Dopo tanti anni, faccio ancora fatica ad osservare questo film tutto in una volta.
A Clockwork Orange, È un titolo che racchiude il senso della storia in questione. Nato dal dialetto di alcune periferie nell'est di Londra; il medesimo, sta a significare un "Qualcosa-di-strano", non contemplabile totalmente, ma che, comunque, viene accettato nella realtà di tutti i giorni.
Viene usato in frasi come: What is happenin' is strange like a Clockworck Orange. In italiano dovrebbe suonare come:
Quello che sta accadendo è strano, come un'arancia ad orologeria.
Anthony Burgess, autore del romanzo a cui è stato ispirato il film in questione, legò attorno a questo “motto londinese”( da cui deriva anche il titolo del romanzo) tutta la sua filosofia di pensiero.
Egli credeva che, ogni essere umano, poteva eseguire atti di immensa bontà e malvagità contemporaneamente, senza distinguere la ben che minima soglia morale; tuttavia, questa volontà, questa presunta scelta, era dovuta unicamente ad una -Meccanica primordiale-:
"Una serie infinitesimale di conseguenze che andavano a muovere piccoli Ingranaggi e, istante dopo istante, avrebbero creato la più impercettibile struttura di pensiero a capo di ogni qual si voglia (presunta) scelta." e di fronte a questa riflessione,Burgess, ne susseguiva con un importante domanda:
Chi compie il Primo atto? O per rimanere in tema con i termini:
Chi dà la prima carica a questo(i) marchingegno(i) (Ossia, gli esseri umani) "meccanico(i)"? La riflessione che Burgess ci pone è un po' sarcastica, direi quasi da black humor, perché, egli, vuole palesemente mettere in dubbio un concetto importante: Il libero arbitrio.
Comunque, al di là di questa delucidazione sull'origine del titolo scelto da Burgess e la sua filosofia; vorrei dire quanto, io, trovi Eccelso questo film di Stanley Kubrick e che, forse, non poteva uscire fuori rappresentazione migliore da questo Importante romanzo, visto anche il periodo in cui si colloca.
Trovo sublime l'associamento della colonna sonora e la fotografia, in ogni suo forma, in ogni suo istante.
E per quanto riguarda il fantomatico senso del film, credo personalmente che sia inevitabile, visto anche le origini del titolo, ricadere in una lettura puramente filosofico-esistenziale; in una pura analisi introspettiva dell'essere umano, che ci costringe a domande come: Cos'è Il Male? Abbiamo Davvero libertà di scelta? Durante lo scorrere del film ho potuto notare varie "pause" riflessive, come quella di Alex e la sua banda quando incontrano il barbone; Prima del pestaggio, c'è un breve dialogo tra carnefice e la vittima, dove l'uno esprime il suo disprezzo per la vita a causa della sofferenza che sta subendo, chiedendo di farla finita subito, e l'altro, ferocemente incredulo, fa intuire di gioire per la continuazione della vita, proprio per la sofferenza che sta infliggendo (o che da lì a poco infliggerà). L'esatto contrario. Ma chi è tesi? e chi anti-tesi?
Un drammatico "continuum umano".
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