Shyamalan con questo film riprende la sua vera natura di narratore di storie inquietanti(sesto senso, village ecc.)e ci regala un'opera questa volta incentrata sui traumi umani e la psichiatria criminale.
un McAvoy irriconoscibile vista la sua carriera cinematografica fino a questo film e quindi la scoperta di un attore versatile che farà parlare ancora di se.il film è meritevole di essere visionato e non è mai noioso come, a mio parere, la maggior parte dei film sui serial killer.
Tanti "personaggi" e tutti che riflettono l’identità disturbata di un tizio che da piccolo ha subito maltrattamenti e abusi, e che infatti è sempre interpretato da James McAvoy, pericolosamente in bilico tra il ridicolo e lo stato di grazia. In un crescendo di tensione e di delirio, veniamo a sapere che all’appello manca un'ultima identità, quella della Bestia, un’evoluzione della follia del protagonista, incombente ma mai rivelatasi, tanto che la stessa psichiatra che lo segue reputa inesistente. Mentre la paura tra le tre rapite fanciulle aumenta, e i loro inutili tentativi di fuga fanno solo sì che vengano divise dal loro aguzzino, Casey, la più problematica delle tre ragazze, ma anche la più matura, riesce a razionalizzare il suo vissuto (che ripercorriamo in una serie di flashback cadenzati, apprendendo che non c’è molta differenza tra lei e il suo predatore).
Un bizzarro e interessante film della mente...alla fine non ci sono né vincitori né vinti. E Shyamalan riesce a far emergere finalmente ancora una volta il suo lato più oscuro.