Fenomeni cinematografici come Notte prima degli esami, oggi, ma anche letterari come i romanzi di Federico Moccia, vanno letti soprattutto come indicativi termometri socioculturali, attendibili specchi di un'epoca. È quindi fuorviante accostarsi a questo tipo di commedia generazionale con le categorie critiche tradizionali, con distinguo estetici. È chiaro che se un film come Notte prima degli esami ha incassato nel 2006 12 milioni di euro e il «newquel» (neologismo lanciato dal regista per sottolineare che il nuovo film non è un seguito ma una storia autonoma con gli stessi personaggi del primo collocati in un'altra epoca) viaggia alla media di quasi un milione di euro al giorno, vorrà pur dire qualcosa in termini di coinvolgimento giovanile di massa. Intanto, vanno riconosciute al giovane regista Fausto Brizzi l'abilità nel creare l'attesa dell'evento collettivo sentimentale, la bravura a farsi interprete di certi malesseri dei teenager, a guidare la «riscossa» di giovani comuni non politicizzati in cerca di riconoscimento e identità. Ad attivare poi l'empatia con i personaggi pensano l'ambientazione in tempo reale (l'estate del 2006), le dinamiche emotive che accompagnano le disavventure di un gruppo di ragazzi alle prese con l'esame di maturità e la ruffiana coincidenza della fine dell'incubo scolastico con l'imprevedibile vittoria della nazionale di calcio. Intorno al protagonista narrante Luca e al suo innamoramento per Azzurra girano gli amori e le delusioni dei loro amici, l'immaturo padre di Luca, Giorgio Panariello, che va a letto con la bella insegnante Serena Autieri, famiglie in crisi, scherzi goliardici via Internet, nuove forme di comunicazione (blog, sms, chat). Con la sua faccia pulita Nicolas Vaporidis vive l'elettrizzante avventura scolastico-sentimentale al ritmo di Gianna Nannini, Luca Carboni, Take That e rivela insospettabili energie quando sale sul treno notturno dove viaggia Azzurra e il giorno dopo riesce a tornare a Roma in tempo per sostenere l'esame. È un'Italia giovanile fatta di solidarietà, amicizia, romanticismo, complicità quella rappresentata da Brizzi, circoscritta e protetta da qualsiasi contatto con la politica, con i centri sociali, con la rabbia e il disagio degli auto-emarginati.