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LA DISTRUZIONE dei Fratelli Coen |
Michi81
Reg.: 08 Giu 2004 Messaggi: 3120 Da: Lugano (es)
| Inviato: 27-07-2004 18:07 |
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quote: In data 2004-07-25 17:14, facess scrive:
"un orribile rifacimento hollywoodiano dell'Iliade".
TROY non è un rifacimento hollywoodiano dell'Iliade, "è una ri-costruzione postmoderna del peplum hollywoodiano", citazione dai Cahiers du Cinema.
E questo Pickpocket lo ha capito prima di tutti.
Tra l'altro dire che loro non hanno capito nulla su 21 GRAMMI mi sembra un pochino esagerato, tenuto poi conto che alcuni di loro un paio di anni fa fecero un'intervista-studio lunghissima su Inarritu, pubblicata su FilmCritica, mi sembra.
Ps: a perte tutto vi consiglio il libro di Ciaruffoli, "Stanley Kubrick. Eyes Wide Shut", edizioni Falsopiano. E' stupendo, e poi ti fai un'idea di che razza di critici sono quelli di Pickpocket. Altro che "non hanno capito".
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Michi81
Reg.: 08 Giu 2004 Messaggi: 3120 Da: Lugano (es)
| Inviato: 27-07-2004 18:13 |
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quote: In data 2004-07-25 17:14, facess scrive:
"un orribile rifacimento hollywoodiano dell'Iliade".
TROY non è un rifacimento hollywoodiano dell'Iliade, "è una ri-costruzione postmoderna del peplum hollywoodiano", citazione dai Cahiers du Cinema.
E questo Pickpocket lo ha capito prima di tutti.
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Ma sei il pusher di Pickpocket? "Una ricostruzione post-moderna del peplum hollywoodiano"? Maddai.. Non condivido per niente, cmq ne ho parlato in opportuna sede.
P.S.: scusate per il post precedente..
_________________ "Mi esposa era al fiume, a lavare, un gringo l'aggredì e la voleva.." |
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facess
Reg.: 18 Lug 2004 Messaggi: 29 Da: ewqq (AL)
| Inviato: 27-07-2004 18:29 |
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quote: In data 2004-07-27 18:13, Michi81 scrive:
quote: In data 2004-07-25 17:14, facess scrive:
"un orribile rifacimento hollywoodiano dell'Iliade".
TROY non è un rifacimento hollywoodiano dell'Iliade, "è una ri-costruzione postmoderna del peplum hollywoodiano", citazione dai Cahiers du Cinema.
E questo Pickpocket lo ha capito prima di tutti.
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Ma sei il pusher di Pickpocket? "Una ricostruzione post-moderna del peplum hollywoodiano"? Maddai.. Non condivido per niente, cmq ne ho parlato in opportuna sede.
P.S.: scusate per il post precedente..
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Non capisco perché ce l'avete con me?
Perché dovrei essere il pusher di qualcuno?
Perché offese quando qualcuno non la pensa come qualcunaltro?
E poi, "maddai..." cosa? Cosa?
Sono così dilettanti quelli dei Cahiers da non capirci un cavolo di TROY o di cinema?
Sono così improvvisati da capirci meno di te?
Sono così incapaci da meritarsi un "maddai..."?
Se non condividi può essere anche che non ci arrivi, e non solo che gli altri sbagliano. Te lo sei mai chiesto? |
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Midknight
Reg.: 18 Ott 2003 Messaggi: 3555 Da: Perugia (PG)
| Inviato: 27-07-2004 22:54 |
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Finalmente dopo anni passati a sorbirmi le lodi e le esclamazioni per i Coen arriva qualcuno che come a me gli fanno schifo.
Grazie Pickopocket!
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Michi81
Reg.: 08 Giu 2004 Messaggi: 3120 Da: Lugano (es)
| Inviato: 27-07-2004 23:18 |
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quote: In data 2004-07-27 18:29, facess scrive:
quote: In data 2004-07-27 18:13, Michi81 scrive:
quote: In data 2004-07-25 17:14, facess scrive:
"un orribile rifacimento hollywoodiano dell'Iliade".
