Titolo film: |
Il Cartaio |
Opinioni presenti: |
364 |
Media Voto: |
4 - |
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Attenzione: nei testi delle seguenti opinioni, potresti trovare parti rivelatorie del film.
Il parere di Giorgio, 24 anni, Roma (RM)
Il cartaio destabilizzato |
Voto 3 di 10 |
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Non c'è bisogno di scomodare colossi come "Profondo rosso" e "L'uccello dalle piume di cristallo" per parlare di come Dario Argento non riesca, in questo film, a spaventare lo spettatore.
Il serial killer sfida la polizia in diretta, tranne nel primo omicidio, a poker. In palio la vita della ragazza. La suspance che dovrebbe creare questo mezzo a chi guarda si trasforma in realtà in un boomerang che torna indietro. La prevedibilità dell'evento è sempre presente, anche quando la vittima dovrebbe essere la figlia del questore; in più, sotto l'occhio della web-cam Argento non può dare il meglio di sé nelle scene di sangue.
Non a caso, l'unica scena di rilievo del film è quella in cui la protagonista Stefania Rocca si accorge della presenza dell'assassino nel riflesso di un posacenere. Lì ritroviamo il regista che gioca con le immagini dei suoi personaggi, a cui chiede di essere sempre attenti a ciò che vedono per poter venire a capo dell'enigma da risolvere.
Il resto del film non dà spunti positivi di cui parlare, anzi; la trama inverosimile lascia perplessi, e così vediamo Silvio Muccino correre dietro a una ragazza "assoldata" dal killer per portalo nella sua rete, pardon, gancio.
Per non parlare dei dialoghi buttati via senza troppo pensarci, esempio per tutti quello in cui una pseudo criminologa spiega a Muccino il modo in cui gioca l'assassino: "Ho analizzato le partite che ha giocato finora e hanno tutte un comune denomiatore, vince rischiando sempre moltissimo ma questa è anche la sua debolezza perché così si espone troppo, è vanitoso vuole vincere con classe."
Anche il finale è moscio. Santamaria dice di amare la collega da sempre e poi il massimo che le ha organizzato è una morte sotto un treno dopo una "sfida alla pari" a poker, l'ennesima. Per fortuna che lei si ricorda le "sagge" parole del libro di poker del padre e gioca di psicologia destabilizzando l'avversario e mandandolo in tale stato di confusione da fargli ricordare troppo tardi che lui aveva un doppione della chiave delle manette.
Oltre alla scarsa invetiva anche l'onore difetta a questo omicida, visto che neanche cinque minuti prima aveva detto che "il cartaio è uno che gioca sempre lealmente": roba da far impallidire i suoi predecessori.
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Questa opinione è stata scritta da:
Giorgio
24 anni
Roma (RM). |
(1 Giugno 2010) |
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