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Titolo film:    Addio mia concubina
Opinioni presenti:    21
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Il parere di Lettore onesto, 24 anni, Avezzano (AQ)
Come si può dire che non si tratta di un film gay?
Voto 10 di 10 Voto 10di 10
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Vorrei precisare una cosa: la concubina è tale anche nella vita, o, che è uguale, vita e arte sue non si distinguono. Il tema portante è il travestitismo: la concubina, abbandonata da una madre prostituta, diventerà un divo/diva del teatro (come dirà il maestro prima di morire), e quindi sbaglia chi lo vede come personagio reietto.Sarà anzi talmente potente (e fiero) da eludere il tribunale. Reietto diventa solo dopo la rivoluzione, ma quella è una causa storica! Emerge in modo palese il rifiuto del totalitarismo comunista, il rimpianto dell'antico costume, come anche una forte attrazione per il ragazzino/poi uomo, da parte di qualunque uomo lo veda ("deliziosa figura"), cosa che con almeno 3 diversi uomini si concreta in atto sessuale; si fa concubina: in scena e a letto. Prostituta la madre, prostituta lui, prostituta la moglie del re. Ognuno tradirà alla fine. Ancora da dire: il personaggio, prima di suicidarsi, dichiara ancora (ben due volte)il suo stato maschile sotto le sembianze femminili, il che forse rappresenta il dilemma della scelta tra travestitismo e transessualismo: la concubina vuole essere maschio travestito o femmina? "dei miei sedici anni al volgere.. nel fiore di mia giovinezza le gentil chiome che mi cingean la fronte mi furon rasate; io che sono fanciullo per volere della natura, donna non sono, nè donna mai sarò" al momento della ripetizione la concubina assume un'aria serissima drammatica e ripete "donna mai sarò": questo ci porta a pensare che lì sta il testamento della concubina: non sarà mai donna, e si uccide come il suo personaggio.D'altronde quella era la frase che gli aveva aperto le porte del teatro, e l'avevo legato artisticamente al re. Sembra forse dire "Io non sono donna, ma ti amo".Frase impronunciabile in Cina tra due maschi. Si uccide per coerenza artistica? cioè: morto il suo teatro ormai non gli rimane che morire con esso? O si uccide perchè non potendo più recitare non può più essere quel personaggio che nella scena è amato dal re? Dunque "concubina" è un ruolo (sul palco e a letto) che, si precisa, mantiene la consapevolezza dell'esser maschio, pur amando un maschio. Finito il ruolo, (il re dice: "sono vecchio, non posso più farlo"), cade il regno, cade la vita di una madame butterfly che è uomo e a cui l'amante, uomo, è sottratto dagli eventi . Non può più amare, non c'è più ragione di vivere. Detto questo mi chiedo come si possa affermare che la tematica gay è affrontata dal regista solo incidentalmente ma non è dominante. A no? E non è forse una storia d'amore questa?

Questa opinione è stata scritta da:
Lettore onesto
24 anni
Avezzano (AQ).
(13 Marzo 2006)






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