TROY non è un rifacimento hollywoodiano dell'Iliade, "è una ri-costruzione postmoderna del peplum hollywoodiano", citazione dai Cahiers du Cinema.
E questo Pickpocket lo ha capito prima di tutti.
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Ma sei il pusher di Pickpocket? "Una ricostruzione post-moderna del peplum hollywoodiano"? Maddai.. Non condivido per niente, cmq ne ho parlato in opportuna sede.
P.S.: scusate per il post precedente..
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Non capisco perché ce l'avete con me?
Perché dovrei essere il pusher di qualcuno?
Perché offese quando qualcuno non la pensa come qualcunaltro?
E poi, "maddai..." cosa? Cosa?
Sono così dilettanti quelli dei Cahiers da non capirci un cavolo di TROY o di cinema?
Sono così improvvisati da capirci meno di te?
Sono così incapaci da meritarsi un "maddai..."?
Se non condividi può essere anche che non ci arrivi, e non solo che gli altri sbagliano. Te lo sei mai chiesto?
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Non capisco perché ce l'avete con me?
--> Non ce l'ho con te: da cosa lo desumi?
Perché dovrei essere il pusher di qualcuno?`
--> Questo è il genere di domande stupide che mi faceva anche la mia ex (e che mi fa tutt'ora). Sappi contestualizzare.
Perché offese quando qualcuno non la pensa come qualcunaltro?
--> Offese? Caro mio, fai attenzione a non uscire dalla tua cupola di vetro allora: non ti ho né offeso né mancato di rispetto. Coda di paglia?
E poi, "maddai..." cosa? Cosa?
--> Maddai = Il commento di "Pickpocket" è talmente campato per aria, a mio modesto (ma non troppo) parere, che non meritava altro che uno schifato "maddai". Il quale "maddai", per altro, non era rivolto a chi aveva semplicemente trasmesso il messaggio (ossia tu). Inoltre, come detto, non è la sede opportuna per parlare di Troy. O no?
Sono così dilettanti quelli dei Cahiers da non capirci un cavolo di TROY o di cinema?
--> Di cinema non so e spero proprio di no. Del kolo$$al Troy sicuramente sì, almeno dall'inciso da te riportato.
Sono così improvvisati da capirci meno di te?
--> Vedi sopra.
Sono così incapaci da meritarsi un "maddai..."?
--> In questo caso. Se vuoi posso cmq anche ampliare il mio bagaglio retorico.
Se non condividi può essere anche che non ci arrivi, e non solo che gli altri sbagliano. Te lo sei mai chiesto?
--> No, io non erro mai e ci arrivo sempre.
_________________ "Mi esposa era al fiume, a lavare, un gringo l'aggredì e la voleva.." |
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Michi81
Reg.: 08 Giu 2004 Messaggi: 3120 Da: Lugano (es)
| Inviato: 27-07-2004 23:26 |
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Cmq per qto riguarda l'argomento Cohen, son d'accordo sul fatto che hanno imboccato una spirale discendente. Gli ultimi film (Prima ti sposo poi ti rovino, Ladykillers) non hanno la forza di quelli precedenti, la sostanza resta quella di film d'evasione, lontana da loro precedenti prove (Fargo, Il grande Lebowsky, L'uomo che non c'era). Il meccanismo inoltre pare trito e ritrito, prevedibile e pericolosamente propenso ad avviarsi verso il politically correct.
_________________ "Mi esposa era al fiume, a lavare, un gringo l'aggredì e la voleva.." |
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ines49
Reg.: 15 Mag 2004 Messaggi: 376 Da: PADOVA (PD)
| Inviato: 27-07-2004 23:51 |
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quote: In data 2004-07-27 15:24, facess scrive:
Se eri curioso di leggere qualcosa su KILL BILL bastava andare su Pickpocket, comunque ho copia-incollato qui sotto una delle recensioni dedicategli, quelli di Ciaruffoli, appunto.
Tra l'altro non credo che Ciaruffoli escluda il postmoderno, dato che ho letto da qualche parte (forse in un'intervista che gli hanno fatto on-line), che sta scrivendo in questo periodo proprio un libro sul cinema post-moderno.
