Di carattere psicologico..introspettivo;non lo si può giudicare negativamente se non si riesce ad andare oltre,a scavalcare la soglia del visibile,dell'esplicito;e il regista dà ai più attenti la possibilità di farlo attraverso determinate immagini,forti colori e intensi richiami fiabeschi.Associando la storia di Diane soprattutto a quella di Alice nel paese delle meraviglie,più che a quella della Bella e la Bestia(abbinamento visibilissimo,ma di facile ricerca),risulta più semplice entrare in quel mondo particolare e irrazionale che il regista ci presenta,comprendendolo a pieno,pezzo dopo pezzo.C'è"Alice"nel vestito azzurro di Diane,nella chiave dorata che aprirà la mente di Diane all’immaginazione(famiglia e società costituivano la sua prigione mentale)attraverso quella porta,quella del vicino di casa,ma anche quella piccola e rosa(in cui lei rivive i momenti dell'infanzia);c'è ancora "Alice"nel tè che Diane e Fur sorseggiano e nel biscottino magico che Fur le offre(che le permette di restare ancora per un po’ rilassata…xcontinuare a viaggiare nelle sue fantasie),nel bianconoglio di Fur che scappa,nel mondo dei nani, freaks e maschere,che ci riporta al cappellaio matto,al re e alla regina di cuori!E che dire del pavimento del palazzo...tendenzialmente vorticoso,manieristico, grazie al trompe d’oeil riesce a darci una visione fantastica e illusoria anche della cornice delle scene ! L’immagine di uno scalone vorticoso ci trasporta nella più alta fantasia,più di una semplice scala di un condominio o di un ascensore!Se già in Alice vi sono certi simbolismi ed immagini che riportano a significati più profondi,celati da una apparentemente semplice favola,in Fur c'è un doppio viaggio psicologico,poichè vi si aggiunge quello di Diane.Se non si legge il riferimento ad Alice,non si riesce a dare un significato a tanti particolari.Fur accoglie Diane la prima volta dicendole”Non trovo il mio coniglio ”...non è un caso che da lì inizierà il viaggio fantasioso/sogno della protagonista!
Freudianamente,il personaggio di Fur,l'uomo-pelo,è la proiezione fantastica del bagaglio di ricordi di Diane.Figlia di famosi pellicciai e moglie di un fotografo di moda,aveva vissuto tra pellicce e modelle tutta la vita,tra stereotipi e ricerca della perfezione;da qui la necessità di evadere nel fantastico ricercando l'imperfezione,fregandosene dell'involucro spaventoso nel quale è avvolto Fur,desiderosa di nuovi stimoli alla più libera immaginazione.Significativa la barba cresciuta al marito di Diane,poi improvvisamente scomparsa nel finale del film,costituisce probabilmente una fantasia di Diane che ricerca anche sulle braccia del marito il folto pelo.Il marito torna ad essere come prima,quando lei fa i conti con il reale,quando il suo viaggio fantastico svanisce nell'oceano...più Diane ritrova se stessa,più Fur si avvicina alla morte,donandole qlla vita che a lei mancava.Ora Diane ha davvero un segreto ed è pronta a raccontarlo per prima,senza riserve…senza tabù.
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