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Autore test
joeblack

Reg.: 23 Set 2004
Messaggi: 12354
Da: Roma (RM)
Inviato: 18-11-2008 09:12  
vabbè, è lunatika che sta facendo altre prove per la firma..

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anthares

Reg.: 21 Set 2004
Messaggi: 14230
Da: Trento (TN)
Inviato: 18-11-2008 09:15  
sono bellissimi questi disegni.
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ci vuole intelligenza.. per capire di essere idioti.

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mulaky

Reg.: 09 Lug 2002
Messaggi: 32104
Da: Catania (CT)
Inviato: 18-11-2008 10:37  
io nn riesco a capire il secondo e il terzo
_________________
What you fear in the night in the day comes to call anyway

Well darling if the shit came out then, I suppose that the shit went in

(A.D.)

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anthares

Reg.: 21 Set 2004
Messaggi: 14230
Da: Trento (TN)
Inviato: 18-11-2008 13:56  
quote:
In data 2008-11-18 10:37, mulaky scrive:
io nn riesco a capire il secondo e il terzo




il secondo sembra godzilla o qualche suo parente.
il terzo non so.. però è fico.
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ci vuole intelligenza.. per capire di essere idioti.

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mulaky

Reg.: 09 Lug 2002
Messaggi: 32104
Da: Catania (CT)
Inviato: 18-11-2008 16:55  
il terzo sembra una scritta tipo "new" o una roba del genere
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(A.D.)

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Lunatika

Reg.: 14 Gen 2003
Messaggi: 3310
Da: roma (RM)
Inviato: 19-11-2008 10:54  
Se li inkollate sul blokko note si kapiskono meglio. Sono skritte senza senso kmq.
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.:Dalla terra germoglia una lucciola:.

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 19-11-2008 13:28  
fonef?
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Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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pkdick

Reg.: 11 Set 2002
Messaggi: 20557
Da: Mercogliano (AV)
Inviato: 19-11-2008 16:17  
anvedi.
il primo invece è forum-oriented, su blocco note si sforma.
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Quattro galìne dodicimila

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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 11-01-2009 18:22  
PAG……. 3
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Hamish

Inviato: 23-05-2008 15:24
quote:In data 2008-05-23 12:47, utopia scrive:
quote:In data 2008-05-23 11:51, stilgar scrive:
La scelta di campi strettissimi e camera a mano contribuisce molto a questo senso di angoscia che accompagna lo spettatore per tutta la durata del film.

Quoto, è una cosa a cui ho fatto da subito caso anche io e che mi è piaciuta molto.
Poi considera che ero in seconda fila nella sala più grande della multisala, quindi...
A Servillo gli si vedevano distintamente i peli nel naso.

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Fakuser

Inviato: 24-05-2008 01:55
Splendido, prima di tutto da un punto di vista prettamente cinematografico, ma anche una disamina (non una denuncia!! ) lucidissima e credibile di una certa realtà... Non ci sono filtri artistici nè mediazioni ideologiche di nessun tipo. L'uso quasi esclusivo della camera a mano all'inizio può stranire, ma ci impiega poco a diventare la cifra stilistica più adeguata a descrivere la banalità (meschinità ? ) del male.

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oronzocana

Inviato: 25-05-2008 10:10
quote:In data 2008-05-21 11:56, Hamish scrive:
Tra l'altro il film non fa nomi però cita fatti molto circostanziati e reali, come ad esempio la faida di Scampia che ha opposto il clan Di Lauro ai cosiddetti scissionisti.

Così come è difficile non riconoscere in alcuni personaggi del film protagonisti reali della camorra campana come Francesco Schiavone detto Sandokan capo del ferocissimo clan dei Casalesi.
e poi la casa dove i ragazzi giocano a Tony Montana è la villa sequestrata a Sandokan, se non ho visto male.
Ah... il film è fenomenale. Tra poco due righe arrivano.


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oronzocana

Inviato: 25-05-2008 11:48
Accese le luci del cinema sono rimasto interdetto. Ho pensato: «… e adesso cosa scrivo?» Essì, perché il film di Garrone è un pugno nello stomaco. Lascia tramortito lo spettatore, abbandonato a se stesso in una sorta di dopo sbronza. Un po’ come l’ubriaco si domanda, la mattina dopo, «ma veramente ho fatto questo?» così il pubblico incredulo si chiede se è così la vita in alcune zone d’Italia. Si, certo, è così. Cosa c’è di strano? Basta guardare i TG, anche se oramai sono rotocalchi rosa della peggior specie. Viene in mente il “classico” morto ammazzato fuori, o dentro (non fa differenza), la pizzeria: telecamere, flash, ma il giornalista (altro epiteto attribuibile a pochi) ci racconta poco. Ci descrive l’aspetto fisico, ci dà il nome e qualche informazione completamente inutile. Allora chi ascolta la notizia non comprende. Non capisce perché uno debba essere ammazzato tra una pizza margherita e una panna cotta ai frutti di bosco.
Ecco però che arriva la manna. Prima Saviano scrive Gomorra e poi Garrone lo mette in scena. Si parte con una mattanza in un centro estetico, tra manicure e lampade ci scappano quattro/cinque morti ammazzati. Si badi bene che l’aggiunta di “ammazzato” dopo “morto” è fondamentale perché, come dice un boss nel film «aimme a fa’ i morti».
E’ proprio questa quotidianità che tramortisce il pubblico. Non c’è una realtà edulcorata, fatta di figure romantiche, che si muovono tra bene e male, sviluppando e maturando conflitti interiori. I killer operano come persone normali che a vederli senza una pistola in mano sarebbe fin troppo facile scambiarli per sciatti uomini di mezza età o ragazzi modaioli usciti da un video di Gigi D’Alessio. La macchina da presa non scruta, ma mostra naturalmente quello che vede. C’è molto poca profondità di campo, il fuoco si ferma spesso a qualche decina di centimetri, quasi a rimarcare un’assenza di prospettiva ultrafilmica. Non ci sono colpi di scena e non ci sono neanche musiche extradiegetiche, tutto è suggerito consapevolmente. Lo sviluppo narrativo è come una puntina di un vecchio giradischi che salta da un punto ad un altro, ma la durezza e la semplicità delle immagini costruiscono un vero capolavoro che Cannes ha mostrato di apprezzare in pieno.


oronzocana

Inviato: 25-05-2008 12:11
Spoiler.

Fantastiche sono due scene. Anzi la prima e una inquadratura sola, se non ricordo male, dove in uno dei tanti corridoi delle vele di Scampia c'è un matrimonio. Il dolly parte dal basso, sale come a dare un senso di solennità alla cerimonia (non religiosa), ma poi entra nell'inquadratura un altro corridoio speculare, che sovrasta il primo. Qui è frenetica l'attività della manovalanza, come in un formichiere, a suggerire che il Sistema è sopra a tutto. La vita privata non esiste e tutto è vagliato e censurato (anche con la morte) dal clan.

La seconda scena è quella finale. Dove muoiono i 'uaglioni. Costruita alla perfezione, con un montaggio quasi neutro, senza mai aggredire il naturale percorso narrativo. E' tutto normale, così quotidiano che i killer ammazzano in canotta e ciabatte. Fantastico.


utopia

Inviato: 25-05-2008 12:19
@ Oronzo

SPOLIER

E la scena dove il ragazzino, Totore, chiama la casalinga per farla uscire di casa perchè ha avuto il compito di ingannarla affinchè gli altri potessero ucciderla?