“CAPITOLO 1: La lama che recise il cinema”
di Simone Ciaruffoli
Tarantino non è il primo a dirci che la vendetta è un fuoco che arde senza mai spegnersi. Che non si ferma di fronte a nulla, non ascolta nessun refolo di vento e nemmeno l’umido delle lacrime. Questo ce l’ha insegnato il cinema prima di lui e ancor prima la letteratura.
Quanto è importante allora la vendetta? Se parliamo di drammaturgia la vendetta è il motore scatenante degli eventi. Il combustibile che valicando pendii e odore di morte ci traghetta dall’inizio di un racconto alla sua quanto mai tragica e conosciuta fine.
L’esclamazione Kill Bill è il titolo, l’inizio e quindi la dichiarazione d’intenti, l’epilogo invece è il compimento della tragedia, la risoluzione di quegli intenti. In mezzo tutto il cinema possibile.
Parliamo dunque di cinema, non di vita. Di cinema sempre e comunque. Di vendetta al cinema, che non è quella di tutti i giorni, quella che appartiene alla fatalità della nostra vita poco colorata. Il cinema può tutto e, dallo stesso, tutto possiamo aspettarci; per questo senza dubbio Tarantino è diventato uno dei massimi esponenti di questo assunto. Quando andiamo a vedere Tarantino entriamo al cinema due volte.
Il mondo di Kill Bill non ha nulla a che vedere con una rappresentazione anche sommaria della vita, con i suoi pretestuosi fondamentalismi realistici e le sue morali. L’universo di Kill Bill (volume primo e secondo) si agita direttamente nell’inconscio collettivo cinematografico. Ecco perché Tarantino non fa semplicemente un film, bensì ci fa vedere il cinema. Ci rammenta che il nostro atto del guardare deve sempre fare i conti con un bagaglio cinematografico e con le sue regole, con i suoi personaggi (mai veri ma sempre figurine di un grande album appeso al muro) e le loro azioni sempre uguali a se stesse.
Con Tarantino bisogna entrare in un altro ordine di idee per poter godere appieno della maestria con la quale erige il suo mondo. Fatto di Manga, di Kung Fu, di Western, di Splatter e di Gangster, di spade e Shaolin, Superman e maionese. Bisogna arrendersi all’eventualità che in quel set possa entrare prima o poi qualcosa di antropomorfico, inteso nell’accezione più classica. Perché i personaggi mossi dallo sguardo infantile ma tremendamente moderno di Tarantino sono “solo” delle figurine, degli scarti di pellicola ricolorati e rimontati a piacimento, a discrezione dell’autore sognante e anelante cinema.
Per questo motivo anche la scansione di Kill Bill deve necessariamente fare i conti con un immaginario a scomparti non di tempo formato da istanti, ma di spazio composto da set. Non esiste il tempo in Tarantino (se non quello del cinema), ma lo spazio. Se si desidera cercare una minima contestualizzazione temporale, questa la si rintraccia solamente in flashback così dannatamente veri da sembrare ancora iati di spazio, piuttosto che salti indietro nel tempo. Sembra ancora di entrare in un altro set, in un’altra contingenza profilmica.
Ecco che allora se il cinema di Tarantino è questione di settori formati da set spesso riconoscibilissimi, la vendetta di cui sopra sarà veicolata dalle situazioni e dalle caricature che in passato hanno caratterizzato proprio quei set. Quegli istinti primari e così romantici, animali e allo stesso tempo di grande onore, quella summa di istintività primitive e per temperamento così inclini alla vendetta, saranno per forza di cose raccontati prima dai guerrieri combattenti del Kung Fu, poi dai guerrieri combattenti del Western.
Così la formazione culturale di Tarantino si dimostra magnificamente con quei personaggi che nello stesso periodo cinematografico sono stati paladini ed eroi di due generi e di due continenti. Due cinematografie che nello stesso momento stavano (forse) inconsapevolmente creando le basi storiche del loro cinema. E che in Kill Bill s'incontrano per dare vita, non senza perturbarci, a un caleidoscopico circo west-est marziale.
