2006 22:56 |
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gatsby
Reg.: 21 Nov 2002 Messaggi: 15032 Da: Roma (RM)
| Inviato: 03-07-2006 02:06 |
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Hawke84
Reg.: 08 Giu 2004 Messaggi: 5586 Da: Cavarzere (VE)
| Inviato: 03-07-2006 08:10 |
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gatsby
Reg.: 21 Nov 2002 Messaggi: 15032 Da: Roma (RM)
| Inviato: 03-07-2006 09:02 |
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naly01
Reg.: 26 Nov 2001 Messaggi: 2248 Da: Rignano Sull'Arno (FI)
| Inviato: 03-07-2006 09:32 |
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si non è filmup (magari, la biografia della Winslet fa pena! la paragonano alla paltrow!)
cmq altro che un pò, è presa quasi a pié pari. m'han rubato pure le curiosità!
_________________ Sono impossibile da dimenticare
e difficile da ricordare.
IOMA 2007 |
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gatsby
Reg.: 21 Nov 2002 Messaggi: 15032 Da: Roma (RM)
| Inviato: 03-07-2006 10:40 |
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Petrus
Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 04-07-2006 00:28 |
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Tristam ex "mattia"
Reg.: 15 Apr 2002 Messaggi: 10671 Da: genova (GE)
| Inviato: 04-07-2006 02:35 |
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quote: In data 2006-07-03 09:02, gatsby scrive:
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COmunque sia, sulla rece di questa tizia che dite?Vi pare una buona recenisone?
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per essere una recensione, si. mi pare pure buona.
Faccio fatica a credere che American Dreamz sia una critica sfacciata ed estrema nei confronti dell'america e/o dei reality show etc etc etc...
In fondo è troppo facile credere che lo sia, e lo stesso impianto così frontale e autoevidente ha poco del surreale. Ovvero molti elementi surreali e improbabili, ma raccontati come se non lo fossero, senza quello strascico di ammicamento comico o demenziale.
Ci troviamo di fronte ad un film "serio". Terribilmente serio, che fa poco ridere, ma che fa molto male. La critica dei reality, della tv, dell'america, della società dello spettacolo debordiana (o ortega y gasset fate vobis) fa ancora parte della trama e non di quel film dietro al film che si cela immediatamente oltre a quello che l'occhio descrive.
quindi tutto quello che dice è giusto, ma è solo e sempre trama
_________________ "C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"
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naly01
Reg.: 26 Nov 2001 Messaggi: 2248 Da: Rignano Sull'Arno (FI)
| Inviato: 04-07-2006 23:00 |
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quote: In data 2006-07-03 10:40, gatsby scrive:
Io gli scriverei Cla.
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già fatto,
per ora zero risposte....
ma continuo, una risposta me la devono.
_________________ Sono impossibile da dimenticare
e difficile da ricordare.
IOMA 2007 |
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