Titolo film: |
Il Ras del quartiere |
Opinioni presenti: |
3 |
Media Voto: |
9 - |
Altre risorse sul film:
Trailer, Scheda, Recensione, Opinioni, Soundtrack, Speciale.
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Attenzione: nei testi delle seguenti opinioni, potresti trovare parti rivelatorie del film.
Il parere di Lorenzo, 32 anni, Livorno (LI)
L'ultimo "terrunciello" |
Voto 7 di 10 |
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E’ l’ultimo film del primo “terrunciello”. Il famosissimo personaggio dallo slang surreal-demenziale aveva debuttato al cinema verso la fine degli anni ’70 e dall’inizio degli ’80 aveva preso a spadroneggiare incessantemente (anche in televisione), fino ad inflazionarsi nel giro di 3 anni (15 film dall’80 all’83!), portando il pubblico alla saturazione, come dimostra l’insuccesso del film che spingerà il suo protagonista a cercare altre strade, facendo registrare la conversione forse più clamorosa del nostro cinema da attore comico ad attore drammatico, con grave rammarico dei suoi fans. Molto divertente, anche se forse non all’altezza dei precedenti film, con un Abatantuono grande come al solito. Rivisto oggi, a posteriori, emana tuttavia una certa atmosfera di decadenza che sembra preludere alla fine della prima parte della carriera di Diegone, riciclatosi poi 3 anni dopo con Pupi Avati ("Regalo di Natale", che segnò l'inizio della sua seconda carriera artistica), e destinato a ritornare in qualche modo all’antico solo diversi anni dopo con il primo "Vacanze di Natale" diretto da Oldoini nel '90, senza però essere mai più quello di prima. Film molto anni ‘80 (é di 20 anni fa), con la rappresentazione della metropoli milanese popolata di bande punk e metallari in guerra fra loro per il controllo ognuno della propria zona (ispirati dalla serie de "I guerrieri della notte", ovvero da quel cinema di genere che proprio in quel periodo conosceva la sua ultima fase e tentava una strenua resistenza trovando posto ormai solo nel nascente mercato home video o nella programmazione delle tv via cavo dei paesi oltreoceano). Numerose battute irresistibili come sempre (firmate fratelli Vanzina e protagonista), e ben centrato il personaggio di Jena (un altro “prestito” da un successo dell’epoca, "1997 - Fuga da New York"), interpretato da un ottimo Mauro Di Francesco con il suo esilarante “codice segreto” che rovescia le parole (non capisci un zocca/c***o), secondo i dettami di quella comicità demenziale anni ’80 che però affondava le sue radici in un passato ben più lontano ("Lo vedi come sei?" con Macario del 1939, primo antesignano del genere). Deliziosa come sempre Isabella Ferrari, altra icona di quegli anni e di quel genere. Un film che in qualche modo ha comunque segnato un’epoca, decretando la fine di un certo tipo di comicità ormai troppo spremuta, ma in seguito ampiamente rivalutata anche dallo stesso interprete.
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Questa opinione è stata scritta da:
Lorenzo
32 anni
Livorno (LI). |
(13 Aprile 2003) |
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