Von Trier è un bastardo. Lo è perchè dice la verità, la estremizza, la esaspera e non concede tregua ai suoi eroi. E' un bastado perchè dell'umana specie vede solo l'egoismo, la stupidità e l'ingratitudine. E' un bastardo perchè lui, laido sadico del cinema, ritrae il buono insidiato dai cattivi.
Perchè la cosa più difficile al mondo è fare la cosa giusta. Perchè è vero, l'uomo si fa buono e comprensivo solo di fronte alla morte e alla tragedia, ed è sorda alle richieste d'aiuto dei bisognosi. Come il personaggio interpretato dalla bravissima Bjork.
Selma è giovane, straniera, comunista, povera e cieca.
Si fa un culo così giorno e notte, mette da parte ogni centesimo perchè il figlio a cui ha trasmesso la malattia che lo renderà cieco venga operato. Vive in un America che ama per i musical e per la buona gente che ha creduto di trovare. La sua vita è l'archetipo del dolore puro, una vita che non ha conosciuto amore nè ricchezze, ma solo privazioni. Solo i musical, lì nella sua testa sognante, possono illuderla che la gente le voglia bene, che tutto nella sua vita sia stupendo, che nel mondo non ci sia più nulla da vedere perchè ormai si è felici. Ma quando coloro in cui aveva riposto fiducia e affetto la tradiscono, rubandole tutti i suoi soldi, cosa può fare una piccola creatura senza più speranze. Difendersi, piangere, cercare di riprendersi tutto in un'ultimo scatto. Stavolta quello scatto è stato uccidere il ladro. Come se l'aspettassero al varco, accorrono testimoni e accusatori, tutti contro di lei senza che lei possa opporsi (per una pura fedeltà agli stupidi patti umani), la pongono ad un giudizio implacabile. Chi è ricco e ruba, umilia, picchia e ammazza indiscriminatamente, può pagare la propria salvezza, ma i giusti sono relegati ai loro stenti, e infine condannati. Non c'è fuga per i giusti, quando governano gli ingiusti. O hai soldi o muori. O inganni o muori. Che schifo, vivere così.
E Von Trier ha ancora il coraggio di spiegare tutto questa senza pietà, senza tristezza: nel suo film, intriso di musiche retrò e macchine a mano digitali, non c'è che tragedia. Selma non può che sognare, in questo orrore cieco, e con lei sognamo noi: sognamo attraverso il suggestivo occhio della videocamera, percepiamo i colori saturi di un paesaggio stupendo nel sogno, terribile nella realtà.
Con l'occhio impietoso del Dogma (no, non l'ha abbandonato se non nelle parti di musical) noi guardiamo gli interni delle fabbriche che prendono vita, ci lasciamo prendereda un film scarno e povero come Selma, ma che come Selma ha una sua bellezza, un suo spettacolo. Vi sfido a non farvi travolgere dal "sense of wonder" ogni volta che vedrete gli operai danzare in fabbrica, i boscaioli saltare sul treno con contorni sfumati, ad ascoltare la bellissima voce di Bjork sulle sue note strazianti; e ad abbandonare la meraviglia, una volta che il destino di Selma si rivelerà ineluttabile, e a cercare disperatamente di scoprire che quella non è l'ultima canzone.
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