In quella, secondo me, è stato riassunto tutto il lato spietato di questa organizzazione.
Totore, che fino a pochi giorni prima c'era rimasto male al fatto che non potesse mangiare neanche più una pizza con l'amico, oramai di clan opposto, è stato artefice della morte di una signora che aveva in lui fiducia assoluta... Come a volerci far capire che i sentimenti passano, ad un certo punto, in secondo luogo, anche in coloro che sembrano aver inizialmente sofferto e sembrano essere stati incantati dal lato oscuro del potere piuttosto che dalla scelta consapevole di quello a cui stavano andando incontro.

kubrickfan

Inviato: 25-05-2008 12:19
possibile spoiler

per tutto quanto ha detto oronzo la scena finale è praticamente perfetta. Non poteva essere girata meglio, altro che la gloria sognata della fine di Tony "Scarface" Montana che schernisce le pallottole dei suoi killer.


roccomedia

Inviato: 25-05-2008 12:48
quote:In data 2008-05-25 12:11, oronzocana scrive:

La seconda scena è quella finale. Dove muoiono i 'uaglioni. Costruita alla perfezione, con un montaggio quasi neutro, senza mai aggredire il naturale percorso narrativo. E' tutto normale, così quotidiano che i killer ammazzano in canotta e ciabatte. Fantastico.



Qui c'è la totale rinuncia a qualsiasi tipo di spettacolarizzazione della violenza. Questo è un film "vero" fin dentro la scelta dei registri lingiustici che rinunciano a priori al fasullo "napoletano-italianizzato" che da De Sica a Nanni Loy passando per Tornatore e Sorrentino, si era sempre scelto per raccontare Napoli. Questo film è molto più vicino a "La terra trema" di Visconti che non a "Il Camorrista" (con ovvia delusione di tutti i "Mao-Mao" che a Napoli hanno saccheggiato le bancarelle abusive per acquistarne una copia pirata...)


Hooligan

Inviato: 26-05-2008 17:57
Un vero pugno allo stomaco; è verissimo che uscendo dalla sala non ti senti affatto bene. Comunque il film è ottimo e il premio assegnatogli a Cannes è strameritato.
Andatelo assolutamente a Vedere!


oldboy83

Inviato: 27-05-2008 02:16
quote:In data 2008-05-25 12:11, oronzocana scrive:
Spoiler.

La seconda scena è quella finale. Dove muoiono i 'uaglioni. Costruita alla perfezione, con un montaggio quasi neutro, senza mai aggredire il naturale percorso narrativo. E' tutto normale, così quotidiano che i killer ammazzano in canotta e ciabatte. Fantastico.



l'ascensione al cielo dei due ragazzi tramite la benna dello scavatore alzata al massimo è geniale.

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utopia

Inviato: 27-05-2008 09:04
quote:In data 2008-05-27 02:16, oldboy83 scrive:
quote:In data 2008-05-25 12:11, oronzocana scrive:
Spoiler.
La seconda scena è quella finale. Dove muoiono i 'uaglioni. Costruita alla perfezione, con un montaggio quasi neutro, senza mai aggredire il naturale percorso narrativo. E' tutto normale, così quotidiano che i killer ammazzano in canotta e ciabatte. Fantastico.

l'ascensione al cielo dei due ragazzi tramite la benna dello scavatore alzata al massimo è geniale.

Lo sai che il collegamento non l'avevo fatto?
Ottimo.


pensolo

Inviato: 27-05-2008 09:32
Visto ieri sera.

Certo esci dal cinema con una brutta sensazione allo stomaco ma anche alla testa. Però avercene.

A metà tra film e documentario...forse non dice niente di nuovo..ma lo dice bene.E poi c'è sempre chi ignora e ha bisogno di vedersi spalancato un mondo che magari ha anche intorno ma che finge di non vedere o lo accetta come la normalità delle cose.

Forse la visione non servirà a questi ultimi.Però la sensazione che sia un film necessario non te la togli comunque.


porcupine

Inviato: 29-05-2008 01:27
Ho appena visto il film Gomorra.
Sono colpito, arrabbiato e profondamente deluso da come una realtà italiana stia attraversando una crisi che appare così radicata e senza via d'uscita da rendermi attonito. Mi sento così lontano dalla realtà di Scampia, il film poteva essere stato girato anche in un altro continente che non me ne sarei accorto. Eppure mi sono sentito chiamato in causa. Questo film non parla solo di Napoli ma di una realtà ben più complessa e che ci coinvolge tutti, nessuno ma proprio nessuno escluso. Dal Milanese al Veneziano dal Romano al Palermitano, la Camorra tocca tutti. Forse per le linde strade della mia città non si vede, questo non significa che il suo effetto non ricada anche sulla nostra vita. Nel film la frase "per salvare un operaio di Mestre bisogna sacrificare una famiglia di Mondragone" mi ha fatto molto riflettere.
Com'è possibile che esistano ancora dei giovani inesorabilmente destinati a vivere senza un futuro nel nostro paese, ma dov'è finito il nostro orgoglio? Come si fa a vivere nell'indifferenza della tragedia che accade ogni giorno tra quelle tetre mura di Scampia... Oggi non è solo Napoli la protagonista ma tutti NOI.



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AlZayd

Inviato: 29-05-2008 02:38
quote:In data 2008-05-25 12:48, roccomedia scrive:
quote:In data 2008-05-25 12:11, oronzocana scrive:

La seconda scena è quella finale. Dove muoiono i 'uaglioni. Costruita alla perfezione, con un montaggio quasi neutro, senza mai aggredire il naturale percorso narrativo. E' tutto normale, così quotidiano che i killer ammazzano in canotta e ciabatte. Fantastico.

Qui c'è la totale rinuncia a qualsiasi tipo di spettacolarizzazione della violenza. Questo è un film "vero" fin dentro la scelta dei registri lingiustici che rinunciano a priori al fasullo "napoletano-italianizzato" che da De Sica a Nanni Loy passando per Tornatore e Sorrentino, si era sempre scelto per raccontare Napoli. Questo film è molto più vicino a "La terra trema" di Visconti che non a "Il Camorrista" (con ovvia delusione di tutti i "Mao-Mao" che a Napoli hanno saccheggiato le bancarelle abusive per acquistarne una copia pirata...)


Si parla il dialetto della disperazione, verace, duro, chiuso, tronco, sgradevole. Impressionante, inquietante, a pelle. Tali inflessioni suonano minacciose, sembrano la voce della violenza, vogliono distinguersi con determinazione dall'idioma ufficiale, o "colto.., per rimarcare l'estraneità, nell'appartenenza ad un contesto sociale "altro"; si percepisce la violenza cieca, la fredda determinazione, la sub-cultura che, a differenza di quella raccontata da Pasolini, per fare un esempio, non ha un "codice d'onore", un retaggio "morale" di alcun genere, se non quella della legge della giungla, quasi allo stato animale. E' la voce del sottosviluppo economico e culturale, dove in fondo si è carnefici ed insieme vittime. Concordo con
l'accostamento a La terra trema, e, ovviamente con tutte le rimarchevoli differenze del caso, mi viene in mente anche L'albero degli zoccoli di Olmi, che recupera l'"accento" psicologico specifico, non solo linguistico, dunque "accessorio", delle culture che mette in scena, e naturalmente Salvatore Giuliano di Rosi, nell'approccio "realistico",semidocunemtario. Concordo sul finale asciutto, tesissimo ma non compiaciuto, al pari di tante altre sequenze di cinema davvero alto, con maiuscola, così lontano, anche nella "scrittura", dagli stereotipi del "genere". Gomorra è un film fisico, degli umori rappresi, "minerale"... Ha tutte le carte in regola per ricongiungersi con il cinema di Rosi, ecc, con le grandi stagioni del grande cinema italiano che fu. Un segnale positivo il riconoscimento di Cannes anche per Il Divo, che non ho ancora visto, ma non dubito sul suo valore. Intanto è notizia ufficiale che Sorrentino farà parte della giuria al festival di Locarno, e che il festival spagnolo di San Sebastian, dedicherà una retrospettiva su Monicelli.., dopo Berlino che ne aveva dedicata una a Rosi. Importanti segnali internazionali, verrebbe voglia di ridire che nessuno è profeta in casa propria.., quelli di casa nostra lo diventano solo ce c'è in giro odore di soldi...


