E’ la storia di Tracy, studentessa modello, che una volta arrivata al liceo scopre che per essere rispettata non occorrono buoni voti, ma è necessario semplicemente far parte del gruppo di coloro che sono definiti i più popolari poiché si ribellano al sistema. E per questo cambia. Cambia drasticamente il look, l’aspetto fisico, ma non solamente quello. Cambia il carattere, il modo di pensare e soprattutto il modo di porsi con tutti coloro che non sono ragazzi. Catherine Hardwick, nella sua prima produzione, mostra attraverso un linguaggio forte, spietato, e anche volgare, quella che potrebbe essere la vita di alcuni adolescenti. Il film cerca di indagare nei profondi disagi dell’adolescenza, mettendo in luce cosa vuol dire davvero avere tredici anni. La storia di Tracy è difficile: alla base di una famiglia divisa e con problemi economici, la ragazza cerca di emergere in un mondo dove ciò che è davvero importante sfugge. I giovani del film sembrano disposti a tutto pur di omologarsi ed apparire come i migliori. L'apparire è più forte dell'essere. Alcol, sesso, droga, furti e risse, sembra che per questi adolescenti non vi sia altro. Con un grande contrasto, film mette anche in risalto il fatto che per i protagonisti non vi siano figure di riferimento forti. Dove sono i genitori? A chi si ispirano questi ragazzi per indirizzare il loro stile di vita? A nessuno. Sono disperatamente alla ricerca di qualcuno da imitare, perdendo di vista l’obiettivo di crearsi una personalità ed un’identità propria e duratura. Tracy è l’esempio più sconvolgente. Pur di diventare “qualcuno” cerca di diventare amica di Evie,icona della scuola, che infine non si dimostrerà una vera e propria amica. Nella pellicola sono pessimi anche gli usi di stereotipi, quali i piercing e il bacio lesbo, usati per scioccare il pubblico e dimostrare una profonda ribellione verso il sistema. Siamo nel ventunesimo secolo, e ormai nessuno si sciocca davvero per questo! Il film è volgare, e soprattutto, manda un messaggio sbagliato. Tracy, cercando di diventare qualcuno imitando la compagna, dimostra solamente quanto sia fragile e vacillante la sua autostima, oltre che a sembrare una vera ameba della società. Cerca insomma di ribellarsi al sistema, ma non si accorge che in realtà lei è perennemente prigioniera di esso, come molti ragazzi d’oggi, purtroppo. Ciò che fa infuriare maggiormente, guardando il film, a mio parere è la consapevolezza che non tutti gli adolescenti sono così. Non tutti hanno bisogno di valvole di sfogo come fumo e droga per sentirsi veramente qualcuno. Basta guardarsi un attimo alle spalle e volare nel ’68, ai tempi della contestazione. Ciò che faceva sentire bene i giovani non era niente di dannoso per la salute, era solo la musica e la voglia interiore di opporsi al sistema. La cosa peggiore è che molti ragazzi si riconoscono nei personaggi di questo orribile film, che non è nient’altro che uno spezzone dell’adolescenza di un’insulsa e contradittoria ragazza.