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Wilde Salomé











Ancora una volta il cinema trae ispirazione dal teatro e dalla letteratura, e la fusione tra le arti non lascia delusi. Presentato fuori concorso alla 68esima Mostra del Cinema di Venezia, ‘Wilde Salomè’ è la quarta opera che vede Al Pacino nelle vesti di regista. Già il gioco di parole del titolo (la selvaggia Salomè, ma anche Oscar Wilde e Salomè) lasciano capire cosa Pacino ci sta per presentare. Come per le sue precedenti pellicole, anche in questo caso, infatti, ci viene offerta una testimonianza del suo viscerale amore per il teatro e l’alta letteratura. Non ci troviamo davanti ad una pellicola tradizionale, ma ad un vero e proprio docu-drama, che segue la messa in scena a New York – seguita dallo stesso Pacino – non dell’opera di Oscar Wilde ma di una sua lettura teatrale. Se lo spettatore si attende una tradizionale cronaca della produzione rimarrà però deluso. Pacino ci offre, infatti, una visione d’insieme della lotta per la messa in scena dell’opera, parallelamente alle battaglie affrontate da Oscar Wilde contro il moralismo e il perbenismo vittoriano. Il tutto filtrato attraverso l’emotività del regista, il che rende la pellicola profondamente intimista. L’ossessione per Wilde non ha colpito solo Pacino ma è diffusa tra numerosi artisti, e tutti riconoscono all’autore l’essere stato uomo dal fine intelletto, grande rivoluzionario e arguto letterato. A testimonianza di ciò Pacino riporta nella pellicola i commenti di Gore Vidal e di Bono degli U2, che tra l’altro condivide con Wilde la stessa origine irlandese. Riuscito anche il tentativo del regista di sovrapporre più piani narrativi, grazie anche ad un rapido e dinamico montaggio che rende il tutto ancora più piacevole. Se da una parte seguiamo le prove per la lettura teatrale, dall’altra vediamo con altri attori la storia di Salomè filmata tra le rovine del castello di Erode. Il tutto arricchito da incursioni nella vita di Wilde e da inaspettati scorci del privato dello stesso Pacino. Ma ciò che rende veramente imperdibile ‘Wilde Salomè’ è la prova degli attori. Oltre all’istrionico Al Pacino nelle vesti di un ambiguo Erode, tormentato anch’egli dalla sua ossessione per Salomè (qui la bellissima figliastra), il cast vede solo attori teatrali. Spicca tra tutti la bella e ammaliante Jessica Chastain nei panni di Salomè, appena uscita dall’Actor’s Studio (Al Pacino ne è il co-direttore) e qui al suo primo film. Il carisma e l’intensità recitativa del cast sono tali da catturare l’attenzione e le emozioni dello spettatore. Belli infine i titoli di coda, che focalizzano i momenti salienti della vita di Oscar Wilde. In sottofondo la bella ‘Salomè’, regalata dagli U2 ad Al Pacino come tema portante della sua pellicola.

La frase:
""Questa è la storia di un’ossessione"".

a cura di Giuliana Steri

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