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AlZayd

Inviato: 29-05-2008 17:30
quote:In data 2008-05-29 01:27, porcupine scrive:
Come si fa a vivere nell'indifferenza della tragedia che accade ogni giorno tra quelle tetre mura di Scampia... Oggi non è solo Napoli la protagonista ma tutti NOI.


Ben detto! Questa è, tra le altre, la vera "emergenza" nazionale, ma preferiamo prendercela con i presunti untori che, a ben guardare, tolto il marcio che alberga radicalmente anche in noi, sono spesso più dignitosi e puliti di noi.
Se un film, un fatto di cultura, riesce far riflettere su tali tematiche, è segno che non tutta la nazione dorme.., però è anche vero che la macchina dello spettacolo, manovrata dal sistema di "potere", farà del tutto per edulcorare la portata vera e sporca, quella con cui varrebbe la pena sporcarsi pe tentare una risalita, come la metafora del "fondo del pozzo", di questa "lezione", tracciando subito i limiti di confine tra la finzione e la realtà. Dove invece, la finzione è lo strumento migliore per denunciare, analizzare, smarcherare la realtà stessa. Non c'è nulla di più "vero" dell'"estetica", che va oltre la morale costituita, le falsità della politica, della politca corrotta, che da una parte si compiace, in veste "istituzionale", del risultato ottenuto dal cinema italiano, e bla, bla, bla, e dall'altra spinge verso la repressione, la vanificazione dei contenuti delle tematiche emerse, per fiaccare le poche volontà di chi crede nell'arte non come astrazione dal reale, bensì come affermazione di quello.
Hai ragione, i protagonisti in questo stato di cose siamo tutti noi; inutile parlarne se poi non ci crediamo in ciò che "vediamo".
Ma al cinema, si sa, come i mostri, le paure, le tragedie, ecc, è tutto "finto"...

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TomThom

Inviato: 30-05-2008 16:18
Devo ancora vederlo ma molti segnali mi stanno indisponendo.
Nel frattempo in giro per la mia città, e non solo, ho notato per terra ed attaccati ai muri degli adesivi "GOMORRA" di color rosa...
Sperem ben.

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Fakuser

Inviato: 31-05-2008 15:38
quote:In data 2008-05-30 16:18, TomThom scrive:
Devo ancora vederlo ma molti segnali mi stanno indisponendo.

eccerto, da uno che grida al capolavoro davanti a quella porcata dei Coen, c'è da aspettarsi anche di peggio che questo...

Quali sarebbero i segnali indisponenti, scusa?


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Hooligan

Inviato: 31-05-2008 21:24
Per HoldBoy83:
Ottima intuizione, geniale. Non ci avevo pensato, e forse non è stata fatta di proposito nemmeno da Garrone.


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TomThom

Inviato: 31-05-2008 21:51
quote:In data 2008-05-31 15:38, Fakuser scrive:
quote:In data 2008-05-30 16:18, TomThom scrive:
Devo ancora vederlo ma molti segnali mi stanno indisponendo.


eccerto, da uno che grida al capolavoro davanti a quella porcata dei Coen, c'è da aspettarsi anche di peggio che questo...

Quali sarebbero i segnali indisponenti, scusa?


Uhm...vediamo...Non ti bastano gli adesivi color rosa stile discoteca?
Ci aggiungo la sovraesposizione mediatica, le comparsate di Garrone al tg, Saviano perennemente in mezzo ai coglioni e il fatto che vedere Gomorra sia tremendamente chic, visto che la monnezza di Napoli fa notizia "perché non farci anche un bel venerdì sera tra i camorristi che parlano il loro slang"?

Ti basta? Mi auguro si sì.


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Fakuser

Inviato: 31-05-2008 22:14

No. Non mi basta. Le tue argomentazioni sono al solito ridicole. Devo spendere del tempo a risponderti?
No, perchè sto ascoltando il Principe, e mischiarlo con te sarebbe alquanto pernicioso.

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TomThom

Inviato: 31-05-2008 22:24
Lascia stare De Gregori, non è cosa per te.


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oronzocana

Inviato: 01-06-2008 16:22
... che poi quello che ha scritto old è una forzatura interpretativa incredibile. Se non fosse marchigiano come me direi: "è una cazzata".

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oldboy83

Inviato: 01-06-2008 16:53
quote:In data 2008-06-01 16:22, oronzocana scrive:
... che poi quello che ha scritto old è una forzatura interpretativa incredibile.


SPOILERS

A parte gli scherzi... io quella scena l'ho interpretata così.
E alla fine mi sembra una lettura abbastanza coerente alla narrazione del film.
La salvezza, e, paradossalmente, l'ascesa ai cieli, seppur simbolica e spazialmente rappresentata, caratterizza tutti i micro episodi, da quello dei ragazzi a quello del sarto, costretto a "migrare" verso il nord, verso una "salvezza" chiamata assenza.
Anche Don Ciro, dopo essere scampato alla sparatoria, e dopo un lungo piano sequenza, sale verso l'alto, verso il mondo "normale" affollato di anonime automobili, asettico ma allo stesso tempo protettivo.

Ma, ripeto, sono interpretazioni personali e assolutamente opinabili.


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utopia

Inviato: 01-06-2008 16:58
quote:In data 2008-06-01 16:53, oldboy83 scrive:
SPOILERS

Io son d'accordo, parola per parola




PAG…..6
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Alzayd
quote:In data 2008-11-26 06:36, gmgregori scrive:
Purtroppo rimarrà solo un film che contribuirà ad alterare ancor più la visione dell'Italia al mondo. Secondo un sociologo é il paese più stereotipato del globo. Il demone della mafia sarà sconfitto quando di gomorra ne arriveranno tanti, senpre più pregnanti di denuncia. E' strano pensare che questo è il primo film documento sulla camorra.
Ciao.

Un tempo il cinema italiano era anche di denuncia, "documentava" con coraggio le varie forme di criminalità organizzate, non solo mafia, non solo camorra, ecc, basti pensare a Processo alla città, Le mani sulla città, Salvatore Giuliano, Il giorno delle civetta, Il sasso in bocca, Lucy Luciano, perfino il Mafioso con Sordi, ecc. Erano film duri, alcuni anche "romanzati", ma indagavano dietro i lindi altarini democattofasciocristiani, del boom.., miracolo economico italiano, turbando i sogni del rag. rossi che voleva sognare solo la fiat 600.., spesso non meno duramente di quanto non abbia fatto Gomorra, film che dati i tempi berlusconiani (e della varie inoffensive Piovre..) resta una solida eccezione, anche se purtroppo l'arte non può fare quasi nulla contro la barbarie e le varie superstiziose forme d'inciviltà dei normali cittadini afflitti dalla sindrome del gregario.


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MissDiane

Inviato: 27-11-2008 13:51
Non è semplice denuncia, a parer mio. Esprime dei concetti universali, collocabili in qualsiasi spazio.


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AlZayd

Inviato: 27-11-2008 16:53
Non volero stilare un saggio sociopolitico, ma in ciò che ho segnalato, a fronte di quando denunciato e documentato dalle pellicole citate che trattano uno specifico contesto geografico riflesso dell'intero mappamondo, si ravvisano implicitamente implicazioni di carattere universale. La criminalità, nomi e forme di azioni differenti, è una sola, ovunque.

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MissDiane

Inviato: 28-11-2008 13:06
Si si, il mio commento era in risposta a ciò che ha scritto gmgregori che vede le tematiche trattate in Gomorra tutte italiane, tra l'altro se il film è stato apprezzato anche all'estero è proprio perchè se ne riconoscono i valori universali.


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louise1979

Inviato: 29-11-2008 12:37
Io vivo in questa realtà e vi dico sinceramente che avrei voluto non vedere il film, non perchè sono come gli struzzi,ma per proteggere quella piccola speranza che avevo nel cambiamento.Immagino che sia solo la punta dell'iceberg quella che ci viene mostrata.Ahimè sarà difficile e mi rammarico per Saviano(che ammiro!!)perchè è stato una goccia.
Sono d'accordo quando si dice che le tematiche di questo film siano da inserire in un contesto mondiale,umano in senso lato: rguarda tutti noi. Ma è vero anche che per i miei figli vorrei qualcosa di meglio: i mali di questa società non appartengono solo a Napoli ma ci sono città anche più piccole in cui il grado di vivibilità non è a livelli così bassi.