Nell’ottica della contaminazione dei generi e nella dissacrazione di qualsiasi logica narrativa e stilistica, Tarantino fende il suo Kill Bill in due parti non corrispondenti (d’altronde lo aveva già fatto con la scrittura di Dal tramonto all’alba) e sentenzia ancora che il cinema, almeno il suo, è fatto di brandelli di film e generi. Brani di pellicola recisi dalla spada di Hattori Hanzo. Oggetto che simbolicamente richiama il cut, il taglio di montaggio, l’arma più cinema, più cinematografica possibile. L’unica infatti che taglia e collega le due parti di Kill Bill.
Al contrario di quanto si è più volte scritto, la decisione di dividere il film in due “puntate” fa parte di una strategia non – solo - di marketing (Miramax), ma di estetica (Tarantino). Kill Bill è uno, e allo stesso tempo due film. A onor di scrittura, il secondo risponde al primo, ma allo stesso tempo rivendica una sua autonomia. Il prologo nella chiesa è quanto di più illuminante in questo senso, perché dà luce (messinscena) a ciò che nella prima parte era solamente suggerito, raccontato.
Kill Bill è la rappresentazione cinematografica di un soggetto narrativo, uno sceneggiato in due puntate, un film in due episodi, due film di cui il secondo è il continuo solamente perché posteriore al primo.
Kill Bill è un geniale esperimento perché punta al futuro della ri-visione filmica, ripetuta negli anni più e più volte, la quale come sappiamo non è fattibile al cinema ma solamente in home video. Kill Bill è ora, in questi anni e nella storia del cinema, l’unica pellicola pensata per il Dvd piuttosto che per il cinema. Più de Il Signore degli Anelli e più di qualsiasi film studiato per l’home video solo retroattivamente alla sua uscita in sala (pensiamo a Memento e a Irreversibile). Naturalmente una cosa del genere poteva pensarla solo un cinefilo e videotecaro come Tarantino.
Kill Bill è qualcosa che esula dai nostri normali parametri e dunque di difficile tassonomia, per dirla con Deleuze. Per questo cerchiamo di motteggiare il meno possibile perché sarà il tempo a spiegarci tutto, è solo questione di pochissimi anni. Arriveremo a capirlo meglio e nel suo disegno complessivo. Abbiate fede in Kill Bill.
Il capolavoro Kill Bill.
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Perbacco!!!
Mi sento veramente un'ignorante e str...... pardon, una sciocca a non aver capito quale capolavoro fosse Kill Bill volume primo, (forse perchè l'ho visto in DVD per scelta e non al cinema). E pensare che a me ha addirittura (mi vergogno a dirlo) un pò annoiato e che ho intenzione di vedere il secondo volume, con la speranza che sia l'ultimo sempre in DVD risparmiando quindi i soldini per vedere nel grande schermo un film che sceglierò io d'istinto.
A proposito Tarantino era uno dei miei preferiti, ma si sa, non faccio testo |
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facess
Reg.: 18 Lug 2004 Messaggi: 29 Da: ewqq (AL)
| Inviato: 28-07-2004 15:00 |
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quote: In data 2004-07-27 23:26, Michi81 scrive:
Cmq per qto riguarda l'argomento Cohen, son d'accordo sul fatto che hanno imboccato una spirale discendente. Gli ultimi film (Prima ti sposo poi ti rovino, Ladykillers) non hanno la forza di quelli precedenti, la sostanza resta quella di film d'evasione, lontana da loro precedenti prove (Fargo, Il grande Lebowsky, L'uomo che non c'era). Il meccanismo inoltre pare trito e ritrito, prevedibile e pericolosamente propenso ad avviarsi verso il politically correct.
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Prima di parlare di evasione, di sostanza e via fantasticando, impara a scrivere il loro nome, che è ora. Hai superato i vent'anni e ormai dovresti sapere che Cohen è un regista di film action, non uno dei due fratelli Coen.
