Bellissimo il film, bravissimi gli attori, in particolare Redford semplicemente perfetto nel ruolo di Tom Booker. Anche la fotografia, gli scenari e le ambientazioni mozzano il fiato e ragalano suggestioni inaspettate. Tuttavia per chi ha letto il libro prima di guardare il film non possono sfuggire importanti divergenze che in qualche modo tradiscono il messaggio di Nicolas Evans (l'autore del romanzo). In particolare direi che pur avendo trattato il rapporto uomo-cavallo in maniera egregia e saputo trasmettere la tragedia ed il coraggio della giovane Grace, Redford non ha tributato eguale giustizia al terzo fondamentale tema del film,ovvero l'amore tra Tom ed Annie, non riuscendo a rendere l'intensità dei sentimenti e l'emozione dei protagonisti che, quasi a prescindere dalla loro volontà sono alla fine costretti a perdersi l'uno nell'altra. L'autore del romanzo racconta in modo minuzioso ogni avvenimento così che sembra già di vederne un filmato e non si capisce per quale motivo scene già delineate ed assolutamente perfette (Vd. il bacio fra Tom ed Annie)vengano trasformate, incapaci tuttavia di trasmettere l'intensità del momento e delle emozioni come l'originale. Dalla scena del bacio in avanti il film precipita con troppa leggerezza verso il finale sacrificando, forse per rispettare i tempi cinematografici, contenuti fondamentali, direi imprescindibili, espressi in maniera egregia nel romanzo e stravolgendo il finale nel quale pare addirittura che Annie decida di tornare dal marito, quando in realtà aveva deciso esattamente il contrario.Pur rispettatando, quindi, il diritto del regista di trarre ispirazione senza necessariamente riprodurre esattamente i contenuti dell'opera, consiglio vivamente la lettura del romanzo al solo scopo di coglierne il messaggio reale e profondo che Nicolas Evans intendeva regalare attraverso le azioni ed il pensiero del protagonista.