Consiglio a tutti la visione dello splendido film NOME DI DONNA. Marco Tullio Giordana si conferma un grande cantore delle problematiche sociali e civili, con un occhio attento alla società in cui viviamo. Tutta la sua filmografia ne è testimone e mi limito a citare tre film che ho amato moltissimo MALEDETTI VI AMERO', I CENTO PASSI e LA MEGLIO GIOVENTU'. Stavolta il regista affronta con piglio deciso a muso duro il tema dello stalking sul posto di lavoro, che va a colpire persone indifese (una ragazza madre, alcune extracomunitarie una delle quali reduce in patria da una vicenda così atroce e distruttiva da non riuscire a vedere negativamente il "piccolo" prezzo che deve pagare per avere un posto sicuro in Italia ecc.). Gli attori sono bravissimi si va da un Bebo Storti, attore comico e di cabaret qui impegnato (e credo sia la prima volta) in un ruolo drammatico, quello di un laido sacerdote ad una Cristiana Capotondi che come sempre si butta a capofitto nel personaggio di una fragile ragazza madre da lei resa con una sincerità stupefacente, da grande attrice qual è (del resto chi l'ha vista in TV nel ruolo della sfortunata Lucia Annibali probabilmente non si è accorto che nella scena finale non recitava lei, ma la vera Lucia Annibali tanta era l'immedesimazione di Cristiana). Un plauso anche ad Adriana Asti, brillantissima interprete di un personaggio simpatico che a tratti strappa un sorriso divertito in un film cupo, teso e fortemente ansiogeno. Io non uso mai la parola capolavoro, ma qui quasi ci siamo...