Ripeto: bagno di umiltà, prima di scrivere e sputare. |
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Michi81
Reg.: 08 Giu 2004 Messaggi: 3120 Da: Lugano (es)
| Inviato: 28-07-2004 16:23 |
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quote: In data 2004-07-28 15:00, facess scrive:
quote: In data 2004-07-27 23:26, Michi81 scrive:
Cmq per qto riguarda l'argomento Cohen, son d'accordo sul fatto che hanno imboccato una spirale discendente. Gli ultimi film (Prima ti sposo poi ti rovino, Ladykillers) non hanno la forza di quelli precedenti, la sostanza resta quella di film d'evasione, lontana da loro precedenti prove (Fargo, Il grande Lebowsky, L'uomo che non c'era). Il meccanismo inoltre pare trito e ritrito, prevedibile e pericolosamente propenso ad avviarsi verso il politically correct.
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Prima di parlare di evasione, di sostanza e via fantasticando, impara a scrivere il loro nome, che è ora. Hai superato i vent'anni e ormai dovresti sapere che Cohen è un regista di film action, non uno dei due fratelli Coen.
Ripeto: bagno di umiltà, prima di scrivere e sputare.
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Uh, non sapevo che i 20 anni facessero da spartiacque tra ignoranza permessa ed ignoranza repressa, così come ignoravo che l'analisi soggettiva di un film non potesse prescindere dal corretto spelling dell'intero cast. Forse mi limiterò anch'io a incollare recensioni trovate in giro per la rete mentre cerco foto per le mie seghette notturne. E mi assicurerò di inserirle in thread che nulla hanno a che vedere coll'argomento. Chapeau, p'tit connard.. |
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facess
Reg.: 18 Lug 2004 Messaggi: 29 Da: ewqq (AL)
| Inviato: 28-07-2004 17:07 |
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Ecco, bravo.
Così va meglio!
[ Questo messaggio è stato modificato da: facess il 28-07-2004 alle 17:07 ] |
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Cronenberg
Reg.: 02 Dic 2003 Messaggi: 2781 Da: GENOVA (GE)
| Inviato: 31-07-2004 12:00 |
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quote: In data 2004-07-23 19:03, NancyBoy scrive:
A tutti i fan dei fratelli Coen, leggete questa interessante recensione di The Ladykillers fatta dalla rivista online PickPocket (Che è stato definito più volte il Miglior Sito di Cinema qualitativamente parlando). E' un pezzo veramente interessante, che offre diversi spunti riguardo questi due registi (che a me piacciono e non piacciono)
"Forse non c’è più speranza per i fratelli Coen. O forse non c’è mai stata e le opere precedenti a questo Ladykillers sono, in retrospettiva, i campanelli d’allarme di due (non) autori ricurvi nella loro opera di sfruttamento del cinema. Intendiamoci, i Coen non hanno mai fatto cinema, nell’intesa più sublime e magica del concetto, ma semmai lo hanno inequivocabilmente usato.
Ad alcuni questo lavorio macchinoso, programmatico, accessorio, può piacere e lasciare d’incanto, a chi invece sa guardare oltre abbassando gli occhi di fronte allo sfarfallio luminoso, non può che infastidire e denunciarsi solo come abile marchingegno di consenso a buon mercato.
Si rimane dunque ancora stupiti di fronte a questo atteggiamento, soprattutto all’indomani di perle di orrore cinematografico come Prima ti sposo, poi ti rovino, così tese nel compito da portare a termine senza sbavature, da indurci a pensare che al di là della macchina da presa stazionino esseri dalla passione smarrita e con in dote il forte sospetto che gli spettatori siano come i personaggi messi in scena: marionette addomesticate senza cuore e vita.
Per questo motivo il seppur bravo Tom Hanks non fa altro che assecondare mestamente le sevizie che i Coen gli cagionano attraverso una scrittura davvero senza potenza vitale. L’attore diventa il paradigma di un film già morto in partenza, adagiato su una sceneggiatura che ingenuamente punta al riciclo e alla ripetizione sistematica di una circostanza pur di non tradire un vuoto creativo impressionante. I lanci dal ponte, l’autoritratto del marito che muta e la continua menzione di Edgar Allan Poe fanno il paio con le difficoltà (o peggio la volontà) di scorgere altre strade attraverso la regia.
