Ero curioso di vedere il film I VILLEGGIANTI, per la presenza di due attrici per cui stravedo (Valeria Golino e Valeria Tedeschi Bruni), sapendo che si trattava, almeno in parte dell'autobiografia dell'attrice (qui anche regista) italo-francese, già affrontata nel bellissimo UN CASTELLO IN ITALIA (film che non ha avuto successo, probabilmente per la difficoltà di seguire i dialoghi che passano continuamente dal francese all'italiano al napoletano, ma che vi raccomando caldamente). I VILLEGGIANTI al momento mi ha disorientato per una dimensione quasi onirica, con personaggi stralunati buttati un po' lì (per fare un certo tipo di cinema ci vorrebbe la mano non dico di un Fellini o di un Bunuel, ma anche solo di un Pupi Avati). Poi però il film scorre via bene; è il poema della solitudine e dell'incomunicabilità che abbiamo visto tante volte nel cinema ambientato in una realtà altoborghese (anche qui siamo in una villa di un industriale con una figlia scrittrice di soggetti cinematografici, ma degli stessi mali soffrono anche i servitori...). Non è sempre tutto chiarissimo (vedi il finale che mi è parso un po' confuso e pasticciato con quel continuo mescolarsi di realtà e di finzione cinematografica, polisemicamente lo definirei "nebuloso"), ma è un film che ti entra dentro e ti fa pensare alla vacuità di certi rapporti familiari. Recitato benissimo (accanto alle due "leonesse" ci sono altri bravi attori a me sconosciuti, tra cui una bimba di colore e un grande Riccardo Scamarcio. A questo proposito confesso che anni fa detestavo tre attori che mi sembravano "bambolotti per ragazzine", ma devo ammettere che col tempo e mettendosi in mano a bravi registi hanno imparato a recitare benissimo ed hanno spesso scelto ruoli densi di significato (mi riferisco oltre che a Scamarcio anche a Kim Rossi Stuart e a Raoul Bova). Un ottimo film da vedere e su cui riflettere.