Allora diciamo subito che la pellicola ha un taglio "francese" come ritmi e fotografia. E' tutto molto freddo, lento, apparentemente distante ma anche introspettivo, profondo. Il film ti entra dentro parola dopo parola, soprattutto i dialoghi e la fotografia risultano ben amalgamate. La reazione quindi può essere o di noia mortale oppure di massima attenzione ad ogni particolare, ad ogni minimo dettaglio perché, ripeto, la pellicola è lenta e quindi offre molto spazio per assimilare e fare propri i dialoghi. Il finale è davvero sorprendente, anzi userei qui la parola "geniale" senza timori inflazionistici. Un veterinario, una giornalista, un bambino e una giraffa che attraversano il confine. A me è piaciuto molto.