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eltonjohn

Inviato: 03-12-2008 16:32
Non mi è piaciuto neanche un po'. A parte che penso sia praticamente impossibile tradurre Gomorra di Saviano dal punto di vista cinematografico senza irrimediabilmente perdere ogni confronto con l'originale letterario. Manca un io narrante, manca gran parte del resto del libro, è tutto troppo ultraneorealista, i dialoghi sono incomprensibili così come le situazioni stesse se lo spettatore non si è letto il libro rischia seriamente di smarrirsi. Salvo solo la recitazione del solito Servillo, come sempre bravissimo, ho goduto quando i due stronzi fans di Tony Montana sono stati al dunque accoppati, due simili idioti è giusto che vengano eliminati almeno dalla camorra visto che lo stato non ne sarebbe capace


kagemusha

Inviato: 03-12-2008 20:02
quote:In data 2008-12-03 16:32, eltonjohn scrive:
Non mi è piaciuto neanche un po'. A parte che penso sia praticamente impossibile tradurre Gomorra di Saviano dal punto di vista cinematografico senza irrimediabilmente perdere ogni confronto con l'originale letterario.


Il libro è più informativo, più importante forse,
il film è più bello


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mary93

Inviato: 11-12-2008 18:14
Ragazzi, sn una nuova arrivata. nn ho visto il film Gomorra ma mi dicono ke è bello..... cmq secondo voi riuscirà a vincere qualcosa nella notte degli oscar?????


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eltonjohn

Inviato: 11-12-2008 22:33
No se c'è giustizia divina

____________________________________________________________________mary93


Inviato: 12-12-2008 20:06
Ke vuoi dire? non ho capito


piskello

Inviato: 14-12-2008 01:48
questo film è bellissimo



ssj4gohan

Inviato: 15-12-2008 23:12
quote:In data 2008-12-11 22:33, eltonjohn scrive:
quote:In data 2008-12-11 18:14, mary93 scrive:
Ragazzi, sn una nuova arrivata. nn ho visto il film Gomorra ma mi dicono ke è bello..... cmq secondo voi riuscirà a vincere qualcosa nella notte degli oscar?????

No se c'è giustizia divina



Appoggio in pieno (non in senso fisico)




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Tristam

Inviato: 10-01-2009 11:13
C'è un'idea sbagliata alla base di certe scelte, ovvero l'idea che tanto più un racconto si avvicina al mondo della reale (e quindi a tematiche strettamente collegate e intrecciate alla vita, al suo degrado in particolare) tanto meno il cinema debba (ri)costruire.
Gomorra è un film importante. Perchè già l'idea di dover fare un film da un libro così aperto nella struttura, a metà tra il reportage crudo, la mistificazione e il racconto avventuroso, è comunque un'idea 'grande'. Enorme. Coraggiosa perchè si promette di dover sintetizzare un discorso (amoroso?) orizzontale e riproporlo per immagini verticali.
Uno dei problemi principali di Gomorra però è questa sua volontaria necessità di dover essere invisibile, di dover essere immagine prima che cinema, di voler visualizzare elementi narrativi attraverso la presentazione (e non ripresentazione) come se il passaggio dal reale al cinema non producesse per forza di cose dei capovolgimenti o delle torsioni.
Stiamo attenti, non sto affermando che qualsiasi inquadratura vada bene, né tanto meno che chiunque dietro la macchina da presa sarebbe riuscito a tirare fuori questa immagine. Sto semplicemente parlando di quanto questa immagine sia più un’immagine inevitabilmente letteraria che cinematografica. O di come questa immagine colpisca per la sua inevitabilità di contenuti. Ovvero per quello che la macchina-cinema in quel momento, davanti al suo obiettivo, nella scena, ci sta facendo vedere.
Il che va anche bene, perché spesso sono i soli contenuti a fare bello un film, ma in Gomorra il problema principale è questa fuga improvvisa dai sistemi di produzione (di significato, of course) cinematografici in favore di una presentazione di determinati elementi scenici e narrativi combinati assieme per esplodere come sarebbero esplosi se visti su youtube, al tg5, o ripresi da un amico. In Gomorra c’è il rituale di vestizione delle immagini però, ovvero la ‘normalizzazione’ di una situazione in precisi ordini sceneci e direzionali (da qui quindi il termine regia).
E si, Gomorra è un film di regia.
Regia degli attori, regia delle luci, regia dei dialoghi, dei costumi, delle scenografie, dell’entrate e delle uscite degli attori, dei movimenti di macchina. Ovvero si potrebbe anche dire che Gomorra è la presentazione del suo profilmico, perché il filmico è abbattutto, cancellato, impossibilitato ad essere.
Si costruisce una situazione nei dettagli, quindi si stabilisce quale siano i movimenti degli attori, della macchina da presa, le diverse posizioni, le battute, i dialoghi, i gesti (ma sono sempre meno importanti in un cinema così, senza montaggio) e via. La macchina segue, più che anticipare o guidare, segue una situazione bloccata e prestabilita senza quasi intervenire, se non fosse che osserva semplicemente quello che è già stato detto e scritto e organizzato.
Inoltre il cinema è immobile. Tanto più si muove questa macchina da presa, attraversando spazi o seguendo i suoi attori, tanto più il montaggio svanisce. Svanisce per limitarsi a funzionare non più come montaggio, ma come elemento di pulizia, che accorcia ciò che c’è di lungo e pulisce ciò che c’è di sporco, eppoi, si, per mettere assieme un racconto e intrecciarlo assieme. Ma non produce scontri, non produce significati, perché il taglio qui è un taglio inerte.
E quindi a latere delle più grandi produzioni frastagliate del cinema americano che si basano sul precetto opposto e contrario formulato da Bazin (ovvero che l'evoluzione del cinema ha portato al piano sequenza o all'inquadratuta lunga che dir si voglia) e quindi si appoggiano sulla significazione per montaggio esistono ancora film come questo Gomorra e il suo perfetto contralatare americano ovvero The Wrestler che si ripromettono di ‘seguire’, ripercorrere assieme ai suoi attori, gli spazi di un ‘palcoscenico tragico’.
Non solo: la pretesa di voler essere occhi invisibili su una situazione tanto costruita e organizzata è ancora più incredibile (non credibile) se pensiamo che i modelli a cui si rifanno sono quelli che governano alcune tipologie di documentario. E’ vero che Gomorra non include nel suo cinema ritualizzato e vestito le deviazioni dell’atto performativo del documentarista che per forza di cose si pone nei confronti del suo oggetto con l’immediatezza di chi deve costruire tutto sul momento (anche se qui ci sarebbe da discutere per ore sulla verità di questo metodo) o comunque attraverso una leggerezza (di troupe se non altro) diversa, ma ne ripropone determinate questioni. Ad esempio: la mancanza di intervento specifica del cinema di fiction. O comunque tende a mascherarla in funzione di un discorso ampio, liquido, più congruo (a suo avviso) al tipo di racconto da raccontare. Ma così estremizzato che il liquidismo gomorriano diventa annacquamento e trasforma il cinema di Garrone in pura contemplazione del suo profilmico. Lasciando a questo tutti gli irrisolti e i risolti morali di una vicenda che esiste per essere immagine (savianiana) più che cinema (garroniano).

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gatsby

Inviato: 10-01-2009 11:19
è sostanzialmente quindi la stessa critica che potresti rivolgere a United93?


