Più che pazza, in questo film Giovanna appare affetta da una forma di ninfomania. L'amore, infatti, viene interpretato come l'aria che avvolge due corpi nudi, proprio quell'aria di cui Giovanna asserisce la sua gelosia nel momento in cui viene condivisa dal marito con un'altra donna. Come l'aria in una stanza chiusa l'amore di Giovanna diviene soffocante, stantio, per chiunque. Nel film vi è una grande cura dei dettagli, affascinante, alcune volte sembra quasi di poter percepire l'odore delle stanze del castello, della pioggia, della disperazione, del desiderio. Gli ultimi minuti del film però vengono meno a questo schema, proprio quando dovrebbero concedere l'ultimo sorso inebriante allo spettatore, questi scorrono senza enfasi verso i titoli di coda.