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[quote][i]In data 2005-10-17 20:34, xander77 scrive:[/i][b] LOCRI (REGGIO CALABRIA) - Un intreccio di interessi politici e mafiosi legati all' ingerenza delle cosche nel mondo della sanita' ed alla volonta' delle organizzazioni criminali di lanciare un ''messaggio'' ben preciso al mondo della politica: e' questo, secondo quanto si e' appreso in ambienti investigativi, il quadro in cui sarebbe maturato l' omicidio di Francesco Fortugno, di 54 anni, della Margherita, vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, ucciso ieri a Locri nel seggio allestito per le primarie dell' Unione. Il ruolo politico svolto da Fortugno, ed in particolare il suo impegno sui temi della sanita', ed il luogo scelto per uccidere l' esponente della Margherita, rappresentano due elementi che vengono tenuti nella massima considerazione da carabinieri e polizia, perche' emblematici del possibile movente dell' assassinio. Anche se non ci sono ancora elementi certi acquisiti alle indagini, l' ipotesi che la 'ndrangheta abbia voluto uccidere Fortugno perche' ''disturbata'' dal vicepresidente del Consiglio regionale nei suoi interessi nel settore della sanita' - finanziamenti, appalti e nomine - viene considerata ''verosimile'' dagli investigatori. Proprio a tale scopo, ieri sera i carabinieri si sono recati nell' abitazione e nello studio di Fortugno e vi si sono trattenuti a lungo per esaminare qualsiasi documento che possa rivelarsi utile alle indagini. Si e' appreso che e' stata acquisita una corposa documentazione, che sara' adesso esaminata in stretto coordinamento con la Procura antimafia di Reggio Calabria, che ieri sera ha acquisito la titolarita' dell' inchiesta sull' omicidio dopo che i primi atti urgenti erano stati svolti dalla Procura della Repubblica di Locri. Il fatto che a condurre l' inchiesta sia la Dda reggina e' la dimostrazione piu' evidente che la possibilita' che sia stata la 'ndrangheta ad ordinare l' assassinio di Fortugno sia piu' che un' ipotesi e che le indagini hanno assunto, in questo senso, una direzione specifica. Anche se questo, si fa rilevare negli ambienti investigativi, non esclude nessun' altra ipotesi. Il procuratore distrettuale di Reggio Calabria, Antonino Catanese, ed il sostituto Giuseppe Creazzo hanno gia' tenuto una serie di vertici con polizia e carabinieri per fare il punto sulle indagini e programmare le iniziative investigative da assumere. I carabinieri, in particolare, secondo quanto si e' appreso, stanno tentando di accertare se l' omicidio di Fortugno sia stato preceduto da possibili minacce od intimidazioni ai danni dell' esponente politico. A tale scopo sono stati sentiti la moglie di Fortugno, Maria Grazia Lagana', medico anche lei ed attuale direttore sanitario dell' ospedale di Locri, ed altri familiari. Nulla e' trapelato sull' esito dei colloqui avuti dagli investigatori, ma sono in molti a rilevare che, per il suo carattere e per la sua riservatezza, difficilmente Fortugno avrebbe rivelato anche ai familiari piu' intimi eventuali minacce subite. Il dato che carabinieri e polizia valutano con la massima attenzione e' anche quello del ''messaggio'' politico che potrebbe nascondersi dietro l' assassinio di Fortugno in relazione alla data ed al luogo che sono stati scelti per mettere in atto l' omicidio. Il vicepresidente del Consiglio regionale viveva a Locri, dove aveva anche la segreteria politica e lo studio medico, e quindi avrebbe potuto essere ucciso, se la 'ndrangheta aveva deciso di eliminarlo, anche durante i suoi frequenti spostamenti per raggiungere Reggio Calabria o altre localita' della provincia anche per partecipare ad iniziative politiche. Perche' allora, si chiedono gli investigatori, si e' deciso di ucciderlo proprio nel giorno della Primarie dell' Unione e nel luogo in cui era stato allestito il seggio per la consultazione? Le cosche hanno voluto lanciare un messaggio proprio al centrosinistra in considerazione che e' proprio questa coalizione a gestire la Regione? D' altra parte, nei mesi scorsi, proprio il presidente Loiero e' stato vittima di ripetute minacce ed intimidazioni. Una serie di episodi che hanno fatto intuire l' attenzione particolare che le cosche stanno riservando proprio alle decisioni della Giunta regionale al fine di tutelare i propri interessi in vari settori dell' attivita' dell' ente. PISANU OGGI IN CALABRIA Il Ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu, presiedera' alle 16 di oggi un ''vertice tecnico'' nella prefettura di Reggio Calabria, dopo l' omicidio del vicepresidente del Consiglio Regionale Franco Fortugno. All'incontro parteciperanno, oltre il prefetto Giovanni D'Onofrio, il procuratore generale di Reggio Calabria, Giovanni Marletta, il capo della Procura distrettuale, Antonino Catanese, e il procuratore presso il tribunale di Locri, Giuseppe Carbone. Finora, secondo quanto reso noto ufficialmente, il ministro Pisanu non ha in programma di partecipare alla seduta pubblica del Consiglio regionale convocata urgentemente dal presidente dell'Assemblea legislativa, Giuseppe Bova, per il pomeriggio. La Calabria ripiomba nel clima di terrore e degli 'omicidi eccellenti' che in passato hanno caratterizzato la vita della regione. L' assassinio a Locri di Francesco Fortugno, 54 anni, medico, vicepresidente del Consiglio regionale ed esponente di spicco della Margherita, suscita sgomento ed inquietudine, lo stesso che negli anni '90 hanno accompagnato altri omicidi 'importanti' come quelli dell' ex presidente delle Ferrovie dello Stato, Lodovico Ligato, e del magistrato di Cassazione Antonino Scopelliti. L' assassinio di Fortugno si caratterizza per un dato politico sul cui significato la Dda di Reggio Calabria, che in serata ha assunto la direzione delle indagini condotte da carabinieri e polizia, sta riflettendo: l' esponente della Margherita e' stato ucciso nel seggio allestito per le Primarie dell' Unione, nello storico Palazzo Nieddu, di proprieta' del Comune di Locri. Una circostanza casuale o un segnale preciso? Fortugno, una persona stimata e rispettata e apprezzata unanimemente anche sotto il profilo politico, e' stato ucciso nell' androne del palazzo dove si stava intrattenendo con alcune persone. Un uomo vestito completamente di nero, con un berretto con visiera che ne nascondeva parzialmente il volto, si e' avvicinato a Fortugno e gli ha sparato da breve distanza cinque colpi calibro 9 andati tutti a segno. Un' esecuzione preparata meticolosamente e portata a termine da una persona che era a conoscenza dei movimenti dell' esponente politico. L' assassino, approfittando del comprensibile sgomento e disorientamento delle persone che erano con la vittima, si e' subito dileguato raggiungendo, probabilmente, un' automobile condotta da un complice. Francesco Fortugno era entrato in Consiglio regionale subentrando nella precedente legislatura a Luigi Meduri, eletto deputato. Da allora era in aspettativa dal suo incarico di primario al pronto soccorso dell' ospedale di Locri che ieri, dopo il suo omicidio, e' diventato ben presto meta del mesto pellegrinaggio di rappresentanti istituzionali, di politici di tutti gli schieramenti e di semplici cittadini. Sui volti di ciascuno era ben leggibile lo sgomento, l' incredulita', ma anche la rabbia per un delitto di difficile lettura. Nel piazzale antistante la palazzina che ospita l' obitorio, esponenti politici, uniti al di la' dello schieramento, si sono radunati a capannelli tentando di trovare un perche' ad un delitto che, e' la convinzione di molti, un perche' non ce l' ha se non nel messaggio ''politico'' che rappresenta. ''Siamo preoccupati, ma c' e' anche una condizione forte di reattivita''' ha detto il presidente della Regione, Agazio Loiero, mentre sostava davanti all' obitorio dopo avere manifestato il suo cordoglio alla vedova di Fortugno. ''E' terribile, e' terribile'' ha ripetere piu' volte il presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Bova, diessino, che per domani ha convocato una seduta dell' assemblea, mentre il responsabile sicurezza dei Ds, Marco Minniti, non ha esitato a parlare di ''omicidio di mafia con un chiaro e fortissimo messaggio politico'', sottolineando le modalita' dell' omicidio ed il luogo in cui e' avvenuto: un seggio delle primarie dell' Unione. Tutti si sono stretti attorno alla famiglia Fortugno: assessori e consiglieri regionali, parlamentari. ''Dobbiamo acquisire - e' stato il commento dell' assessore regionale alla sanita', Doris Lo Moro - una mentalita' militante contro la 'ndrangheta cui va detto no in qualsiasi momento''. Il presidente della commissione regionale antimafia, Giuseppe Guerriero, ha parlato di ''attacco volgare alle istituzioni. Un segnale pesante di chi non vuole che la Calabria cambi e reagisce in questo modo''. [/b][/quote]
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