____________________________________________________________________Tristam

Inviato: 10-01-2009 11:32
Non l'ho visto intereamente. Piuttosto solo qualche pezzo sparso, mi pare proprio su sky. Ma credo di no, credo che il problema di United 93 sia un altro. Nel senso che non voglio puntare il dito sulla questione (pseudo)documentaristica di Garrone. Così come non mi danno assolutamente fastidio le invasioni finzionali all'interno del documentario, così non mi importa che un film di fiction sia costruito sull'idea di un documentario. Mi preoccupa principalmente che un film funzioni in termini filmici. The Blair witch project ha un'idea e la costruisce, September Tapes anche. Grizzly Man, che è un puro film di fiction, anche.
Gomorra può anche essere un film fantastico sotto molti punti di vista. A me è piaciuto vederlo, moltissimo, così come mi è piaciuto ascoltare Saviano leggere Gomorra.
Ma per quanto mi sforzi, e per mia deformazione (inevitabile) non vedo nel film di Garrone l'occasione trovata, quanto una perduta. Vedo un film troppo costruito a livello di set (anche se poi è invece il suo contrario) e poco invece in termini visivi (di riproduzione).

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"C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"

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Tristam
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Da: genova (GE)
Inviato: 11-01-2009 18:28  
PAG……. 3
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Hamish

Inviato: 23-05-2008 15:24
quote:In data 2008-05-23 12:47, utopia scrive:
quote:In data 2008-05-23 11:51, stilgar scrive:
La scelta di campi strettissimi e camera a mano contribuisce molto a questo senso di angoscia che accompagna lo spettatore per tutta la durata del film.

Quoto, è una cosa a cui ho fatto da subito caso anche io e che mi è piaciuta molto.
Poi considera che ero in seconda fila nella sala più grande della multisala, quindi...
A Servillo gli si vedevano distintamente i peli nel naso.

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Fakuser

Inviato: 24-05-2008 01:55
Splendido, prima di tutto da un punto di vista prettamente cinematografico, ma anche una disamina (non una denuncia!! ) lucidissima e credibile di una certa realtà... Non ci sono filtri artistici nè mediazioni ideologiche di nessun tipo. L'uso quasi esclusivo della camera a mano all'inizio può stranire, ma ci impiega poco a diventare la cifra stilistica più adeguata a descrivere la banalità (meschinità ? ) del male.

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oronzocana

Inviato: 25-05-2008 10:10
quote:In data 2008-05-21 11:56, Hamish scrive:
Tra l'altro il film non fa nomi però cita fatti molto circostanziati e reali, come ad esempio la faida di Scampia che ha opposto il clan Di Lauro ai cosiddetti scissionisti.

Così come è difficile non riconoscere in alcuni personaggi del film protagonisti reali della camorra campana come Francesco Schiavone detto Sandokan capo del ferocissimo clan dei Casalesi.
e poi la casa dove i ragazzi giocano a Tony Montana è la villa sequestrata a Sandokan, se non ho visto male.
Ah... il film è fenomenale. Tra poco due righe arrivano.


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oronzocana

Inviato: 25-05-2008 11:48
Accese le luci del cinema sono rimasto interdetto. Ho pensato: «… e adesso cosa scrivo?» Essì, perché il film di Garrone è un pugno nello stomaco. Lascia tramortito lo spettatore, abbandonato a se stesso in una sorta di dopo sbronza. Un po’ come l’ubriaco si domanda, la mattina dopo, «ma veramente ho fatto questo?» così il pubblico incredulo si chiede se è così la vita in alcune zone d’Italia. Si, certo, è così. Cosa c’è di strano? Basta guardare i TG, anche se oramai sono rotocalchi rosa della peggior specie. Viene in mente il “classico” morto ammazzato fuori, o dentro (non fa differenza), la pizzeria: telecamere, flash, ma il giornalista (altro epiteto attribuibile a pochi) ci racconta poco. Ci descrive l’aspetto fisico, ci dà il nome e qualche informazione completamente inutile. Allora chi ascolta la notizia non comprende. Non capisce perché uno debba essere ammazzato tra una pizza margherita e una panna cotta ai frutti di bosco.
Ecco però che arriva la manna. Prima Saviano scrive Gomorra e poi Garrone lo mette in scena. Si parte con una mattanza in un centro estetico, tra manicure e lampade ci scappano quattro/cinque morti ammazzati. Si badi bene che l’aggiunta di “ammazzato” dopo “morto” è fondamentale perché, come dice un boss nel film «aimme a fa’ i morti».
E’ proprio questa quotidianità che tramortisce il pubblico. Non c’è una realtà edulcorata, fatta di figure romantiche, che si muovono tra bene e male, sviluppando e maturando conflitti interiori. I killer operano come persone normali che a vederli senza una pistola in mano sarebbe fin troppo facile scambiarli per sciatti uomini di mezza età o ragazzi modaioli usciti da un video di Gigi D’Alessio. La macchina da presa non scruta, ma mostra naturalmente quello che vede. C’è molto poca profondità di campo, il fuoco si ferma spesso a qualche decina di centimetri, quasi a rimarcare un’assenza di prospettiva ultrafilmica. Non ci sono colpi di scena e non ci sono neanche musiche extradiegetiche, tutto è suggerito consapevolmente. Lo sviluppo narrativo è come una puntina di un vecchio giradischi che salta da un punto ad un altro, ma la durezza e la semplicità delle immagini costruiscono un vero capolavoro che Cannes ha mostrato di apprezzare in pieno.


____________________________________________________________________ oronzocana

Inviato: 25-05-2008 12:11
Spoiler.

Fantastiche sono due scene. Anzi la prima e una inquadratura sola, se non ricordo male, dove in uno dei tanti corridoi delle vele di Scampia c'è un matrimonio. Il dolly parte dal basso, sale come a dare un senso di solennità alla cerimonia (non religiosa), ma poi entra nell'inquadratura un altro corridoio speculare, che sovrasta il primo. Qui è frenetica l'attività della manovalanza, come in un formichiere, a suggerire che il Sistema è sopra a tutto. La vita privata non esiste e tutto è vagliato e censurato (anche con la morte) dal clan.

La seconda scena è quella finale. Dove muoiono i 'uaglioni. Costruita alla perfezione, con un montaggio quasi neutro, senza mai aggredire il naturale percorso narrativo. E' tutto normale, così quotidiano che i killer ammazzano in canotta e ciabatte. Fantastico.


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utopia

Inviato: 25-05-2008 12:19
@ Oronzo

SPOLIER

E la scena dove il ragazzino, Totore, chiama la casalinga per farla uscire di casa perchè ha avuto il compito di ingannarla affinchè gli altri potessero ucciderla?

In quella, secondo me, è stato riassunto tutto il lato spietato di questa organizzazione.
Totore, che fino a pochi giorni prima c'era rimasto male al fatto che non potesse mangiare neanche più una pizza con l'amico, oramai di clan opposto, è stato artefice della morte di una signora che aveva in lui fiducia assoluta... Come a volerci far capire che i sentimenti passano, ad un certo punto, in secondo luogo, anche in coloro che sembrano aver inizialmente sofferto e sembrano essere stati incantati dal lato oscuro del potere piuttosto che dalla scelta consapevole di quello a cui stavano andando incontro.

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kubrickfan

Inviato: 25-05-2008 12:19
possibile spoiler

per tutto quanto ha detto oronzo la scena finale è praticamente perfetta. Non poteva essere girata meglio, altro che la gloria sognata della fine di Tony "Scarface" Montana che schernisce le pallottole dei suoi killer.


____________________________________________________________________ roccomedia

Inviato: 25-05-2008 12:48
quote:In data 2008-05-25 12:11, oronzocana scrive:

La seconda scena è quella finale. Dove muoiono i 'uaglioni. Costruita alla perfezione, con un montaggio quasi neutro, senza mai aggredire il naturale percorso narrativo. E' tutto normale, così quotidiano che i killer ammazzano in canotta e ciabatte. Fantastico.



Qui c'è la totale rinuncia a qualsiasi tipo di spettacolarizzazione della violenza. Questo è un film "vero" fin dentro la scelta dei registri lingiustici che rinunciano a priori al fasullo "napoletano-italianizzato" che da De Sica a Nanni Loy passando per Tornatore e Sorrentino, si era sempre scelto per raccontare Napoli. Questo film è molto più vicino a "La terra trema" di Visconti che non a "Il Camorrista" (con ovvia delusione di tutti i "Mao-Mao" che a Napoli hanno saccheggiato le bancarelle abusive per acquistarne una copia pirata...)



