Nove volte su dieci i paragoni dei remake con gli originali sono alquanto impietosi, riuscendo spesso i primi a svilire con una pretesa patina di modernità l'originalità dei secondi. Questo film non fa eccezione, non riuscendo ad aggiungere nulla di nuovo alla pellicola degli anni '50, cui tra l'altro si rifà ampiamente (e apertamente) in più di un passaggio. Fatta salva quindi una certa antipatia per queste operazioni (ben diverse dalle riletture di romanzi già portati sullo schermo), sintomatiche di una cronica mancanza di idee, bisogna ammettere che questo film non se la cava nemmeno tanto male almeno nel campo della regia (quanto avrà contato la mano di Verbinski sull'esordiente Wells?) e della sceneggiatura, dando vita ad un primo tempo dai ritmi dilatati, piacevolmente "old style", con l'aggiunta di una tragedia sentimentale che rende le motivazioni del protagonista più "umane" del puro interesse scientifico (anche qui, come cambiano i tempi!). Anche le prime incursioni nel futuro non mancano di una buona mano, ma il film inizia a scadere nella banalità quando si arriva al cuore della vicenda: se la rappresentazione degli Eloi risulta più efficace di quella originale (sebbene i biondi e riccioluti degli anni '50 rendessero meglio l'idea della loro inettitudine), l'iniezione delle inevitabili scene d'azione finisce per svilire il lavoro compiuto fino a quel momento, senza dar vita al minimo coinvolgimento da parte degli spettatori e sprecando un ottimo Jeremy Irons in un personaggio che avrebbe meritato un approfondimento molto più ampio. Un film a due velocità che delude nella seconda parte, se non altro per aver scelto la facile strada dell'action-movie, pur riscattandosi parzialmente nell'ispirato finale, che trova i suoi punti di forza nell'uso parsimonioso degli effetti digitali e nei caratteristi, ben più all'altezza del protagonista, con una nota di merito per il già citato Irons e per Phyllida Law, l'ottima attrice madre di un'altrettanto grande interprete, Emma Thompson, mentre superflua è la presenza dello stranamente misurato Orlando Jones, il cui personaggio è lì solo per spiegare ciò per cui 50 anni fa si chiedeva agli spettatori di intuire: come cambiano i tempi.
Un film tra i migliori che abbia mai visto. Dialoghi eccellenti. Sceneggiatura fantastica. Effetti, cast, fotografia. Tutto perfettol. Una storia avvincente. Non lo giudico in base al libro o al film del '60. Lo giudico per quello che è. Fantastico. Da vedere. Merita 9...
La critica non è stata molto buona... invece io l'ho gradito moltissimo. Da un'idea banale (la macchina del tempo) ha sviluppato un film pieno di inventiva e originalità: e non è mica nulla, soprattutto in un periodo in cui i film di fantascienza sono passati in secondo piano (anche per mancanza di idee) per lasciare posto agli effetti horror. L'idea di un "riavvolgimento" del corso del mondo, di evoluzioni di specie, di una futuristica intelligenza artificiale memore di tutti i tempi... non sono poche le cose che mi hanno colpito sotto questo punto di vista. Pecche: ogni tanto sembrava barcollare verso qualche trovata hollywoodiana (le classiche scene un po' finte che ricercano pathos) oppure capitava spesso che approfondiva poco qualche scena o idea (il protagonista si arrese a cambiare il passato solo dopo due tentativi ad esempio). Gli effetti non sono i migliori che abbia mai visto ma confermo lo stesso che si tratta di un film da vedere.
Trailer italiano (it) per Giselle (Dutch National Ballet) (2023), un film di Marius Petipa, Jean Coralli, Jules Perrot con Olga Smirnova, Jacopo Tissi,.