I Coen qui non esistono se non attraverso le loro bolse macchiette, piatti disegni che si ergono in piedi automaticamente come figurine all’apertura di un libro illustrato. Tom Hanks, ancora, è davvero triste perché addomesticato e controllato in ogni sfumatura, così lontano dalla vitalità e libertà delle sue migliori prestazioni.
In quanto a sistematicità, i fratelli registi fanno davvero paura. I loro personaggi sono loschi individui di un cinema dell’orrore involontario, unico atteggiamento non pianificato all’interno di un film che usa il remake di MacKendrick come pretesto per stuprare ancora il cinema, non certo per donargli un valore aggiunto.
Proprio per questi motivi i Coen dovrebbero essere banditi dalla casta della cinematografia d’elite cui fanno parte da tempo senza meriti di sorta, e ricacciati, almeno per ora, nella gora dei finti autori, finti intellettuali tanto di moda oggi, soprattutto nel panorama europeo.
Ci riserviamo però di rimettere mano ad un giudizio terminale proprio perché sappiamo che i Coen potrebbero, se solo volessero, regalarci qualcosa di inaspettato. O almeno questo è il nostro sempre più labile desiderio" - Simome Ciaruffoli (PickPocket)
| Concordo con tutto ciò che ha detto Ciaruffoli, comunque a mio parere i Coen è già da tempo che sono finiti, o forse proprio mai cominciati, e poi sono stati proprio i critici in una maniera a dir poco affrettata ad annoverarli tra i grandi del cinema... forse "il mito dei fratelli", un giochetto originale, forse "l'originalità" dei loro lavori o forse ancora il rifugio nei divi... I coen sono terminati e dovevano terminare, quando le idee non ci sono più è giusto che finisca così per tutti, per loro in particolare... certamente non riserbo nemmeno il più labile dei desideri per una loro rivalsa
L'unico film davvero bello loro è stato "Blood simple - sangue facile" ovvero il meno sopravvalutato in generale...
_________________
Del resto, che cos’è la nostra realtà se non la percezione della realtà?
Brian O’Blivion in Videodrome
[ Questo messaggio è stato modificato da: Cronenberg il 31-07-2004 alle 12:04 ] |
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facess
Reg.: 18 Lug 2004 Messaggi: 29 Da: ewqq (AL)
| Inviato: 01-08-2004 12:18 |
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quote: In data 2004-07-31 12:00, Cronenberg scrive:
quote: In data 2004-07-23 19:03, NancyBoy scrive:
A tutti i fan dei fratelli Coen, leggete questa interessante recensione di The Ladykillers fatta dalla rivista online PickPocket (Che è stato definito più volte il Miglior Sito di Cinema qualitativamente parlando). E' un pezzo veramente interessante, che offre diversi spunti riguardo questi due registi (che a me piacciono e non piacciono)
"Forse non c’è più speranza per i fratelli Coen. O forse non c’è mai stata e le opere precedenti a questo Ladykillers sono, in retrospettiva, i campanelli d’allarme di due (non) autori ricurvi nella loro opera di sfruttamento del cinema. Intendiamoci, i Coen non hanno mai fatto cinema, nell’intesa più sublime e magica del concetto, ma semmai lo hanno inequivocabilmente usato.
Ad alcuni questo lavorio macchinoso, programmatico, accessorio, può piacere e lasciare d’incanto, a chi invece sa guardare oltre abbassando gli occhi di fronte allo sfarfallio luminoso, non può che infastidire e denunciarsi solo come abile marchingegno di consenso a buon mercato.
Si rimane dunque ancora stupiti di fronte a questo atteggiamento, soprattutto all’indomani di perle di orrore cinematografico come Prima ti sposo, poi ti rovino, così tese nel compito da portare a termine senza sbavature, da indurci a pensare che al di là della macchina da presa stazionino esseri dalla passione smarrita e con in dote il forte sospetto che gli spettatori siano come i personaggi messi in scena: marionette addomesticate senza cuore e vita.