Hooligan

Inviato: 26-05-2008 17:57
Un vero pugno allo stomaco; è verissimo che uscendo dalla sala non ti senti affatto bene. Comunque il film è ottimo e il premio assegnatogli a Cannes è strameritato.
Andatelo assolutamente a Vedere!



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oldboy83

Inviato: 27-05-2008 02:16
quote:In data 2008-05-25 12:11, oronzocana scrive:
Spoiler.

La seconda scena è quella finale. Dove muoiono i 'uaglioni. Costruita alla perfezione, con un montaggio quasi neutro, senza mai aggredire il naturale percorso narrativo. E' tutto normale, così quotidiano che i killer ammazzano in canotta e ciabatte. Fantastico.



l'ascensione al cielo dei due ragazzi tramite la benna dello scavatore alzata al massimo è geniale.

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utopia

Inviato: 27-05-2008 09:04
quote:In data 2008-05-27 02:16, oldboy83 scrive:
quote:In data 2008-05-25 12:11, oronzocana scrive:
Spoiler.
La seconda scena è quella finale. Dove muoiono i 'uaglioni. Costruita alla perfezione, con un montaggio quasi neutro, senza mai aggredire il naturale percorso narrativo. E' tutto normale, così quotidiano che i killer ammazzano in canotta e ciabatte. Fantastico.

l'ascensione al cielo dei due ragazzi tramite la benna dello scavatore alzata al massimo è geniale.

Lo sai che il collegamento non l'avevo fatto?
Ottimo.


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pensolo

Inviato: 27-05-2008 09:32
Visto ieri sera.

Certo esci dal cinema con una brutta sensazione allo stomaco ma anche alla testa. Però avercene.

A metà tra film e documentario...forse non dice niente di nuovo..ma lo dice bene.E poi c'è sempre chi ignora e ha bisogno di vedersi spalancato un mondo che magari ha anche intorno ma che finge di non vedere o lo accetta come la normalità delle cose.

Forse la visione non servirà a questi ultimi.Però la sensazione che sia un film necessario non te la togli comunque.


____________________________________________________________________ porcupine

Inviato: 29-05-2008 01:27
Ho appena visto il film Gomorra.
Sono colpito, arrabbiato e profondamente deluso da come una realtà italiana stia attraversando una crisi che appare così radicata e senza via d'uscita da rendermi attonito. Mi sento così lontano dalla realtà di Scampia, il film poteva essere stato girato anche in un altro continente che non me ne sarei accorto. Eppure mi sono sentito chiamato in causa. Questo film non parla solo di Napoli ma di una realtà ben più complessa e che ci coinvolge tutti, nessuno ma proprio nessuno escluso. Dal Milanese al Veneziano dal Romano al Palermitano, la Camorra tocca tutti. Forse per le linde strade della mia città non si vede, questo non significa che il suo effetto non ricada anche sulla nostra vita. Nel film la frase "per salvare un operaio di Mestre bisogna sacrificare una famiglia di Mondragone" mi ha fatto molto riflettere.
Com'è possibile che esistano ancora dei giovani inesorabilmente destinati a vivere senza un futuro nel nostro paese, ma dov'è finito il nostro orgoglio? Come si fa a vivere nell'indifferenza della tragedia che accade ogni giorno tra quelle tetre mura di Scampia... Oggi non è solo Napoli la protagonista ma tutti NOI.



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AlZayd

Inviato: 29-05-2008 02:38
quote:In data 2008-05-25 12:48, roccomedia scrive:
quote:In data 2008-05-25 12:11, oronzocana scrive:

La seconda scena è quella finale. Dove muoiono i 'uaglioni. Costruita alla perfezione, con un montaggio quasi neutro, senza mai aggredire il naturale percorso narrativo. E' tutto normale, così quotidiano che i killer ammazzano in canotta e ciabatte. Fantastico.

Qui c'è la totale rinuncia a qualsiasi tipo di spettacolarizzazione della violenza. Questo è un film "vero" fin dentro la scelta dei registri lingiustici che rinunciano a priori al fasullo "napoletano-italianizzato" che da De Sica a Nanni Loy passando per Tornatore e Sorrentino, si era sempre scelto per raccontare Napoli. Questo film è molto più vicino a "La terra trema" di Visconti che non a "Il Camorrista" (con ovvia delusione di tutti i "Mao-Mao" che a Napoli hanno saccheggiato le bancarelle abusive per acquistarne una copia pirata...)


Si parla il dialetto della disperazione, verace, duro, chiuso, tronco, sgradevole. Impressionante, inquietante, a pelle. Tali inflessioni suonano minacciose, sembrano la voce della violenza, vogliono distinguersi con determinazione dall'idioma ufficiale, o "colto.., per rimarcare l'estraneità, nell'appartenenza ad un contesto sociale "altro"; si percepisce la violenza cieca, la fredda determinazione, la sub-cultura che, a differenza di quella raccontata da Pasolini, per fare un esempio, non ha un "codice d'onore", un retaggio "morale" di alcun genere, se non quella della legge della giungla, quasi allo stato animale. E' la voce del sottosviluppo economico e culturale, dove in fondo si è carnefici ed insieme vittime. Concordo con
l'accostamento a La terra trema, e, ovviamente con tutte le rimarchevoli differenze del caso, mi viene in mente anche L'albero degli zoccoli di Olmi, che recupera l'"accento" psicologico specifico, non solo linguistico, dunque "accessorio", delle culture che mette in scena, e naturalmente Salvatore Giuliano di Rosi, nell'approccio "realistico",semidocunemtario. Concordo sul finale asciutto, tesissimo ma non compiaciuto, al pari di tante altre sequenze di cinema davvero alto, con maiuscola, così lontano, anche nella "scrittura", dagli stereotipi del "genere". Gomorra è un film fisico, degli umori rappresi, "minerale"... Ha tutte le carte in regola per ricongiungersi con il cinema di Rosi, ecc, con le grandi stagioni del grande cinema italiano che fu. Un segnale positivo il riconoscimento di Cannes anche per Il Divo, che non ho ancora visto, ma non dubito sul suo valore. Intanto è notizia ufficiale che Sorrentino farà parte della giuria al festival di Locarno, e che il festival spagnolo di San Sebastian, dedicherà una retrospettiva su Monicelli.., dopo Berlino che ne aveva dedicata una a Rosi. Importanti segnali internazionali, verrebbe voglia di ridire che nessuno è profeta in casa propria.., quelli di casa nostra lo diventano solo ce c'è in giro odore di soldi...


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AlZayd

Inviato: 29-05-2008 17:30
quote:In data 2008-05-29 01:27, porcupine scrive:
Come si fa a vivere nell'indifferenza della tragedia che accade ogni giorno tra quelle tetre mura di Scampia... Oggi non è solo Napoli la protagonista ma tutti NOI.


Ben detto! Questa è, tra le altre, la vera "emergenza" nazionale, ma preferiamo prendercela con i presunti untori che, a ben guardare, tolto il marcio che alberga radicalmente anche in noi, sono spesso più dignitosi e puliti di noi.
Se un film, un fatto di cultura, riesce far riflettere su tali tematiche, è segno che non tutta la nazione dorme.., però è anche vero che la macchina dello spettacolo, manovrata dal sistema di "potere", farà del tutto per edulcorare la portata vera e sporca, quella con cui varrebbe la pena sporcarsi pe tentare una risalita, come la metafora del "fondo del pozzo", di questa "lezione", tracciando subito i limiti di confine tra la finzione e la realtà. Dove invece, la finzione è lo strumento migliore per denunciare, analizzare, smarcherare la realtà stessa. Non c'è nulla di più "vero" dell'"estetica", che va oltre la morale costituita, le falsità della politica, della politca corrotta, che da una parte si compiace, in veste "istituzionale", del risultato ottenuto dal cinema italiano, e bla, bla, bla, e dall'altra spinge verso la repressione, la vanificazione dei contenuti delle tematiche emerse, per fiaccare le poche volontà di chi crede nell'arte non come astrazione dal reale, bensì come affermazione di quello.
Hai ragione, i protagonisti in questo stato di cose siamo tutti noi; inutile parlarne se poi non ci crediamo in ciò che "vediamo".
Ma al cinema, si sa, come i mostri, le paure, le tragedie, ecc, è tutto "finto"...

