Un artista del calibro di Modigliani avrebbe meritato un trattamento diverso da quello ricevuto ne "I Colori dell'anima". Mutato in una sorta di giullare folle, visionario ed incosciente, il protagonista non viene tratteggiato da un punto di vista artitico, bensì da un lato meramente emotivo e sentimentale. Ciò fa sfociare spesso il film in un melodramma stucchevole e melenso, i cui splendidi occhi della protagonista non riescono a risollevare l'eccessiva drammaticità del tutto. La pellicola, poi, riduce a vere e proprie macchiette, personaggi storici del calibro di Picasso e Renoir; qui buffi, tronfi e consapevoli di quanto ogni loro colpo di pennello fosse oro colato. Una fotografia discreta ed una regia nella norma, incorniciano un film che deraglia fin troppo spesso, mostrando un genio come Modigliani, alla stregua di un dissoluto, ed la sua amante amante come una Giovanna D'Arco, martoriata fino alle ossa. Una maggiore veridicità storica e minor pretese "poetiche" avrebbero sicuramente salvato il film da quel polpettone melodrammatico che è.