La struggente melodia finale di Ennio Morricone richiama a un'epoca mitica, fatta di gente ruvida e solitaria, di sangue e polvere, di morte e miseria, eppure carica di ricordi meravigliosi. Consiglio di ascoltare questa musica nelle occasioni speciali, in compagnia delle persone care: sarà difficile trattenere la commozione.
Questo film, come a volte è accaduto ai capolavori, è stato considerato inizialmente un semi-flop; solo dopo alcuni anni ne è stata capita la grandezza. Inutile soffermarsi sui vari Leone, Fonda, Cardinale, Morricone: l'apprezzamento verso di loro è unanime. Quello che emerge qui è il talento di un Charles Bronson che, a mio parere, a questi livelli non si è più ripetuto.
Credo che l'opinione che gli ultimi film di Leone siano capolavori sia un po' una moda, un tributo tardivo ad un regista che in vita non era considerato di primissimo livello e non aveva vinto premi importanti. Mentre per "C'era una volta in America" il tratto dell'opera-capolavoro si vede, se non altro in una sceneggiatura curata e nella magistrale interpretazione dei protagonsti, qui entrambe le cose latitano. Lascia piuttosto interdetti leggere nei titoli di testa che alla sceneggiatura di questo film hanno concorso Argento e Bertolucci... Mah. E' una trama piuttosto stracca e neppure l'interpretazione è all'altezza delle ambizioni. Si salva Armonica-Bronson; brutta prova invece di Fonda, a disagio e persino un po' ridicolo nei panni del bandito spietato; Robards onesto caratterista ma inadatto al ruolo di protagonista; la Cardinale paurosamente opaca. Quasi nessun personaggio è caratterizzato in modo convincente.
Non resta che ascoltare l'ottima colonna sonora del solito Morricone: un po' poco, forse...
Questo è il sesto film di Sergio Leone che mi capita di vedere...e,in tutta onestà,lo reputo il peggiore in assoluto.Non mi aspettavo certo di visionare un capolavoro considerando i bassi standard di questo regista ma un simile fallimento stracco,puzzolente e merdaiolo non me lo aspettavo nemmeno nei miei peggiori timori.
Il titolo"c'era una volta il west"è già tutto un programma...e considerando attori-cani come Henry Fonda nel ruolo del cattivo,francamente,non mi potevo aspettare chissà cosa.
Il particolare che mi ha sollevato maggior disgusto sono state le sequenze degli scontri a pistolettate(chissà perchè questi pirla non mettono mai mano a un mitragliatore o un bazooka...non sarebbe tutto più facile?mistero...)dove gli attori impiegano dieci minuti solamente per battere un ciglio di un occhio...che miseria,che sciatteria,che immondezzaio stilistico.
Il talento interpretativo di Claudia Cardinale(la vedova del marito massacrato dai banditi)è pari a quello di uno struzzo in una vasca da bagno e non regge il confronto con Michela Quattrociocche.
Sergio Leone ha dimostrato di non saper fondere il misticismo neopsicanalitico di Federico Moccia con il mito,del 14°secolo,del mito della frontiera indo-pakistano.
La puzza di letame si evince anche nella colonna sonora di Ennio Morricone il quale si crogiola nel suo stesso sensazionalismo d'accatto fetido e puzzolente degno soltanto del circo di Moira Orfei.
ancora una volta si vede l'impronta di Sergio Leone.Veramente ammirevole questo western ad altissimi contenuti, anche un non amante di questo genere rimarrà sbalordito dalla bellezza. Ve lo consilgio