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TomThom

Inviato: 30-05-2008 16:18
Devo ancora vederlo ma molti segnali mi stanno indisponendo.
Nel frattempo in giro per la mia città, e non solo, ho notato per terra ed attaccati ai muri degli adesivi "GOMORRA" di color rosa...
Sperem ben.

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Fakuser

Inviato: 31-05-2008 15:38
quote:In data 2008-05-30 16:18, TomThom scrive:
Devo ancora vederlo ma molti segnali mi stanno indisponendo.

eccerto, da uno che grida al capolavoro davanti a quella porcata dei Coen, c'è da aspettarsi anche di peggio che questo...

Quali sarebbero i segnali indisponenti, scusa?


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Hooligan

Inviato: 31-05-2008 21:24
Per HoldBoy83:
Ottima intuizione, geniale. Non ci avevo pensato, e forse non è stata fatta di proposito nemmeno da Garrone.


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TomThom

Inviato: 31-05-2008 21:51
quote:In data 2008-05-31 15:38, Fakuser scrive:
quote:In data 2008-05-30 16:18, TomThom scrive:
Devo ancora vederlo ma molti segnali mi stanno indisponendo.


eccerto, da uno che grida al capolavoro davanti a quella porcata dei Coen, c'è da aspettarsi anche di peggio che questo...

Quali sarebbero i segnali indisponenti, scusa?


Uhm...vediamo...Non ti bastano gli adesivi color rosa stile discoteca?
Ci aggiungo la sovraesposizione mediatica, le comparsate di Garrone al tg, Saviano perennemente in mezzo ai coglioni e il fatto che vedere Gomorra sia tremendamente chic, visto che la monnezza di Napoli fa notizia "perché non farci anche un bel venerdì sera tra i camorristi che parlano il loro slang"?

Ti basta? Mi auguro si sì.


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Fakuser

Inviato: 31-05-2008 22:14

No. Non mi basta. Le tue argomentazioni sono al solito ridicole. Devo spendere del tempo a risponderti?
No, perchè sto ascoltando il Principe, e mischiarlo con te sarebbe alquanto pernicioso.

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TomThom

Inviato: 31-05-2008 22:24
Lascia stare De Gregori, non è cosa per te.


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oronzocana

Inviato: 01-06-2008 16:22
... che poi quello che ha scritto old è una forzatura interpretativa incredibile. Se non fosse marchigiano come me direi: "è una cazzata".

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oldboy83

Inviato: 01-06-2008 16:53
quote:In data 2008-06-01 16:22, oronzocana scrive:
... che poi quello che ha scritto old è una forzatura interpretativa incredibile.


SPOILERS

A parte gli scherzi... io quella scena l'ho interpretata così.
E alla fine mi sembra una lettura abbastanza coerente alla narrazione del film.
La salvezza, e, paradossalmente, l'ascesa ai cieli, seppur simbolica e spazialmente rappresentata, caratterizza tutti i micro episodi, da quello dei ragazzi a quello del sarto, costretto a "migrare" verso il nord, verso una "salvezza" chiamata assenza.
Anche Don Ciro, dopo essere scampato alla sparatoria, e dopo un lungo piano sequenza, sale verso l'alto, verso il mondo "normale" affollato di anonime automobili, asettico ma allo stesso tempo protettivo.

Ma, ripeto, sono interpretazioni personali e assolutamente opinabili.


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utopia

Inviato: 01-06-2008 16:58
quote:In data 2008-06-01 16:53, oldboy83 scrive:
SPOILERS

Io son d'accordo, parola per parola




PAG…..6
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Alzayd
quote:In data 2008-11-26 06:36, gmgregori scrive:
Purtroppo rimarrà solo un film che contribuirà ad alterare ancor più la visione dell'Italia al mondo. Secondo un sociologo é il paese più stereotipato del globo. Il demone della mafia sarà sconfitto quando di gomorra ne arriveranno tanti, senpre più pregnanti di denuncia. E' strano pensare che questo è il primo film documento sulla camorra.
Ciao.

Un tempo il cinema italiano era anche di denuncia, "documentava" con coraggio le varie forme di criminalità organizzate, non solo mafia, non solo camorra, ecc, basti pensare a Processo alla città, Le mani sulla città, Salvatore Giuliano, Il giorno delle civetta, Il sasso in bocca, Lucy Luciano, perfino il Mafioso con Sordi, ecc. Erano film duri, alcuni anche "romanzati", ma indagavano dietro i lindi altarini democattofasciocristiani, del boom.., miracolo economico italiano, turbando i sogni del rag. rossi che voleva sognare solo la fiat 600.., spesso non meno duramente di quanto non abbia fatto Gomorra, film che dati i tempi berlusconiani (e della varie inoffensive Piovre..) resta una solida eccezione, anche se purtroppo l'arte non può fare quasi nulla contro la barbarie e le varie superstiziose forme d'inciviltà dei normali cittadini afflitti dalla sindrome del gregario.


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MissDiane

Inviato: 27-11-2008 13:51
Non è semplice denuncia, a parer mio. Esprime dei concetti universali, collocabili in qualsiasi spazio.


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AlZayd

Inviato: 27-11-2008 16:53
Non volero stilare un saggio sociopolitico, ma in ciò che ho segnalato, a fronte di quando denunciato e documentato dalle pellicole citate che trattano uno specifico contesto geografico riflesso dell'intero mappamondo, si ravvisano implicitamente implicazioni di carattere universale. La criminalità, nomi e forme di azioni differenti, è una sola, ovunque.

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MissDiane

Inviato: 28-11-2008 13:06
Si si, il mio commento era in risposta a ciò che ha scritto gmgregori che vede le tematiche trattate in Gomorra tutte italiane, tra l'altro se il film è stato apprezzato anche all'estero è proprio perchè se ne riconoscono i valori universali.


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louise1979

Inviato: 29-11-2008 12:37
Io vivo in questa realtà e vi dico sinceramente che avrei voluto non vedere il film, non perchè sono come gli struzzi,ma per proteggere quella piccola speranza che avevo nel cambiamento.Immagino che sia solo la punta dell'iceberg quella che ci viene mostrata.Ahimè sarà difficile e mi rammarico per Saviano(che ammiro!!)perchè è stato una goccia.
Sono d'accordo quando si dice che le tematiche di questo film siano da inserire in un contesto mondiale,umano in senso lato: rguarda tutti noi. Ma è vero anche che per i miei figli vorrei qualcosa di meglio: i mali di questa società non appartengono solo a Napoli ma ci sono città anche più piccole in cui il grado di vivibilità non è a livelli così bassi.

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eltonjohn

Inviato: 03-12-2008 16:32
Non mi è piaciuto neanche un po'. A parte che penso sia praticamente impossibile tradurre Gomorra di Saviano dal punto di vista cinematografico senza irrimediabilmente perdere ogni confronto con l'originale letterario. Manca un io narrante, manca gran parte del resto del libro, è tutto troppo ultraneorealista, i dialoghi sono incomprensibili così come le situazioni stesse se lo spettatore non si è letto il libro rischia seriamente di smarrirsi. Salvo solo la recitazione del solito Servillo, come sempre bravissimo, ho goduto quando i due stronzi fans di Tony Montana sono stati al dunque accoppati, due simili idioti è giusto che vengano eliminati almeno dalla camorra visto che lo stato non ne sarebbe capace


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kagemusha

Inviato: 03-12-2008 20:02
quote:In data 2008-12-03 16:32, eltonjohn scrive:
Non mi è piaciuto neanche un po'. A parte che penso sia praticamente impossibile tradurre Gomorra di Saviano dal punto di vista cinematografico senza irrimediabilmente perdere ogni confronto con l'originale letterario.