Per questo motivo il seppur bravo Tom Hanks non fa altro che assecondare mestamente le sevizie che i Coen gli cagionano attraverso una scrittura davvero senza potenza vitale. L’attore diventa il paradigma di un film già morto in partenza, adagiato su una sceneggiatura che ingenuamente punta al riciclo e alla ripetizione sistematica di una circostanza pur di non tradire un vuoto creativo impressionante. I lanci dal ponte, l’autoritratto del marito che muta e la continua menzione di Edgar Allan Poe fanno il paio con le difficoltà (o peggio la volontà) di scorgere altre strade attraverso la regia.
I Coen qui non esistono se non attraverso le loro bolse macchiette, piatti disegni che si ergono in piedi automaticamente come figurine all’apertura di un libro illustrato. Tom Hanks, ancora, è davvero triste perché addomesticato e controllato in ogni sfumatura, così lontano dalla vitalità e libertà delle sue migliori prestazioni.
In quanto a sistematicità, i fratelli registi fanno davvero paura. I loro personaggi sono loschi individui di un cinema dell’orrore involontario, unico atteggiamento non pianificato all’interno di un film che usa il remake di MacKendrick come pretesto per stuprare ancora il cinema, non certo per donargli un valore aggiunto.
Proprio per questi motivi i Coen dovrebbero essere banditi dalla casta della cinematografia d’elite cui fanno parte da tempo senza meriti di sorta, e ricacciati, almeno per ora, nella gora dei finti autori, finti intellettuali tanto di moda oggi, soprattutto nel panorama europeo.
Ci riserviamo però di rimettere mano ad un giudizio terminale proprio perché sappiamo che i Coen potrebbero, se solo volessero, regalarci qualcosa di inaspettato. O almeno questo è il nostro sempre più labile desiderio" - Simome Ciaruffoli (PickPocket)
| Concordo con tutto ciò che ha detto Ciaruffoli, comunque a mio parere i Coen è già da tempo che sono finiti, o forse proprio mai cominciati, e poi sono stati proprio i critici in una maniera a dir poco affrettata ad annoverarli tra i grandi del cinema... forse "il mito dei fratelli", un giochetto originale, forse "l'originalità" dei loro lavori o forse ancora il rifugio nei divi... I coen sono terminati e dovevano terminare, quando le idee non ci sono più è giusto che finisca così per tutti, per loro in particolare... certamente non riserbo nemmeno il più labile dei desideri per una loro rivalsa
L'unico film davvero bello loro è stato "Blood simple - sangue facile" ovvero il meno sopravvalutato in generale...
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Del resto, che cos’è la nostra realtà se non la percezione della realtà?
Brian O’Blivion in Videodrome
[ Questo messaggio è stato modificato da: Cronenberg il 31-07-2004 alle 12:04 ]
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Che bello, finalmente qualcuno è con me.
Siamo un due.
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Midknight
Reg.: 18 Ott 2003 Messaggi: 3555 Da: Perugia (PG)
| Inviato: 02-08-2004 00:23 |
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quote: In data 2004-08-01 12:18, facess scrive:
Che bello, finalmente qualcuno è con me.
Siamo un due.
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In tre.
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Pythoniana
Reg.: 06 Lug 2004 Messaggi: 1257 Da: Gorizia (GO)
| Inviato: 02-08-2004 11:49 |
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Quoto Ciaruffoli. Che tristezza vedere come si sono ridotti 2 cineasti che con "Il grande Lebowski" e "L'uomo che non c'era" (gli unici film loro visti finora, a parte quello in oggetto) non mi avevano esaltato ma, vivaddio, avevano dimostrato di essere in grado di fare di meglio di queste bassezze cinematografiche...
_________________ "Riempi il tuo cranio di vino prima che si riempia di terra, disse Kayam." Nazim Hikmet |
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Cronenberg
Reg.: 02 Dic 2003 Messaggi: 2781 Da: GENOVA (GE)
| Inviato: 02-08-2004 12:34 |
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quote: In data 2004-08-02 00:23, Midknight scrive:
quote: In data 2004-08-01 12:18, facess scrive:
Che bello, finalmente qualcuno è con me.
Siamo un due.
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In tre.
| Ottimo
_________________ La ragione è la sola cosa che ci fa uomini e ci distingue dalle bestie
René Descartes |
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