Titolo film: |
La prima notte di quiete |
Opinioni presenti: |
2 |
Media Voto: |
7 - |
Altre risorse sul film:
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Attenzione: nei testi delle seguenti opinioni, potresti trovare parti rivelatorie del film.
Il parere di Frank, 60 anni, Mantova (MN)
Riscoprire Zurlini |
Voto 8 di 10 |
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Uno dei più indovinati affreschi della provincia italiana agli albori della contestazione, del 68; ma non solo. Non è un film con intenzioni sociali e non è nemmeno un film sentimentale. E' un film sulla ricerca dell'assoluto. Sul rifiuto della quotidianità fatta di compromessi, routine e ipocrisia. Il protagonista è un professore precario di lettere senz'altra speranza che quella di trovare una valida ragione di vita.Forse la trova nella relazione con una studentessa: detto così, fa ridere: sembra un filmetto per sporcaccioni.E' invece uno dei film più strazianti che mi sia stato dato di vedere. Il protagonista è una figura dolente alla perenne ricerca di un senso da dare alla sua vita. Sembra trovarlo appunto in questa relazione, ma muore in un incidente. Muore per un atto di responsabilità, quello di preoccuparsi per un'amante che non ama più. La sua morte dimostra la tragedia dell'uomo alla ricerca delle ragioni dell'esistenza. Non è la cultura, a quanto pare; non è l'amore, sempre imperfetto e insoddisfacente, e non sembra esserlo Dio. Il protagonista si dice ateo, ma, stranamente, conosce alla perfezione le Scritture e ne cita a memoria i versi. C'è una frase, tratta dal Vangelo di Luca, che viene ripetuta due volte nel film e che, a parer mio, rappresenta una chiave interpretativa:"Perchè cercate tra i morti Colui che è vivo?". Già, perchè il protagonista cerca tra i morti (la cultura, l'amore materiale, gli amici, i giochi) il senso della vita? La risposta sta nella sua morte: un estremo atto di rimorso può essere il riscatto di una vita apparentemente "buttata via".In uomini come Dominici, il protagonista, la ricerca del senso della vita è un atto disperato, perchè continuamente insoddisfatto della precarietà del vivere. Nulla lo soddisfa perchè tutto nella vita è precario, insoddisfacente e la ricerca di Dio l'ha deluso, perchè Dio le risposte le da, ma solo a chi sa cercarlo. Ed egli lo cerca sempre nei posti sbagliati, pretendendo l'assoluto là dove non c'è. Alla fine, l'assoluto lo trova nel significato della sua morte: un atto d'amore puro e cristallino. La risposta la cercava e l'ha trovata.
Zurlini ci manca terribilmente. Abbiamo bisogno di "contes moraux", di voglia d'assoluto, di amori eterni, di un connubio definitivo tra terra e cielo, tra fango e perle, tra precarietà e stabilità alla ricerca del Vero.
Dobbiamo riscoprire Zurlini. Assolutamente.
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Questa opinione è stata scritta da:
Frank
60 anni
Mantova (MN). |
(29 Maggio 2008) |
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