Film come pochi...capolavoro assoluto!!! Uno dei migliori film dell'onnipotente David Lynch per sceneggiatura,cast,interpretazione degli attori (divine quelle di Hopkins e John Hurt).
Impressionante come con l'andare il film faccia si che il pubblico si immerga,quasi le vivesse in prima persona, nelle vicissitudini psicologiche dello sfortunato uomo tanto da vedere in lui non più la disgraziata bruttezza del suo volto ma la meravigliosa bellezza del suo nobile e aristocratico animo grazie anche, come detto prima,alla superba interpretazione di Hurt. Come non commuoversi poi nella scena durante la quale il povero John piange disperato gridando "non sono un animale...sono un essere umano...umano!!! Fantastica la scelta da parte di Lynch di girare il film in un bianco e nero davvero affascinante. Delitto a mio dire non aver premiato questo capolavoro col premio oscar!!!
Bello questo film, che parte alla grande, forte di una storia con la esse maiuscola. Tratta un argomento forte, con coraggio, finalmente si esce dai soliti temi. Gli ingredienti ci sono tutti per sfondare ed il film infatti tocca le corde giuste, commuove, fa riflettere...
ma qualcosa lo blocca, il film ad un certo punto annaspa, fatica a procedere per poi riprendersi nel finale. E' in quei momenti che il film passa da un meritato 8 ad un più consono 7 o 7,5. Rimane una bella pellicola da vedere, da gustarsi con calma, senza fretta, con gusto. Avercene di film cosi...
Soggetto e sceneggiatura di Elephant Man potrebbero essere il prototipo perfetto del polpettone strappalacrime di quarta categoria. Una storia vera, che definire "romanzata" è un eufemismo, si trasforma in una favoletta che usa la solita moraluccia del "bello dentro e brutto fuori" per intortarci a raffica di sequenze lacrimose e patetiche, sperando di cavarci fuori qualche lacrima.
Ciò che Lynch riesce a tirare fuori da questo pasticcio è quasi un miracolo. Gioca tutto su una regia elegante e sobria, non abusa della colonna sonora (splendida oltretutto) e riesce a tirare fuori dalle immagini tutte le emozioni che mancano ai dialoghi ridicoli e scontati. E poi c'è un'affascinante Londra vittoriana immortalata in uno splendido bianco e nero che si tinge di toni cupi, quasi onirici (d'altra parte stiamo sempre parlando di Lynch!) mai però in modo invasivo rispetto alla semplicità del racconto. Ma non basta purtroppo.
The Elephant Man punta al cuore ma si scontra con dialoghi banali e sequenze stucchevoli che ne castrano le potenzialità.
Ma in fondo, senza il drammone tradizionale a cui appoggiarsi forse il film non avrebbe ottenuto lo stesso successo. E trattandosi del successo che ha lanciato la carriera di un autore straordinario come David Lynch non abbiamo da lamentarci troppo.
Certo, almeno per me, The Elephant Man rimane una mezza delusione...