Il libro è più informativo, più importante forse,
il film è più bello


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mary93

Inviato: 11-12-2008 18:14
Ragazzi, sn una nuova arrivata. nn ho visto il film Gomorra ma mi dicono ke è bello..... cmq secondo voi riuscirà a vincere qualcosa nella notte degli oscar?????


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eltonjohn

Inviato: 11-12-2008 22:33
No se c'è giustizia divina

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mary93


Inviato: 12-12-2008 20:06
Ke vuoi dire? non ho capito
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piskello

Inviato: 14-12-2008 01:48
questo film è bellissimo

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ssj4gohan

Inviato: 15-12-2008 23:12
quote:In data 2008-12-11 22:33, eltonjohn scrive:
quote:In data 2008-12-11 18:14, mary93 scrive:
Ragazzi, sn una nuova arrivata. nn ho visto il film Gomorra ma mi dicono ke è bello..... cmq secondo voi riuscirà a vincere qualcosa nella notte degli oscar?????

No se c'è giustizia divina



Appoggio in pieno (non in senso fisico)




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Tristam

Inviato: 10-01-2009 11:13
C'è un'idea sbagliata alla base di certe scelte, ovvero l'idea che tanto più un racconto si avvicina al mondo della reale (e quindi a tematiche strettamente collegate e intrecciate alla vita, al suo degrado in particolare) tanto meno il cinema debba (ri)costruire.
Gomorra è un film importante. Perchè già l'idea di dover fare un film da un libro così aperto nella struttura, a metà tra il reportage crudo, la mistificazione e il racconto avventuroso, è comunque un'idea 'grande'. Enorme. Coraggiosa perchè si promette di dover sintetizzare un discorso (amoroso?) orizzontale e riproporlo per immagini verticali.
Uno dei problemi principali di Gomorra però è questa sua volontaria necessità di dover essere invisibile, di dover essere immagine prima che cinema, di voler visualizzare elementi narrativi attraverso la presentazione (e non ripresentazione) come se il passaggio dal reale al cinema non producesse per forza di cose dei capovolgimenti o delle torsioni.
Stiamo attenti, non sto affermando che qualsiasi inquadratura vada bene, né tanto meno che chiunque dietro la macchina da presa sarebbe riuscito a tirare fuori questa immagine. Sto semplicemente parlando di quanto questa immagine sia più un’immagine inevitabilmente letteraria che cinematografica. O di come questa immagine colpisca per la sua inevitabilità di contenuti. Ovvero per quello che la macchina-cinema in quel momento, davanti al suo obiettivo, nella scena, ci sta facendo vedere.
Il che va anche bene, perché spesso sono i soli contenuti a fare bello un film, ma in Gomorra il problema principale è questa fuga improvvisa dai sistemi di produzione (di significato, of course) cinematografici in favore di una presentazione di determinati elementi scenici e narrativi combinati assieme per esplodere come sarebbero esplosi se visti su youtube, al tg5, o ripresi da un amico. In Gomorra c’è il rituale di vestizione delle immagini però, ovvero la ‘normalizzazione’ di una situazione in precisi ordini sceneci e direzionali (da qui quindi il termine regia).
E si, Gomorra è un film di regia.
Regia degli attori, regia delle luci, regia dei dialoghi, dei costumi, delle scenografie, dell’entrate e delle uscite degli attori, dei movimenti di macchina. Ovvero si potrebbe anche dire che Gomorra è la presentazione del suo profilmico, perché il filmico è abbattutto, cancellato, impossibilitato ad essere.
Si costruisce una situazione nei dettagli, quindi si stabilisce quale siano i movimenti degli attori, della macchina da presa, le diverse posizioni, le battute, i dialoghi, i gesti (ma sono sempre meno importanti in un cinema così, senza montaggio) e via. La macchina segue, più che anticipare o guidare, segue una situazione bloccata e prestabilita senza quasi intervenire, se non fosse che osserva semplicemente quello che è già stato detto e scritto e organizzato.
Inoltre il cinema è immobile. Tanto più si muove questa macchina da presa, attraversando spazi o seguendo i suoi attori, tanto più il montaggio svanisce. Svanisce per limitarsi a funzionare non più come montaggio, ma come elemento di pulizia, che accorcia ciò che c’è di lungo e pulisce ciò che c’è di sporco, eppoi, si, per mettere assieme un racconto e intrecciarlo assieme. Ma non produce scontri, non produce significati, perché il taglio qui è un taglio inerte.
E quindi a latere delle più grandi produzioni frastagliate del cinema americano che si basano sul precetto opposto e contrario formulato da Bazin (ovvero che l'evoluzione del cinema ha portato al piano sequenza o all'inquadratuta lunga che dir si voglia) e quindi si appoggiano sulla significazione per montaggio esistono ancora film come questo Gomorra e il suo perfetto contralatare americano ovvero The Wrestler che si ripromettono di ‘seguire’, ripercorrere assieme ai suoi attori, gli spazi di un ‘palcoscenico tragico’.
Non solo: la pretesa di voler essere occhi invisibili su una situazione tanto costruita e organizzata è ancora più incredibile (non credibile) se pensiamo che i modelli a cui si rifanno sono quelli che governano alcune tipologie di documentario. E’ vero che Gomorra non include nel suo cinema ritualizzato e vestito le deviazioni dell’atto performativo del documentarista che per forza di cose si pone nei confronti del suo oggetto con l’immediatezza di chi deve costruire tutto sul momento (anche se qui ci sarebbe da discutere per ore sulla verità di questo metodo) o comunque attraverso una leggerezza (di troupe se non altro) diversa, ma ne ripropone determinate questioni. Ad esempio: la mancanza di intervento specifica del cinema di fiction. O comunque tende a mascherarla in funzione di un discorso ampio, liquido, più congruo (a suo avviso) al tipo di racconto da raccontare. Ma così estremizzato che il liquidismo gomorriano diventa annacquamento e trasforma il cinema di Garrone in pura contemplazione del suo profilmico. Lasciando a questo tutti gli irrisolti e i risolti morali di una vicenda che esiste per essere immagine (savianiana) più che cinema (garroniano).

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gatsby

Inviato: 10-01-2009 11:19
è sostanzialmente quindi la stessa critica che potresti rivolgere a United93?


Tristam

Inviato: 10-01-2009 11:32
Non l'ho visto intereamente. Piuttosto solo qualche pezzo sparso, mi pare proprio su sky. Ma credo di no, credo che il problema di United 93 sia un altro. Nel senso che non voglio puntare il dito sulla questione (pseudo)documentaristica di Garrone. Così come non mi danno assolutamente fastidio le invasioni finzionali all'interno del documentario, così non mi importa che un film di fiction sia costruito sull'idea di un documentario. Mi preoccupa principalmente che un film funzioni in termini filmici. The Blair witch project ha un'idea e la costruisce, September Tapes anche. Grizzly Man, che è un puro film di fiction, anche.
Gomorra può anche essere un film fantastico sotto molti punti di vista. A me è piaciuto vederlo, moltissimo, così come mi è piaciuto ascoltare Saviano leggere Gomorra.
Ma per quanto mi sforzi, e per mia deformazione (inevitabile) non vedo nel film di Garrone l'occasione trovata, quanto una perduta. Vedo un film troppo costruito a livello di set (anche se poi è invece il suo contrario) e poco invece in termini visivi (di riproduzione).

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vietcong

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Inviato: 12-05-2009 22:26  
ciao

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thetourist

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Inviato: 12-05-2009 22:28  
ciao! ^__^

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vietcong

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Inviato: 12-05-2009 22:40  
quote:
oggi vietcong ha scritto:
siete belli.


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