Per prima cosa, un paio di annotazioni sull'edizione italiana: il titolo originale è "Dazed and Confused", come la canzone dei Led Zeppelin (la quale però non figura nella colonna sonora perché Jimmy Page è uno str***o e non ha concesso i diritti); quello nostrano, "La vita è un sogno", non ha alcun senso. Inoltre, il doppiaggio è uno dei peggiori mai sentiti nella storia del cinema e se si vuole vedere il film è necessario farlo in lingua originale. Detto ciò, credo di poter affermare che esistono due tipi di film sul liceo: il primo tipo ti fa pensare a come erano belli quegli anni di ingenuità e spensieratezza, sempre in giro con gli amici a non fare niente e ad inseguire amori quasi sempre immaginari e sogni destinati a rimanere tali. Il secondo tipo, invece, ti fa piombare in ginocchio e ringraziare gli dèi di non essere più un teenager. "Dazed and Confused" è un film del secondo tipo: girato con uno stile quasi documentaristico, senza una vera trama, si limita a seguire le peripezie di diversi adolescenti durante una notte brava, in una sorta di incrocio fra "American Graffiti" e "Animal House". Birra, canne, corse in macchina, vaccate fatte senza senso, noia, nonnismi degli studenti anziani sulle matricole, cazzotti, scherzi pesanti, ragazzini che tentano di entrare nel gruppo dei più grandi, feste, fugaci storie sentimentali, genitori che ti beccano mentre cerchi di contrabbandare alcolici: non manca quasi nessuna delle esperienze nelle quali ognuno di noi, più o meno con imbarazzo, può riconoscersi pensando ai suoi giorni da liceale. Altro che "la vità è un sogno"! E' impossibile vedere questo film senza pensare: "ca**o, certo che essere adolescenti fra proprio schifo!" Anche perché pochi di noi, probabilmente, hanno avuto la fortuna di andare a scuola con Milla Jovovich (la quale, comunque, compare in pochissime scene) e riconosceranno invece soggetti ben più comuni, come il bullo di ultimo anno che si crede padrone della scuola o il tizio rintronato dalle canne che ghigna come un idiota alle sue stesse battute del ca**o. Certo, il sorriso nostalgico ci scappa, ma ritornano anche un bel po' di esperienze personali che stavano bene nell'oblio. Ma è questo il prezzo di un film veritiero sull'adolescenza: a volte la verità è spiacevole ed è meglio rifugiarsi in American Pie. Un discorso a parte meritano le musiche, per il semplice fatto che qualsiasi film che si apra con Sweet Emotion degli Aerosmith e abbia nella colonna sonora Paranoid, School's Out e Rock and Roll All Nite, è automaticamente da Oscar. Un bel lavoro, consigliato!
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